notizie

  • Brevi notizie d’estate

    C’è un gatto anziano che è stato sbattuto per strada dopo la morte della sua umana e che per mesi è rimasto a dormire sotto il balcone della sua ex casa aspettando il ritorno di chi, per lui, rappresentava il mondo. Ora lo hanno salvato, è anche ammalato, e gli ridaranno quell’affetto che gli mancava. Fedeltà di un gatto e crudeltà di quegli umani che invece di affidarlo a qualche associazione lo hanno abbandonato senza neppure rispetto per la defunta che lo aveva amato. E poi un po’ di speranza che ci arriva da chi accoglie e cura chi non ha più nessuno, essere umano od animale che sia.

    Alcuni sciagurati, purtroppo ce ne sono troppi, hanno chiuso in una scatola due cucciole di cane di neppure due mesi, abbandonandole vicino ad un cassonetto dell’immondizia, anche qui cuori generosi le hanno salvate e ora sono al canile di Piacenza in attesa di adozione.

    Metà mondo è in fiamme per le guerre cruente che terroristi di vario tipo, da Hamas a Putin, hanno iniziato ormai da troppo tempo e continuano in Europa i segnali di un ritorno al terrorismo che, anche se è terrorismo fai da te miete vittime, ma molti importanti politici ed organi di informazione sembrano più attenti a cercare di sapere a dove sia andata per qualche giorno Giorgia Meloni che, comunque, è in ovvio contatto con gli apparati dello Stato. Curiosità, gossip, estremo desiderio di guardare dal buco della serratura, ricerca affannosa di gossip! Comunque patetico, siamo in un’epoca dove dignità, rispetto e, diciamolo chiaramente, cultura non esistono più.

    Si infiammano le polemiche su un possibile Ius Scholae, anche se non esiste ancora una proposta concreta sulla quale discutere a ragion veduta, scontri pretestuosi, disseminazione di paletti reciproci ma, che si sia di destra, di centro, di sinistra, dovrebbe apparire chiaro, giusto, umano ed utile per tutti dare, a chi è nato in Italia da genitori stranieri o ha fatto in Italia un corso di studi, la cittadinanza con l’obbligo, a 18 anni, di scegliere definitivamente la cittadinanza italiana con il giuramento alla Costituzione. Troppi giovani sono lasciati in un limbo privo di diritti. A pensarci bene a 18 anni tutti dovrebbero giurare sulla Costituzione, anche se figli di italiani da generazioni, perché troppi non sanno i loro doveri, sarebbe il caso che le forze politiche ci ragionassero sopra.

  • Fake news: lo strumento per introdurre la censura

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Prof. Francesco Pontelli

    Il monopolio assoluto dell’informazione una volta era espressione di professionalità facilmente individuabili ma al tempo stesso di interessi editoriali precisi, il cui legame molto spesso era celato in modo ambiguo e sotterraneo per la vicinanza ad interessi politici, ora sta venendo meno proprio per il grosso impatto dei social media che stanno radicalmente modificando l’intera architettura mediatica.

    Ovviamente l’aumento esponenziale delle fonti, le quali solo successivamente possono essere indicate come non affidabili, se da una parte determina una maggiore pluralità contemporaneamente può determinare l’aumento anche delle fake news e della loro strumentalizzazione.

    Andrebbe tuttavia ricordato come proprio la pluralità delle fonti permette di comprendere l’origine e la veridicità della notizia. Nel passato, invece, il loro ridotto numero non ha per questo assicurato la loro affidabilità e corrispondenza alla realtà, in quanto non verificabili dalla pluralità attuale.

    Come sempre, solo il tempo ed il confronto democratico permetteranno di trovare, quindi solo ex post, un equilibrio in grado di raggiungere una convivenza tra la pluralità delle fonti e delle notizie.

    Il tentativo, appoggiato dai principali organi politici progressisti,  della Commissione Europea di imporre un paradigma preciso che determini ed individui ex ante una fake news rappresenta semplicemente un reale e pericoloso attacco alla pluralità democrazia dei media da parte di quel mondo istituzionale nazionale ed europeo,  il quale, non riuscendo più a gestire come una volta i flussi di informazioni a proprio vantaggio, cerca di eliminarli introducendo una esplicita forma di censura ingiustificabile per qualsivoglia motivazione.

