mondo

  • Presidenti virtuali e democrazie morte

    Si discute molto, in questi giorni, sulle performance di Trump e di Biden e sulle effettive possibilità che ha quest’ultimo di tornare alla presidenza.

    Sono molte meno le voci che si confrontano sul problema reale e cioè quale è il futuro di un grande paese, come gli Stati Uniti, definiti la più grande democrazia del mondo occidentale e la prima, o tra le primissime potenze, in fatto di armi e di economia, quando per la presidenza si confrontano due anziani, l’uno inqualificabile per i suoi comportamenti, l’altro che spesso sembra confuso.

    L’età di un presidente non è importante se ci troviamo di fronte a persone lucide come Mattarella, diventa un problema quando negli Stati Uniti dei due candidati l’uno passa di processo in processo, enunciando programmi sempre più astrusi e pericolosi, e l’altro non riesce a ricordare le cose buone che ha fatto durante la sua presidenza e a rispiegare i fondamentali motivi per i quali gli Stati Uniti non possono disarticolarsi dall’Europa o smettere di difendere l’Ucraina.

    Tutto questo avviene mentre sanguinose guerre continuano, non solo in Medio Oriente ed in Ucraina, in tutto il mondo, Xi Jinping stringe sempre più forte amicizia con il sanguinario zar della grande Russia, Kim Jong-un esporta armi, lancia missili ed inonda di immondizia la Corea del Sud, tornano a farsi sentire i terroristi di varia natura, l’Europa nelle trattative per il proprio e nostro futuro sembra la nazionale di calcio italiana, cioè inconcludente, la Francia è sull’orlo di una crisi isterica, almeno per una parte, i cambiamenti climatici hanno messo in ginocchio l’agricoltura ed il rischio di carestie e di impoverimento per tutti è sempre più reale.

    Che l’inquinamento, negli anni, abbia colpito il cervello di molti non è più una ipotesi surreale, forse l’intelligenza artificiale è stata creata proprio per questo, oltre che per arricchire alcuni, e cioè impedirci di continuare a pensare sostituendosi a noi con presidenti virtuali e democrazie morte.

  • 8 marzo

    Un pensiero rivolto a tutte le donne che, pagando anche con la vita, lottano per il loro diritto alla libertà e all’uguaglianza.

    Un pensiero per tutte le donne che vorrebbero non portare il volto e la testa coperti, per tutte le bambine che non vogliono subire menomazioni sessuali, per tutte coloro che vogliono studiare, lavorare, sposarsi per loro libera scelta.

    Pensieri ne facciamo molti ora cerchiamo tutti, per quel che possiamo, di fare qualche azione in più per aiutarle.

  • Ambiente tema centrale delle elezioni del 2024 nel mondo. Incognita intelligenza artificiale sulle campagne elettorali

    Nel 2024 metà della popolazione mondiale andrà alle urne e a quanto pare la questione ambientale sarà una delle issue più rilevanti in tutte le consultazioni.

    Nella più popolosa democrazia del mondo, l’India, il premier uscente (e favorito nei pronostici) Narendra Modi si barcamena tra la spinta verso le fonti energetiche rinnovabili e l’accelerazione nell’estrazione di carbone, mentre lì accanto, nel Pakistan, la contesa elettorale si gioca anche sui problemi del cambiamento climatico resi evidenti dalle piogge torrenziali che nel 2022 hanno provocato 8 milioni di senza casa. L’Indonesia nell’eleggere il suo prossimo presidente dovrà scegliere se proseguire lungo la diminuzione della deforestazione, la sua foresta pluviale è tra le più grandi al mondo, oppure no: Prabowo Subianto, ex genero del dittatore Suharto e uno dei candidati con maggiori chances di spuntarla, è contrario alle politiche in difesa dalla deforestazione. C’è poi la possibilità che negli Usa Donald Trump riesca a guadagnarsi l’epiteto che a suo tempo Indro Montanelli affibbiò ad Amintore Fanfani – «rieccolo!» – e riproponga quelle politiche che il suo successore e rivale Joe Biden ha sconfessato, come il ritiro dell’adesione statunitense dagli accordi di Parigi decisa da Obama nel 2015, col conseguente impegno cioè ad agire per contenere l’aumento di temperatura entro +1,5° rispetto all’epoca pre-industriale.

    Sulle elezioni pesano sempre più, peraltro, i timori di registi occulti che tramite i social media diffondano fake news. Negli Usa già durante le primarie per il Partito repubblicano sono partite telefonate in cui una voce che sembrava della di Biden ma era invece opera dell’intelligenza artificiale invitava gli elettori a disertare la votazione per scegliere chi tra Trump e i suoi competitors debba rappresentare il Gop nella corsa alla Casa Bianca. Un report dell’americana Advance Democracy segnala il possibile utilizzo diffuso dell’intelligenza artificiale anche per orientare gli elettori, in un senso o nell’altro, facendo leva su tematiche ambientali. Sander van der Linden, docente di Psicologia sociale a Cambridge, creatore del primo strumento psicometrico che verifica se sia possibile che le reti neurali generino disinformazione, ha confermato su Wired quanto sostenuto un’altro studio pubblicato su Science. L’algoritmo GPT-3 produce notizie false più convincenti rispetto agli umani: «Nel 2024 vedremo più deepfake, clonazione vocale e manipolazioni prodotte dall’AI. La disinformazione generata dall’intelligenza artificiale arriverà alle elezioni vicino a noi e probabilmente non ce ne renderemo nemmeno conto».

