Milano

  • Giovani, inclusione, Milano capitale delle professioni

    “Il futuro dell’Avvocatura è anche quello della Giustizia per la irrinunciabile funzione di difesa dei diritti dei cittadini”. E’ quanto si legge nel programma della lista “Diritti al Futuro” che si presenta a Milano alle prossime elezioni per il rinnovo dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati che si svolgeranno, n tutta Italia, il 7, 8 e 9 febbraio. Per conoscere nel dettaglio la loro proposta abbiamo intervistato l’avv. Manuel Sarno, autore della nostra rubrica ‘In attesa di Giustizia’, che è  tra i 16 candidati della lista.

    Avvocato, il vostro programma parte dai giovani, e ve ne sono tanti che ogni anno si avviano alla professione forense, e dalle opportunità da fornire loro. Quali sono e come sarà possibile realizzarle?

    La stessa scelta del nome “Diritti al Futuro” oltre ad alludere all’evoluzione del diritto e della legislazione, di cui un Consiglio dell’Ordine si deve occupare anche in termini contributo al dibattito politico sulle riforme e di offerta formativa per gli avvocati, sottintende la centrale vocazione a sostenere le fasce più giovani della classe forense che affrontano la professione in un periodo di grande crisi e competitività di un settore che annovera circa un terzo degli avvocati complessivamente esercenti in tutta la UE.

    Ai più giovani è dovuto il trasferimento di esperienza, la effettività di una  guida durante la pratica ed, in seguito, offerta l’opportunità di crescere. Diritti al Futuro, nel suo programma, prevede tra le altre cose di dar loro supporto economico  mediante una tendenziale gratuità della formazione continua, la possibilità di ottenere un “prestito d’onore” garantito dall’Ordine per avviare attività in proprio ed anche la eliminazione della tassa annuale di iscrizione per coloro che non raggiungano determinate soglie di reddito.

    Proponete Milano come capitale europea delle professioni. Che vuol dire?

    Il sogno nel cassetto, per il quale vi è un progetto realizzabile anche grazie al ricorso a fondi comunitari, è quello della creazione a Milano di una “Casa dell’Avvocatura e delle Professioni”: un vero e proprio edificio che sia non solo una sede con spazi attrezzati e disponibili temporaneamente per i professionisti in trasferta per motivi di lavoro da altre città d’Italia e di Europa ma  per loro un vero e proprio punto di riferimento, incontro e confronto di respiro europeo volto a dare sempre più centralità e standing internazionale alla Milano dell’EXPO e delle Olimpiadi, così facendo anche opera di crescita culturale e condivisione di esperienze e tradizioni.

    Puntate ad un Ordine inclusivo e sostenibile, parole che ascoltiamo di frequente ormai…

    Noi siamo ciò che siamo stati, i valori di cui siamo portatori dopo anni  di professione devono essere lo spunto per guardare ad un domani in cui non si riconoscano più diversità di qualsiasi natura: all’interno dell’Ordine degli Avvocati per prima cosa e come esempio per la società, assumendo un ruolo guida anche rispetto al tema della sostenibilità intesa da ogni punto di vista. Gli avvocati hanno il dovere di fare cultura, di impegnarsi nel sociale e di farlo ogni giorno: è nel loro DNA, è un modi di difendere anche questo.

    Per cominciare, in maniera emblematica, abbiamo scelto di candidare sedici colleghi equamente divisi: otto donne e otto uomini, con buona pace delle quote rosa perché guardiamo avanti, superando di slancio indicazioni normative di rispetto della rappresentatività, guardiamo al futuro, ad un futuro in cui non sarà più necessario guardare ad un  disposto di legge o parlare di inclusione se non ad un qualcosa che è già stato realizzato.

  • Il Professor Zecchi: innovazione e tradizione per il futuro della Lombardia

    Dopo l’intervista che ci ha rilasciato il Prof. Stefano Zecchi in merito alla sua candidatura, nelle liste di Fratelli d’Italia, alle Elezioni Regionali lombarde, circoscrizione Milano e provincia, gli elettori del Patto Sociale ci hanno chiesto notizie più precise sul suo programma.