    La pluralità come concetto e principio presenta sempre dei costi, ma il tentativo di eliminarla in nome di una falsa ricerca della verità si dimostra decisamente più pericolosa ed espressione di una volontà autoritaria e totalitaria che si credeva “patrimonio culturale” delle deleterie derive ideologiche del secolo scorso come il nazismo ed il comunismo.

    Indifferentemente dall’obiettivo che si dichiara di voler raggiungere il controllo dell’informazioni altro non è che la classica censura espressione di una volontà politica antidemocratica ed autoritaria.

  • Riflessione

    Ogni giorno arrivano notizie sempre più allarmanti: dai femminicidi alle violenze sui bambini, dai massacri che ogni guerra porta con se alla presenza costante del terrorismo, dagli sbarchi che continuano all’aumento delle povertà e delle fragilità.

    Nonostante da un lato i ristoranti siano pieni, e così le autostrade, passando nelle vie delle città, grandi e piccole, vediamo sempre più saracinesche abbassate, attività dismesse mentre aumentano le vendite on line che hanno travolto migliaia di piccoli e medi esercizi lasciando senza lavoro dipendenti e proprietari.

    C’è intorno una duplice sensazione, in parte di eccessiva euforia in parte di depressione, ma per quasi tutti prevale comunque un nervosismo crescente che si vede nell’irascibilità delle persone in ogni contesto mentre, come se non bastasse tutto il resto, anche se facciamo finta di niente, il pericolo covid e polmonite, specie nei bambini, è ancora vivo.

    Mentre si avvicina il Natale, con la frenesia di ogni anno, dovremmo tutti cercare di ritrovare il tempo per qualche momento di riflessione che ci riporti a vedere noi stessi e quanti ci circondano con maggiore obiettività, in molti abbiamo più di tanti altri e troppi mancano quasi di tutto.

    Cerchiamo di dedicare un piccolo spazio al pensiero, alla riflessione, non solo social, mail, corse affannose per fare tutto quello che crediamo di dover fare, non solo apparenza per sembrare, troppe volte, quello che non siamo ma anche l’impegno a ritrovare l’armonia dei sentimenti.

  • Di cosa parliamo?

    Di una bambina di 5 anni sparita nel nulla, svanita nell’aria in un palazzo da tempo occupato abusivamente sotto gli occhi di tutti? Delle ricerche approfondite partite solo dopo lo sgombero eseguito dopo molti giorni, delle faide, delle irregolarità, degli abusi, dei crimini, compiuti nell’indifferenza delle istituzioni, della realtà di migliaia di persone che  in Italia vivono in case, fabbriche, luoghi occupati abusivamente o addirittura per strada perché case non ce ne sono abbastanza? Dove vivono gli immigrati regolari, dove spariscono gli irregolari, come le forze dell’ordine possono intervenire in questa situazione? Le persone da qualche parte devono stare, dormire, mangiare, lavarsi e questo degrado, sul quale le istituzioni non intervengono con fatti concreti, porta altro degrado.

    La bambina è sparita, rapita da chi e per cosa? E come sarà possibile ritrovarla se nulla è chiaro dopo ormai giorni e giorni? E questa ennesima triste vicenda, che riguarda ancora una volta un bambino, cambierà qualcosa?

    Parliamo di un bambino che è stato ucciso mentre, con la mamma e la sorellina, stava tranquillo nella sua macchina, sappiamo, dai media, quasi tutto di questa nuova tragedia, quello che però pochi, ancora, realizzano è la responsabilità che coinvolge non solo i giovani. Bisogna, volenti o nolenti, prendere atto che certi fatti discendono dalla cultura che abbiamo accettato diventasse dominante in questi anni. Il virtuale, il fittizio, il metaverso, l’apparire, il guadagnare veloci, vendendo il massimo dell’effimero, lo sprezzo, per altro spesso inconsapevole, del pericolo e della vita altrui sono i fondamenti di questa cultura legata solo al momento, a quello che sembra, a quello che vogliamo fare credere agli altri, quegli altri che, per imitazione, commetteranno gli stessi errori.