  • Buon Natale con amicizia

    Non è ancora Natale ma lo sarà tra pochissimo e in un attimo saremo nel nuovo Anno e voglio dirvi tutto quello che non mi è piaciuto, non mi piace e non mi piacerà, visto che immagino che le cose non cambieranno molto.

    1) Non mi piace Elon Musk con buona pace di tutti coloro che lo invitano, lo invidiano, lo cercano di imitare, nel loro piccolo, o ne fanno un esempio.

    Non mi piace che abbia utilizzato la maternità surrogata per arrivare a 11 figli, alcuni dei quali hanno nomi che sembrano formule chimiche, figli che sembrano costruiti come i suoi robot, gli androidi, le macchine che vuole fare diventare sempre più simili nell’aspetto all’essere umano e con un’intelligenza artificiale che presto sarà in grado di pensare al posto dell’uomo e di decidere di conseguenza. Macchine, futuri umanoidi che toglieranno anche posti di lavoro.

    Non mi piace che continui a sparare in aria i suoi satelliti che, a questo ritmo, rischieranno presto, come dicono coloro che hanno sommato i numeri, di impedirci la vista delle stelle.

    Non mi piace che mentre noi dobbiamo sottostare alle nuove regole, necessarie per tentare di preservare il pianeta, lui porti in giro nello spazio i suoi amici miliardari, che pagano profumatamente per inquinare l’aria: strano mondo il nostro dove non sono impediti i voli privati nello spazio ma l’accensione del caminetto in casa.

    Non mi piacciono le sue pericolose macchine elettriche, i licenziamenti delle sue aziende, il monopolio di X, simbolo di una lettera che nell’immaginario collettivo ha sempre rappresentato un simbolo di anonimato, di mancanza di alfabetizzazione. X come la firma di chi non sapeva scrivere, X per manipolare milioni di persone che lentamente ed inesorabilmente hanno smesso o stanno smettendo di pensare.

    Non mi piace che ora sembri aiutare l’Ucraina ma poi strizzi l’occhio alla Russia, che si senta un maschio bianco dominante, che nasconda, dietro la sua sicura intelligenza ed inventiva, tante fragilità pericolose per gli altri.

     

    2) Non mi piacciono gli influencer perché, come dice la parola stessa, influenzano gli altri guadagnandoci sopra, mi dispiaccio che tante persone siano così insicure d’aver bisogno del consiglio degli influencer per comperare una borsa o uno shampoo.

    Molte dittature sanguinarie sono nate sotto l’influenza di persone capaci di affabulare il prossimo, ancora oggi scontiamo le conseguenze di quel passato, recente e lontano nei secoli della storia

    Dovremmo cercare di liberarci dall’influenza di chi ci spinge a comperare un oggetto e tornare a capire che la nostra peculiarità, il nostro sentirci qualcuno, non dipende da cosa indossiamo ma da come siamo.

    Dovremmo essere più attenti alle manipolazioni della rete, dei media, della politica o dell’intellighentia, quello che dicono spesso tira acqua al loro mulino, non al nostro oggettivo interesse, i manipolatori si ammantano di sorrisi o promesse e così si veicola anche la violenza contro intere categorie.

     

    3) Non mi piace che si confonda il patriarcato con il maschilismo imperante che porta le donne a cercare l’eterna giovinezza e gli uomini a perdere il rispetto dell’altro, non mi piace una società liquida dove l’identità è annullata

    Legittimo per tutti scegliere di tatuarsi come di cambiare sesso, se lo si sente necessario per la propria stabilità, ma non certo in età adolescenziale, ma non certo per cercare una strada d’uscita all’angoscia che fa parte della vita stessa e che va combattuta con la conoscenza di se ed il rispetto dell’altro.

     

    4) Non mi piacciono la verità a senso unico, la discriminazione, il preconcetto, l’indifferenza, l’ostentazione, l’arrivismo, la prevaricazione, la banalizzazione, la strumentalizzazione, la negazione della storia, l’uso della tecnologia senza regole certe, la superficialità di troppi genitori, l’impreparazione della scuola rispetto ai nuovi problemi del terzo millennio, la violenza verbale e fisica, l’impreparazione culturale e politica, l’attenzione dei media solo all’audience senza valutare le conseguenze di quanto trasmettono

    5) Non mi piace una società che mette troppe regole a chi onestamente cerca di rispettarle e lascia che altri le calpestano impuniti

    Non mi piace la burocrazia inutile e la mancanza di una politica europea che sappia difendere valori ed accogliere chi ha necessità di accoglienza.

    Non mi piace il politicamente corretto quando diventa la strada per cercare di impedire la libera espressione ed apre il percorso che porta la normalità della maggioranza ad essere subordinata ad altre realtà minoritarie.

     

    Mi rendo conto che sono troppe le cose che non mi piacciano e non voglio rattristarvi oltre, tra poco sarà Natale ed un nuovo anno perciò ricordiamoci che la democrazia e la libertà sono beni preziosi che ogni giorno vanno preservati all’interno di regole chiare, condivise, applicate e difese sia dalla classe dirigente, di maggioranza ed opposizione, in politica e nella cultura, sia da ciascuno di noi singoli individui.

    Che noi si abbia una religione di riferimento, o che si sia laici in modo assoluto, dobbiamo sapere tutti che c’è un mondo intorno a noi fatto di essere umani, come noi o diversi da noi, e questo mondo, tutte queste persone, hanno diritto alla vita ed al rispetto

    Il mio augurio è che si riesca a camminare insieme agli altri con la disponibilità a comprendere le unicità e le diversità, in una società che diventi capace di affrontare tutte le forme di progresso valutando le conseguenza di ogni grande e piccola scelta.