    Alla nostra domanda il Professore ha, come suo solito, risposto in modo gentile e fermo sintetizzando per il Patto alcune sue idee.

    “Prima di tutto desidero riaffermare che la vera innovazione ha le proprie radici nel rispetto della tradizione e che non si può andare avanti contro i sentimenti dei popoli.

    Lo spirito ambrosiano ha prodotto eccellenze in vari campi, dalla moda al design, dall’industria all’artigianato facendo sempre dialogare il fattore economico con il rispetto della bellezza e su questa strada intendo procedere.

    Milano è la città della bellezza che vive nell’innovazione, nel progresso, nella tradizione architettonica ed artistica dei grandi come Portaluppi, Muzio, Terragni, Pagano, Sironi, Licini, Fontana, ed i più giovani, come i turisti, devono conoscerli di più e meglio.

    La Regione Lombardia dovrà affrontare investimenti sia per la velocità dei trasporti che per la riconversione ecologica, l’efficienza sanitaria territoriale e le nuove edificazioni necessarie ma dovrà saper coniugare tutto con il rispetto della bellezza, dell’armonia e cioè della qualità della vita.

    Milano e la sua provincia sono il territorio delle grandi università e allargando gli spazi della conoscenza scientifica e tecnologica dovremo sempre avere un rapporto costante e costruttivo con la nostra tradizione scientifica.

    La Lombardia del centro destra dovrà sempre più ampliare le sue solide relazioni culturali ed economiche con le realtà confinanti o vicine e Milano, con il pensiero e l’azione, porterà una nuova luce di speranza e progresso in tutta la nostra Nazione.

    Scegliere Fratelli d’Italia oggi significa sapere che ogni attività, ogni prodotto, nasce da un insieme di storia, cultura, ricerca ed ambiente e cioè dall’amore per la vita dell’uomo e per la bellezza che è intorno a noi, nel nostro territorio che dobbiamo difendere e consegnare alle future generazioni”.

  • “La mia presenza? Un piccolo contributo al progetto nazionale”

    Incontriamo il professor Stefano Zecchi nello studio della sua casa di Milano, sommerso da libri, plichi di carte ovunque, alle pareti quadri, sul pavimento grandi sculture, soprammobili che provengono da tutte le parti del mondo …

    Certo non sarà tutto questo che l’ha portata ad accettare la candidatura alle prossime elezioni regionali della Lombardia nella circoscrizione di Milano e Provincia. E, poi, non le bastava quello che ha già fatto? Professore universitario ordinario di filosofia estetica fin dalla fine degli anni Settanta, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera, responsabile italiano all’Unesco per i beni immateriali, Consigliere d’Amministrazione nelle più importanti istituzioni culturali milanesi, dal Piccolo Teatro alla Verdi, al Teatro Parenti; e a Roma al Maxxi. Mi fermo qui senza ricordare altro se non che è stato anche assessore alla cultura del Comune di Milano, attualmente Presidente del Museo delle Scienze di Trento, membro del Consiglio Superiore della Società Dante Alighieri… insomma non le bastava? Ma mi tolga questa curiosità: siccome sono qui seduta rischiosamente con una pila di carte che sembra quasi mi stia venendo addosso, lei non usa il computer?

    “Sì, lo uso, lo tengo sul tavolo nello studio più piccolo dietro quella porta con quelle pitture indiane”.

    Pensavo fosse un quadro, non una porta.

    “E’ come se fosse un quadro: è un dipinto su legno che mi fa da porta. Comunque, uso il computer – non se ne può fare a meno – ma la carta, anche la penna – questa qui – mi piacciono di più”.

    Insomma, adesso la politica …

    “Mi sembra importante, non mi sono mai tirato indietro quando si è pensato che potessi dare una mano, come nel caso dell’Assessorato milanese”.

    Le regionali sono molto impegnative, bisogna prendere qualche migliaio di preferenze per essere eletti, il suo nome deve essere scritto sulla scheda, i posti sono pochi…

    “Mi sta consigliando di fare un passo indietro? Non sarebbe la prima.”