    Finito il tempo degli  eroi buoni e coraggiosi, niente banditi gentiluomini o imprenditori attenti al ruolo positivo che l’impresa deve avere nella società; la notizia deve essere tragica per fare vendere, la rete è molto più della famiglia o dello Stato, delle regole e della verità, si crede di combattere la solitudine facendo amicizie fasulle su internet e non si è più in grado di intessere rapporti interpersonali umani.

    Per questa cultura piangono troppe famiglie e troppi giovani sono rovinati mentre il bullismo, le violenze aumentano, chi saprà, vorrà provare a fare capire che è il momento di invertire la rotta?

    Di cosa parlare mentre bambini muoiono o sono rapiti, mentre centinaia di migranti continuano a morire nei nostri mari ed altre migliaia non trovano un posto per dormire, per vivere e le irregolarità diventano prassi consolidata mentre siamo sempre più assuefatti a non pensare a cosa provano gli altri?

    Di cosa parlare mentre una guerra ingiusta, crudele, voluta dalla cieca mania di grandezza di un uomo malato, almeno nello spirito, distrugge troppe vite oggi ma anche quelle che verranno perché saranno vittime del disastro ambientale e della fame?

    E mentre altre guerre e violenze di vari gruppi terroristici continuano ad insanguinare tanta parte del mondo si è perso un sommergibile di miliardari in cerca del brivido della morte e convinti che basta pagare perché il brivido resti tale e non diventi morte reale.

    Non vorrete che anche noi si commenti e si dia spazio al “vate” dell’Altrove, alla cicala parlante che in piazza incita alle brigate di cittadinanza ed ai passamontagna?
    Vorremmo solo ci fosse una legge per imporgli di cambiare nome, ogni volta nominandolo si sputtanano i poveri grilli, saremmo proprio contenti se decidesse di raggiungere quell’altrove di cui parla, più altrove sarà meglio sarà per tutti, anche per i 5 Stelle.

  • Gli italiani leggono le news sempre più online

    Una fotografia in chiaroscuro, tra crescita continua di dispositivi digitali e del web, declino della carta stampata e bisogno di sicurezze nell’informazione, èquella che offre il 18/o rapporto Censis sulla comunicazione, intitolato ‘I media delle crisi’ (la pandemia e la guerra, ndr) presentato a Roma.

    Venendo ai numeri, resta stabile nel 2022 il pubblico della televisione, guardata dal 95,1% degli italiani, con il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv arrivano al 52,8%, +10,9% in un anno) e il boom della mobile tv, passata dall’1% di spettatori nel 2007 al 34% di oggi. I radioascoltatori sono il 79,9% degli italiani, stabili da un anno all’altro, con la fruizione attraverso lo smartphone sempre più rilevante (29,2%, +5,4% in un anno).

    Tra le voci negative del rapporto, realizzato con la collaborazione di Intesa SanPaolo, Mediaset, Rai, Tv2000 e Windtre, il continuo declino dei media a stampa: i quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67% degli italiani, si sono ridotti al 25,4% nel 2022. Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1,6%) e dei mensili (-0,6%). Gli utenti dei quotidiani online invece sono il 33% degli italiani (+4,7% in un anno) mentre il 58,1% (+4,3%) utilizza i siti web d’informazione generici. Dopo un breve arresto del calo di lettori di libri nel 2021, gli italiani che oggi leggono libri cartacei sono il 42,7% del totale (-0,9% rispetto allo scorso anno e -16,9% rispetto al 2007). La flessione è parzialmente compensata dall’aumento dei lettori di e-book, pari al 13,4% degli italiani (+2,3%). La spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo (-37,7% rispetto al 2007).