    Il mio augurio è di guardare all’ecosistema sapendo che senza averne rispetto anche noi contribuiamo alla lenta morte della terra perché le leggi di natura possono essere, per qualche tempo, violate ma alla fine sarà la natura stessa a renderci la vita impossibile

    Il mio augurio è che, guardando dentro di noi, troviamo umanità, empatia, rispetto per noi, per il nostro corpo, per la nostra anima e per gli altri

    Un pensiero a chi vivrà questi giorni, e purtroppo i futuri, in zone di guerre o minacciati dal terrorismo, dalla fame, dalla siccità, dalla violenza o dalla paura, a chi non ha nulla o a chi ha troppo e non se ne accorge

    Buon Natale con amicizia

  • Addio a Kissinger e a un’epoca in cui la diplomazia era fatta di relazioni tra persone

    La morte di Henry Kissinger segna la fine di un’epoca, un’epoca nella quale la diplomazia, il rapporto tra gli stati, non era affidato ai social ma alle capacità di avere relazioni nel rispetto tra le persone e nella conoscenza approfondita dei problemi interni ed esterni.

    Sembrava eterno Kissinger che, fino all’ultimo, non ha fatto mancare alla comunità internazionale il suo pensiero ed i suoi suggerimenti, avvolto in un’aurea quasi mitica per le sue capacità diplomatiche, le sue relazioni, anche con paesi e capi di stato molto “difficili”, che gli facevano individuare le strade, a suo avviso, più giuste da percorrere.

    In una società dove anche il pensiero sembra diventato liquido e lo studio delle realtà geopolitiche e della storia dei popoli sempre più ignorata, dobbiamo sperare che il Segretario di Stato americano Antony Blinken, tanto attivo sia per la guerra in Ucraina che per quella di Israele contro i terroristi di Hamas, sappia suggerire alle diplomazie in ogni stato, la necessità di tornare ad una diplomazia capace, incisiva e consapevole delle conseguenze delle scelte e delle non scelte.

  • Premio Megliounlibro 2023: quando le favole diventano testimonianza del proprio paese di origine

    Io sono figlio del fiume in Congo, sono nato in una regione in cui sfocia in tutta la sua grandezza e bellezza e arrivo a Pavia, in Italia, dove c’è il Ticino, cosiddetto “fiume azzurro”: dove cerco di riproporre la tradizione congolese ho ritrovato il fiume. La mia idea è proprio quello di riproporre storie che altrimenti non si conoscerebbero, e scrivere in italiano, per i ragazzi dai 9 ai 99 anni”. Sono parole di Paul Bakolo Ngoi, autore che sa valorizzare le tradizioni del Paese d’origine, la Repubblica Democratica del Congo, parlando ai più giovani e alle diverse generazioni con chiarezza e ironia e trasmettendo tra le righe la classica “morale della favola, e vincitore del premio letterario Megliounlibro con la sua opera più recente “Nonno mi racconti una favola”.

    Il Premio Megliounlibro è nato nel 2019 durante la Bologna Children’s Book Fair “per valorizzare testi scelti tra quelli recensiti di recente dal magazine Megliounlibro, che più degli altri abbiano saputo rapire il piccolo lettore, trasportandolo in una dimensione ricca di messaggi e portatrice di bellezza nelle sue variegate sfaccettature”, così Laura Prinetti, direttore responsabile.

    Per la giuria, composta da Marco Bertola presidente Giuria, giornalista, vicepresidente del Book Counselling, Ayleen Pineda architetto, esperta Letterature comparate, redazione Megliounlibro, Marinella Blanchi docente scuola primaria IC Toscanini-Perotti, Torino, Laura Prinetti, direttore responsabile Megliounlibro, docente Università Cattolica, “Nonno raccontami una favola” una perla luminosa, che affascina e coinvolge, trasportando i bambini, ai quali le favole sono destinate (e anche gli adulti che leggeranno con loro) in un mondo fantastico ma non distaccato dal reale.

    Megliounlibro, magazine di orientamento alla lettura, edito da 26 anni dalla non profit Il Segnalibro Book Counselling Service, ha tra i fini la promozione “della lettura che trasmette bellezza” per un target dai bambini agli adulti. Una redazione composta da cinque donne, e una schiera di collaboratori, tutti volontari e preparatissimi nel vagliare l’aspetto estetico e formativo delle opere. La sfida è trovare “i classici del futuro”, le perle. Questo Premio arriva a #BookcityMilano 2023 per valorizzare l’opera di un autore che ha il merito di saper trasmettere con garbo le tradizioni del suo Paese d’origine.

  • Che tempo abbiamo più?