    No, assolutamente, apprezzo la decisione, credo che possa dare un valido contributo…

    Al progetto politico di Giorgia Meloni. Lo trovo decisivo per lo sviluppo dell’Italia: una destra storica, rispettosa della tradizione con lo sguardo coraggiosamente rivolto al futuro. Finalmente la nostra Nazione ha una politica voluta dal popolo; ci si lascia alle spalle tutte le ingegnerie istituzionali che hanno da troppi anni impedito la formazione di un governo voluto dalla maggioranza degli italiani, e già questi primi passi del governo mostrano segni di concretezza istituzionale e di realtà progettuali senza compromessi. E’ un progetto politico che farà molto bene all’Italia anche pensando al confronto dialettico con l’opposizione. Si fa politica.

    Lei, però, è candidato in Regione, un po’ diverso, anche pensando alla Lombardia che è un’eccellenza nel quadro socio-economico italiano.

    “Vorrei che la mia presenza fosse un piccolo contributo al progetto nazionale, che proprio la Lombardia, per i meriti che lei ha sottolineato, può sviluppare in modo virtuoso. La Regione, da anni, ha un’eccellente amministrazione, deve soltanto proseguire per la sua strada con la convinzione di poter sviluppare sempre meglio il progetto politico nazionale”.

    Sta parlando di autonomia regionale?

    “L’autonomia credo abbia grande efficacia amministrativa se coordinata con un forte governo nazionale. Si pensi alla regione tedesca della Baviera e al suo federalismo coordinato dal governo federale nazionale; si pensi alla Svizzera e anche al presidenzialismo francese. La Lombardia può essere un esempio virtuoso di amministrazione in un complessivo rinnovamento istituzionale nazionale”.

    E lei cosa farà? A prescindere dal fatto che ho capito perfettamente, entrando nel suo studio, che i suoi libri, le sue letture, i suoi scritti non li abbandonerà mai.

    “Intanto dipende dal mio risultato elettorale, e poi da quello che deciderà la direzione del partito di FDI. Non è difficile immaginarsi quello che so fare”

    Cultura…

    “E sì, lì un contributo so di poterlo dare; ma intanto trovo importante che in queste elezioni io ci metta il nome e la faccia. So che il mio curriculum è apprezzato, ma vorrei che il mio impegno esplicito, in prima persona, venga considerato un gesto di consapevole adesione al progetto politico di Giorgia Meloni. Poi, certo, sono a disposizione sulla base delle mie competenze”.

    C’è sempre pronto il libro dei sogni di ogni candidato che si presenta alle elezioni. Ho troppo rispetto per lei, quindi non le chiedo neppure di indicarmi i titoli dei capitoli del libro… forse neppure ce l’ha. Ma almeno mi dica proprio sinteticamente qualcosa che le piacerebbe realizzare.

    “Non sottovaluti i sogni: aiutano a rimanere giovani. E, quindi, un libro di sogni (non esclusivamente politico) ce l’ho ben chiaro e non tanto nascosto in un cassetto. Allora, in sintesi, come lei sensatamente mi chiede, le rispondo che vorrei potenziare e sostenere la cultura scientifica e far in modo che questa si confronti costantemente con la nostra tradizione umanistica. E poi vorrei che si costruisse un’alleanza culturale con i nostri vicini d’Europa: la nostra Europa della cultura, in cui vengano coinvolti l’Austria, la Baviera, la Slovenia, la Svizzera, il sud della Francia…”

    Dimenticando il resto dell’Italia…

    “Ma no! Sarebbe un errore clamoroso. Non si dice forse che la Lombardia è la locomotiva dell’Italia? Deve esserlo culturalmente aggregando illustri vagoni – regioni – come quelli che le ho appena citato, e trascinare verso il futuro tutta la Nazione”.

    Grande ambizione in questo progetto. Auguri. Importante se nella sua realizzazione riesce ad aggregare tutte le energie culturali del Paese, senza lasciarle indietro.

    “Proprio così: diversamente sarebbe un’ennesima struttura burocratica di cui non solo non ce ne faremmo niente, ma sarebbe anche dannosa”.

    Verrò di nuovo a trovarla dopo le elezioni, così avrà tempo di spiegarmi cosa sono tutti questi oggetti indiani, giapponesi, arabi e non so da dove altro posto arrivano. E poi il suo gatto si è messo a miagolare: forse, vorrà mangiare

    “Vuole solo qualche carezza, è molto anziano, si è sentito tenuto in disparte. Aspetti, le regalo il mio ultimo libro appena pubblicato: In nome dell’amore. Coi libri vado forte, in politica…”

  • Se questa è Milano

    Da mesi i cittadini che vivono o lavorano a Milano subiscono l’interdizione a circolare nella città se viaggiano su una macchina diesel fino a euro 5. 1) L’euro 5 non può considerarsi una macchina obsoleta in uno Stato dove l’età media delle macchine è intorno ai 14 anni, 2) la nota crisi economica impedisce a molti di cambiare la macchina in poco tempo, 3) il divieto riguarda Milano ma si può in parte superare mettendo un dispositivo, a pagamento, che consente l’ingresso però solo in Area B, l’Area C rimane comunque impraticabile, come se da Viale Bianca Maria l’inquinamento si fermasse senza arrivare al Conservatorio, 4) tutti questi divieti riguardano, come sempre, i privati, infatti il Sindaco Sala, così ecologista nel pretendere dai cittadini più di quanto chiede l’Europa o il governo nazionale, non ha applicato lo stesso divieto ai mezzi comunali. A Milano l’ATM, controllata dal Comune, fa circolare 350 autobus euro 3 !ed altrettanti euro 5.

    Per avere maggiori notizie su chi inquina veramente ci manca il numero aggiornato di quanti sono i sistemi di riscaldamento, degli edifici pubblici o di partecipate, ancora non in linea con le norme antinquinamento ma speriamo che qualche consigliere di opposizione si svegli e c’è lo faccia sapere.

    Intanto gli eterni lavori in corso continuano a bloccare il traffico creando ulteriore inquinamento e la creazione di piste ciclabili in luoghi non idonei, l’eliminazione di un gran numero di parcheggi e soprattutto la fantasia politica per la viabilità che si è dimostrata poco costruttiva e molto demagogica sta espellendo dalla città gli abitanti. Ci sono locali aperti, quello sì, movida, affari, luci e turisti ma quando il palcoscenico si spegne resta la città dei divieti, delle case popolari fatiscenti, delle centinaia di richieste inevase da anni, le miserie e le solitudini degli anziani e dei più poveri, la chiusura di migliaia di saracinesche di piccoli esercizi commerciali mentre le grandi marche dei supermercati aprono mini market con prezzi alti e con la merce preconfezionata, alla faccia di chi giustamente deve fare la raccolta differenziata ma vive in due locali.

    Una città sporca con marciapiedi e strade piene di rattoppi anche nelle vie più centrali che fa rimpiangere la tanto criticata Milano da bere dell’epoca di Tognoli e Pillitteri, ma quelli erano sindaci in un tempo nel quale, nel bene e nel male, la politica era ed aveva un valore mentre oggi tutti sembrano piazzisti di se stessi quando non sono promotori d’affari.

    Se questa è Milano cosa sarà mai il resto d’Italia tra Roma assediata dai cinghiali e Napoli e dintorni dove cascano anche i cimiteri?

  • La deriva medievale di Milano

    In un periodo di grande crisi come quello contemporaneo causato dalla malefica sintesi tra i devastanti  effetti causati dalla pandemia e il conflitto ucraino anche in Germania si è voluto affrontare le conseguenze dell’inflazione la quale segna un tasso al +10%.