    Anche la giornata mondiale dell’ambiente se ne è andata.
    Sarà il cambiamento climatico in sinergia con l’accelerazione tecnologica, usata da tutti indiscriminatamente anche quando non sarebbe necessaria, ma il risultato è che il tempo scorre sempre più rapido e domani, in un attimo, è già diventato l’altro ieri, il mese scorso.
    Tempo per pensare ce n’è sempre meno, troppi input, richieste, esigenze, allerte, problemi, comunque problemi.
    Qualcuno sostiene che siamo all’ora zero, che diventa sempre più impossibile fermare il declino, che l’erosione del fragile equilibrio dell’ecosistema è arrivata al limite.
    Non lo so, so per certo quello che sappiamo tutti: i venti di guerra aumentano di giorno in giorno anche nei luoghi ove si pensava che una più forte percezione della libertà, del diritto internazionale avessero un radicamento oggettivo. E queste guerre producono non solo morti nell’immediato ma un danno spesso irreversibile alla terra, all’aria, alla speranza di una vita futura.
    I delitti aumentano, grandi e piccoli, dal bullismo adolescenziale alle più tragiche violenze domestiche, dalle sparatorie o accoltellamenti nelle scuole ad una costante diffusione di ogni tipo di sostanza stupefacente che brucia i cervelli e le coscienze.
    La smodata concezione dei propri individuali diritti ha cancellato ogni senso del dovere, ogni sentimento di empatia, ogni capacità di autocritica, di limite.
    Con la natura gli esseri umani hanno aperto un irragionevole dissidio  da molto, troppo, tempo e, dopo tanta sopportazione, è arrivata la risposta, infatti le calamità naturali, da qualche anno, si susseguono con particolare virulenza mietendo vittime tra gli  umani, gli animali e le cose.
    La tecnologia travolge se stessa, l’intelligenza artificiale si ribella a quella umana, nessun sito è più sicuro da hackeraggio, nessun dato sensibile è più riservato, anche nella propria casa ciascuno è esposto e può essere in pericolo.
    L’essere umano  è diventato incapace di convivere con le altre realtà che fanno parte del sistema terra e si scontra con altre realtà da lui stesso create.
    I cinghiali pascolano in città, cervi ed ungulati vari prolificano a dismisura, i lupi, animali schivi e sociali per eccellenza, sembrano avere scelto di venire tra le case, camminano, come già fanno cervi e cinghiali, sui nastri d’asfalto mentre le api sono sempre meno, l’impollinazione è a rischio e con essa il nostro cibo, perché non basterà il transgenico a sfamarci.
    Non mi spaventa il lupo, che qualcuno pensa già di tornare a sterminare, ma l’uomo, l’essere umano sì, perché uccide con la stessa indifferenza il lupo e la pecora, la sua prole e tutto quanto è intorno: sulla terra e oltre lo spazio.
    Per combattere la paura, per fermare quanto sta precipitando dobbiamo ritrovare il tempo, ma quando anche le centrali sono fatte saltare condannando alla distruzione presente e futura che tempo abbiamo più?

  • Pensieri

    Questo Natale sarà il primo senza la grande paura del covid, ma il covid non è sparito, molte persone devono ancora andare all’ospedale e qualcuno non sopravvive, l’influenza si sta espandendo, i pronto soccorsi sono pieni e mancano medicine, un consiglio per tutti: nei luoghi affollati, nei grandi magazzini, sui mezzi pubblici e nei negozi mettiamoci la mascherina, disinfettiamoci le mani, un po’ di saggia precauzione aiuta!

    Questo sarà il primo Natale di guerra per gli ucraini senza luce, acqua, riscaldamento e che da febbraio sono sotto le bombe. Moltissimi sono rimasti senza casa, vestiti, ricordi di una vita, troppi  sono stati i morti ed i feriti, molti bambini e vecchi soffrono più di tutti, facciamo, ciascuno, quello che possiamo per alleviare le loro sofferenze, se abbiamo già dato diamo ancora un po’ perché la loro resistenza è anche il nostro futuro di libertà.

    Sarà il primo Natale nel quale, per quanto possano officiare ed assistere a funzioni religiose, Kirill e Putin saranno guardati dal mondo civile, di qualunque religione, come i mandanti ed i finanziatori di assassini, siano questi uomini della Wagner o di altre formazioni. Il primo Natale nel quale gran parte del popolo russo dovrà piangere i suoi figli mandati a morire inutilmente in una guerra ingiusta e crudele iniziata e continuata, contro ogni ragionevolezza ed in spregio ad ogni legge internazionale, solo per appagare la sconfinata sete di potere del nuovo zar e del suo accolito Kirill che ha utilizzato ed utilizza la religione per arricchirsi.

    Non si festeggia il Natale in molti paesi nei quali la violenza, il sopruso, la mancanza di libertà, dei più elementari diritti umani, sono la norma. Pensiamo al coraggio dei tanti che manifestano in Iran, che sono uccisi per strada o sul patibolo solo perché cercano libertà e giustizia. Pensiamo alle donne afgane, alla bieca arretratezza dei talebani, ad un popolo ridotto allo stremo, pensiamo alle stragi perpetrate degli Shabaab non solo in Somalia, ai folli lanci di pericolosi missili fatti con sempre più frequenza del dittatore coreano, alle migliaia e migliaia di lavoratori morti in paesi come il Qatar, ai troppi migranti vittime dei trafficanti di esseri umani e a tutti quelli morti in mare mentre tentavano la strade dell’Europa e di una vita senza fame e guerre.

    Non può essere Natale senza pensare a tutti coloro, partendo dall’Italia, che attendono giustizia, al tragico numero di giovani morti per droga, a come dovremmo rivedere il nostro modo di vivere affinché il progresso si coniughi con il rispetto per chi ha bisogno di più tempo e cechiamo di far sì che il riconoscimento dei diritti vada di pari passo con il riconoscimento dei doveri di ciascuno e delle istituzioni.

    È Il primo Natale per il governo presieduto da Giorgia Meloni che, con determinazione e fatica, ha rotto steccati e pregiudizi. C’è molta strada da percorrere per il bene dell’Italia, dell’Europa, della democrazia e della libertà, passo dopo passo impegniamoci tutti, di qualunque parte politica, a percorrerla sapendo che il confronto corretto, anche acceso, fa crescere il Paese mentre insulti, preconcetti e menzogne scatenano spirali violente che non vogliamo veder tornare.

    Per troppi sarà ancora un Natale povero e freddo, di solitudine e paure, ascoltando Papa Francesco non dimentichiamoci di loro nei pensieri e nelle azioni, come singoli cittadini e come istituzioni.

    Buon Natale

  • Mastro Gino

    Il medico italiano Luigi Strada (solo “Gino” per tutti, per sua volontà) fondatore, assieme alla moglie Teresa Sarti, della nota ONG Emergency, ci ha lasciato da pochi giorni… una importante occasione di riflessione e di redenzione. Redenzione nel suo significato più antico, ovvero la possibilità di liberarci da uno stato di inferiorità spirituale e di intima sofferenza per le nostre colpe. Eppure, anche in questo caso, a giudicare dal moltiplicarsi degli elogi funebri da parte di tutti gli uomini e le donne che in qualche modo “contano” in Europa e non solo, elogi stracotanti di parole di lode e di ammirazione per il suo agire sociale (indubbiamente meritorio), sembra trapelare l’ennesimo processo collettivo, più o meno consapevole, verso la sua beata mistificazione. “Siamo tutti più soli”, “Abbiamo perso un eroe”, “Mai più il Mondo di prima”, “Merita un monumento”, etc. etc. Come a dire “Santo Subito!” o “Nessuno potrà mai fare quello che ha fatto lui” o, ancora, “Non è imitabile! Non può essere un esempio per nessuno perché solo lui e nessun altro potrà mai fare ciò (i miracoli) che ha fatto”. È storia antica. Ancora oggi ci sono centinaia di milioni di persone nel mondo che commemorano in luoghi e giorni prestabiliti, le statue dei loro maestri, dei loro santi, dei loro martiri o dei loro “eroi”, senza metterne veramente in pratica l’esempio.

    Nel febbraio del 2003, grazie ad un caro amico, ebbi l’onore e il grandissimo piacere di conoscere a Perugia la signora Tara Gandhi, nipote del Mahatma. Negli anni a venire ci sono state altre occasioni di incontro e, in una di queste, la signora Gandhi ci raccontò che il nonno diceva che da sua moglie aveva imparato il messaggio della nonviolenza. Quando Kasturba (questo il suo nome) morì in prigione nel 1944 tutti i più grandi leader nazionali ed internazionali si affrettarono ad esprimere bellissime parole di cordoglio. Fra i seguaci, invece, accadde che in migliaia si affrettarono a fare proposte su quale grande monumento sarebbe dovuto essere costruito per meglio commemorarne e onorarne la memoria. Ci furono accese discussioni in tutto il Paese che durarono molti giorni. Fu Gandhi a porre fine a questo ennesimo tentativo di beata mistificazione collettiva limitandosi a dire che se si voleva veramente onorare la memoria di Kasturba, chiunque ne aveva ammirato l’opera non doveva far altro che riprodurla, ovvero, mettersi al servizio delle donne e dei bambini bisognosi dell’India come aveva fatto lei tutta la vita. “Monumento”, o meglio, movimento di azioni praticabili in ogni dove e in ogni tempo.

    Fu così, allora, che il Kasturba Gandhi National Memorial Trust (KGNMT) venne fondato nel 1945 come risposta allo stimolo del Mahatma.

    Oggi questa fondazione conta circa ventiquattro grandi centri in tutta l’India e da circa ottant’anni è rimasta fedele ai propri ideali portando conforto a milioni di persone in difficoltà. “Se le donne in Assam hanno combattuto coraggiosamente il terrorismo, le sorelle di Orissa hanno dovuto far fronte alla violenza della società lo devono a questi centri di accoglienza”, ha scritto la sig.ra Tara. “Vi sono storie di coraggio e di successo in ciascun centro e in ciascun ramo. Il centro principale è Kasturbagram (Indore) dove è presente anche un Istituto Rurale ed un Centro di Formazione. L’agricoltura, gli asili nido, i laboratori artigianali Khadi e di Villaggio, i centri di cura: sono parte di praticamente tutti i centri dell’organizzazione […] Ogni ramo dell’organizzazione si è meritato la fiducia della società che lo circonda ed ora è necessario che le aspettative delle persone non vengano deluse. Ispirati da Gandhi e da Kasturba, l’organizzazione ha chiamato a raccolta donne e uomini da tutto il Paese per lavorare per la responsabilizzazione delle società dei villaggi. Non possiamo, tuttavia, ignorare che, come molte altre istituzioni ispirate a Gandhi, il Kasturba Trust deve far fronte a molteplici sfide. Invero, il cammino verso la visione del Sarvodaya (il risveglio dello spirito in armonia con la natura e l’ambiente per tutte le forme di vita) è ancora lungo”.

    E che il cammino è ancora lungo lo sapeva anche Gino, per questo non appena ha potuto, non ha perso tempo e grazie all’aiuto dei suoi familiari e di tanti uomini e donne di buona volontà, ha fondato un’organizzazione che presta soccorso agli ultimi, agli immigrati ed, in particolare, alle innocenti vittime di guerra in diverse parti del Mondo.

    Dal 1994, anno della sua fondazione, Emergency è operativa in diciannove paesi dove ha già curato più di dieci milioni di persone.

    Vogliamo onorare la memoria di Gino perché ne ammiriamo l’operato?