    Già durante il 2021 si è deciso di ridurre le aliquote Iva con l’obiettivo di ridurre l’escalation dei prezzi a cominciare da quello dei carburanti, vero e proprio volano inflattivo in particolare nel settore alimentare. Successivamente, proprio per tutelare le fasce di reddito meno elevato, si è introdotto l’abbonamento mensile a NOVE euro che permettesse l’utilizzo di tutti i mezzi pubblici senza limitazioni in considerazione della maggiore onerosità dei mezzi privati. Questo ha contemporaneamente permesso di ridurre le emissioni di Co2 di 1,3 milioni di tonnellate in soli tre mesi. Più recentemente sono stati inseriti a bilancio 200 miliardi di finanza pubblica straordinaria come ulteriore sostegno diretto alle imprese ed alle famiglie e ridurre così l’impatto della esplosione dei costi energetici.

    Nel nostro Paese, invece, si attende ancora, dopo DIECI mesi, una decisione relativa ad un salvifico “price cap” del gas mentre Francia, Spagna e Portogallo lo hanno imposto per legge già nei mesi addietro.

    Ecco, quindi che non si possa più considerare un caso se la Spagna e il Portogallo abbiano ora un tasso di inflazione inferiore del 50% rispetto al nostro (*) il quale viaggia al +11,8%, ma nel settore alimentare ha già raggiunto il +12,2% e le proiezioni parlano di un +13% .

    Questi drammatici differenziali dell’inflazione esprimono la deleteria strategia del governo Draghi adottata ciecamente anche dal governo Meloni, il quale pensa a dei bonus per gli animali domestici e nel frattempo aumenta il carico fiscale sui carburanti.

    In questo problematico contesto il sindaco di Milano ha chiuso ai meno abbienti, intesi come i proprietari di auto fino ad euro 5, l’ingresso alla città e quindi rendendo il lavoro più problematico ed oneroso. Non pago di rendere la vita lavorativa sempre più difficile alle fasce di reddito più basse aumenterà il biglietto urbano a 2,2 euro. L’effetto combinato delle due “decime medioevali” rende già ora la vita lavorativa delle fasce deboli della popolazione ancora più problematica.

    Questa medioevale politica adottata senza un minimo di considerazione per il difficile periodo economico e sociale si dimostra in cristallino contrasto con la politica tedesca la quale invece ha reso più conveniente l’accesso al mezzo pubblico.

    Le risultanti di questa politica nazionale e locale non possono che dimostrarsi insostenibili per la cittadinanza italiana ed in particolare per quella meno abbiente. In più rappresentano l’espressione di una volontà chiara di un “nuovo ambientalismo ideologico” che ha molto in comune con la politica medievale delle decime e che è l’espressione ed il mezzo per schiavizzare nuovamente il popolo e contemporaneamente ghettizzarlo.

    (*) Spagna 6,8%, Portogallo 7,2%

  • Chi è responsabile del degrado di Milano?

    Apprendiamo con piacere la decisione del comune di provvedere direttamente alla riqualificazione e ristrutturazione della Palazzina Liberty in Largo Marinai d’Italia a Milano.

    Quello che però ci chiediamo e chiediamo all’amministrazione del sindaco Sala, sapendo già che non avremo risposta, è quali giustificazioni dà il Comune di Milano, l’amministrazione, per aver lasciato cadere la Palazzina Liberty in tale spaventoso stato di degrado.

    La palazzina era già stata restaurata anni fa, vi si tenevano incontri culturali e politici, anche dal Consiglio di Zona, per alcuni anni era tornata agli antichi splendori e poi? Chi ha deciso di abbandonarla al degrado?

    Quanto era costata la precedente ristrutturazione?

    Come mai ora il Comune parla di un intervento del valore di circa 5 milioni di euro quando nell’ottobre del 2021 l’allora assessore del sindaco Sala aveva pensato di darla in concessione a privati in cambio di una manutenzione stimata intorno a un milione e duecentomila euro!

    Nell’arco di un anno e mezzo il costo è lievitato portando un aumento di tre milioni e ottocentomila euro?

    Chi è responsabile del degrado se non la stessa amministrazione? Ma a pagare ovviamente saranno i milanesi non certo gli amministratori trasandati e indifferenti.