    Sono tante le cose che possiamo fare. In primis e, senza perdere tempo, sostenere economicamente Emergency e attivarci perché anche i nostri parenti ed amici lo facciano (https://www.emergency.it/sostieni-emergency/). Delle altre cose che possiamo fare, sono certamente molto importanti tutte le azioni volte a prevenire tutte le emergenze globali a livello ambientale, alimentare, sociale ed economico in quanto continue cause di guerra e distruzione. E poi ancora. Dobbiamo rivedere i contenuti dei programmi scolastici nazionali, rivedere le agende politiche dei nostri Governi (comunali, regionali e nazionali) e rimettere in discussione i nostri stili di vita ed alimentari e, perchè no, anche aprire e sostenere centri di accoglienza sul modello della Fondazione Kasturba. Perché Gino non ha solo realizzato una rete solidale di cura per le emergenze sanitarie nel mondo (se pur straordinaria, ancora molto al di sotto delle sue reali esigenze) ma si è speso moltissimo perché si agisse per prevenire l’uso della guerra come metodo di sopraffazione e soluzione delle controversie fra i popoli.

    Sul piano lessicale, mistificare significa alterare la verità a proprio vantaggio. Se operata a danno di una persona, la mistificazione equivale a inganno, raggiro, imbroglio, abbindolamento, turlupinatura, impostura, frode, ecc; se applicata alla realtà o ai fatti significa falsificazione, travisamento, distorsione, adulterazione, alterazione, manipolazione. Il termine mistificare, di fatto, è strettamente imparentato con mentire e ingannare (se stessi e gli altri). Come dire “Gino era un super uomo, inimitabile. Morto lui, aspettiamo un altro supereroe”. Demistificare, ovviamente, significa scoprire e denunciare le mistificazioni che alterano la realtà di un fatto, di un evento o di una persona e restaurare la “verità”. Come dire “Nonostante i suoi e i nostri limiti, Gino ci ha provato e ci ha mostrato che la realtà è un’altra da quella che vediamo in TV e che la solidarietà umana, senza se e senza ma, può solo che redimerci”.

    Grazie Gino. Tu hai fatto la tua parte. Adesso tocca a noi.

    Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi.

    Gino Strada (1948 – 2021)

  • (Neuro) Psiche -16

    V sec. a. C. Pindaro: L’oro è figlio di Zeus. Scorre dalla sua stessa forza.

    65 d.C. L’imperatore romano Nerone avvia la costruzione della sua Domus Aurea (la Casa Dorata). Una enorme villa ricca di marmi pregiati, oro e pietre preziose provenienti dai saccheggi di ricche città Orientali.

    1271 Il mercante veneziano Marco Polo viene nominato consigliere dall’imperatore Kublai Khan della Dinastia Yuan.

    1296 Marco Polo, noto a Venezia come messer Marco Milioni (per via dei suoi racconti sulle enormi ricchezze viste in Oriente) viene imprigionato e interrogato per tre anni dai Genovesi. In cella dettò le memorie dei suoi viaggi allo scrittore Rustichello da Pisa che le pubblicò in lingua franco-veneta con il titolo di Livre qui est appelé le Divisiment dou monde.

    1300 Nasce e si diffonde la leggenda che al di là del Mare Oceano (come era chiamato al tempo l’Oceano Atlantico) esistessero sette città dorate note con i nomi di Aira, Anhuib, Ansalli, Ansesseli, Ansodi, Ansolli e Con.

    1338 Papa Benedetto XII invita ad Avignone (per ottenere informazioni?) una delegazione dell’imperatore cinese Zhiyuan della Dinastia Yuan.

    1371 Papa Gregorio XI invita ad Avignone (per ottenere informazioni?) una delegazione dell’imperatore cinese Xuānguāng della Dinastia Yuan.

    1405 L’imperatore cinese Yǒnglè della dinastia Ming commissiona i viaggi esplorativi dell’ammiraglio Zheng He il quale, tra il 1405 e il 1433 navigò con una imponente flotta (oltre 310 navi e circa 27 mila uomini) da oriente a occidente (1).

    L’imperatore invierà in Italia alcuni ambasciatori che in uno loro resoconto così descrivono Firenze: La terra di Fulin commercia in oro, argento, perle, vestiti, cavalli, olive e uva.

    1413 L’enorme flotta cinese, dell’ammiraglio Zheng He ha navi cariche d’oro e pietre preziose. In uno dei suoi viaggi, ospita come interprete un commerciante veneziano, Niccolò de’ Conti che aveva trascorso già molti anni in Asia.

    1420 A Pechino, l’imperatore Yǒnglè della dinastia Ming riceve una delegazione inviata (in missione esplorativa?) da Papa Martino V (Il Re di Lumi (Roma) negli scritti cinesi).

    1432 o 1433 Una delegazione Ming viene ricevuta (in gran segreto?) a Firenze alla presenza di delegati del Papa, delle famiglie nobili e degli eruditi del tempo, fra i quali Paolo del Pozzo Toscanelli. La delegazione porta in dono: il calendario Datong (il più accurato dell’epoca nel prevedere le fasi lunari, il passaggio delle stagioni e le varie eclissi), il calendario delle comete (i cinesi registrano il passaggio delle comete, compresa quella di Halley, già da diversi secoli), varie mappe con longitudine e latitudine (una di questa tracciava il continente americano?) e molte altre informazioni astronomiche, matematiche, architettoniche, etc. sconosciute al tempo in Europa.

    1433 A Firenze la potente famiglia Albizi costringe all’esilio Cosimo de’ Medici il quale si rifugerà a Venezia ospite dell’amico e socio in affari, il Doge Francesco Foscari. Nello stesso anno Paolo del Pozzo Toscanelli traccia le orbite delle comete (farà la stessa cosa negli anni a venire 1449-1450, 1456, 1457 e 1472).

    Nello stesso anno l’artista-ingegnere fiorentino Mariano Danniello detto il Taccola pubblica un manoscritto intitolato De machinis dove illustra il funzionamento di nuovi macchinari di notevole ingegno per l’epoca tra i quali macchine idrauliche e macchine da guerra. Disegni e studi utilizzati in seguito dal Brunelleschi e da Leonardo da Vinci.