    L’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, ha definito la palazzina “un bene culturale così importante e identitario per la nostra comunità”, non osiamo pensare che fine avrebbe fatto la Palazzina Liberty se non fosse stato così, probabilmente l’avrebbero abbattuta disperdendone i pezzi ad uno ad uno.

    Egregio Sindaco, è un po’ di anni che ti occupi di Milano, prima con la Moratti e ora per conto tuo per la seconda legislatura, fare ogni tanto un giro per vedere i monumenti cittadini forse ti aiuterebbe a salvaguardare meglio la città e se provi a fare a piedi qualche marciapiede e strada poi ci dici come li hai trovati tra crepe e rattoppi pericolosi.

  • Torna a Milano il premio alle eccellenze di Puglia

    Si svolgerà sabato 3 dicembre, presso l’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia a Milano, alle ore 17, la XVI edizione del Premio ‘Ambasciatori di Terre di Puglia’.

    I premiati dell’edizione 2022 saranno: l’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia con il suo Presidente Francesco Tarantini; Gabriele Gravina, Presidente FGCI; Aurelio De Carolis, Ammiraglio di squadra, Comandante in Capo della squadra navale della Marina Militare (CINCNAV).  L’Alto Riconoscimento “Eccellenze di Puglia”alla Memoria dell’Ambasciatore Luca Attanasio per l’abnegazione dimostrata nell’espletamento delle sue alte funzioni e per la testimonianza istituzionale culminata con il sacrificio della sua giovane vita.

    L’edizione 2022 è la continuità di un’iniziativa germogliata dalla volontà di incontrare persone, aziende, enti e istituzioni che per le loro notevoli competenze professionali e artistiche, unite a doti intellettuali, capacità organizzative, profonda umanità, attitudini relazionali nell’arte, nella musica, nello spettacolo, nell’economia hanno valorizzato le culture e l’ingegno delle genti originarie delle Terre di Puglia contribuendo a diffondere un’immagine positiva del Paese Italia oltre i confini nazionali. Il logo ufficiale è una rappresentazione del faro di S. Maria di Leuca (de finibus terrae), luogo di incontro dei due mari pugliesi, vedetta di una terra protesa verso altre terre.

    Nel corso della serata, condotta dalla giornalista Nicla Pastore, intermezzi musicali degli ASCANTI, gruppo di pizzica salentina, e della Banda Musicale dell’Associazione Regionale Pugliesi.

  • Cimitero Monumentale: un museo a cielo aperto

    In occasione dei dieci anni di attività l’associazione Scoprire Milano e dintorni propone la promozione NON C’E’ DUE SENZA TRE: con l’iscrizione di due persone a una visita guidata, la terza partecipa gratis!

    Tra le tante proposte da scoprire sul sito https://www.scopriremilano.it/ interessante è la  visita guidata al Cimitero Monumentale di Milano, sabato 5 novembre.

    La visita consentirà di ammirare e conoscere uno dei patrimoni più rappresentativi della scultura funeraria, ove arte e religione creano un connubio unico e irripetibile. Il percorso inizierà dal cortile principale; si analizzerà la storia e le vicende costruttive del monumento indissolubilmente legato alla nostra città. Si proseguirà per il Famedio, pantheon di scrittori e intellettuali quali Manzoni e Cattaneo, e si raggiungerà la parte posteriore in cui potremo scoprire, tramite una piacevole passeggiata, gli esempi più pregevoli di arte funeraria in tutte le sue declinazioni dalla scuola di Brera al liberty, dal Novecento ai maturi anni ’30. Non mancano sepolture di personaggi insigni, quali Hayez, Toscanini, Medardo Rosso e Quasimodo. Un museo a cielo aperto che offre una vasta panoramica su un’epoca d’oro mai dimenticata e che ancora molti milanesi non conoscono.

  • Politiche per la casa cercansi

    A Milano piovono gli sfratti anche per persone bisognose ed ammalate ed il Comune risponde che non è in grado di fare scelte strutturali.

    Se non sbagliamo l’attuale sindaco è in carica per il secondo mandata consecutivo e le dichiarazione della sua amministrazione dimostrano che in tutti questi anni non c’è stata nessuna politica per la casa, nessun censimento degli sfratti in via d esecuzione, nessuna verifica sulla reale situazione delle famiglie che potevano essere sfrattate, nessun impegno per mettere in funzione le tante abitazioni pubbliche inagibili da anni e anni, nessun controllo su eventuali abusivi che avessero nel tempo occupato abitazioni pubbliche o che non avessero più i requisiti per usufruirne. E,in speciale modo, dall’amministrazione di sinistra non si è mai dato vita ad un piano casa per le tante famiglie in difficoltà!

    Da troppi anni non esiste praticamente più una politica per la casa né di edilizia popolare né convenzionata e mentre le amministrazioni di sinistra sono colpevoli per inerzia, inefficienza, indifferenza dobbiamo purtroppo, constatare che l’opposizione, su questo tema, è stata troppo silenziosa.

    Comunque inutile chiedersi perché il PD ha perso, è sotto gli occhi di tutti la sua incapacità o non volontà di occuparsi dei reali problemi delle persone e la casa è uno dei problemi fondamentali.

  • Torna ‘Milano Golosa’ e festeggia i suoi 10 anni

    Milano Golosa, la manifestazione dedicata alla produzione gastronomica d’eccellenza del nostro Paese, ideata da Davide Paolini, compie 10 anni. Anche per questa edizione speciale, dall’8 al 10 ottobre, nel capoluogo meneghino sfileranno le migliori produzioni italiane di nicchia, con chicche spesso inedite, con l’intento di far provare ai visitatori esperienze gastronomiche complete e far conoscere nuove tendenze e curiosità che ruotano attorno alla cucina nazionale. In occasione del decennale, la manifestazione è pronta a riprendere in mano i 10 temi che hanno segnato la sua storia, in una location d’eccezione: Fabbrica Orobia, con i suoi 6000 mq di spazio. Protagonisti ancora una volta produttori e prodotti provenienti da ogni parte del Belpaese, che attraverso assaggi, storie, cooking show e laboratori presenteranno il meglio della produzione italiana di nicchia, per offrire ai visitatori delle esperienze gastronomiche memorabili. La decima edizione di Milano Golosa verrà raccontata attraverso i 10 temi affrontati in questo primo decennio: spesa, spreco, recupero, crepuscolo degli chef e ritorno di trattorie e osterie, botteghe, panettone, panino, famiglie, contaminazione e sostenibilità. Un programma sicuramente poliedrico e interessante, che punta i riflettori su argomenti imprescindibili, capaci di attirare l’attenzione di tutti i visitatori.

    Il programma della decima edizione si presenta ricco di attività pronte a intrattenere il vasto pubblico accolto da Milano Golosa. Degustazioni, cooking show, storie e laboratori ripartono in grande stile nella nuova location, distribuiti all’interno dei tre giorni della manifestazione. Eventi per intrattenere i bambini , come per esempio Ortoquadro, laboratorio per creare un orto in casa utilizzando semplici oggetti riciclati (bottiglie, cassette della frutta, gusci d’uova), per parlare di sostenibilità e ambiente, come il talk show di Wilden.Herbals, che spiegherà come le tisane ci aiuteranno con la crisi energetica e come possono essere gustate con gli amici. Presenti anche i cooking show su alcuni prodotti specifici: il gin raccontato da Roby Marton e il Forno Follador, incentrato sul panino Tao. Immancabile la presenza del Consorzio Parmigiano Reggiano, che sabato 8 e lunedì 10 ottobre delizierà i visitatori con una degustazione, appena dopo la presentazione del consorzio e delle varie stagionature del Parmigiano reggiano.

    Una rigorosa selezione legata ad espositori e prodotti non può che portare a un concentrato di eccellenze italiane, prodotte con passione e professionalità, rispettando la cura e la necessità del territorio, presentando prodotti variegati e adatti alle esigenze di tutti.

    Milano Golosa 2022 è pronta ad ospitare il meglio della gastronomia artigianale italiana: 8/9/10 ottobre 2022 Fabbrica Orobia, via Orobia 15 – Milano

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