    1434 Cosimo de’ Medici fa rientro a Firenze dove riesce a prendere il potere della città e dove ospiterà il veneziano Papa Gabriele Condulmer (Eugenio IV) costretto a scappare da Roma. Da qui a pochi anni Cosimo con il suo Banco Medici (che ha filiali in tutta Europa) diventerà uno degli uomini più ricchi del Mondo (e della storia).

    1436 Paolo del Pozzo Toscanelli presenta un primo progetto di riforma del calendario Giuliano.

    1439 Niccolò de’ Conti rientra a Venezia. Come penitenza per la sua conversione all’Islam, Papa Eugenio IV gli impone di raccontare i suoi viaggi al segretario papale Poggio Bracciolini. De’ Conti descrisse il Sud-est asiatico come superiore a tutte le altre regioni per ricchezza, cultura e magnificenza.

    1441 Il Bracciolini pubblica i resoconti del De’ Conti includendoli nel libro IV del suo De Varietate Fortunae. Le informazioni del De’ Conti vennero usate da diversi esploratori e viaggiatori, come Ludovico di Varthema e Antonio Pigafetta, che navigarono attorno al mondo con la spedizione di Ferdinando Magellano finanziata da importanti famiglie italiane di commercianti.

    1444 Fra Mauro, un monaco camaldolese disegna a Venezia il più dettagliato mappamondo dell’epoca (in Europa).

    1456 Paolo del Pozzo Toscanelli è il primo europeo a prevedere esattamente il passaggio della cometa di Halley.

    1460 Paolo del Pozzo Toscanelli viene considerato il più eminente matematico e astronomo del tempo. A Toscanelli si rivolgevano eminenti studiosi per avere conferme o delucidazioni in merito alle sue teorie scientifiche, come il filosofo Nicola Cusano o l’astronomo e astrologo tedesco Regiomontano.

    1471 Paolo del Pozzo Toscanelli è il primo europeo a suddividere la mappa del pianeta per longitudini e latitudini. Mappa che destò molto interesse fra le più influenti e ricche famiglie dell’epoca (3).

    1. 1471. Sale al soglio pontificio con il nome di Sisto IV, Francesco della Rovere il quale, consigliato dal nipote Girolamo Riario, signore di Imola e di Forlì, porta avanti una politica espansionistica ai danni degli altri Stati italiani.

    1474 Paolo dal Pozzo Toscanelli scrive al canonico della cattedrale di Lisbona, l’arcivescovo Martines sulla possibilità di navigare verso Occidente per raggiungere le Indie allegando una carta nautica da lui disegnata per raggiungere il Giappone (il Cipangu di Marco Polo) facendo rotta dall’Europa verso Ovest. In una lettera successiva, inviata a Cristoforo Colombo, il Toscanelli scrive di una lunga conversazione che Papa Eugenio IV avrebbe avuto con un testimone diretto (forse il de’ Conti?) il quale avrebbe affermato che questo paese vale la pena essere conosciuto dai Latini, non solo perché è grande la ricchezza che può essere ottenuto da esso, oro e argento, tutti i tipi di gemme, e spezie, che non raggiungono mai noi, ma anche per i suoi dotti, filosofi, geografi e astrologi esperti […] e tale viaggio è non solo possibile, ma è vero e certo di essere onorevole di portar profitti incalcolabili. Sempre in questa lettera menziona anche la visita di uomini da Catai (Cina) durante il regno di papa Eugenio IV (quindi fra il 1431 e il 1447). In una seconda lettera il Toscanelli aggiunge di avere informazioni ricche e dettagliate da uomini eminenti venuti da quelle terre fino alla corte papale.

    1475 Paolo del Pozzo Toscanelli fa costruire nel Duomo di Firenze un grande gnomone, strumento astronomico per studiare il moto del sole. Grazie a ciò fu possibile correggere le tavole dei moti solari del tempo.

    1478 A Firenze, per espugnare il potere dei De’ Medici, la famiglia di banchieri fiorentini de’ Pazzi, tramite l’appoggio di Papa Sisto IV ed altri appoggi esterni organizzano un piano per assassinare i due nipoti di Cosimo. La congiura portò all’uccisione di Giuliano e al ferimento di Lorenzo, noto come Lorenzo il Magnifico, senza tuttavia condurre alla fine del potere mediceo su Firenze, come era nei piani.

    1484 A Roma, con l’appoggio dei De’ Medici, viene nominato Papa Giovanni Battista Cybo (di una ricca famiglia genovese alleata della potente famiglia fiorentina) che prenderà il nome di Innocenzo VIII. Per molti anni il Papa affidò a Lorenzo de’ Medici il ruolo, non ufficiale, di suo primo consigliere. Uno dei suoi figli illegittimi, Francesco “Franceschetto” Cybo nel 1488 prenderà come moglie una figlia di Lorenzo de’ Medici, Maddalena.

    1485 Cristoforo Colombo parte per il “Nuovo Mondo”? (Con la mappa del Toscanelli copia di una mappa cinese)? Di sicuro si sa che su una carta del 1513, attualmente conservata nel museo Topkapi di Istanbul, c’è un’annotazione sull’area delle coste americane dove si legge che questi lidi vennero scoperti nell’anno 890 dell’era araba da un infedele di Genova chiamato Colombo. L’anno arabo 890 corrisponde nel nostro calendario al 1485.

    1488 Cristoforo Colombo parte nuovamente per il “nuovo mondo”? Nel 1582 lo studioso e letterato romano Francesco Sansavino nella sua opera intitolata “Cronologia del Mondo” scrive che nel 1488 Colombo ottenne dai Reali di Spagna huomini, navali, vettovaglie e armi e partitosi dalle Gadi, trova con maraviglia d’ogniuno, il mondo di sotto, incognito per quanto si crede à gli antichi.

    1492 17 Aprile. I Reali di Spagna e Cristoforo Colombo firmano un contratto (noto come Capitolaciones) dove si precisa che la Corona avrebbe concesso a Colombo quanto stabilito per quello che ha scoperto… (che ha già scoperto?) e dove si fa riferimento al fatto che metà della somma necessaria per l’armamento della flotta l’avrebbero messa alcuni finanziatori italiani e l’altra metà gli spagnoli. Da recenti studi è emerso, tuttavia, che nessuna delle risorse per finanziare l’impresa provenga dai Re spagnoli ma da banchieri genovesi e fiorentini legati a Papa Innocenzo VIII e da fondi della Chiesa in Spagna che erano stati istituiti per volere del papato per sostenere la guerra contro i Mori nella Penisola Iberica.

    Per contratto e per legge, quindi, tutti i diritti sulle terre conquistate sarebbero state dei finanziatori italiani ma all’improvviso cambia tutto.

    25 Luglio. Muore improvvisamente Papa Innocenzo VIII (forse avvelenato?).

    6 Agosto. In tutta fretta, dopo soli 11 giorni dalla morte del Pontefice e, nonostante gli scarsi mezzi di comunicazione e di trasporto dell’epoca, ha inizio il Conclave.

    11 Agosto. Il Collegio Cardinalizio sceglie come Papa lo spagnolo Rodrigo Borgia (Roderic Llançol de Borja) che prende il nome di Alessandro VI. Papa che assegnerà tutte le nuove terre conquistate (e tutti i diritti al loro sfruttamento) ai Re di Spagna, Isabella e Ferdinando (che, come dimostrano i documenti storici, nell’impresa, non misero un soldo). Il resto di questa storia è nota. In questa corsa all’eldorado (abbreviazione di El rio dorado – Il fiume d’oro) i de’ Medici videro l’inizio della loro fine mentre la Spagna divenne in pochi anni e per oltre due secoli una super potenza mondiale.

    1896 Canada: tre cercatori scoprono notevoli quantità di oro in due fiumi canadesi, lo Yukon e il Klondike. La notizia si diffuse rapidamente dando inizio all’ennesima corsa all’oro.

    2019 La Nasa dichiara di avere in programma un viaggio nel 2022 per raggiungere Psiche-16, un asteroide che si trova tra Marte e Giove al fine di estrarvi molti metalli preziosi, in primis l’oro, di cui pare ve ne siano decine di tonnellate.

    2020 Russia, Europa, Cina e Giappone hanno già avviato programmi simili. L’ammontare attuale degli investimenti tecnologici in questo settore si stima abbia già raggiunto la cifra di un miliardo di dollari.

    L’ennesima nuova corsa all’oro è appena cominciata…

    Quante corse (e quanta distruzione) per un semplice minerale.

    E quante altre violenze, nei secoli, per pochi altri semplici minerali.

    Quanti uomini, animali e vegetali sono morti a causa di tanta avidità? E quanti altri devono continuare a morire? Quanti bambini stanno morendo ancora oggi nelle miniere di tutto il mondo? Eppure siamo stati tutti bambini. Ma cosa fa diventare un innocente bambino, di ogni epoca e luogo, in un adulto indifferente, avido sfruttatore e consumatore di altri esseri umani e di ogni risorsa naturale?

    Dai mitici racconti greci, passando dalle leggendarie storie medioevali di città dorate, fino alle trame dei cartoni animati moderni (straripanti di re, regine, pirati e fantastici mondi luccicanti) pare che il livello di giudizio di molti popoli su cosa davvero sia importante per la convivenza vitale su questo pianeta non sia molto cambiato. E a questo riguardo, quanto contano i racconti e l’esempio nell’educazione di un bambino e sulle sue scelte future? E quanto contano sul futuro di un popolo?

    “Non ostentare ciò che può desiderarsi, fa sì che il cuore del popolo non si turbi”

    Lao Zi

    (1) Nel XV secolo la Cina è all’avanguardia mondiale in tutte le scienze e le arti, fra le quali l’astronomia e la navigazione.

    (2) Nonostante il diametro terrestre fosse stato misurato con notevole precisione da Eratostene nel II secolo a.C. e nel IX secolo d.C. dagli astronomi arabi, la cultura cristiana aveva a disposizione solo il risultato di questi ultimi, che era espresso in miglia arabe; più lunghe delle miglia in uso in Europa; perciò attribuirono alla Terra una circonferenza di 30.000 km invece dei 40.253 misurati dagli Arabi e dei 40.075 misurati da Erastotene. Quest’errore condusse Toscanelli, e come lui Colombo, a valutare la distanza tra Lisbona e le Indie in circa 6.500 miglia navigando verso ovest.

    (3) Lo storico contemporaneo Wang Tai Peng ricorda che fino a quell’epoca la cartografia europea era relativamente arretrata: i navigatori occidentali dovevano affrontare i mari senza un’accurata misurazione delle longitudini. Le lacune delle mappe rispecchiavano a loro volta i ritardi dell’astronomia europea. Le flotte cinesi, invece, da secoli perlustravano l’Oceano Indiano utilizzando conoscenze astronomiche più avanzate per determinare sia la latitudine che la longitudine di una nave in mare.

Pulsante per tornare all'inizio