    Tra il 2021 e il 2022 c’è un forte aumento dell’impiego di internet (88% di utenza, +4,5%), mostrando una perfetta sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,0%: +4,7%). Lievitano all’82,4% gli utenti dei social network (+5,8% in un anno). Tra i giovani (14-29 anni) cresce l’impiego delle piattaforme online: il 93,4% usa WhatsApp, l’83,3% YouTube, l’80,9% Instagram. C’è un forte incremento dei giovani utenti di TikTok (54,5%), Spotify (51,8%) e Telegram (37,2%). In flessione, invece, Facebook (51,4%) e Twitter (20,1%). Tra il 2007 (l’ultimo anno prima della grande crisi del 2008) e il 2021, la spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico ha segnato un vero e proprio boom (+572,0%) e quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori è più che raddoppiata (+138,9%).

    I media “considerati più affidabili nell’ultimo anno sono nell’ordine, radio, tv e carta stampata; mentre all’ultimo posto ci sono i social network – spiega Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis -. Fare un forte ricorso ai media digitali non vuole dire attribuirgli un alto grado di credibilità”. Rispetto però al modo in cui sono stati raccontati pandemia e guerra in Ucraina, “scende il livello di fiducia verso i media tradizionali, mentre sale quello verso i social». Ad esempio “quasi il 72% degli utenti della tv ha critiche per come sono stati affrontati questi temi”. Inoltre Il 60,1% degli italiani ritiene legittimo il ricorso a una qualche forma di censura: in particolare, per il 29,4% non dovrebbero essere diffuse le fake news accertate; per il 15,7% le opinioni intenzionalmente manipolatorie e propagandistiche; per il 15% i pareri espressi da persone senza competenze per parlare. Al contrario, per il 39,9% non è mai giustificata alcuna forma di censura. “Questo sulla censura è l’elemento meno atteso – commenta il presidente del Censis Giuseppe De Rita – significa che le persone hanno bisogno di sicurezza. Se non c’è questa si va incontro a un degrado crescente dell’informazione”.

    Gina Nieri, consigliere di amministrazione Mediaset, è “convinta che i media tradizionali, percepiti come di riferimento, offrano ancora un ambito di confidenza perché sono un ambiente regolamentato, dove c’è una cultura della sicurezza”. Sul web, invece “la profilazione degli utenti favorisce l’esposizione delle persone alle fake news – spiega il direttore Marketing Rai Vincenzo Nepote – Penetrare con un’informazione più equilibrata a volte è difficile. Bisogna riuscire a creare un dialogo”.

  • Ci sono notizie che vanno oltre l’orrore

    Notizie oltre l’orrore che non commento lasciandole alla meditazione di ciascuno, notizie di fatti che non possono essere cancellate dalla nostra memoria girando la pagina del giornale o facendo un nuovo click sulla Rete, notizie, fatti, tragedie, moniti per tutti:

    in Italia un giovane uomo romano, 33 anni, condivideva, su una rete internazionale di pedofili, video ed immagini dei terribili abusi e delle violenze che compiva sulla sua bambina di neppure due anni.
    Secondo il dossier di Save the children, redatto con l’unità analisi crimini informatici della Polizia postale, nel 2021 sono aumentati di circa il 50% i casi trattati e sono 5311 i/le minori contattati sul web da adulti abusanti.

    In un quartiere tranquillo del nord-est di Parigi Lola, 12 anni, nel tragitto tra casa e scuola è stata avvicinata da una giovane, rapita, legata, ferita, sgozzata, nascosta in uno scatolone e abbandonata per strada.
    A Kherson il direttore della filarmonica, Yuri Keroatenko, è stato vilmente ucciso in casa sua dai soldati russi perchè si era rifiutato di dirigere un concerto organizzato dalle forze d’occupazione.

    Ogni giorno muoiono persone perché credono e difendono la libertà.

  • Lancio ufficiale del progetto European Newsroom

    La Vicepresidente Jourová e il Vicepresidente Schinas hanno inaugurato il progetto European Newsroom. In seguito alla pubblicazione di un invito a presentare proposte, nel dicembre 2021 è stato selezionato un consorzio di agenzie di stampa europee – tra cui ANSA – per produrre congiuntamente relazioni indipendenti sugli affari dell’UE. La European Newsroom ospita i corrispondenti di 18 agenzie di stampa sotto il coordinamento della Deutsche Presse-Agentur e ha istituito la propria base di servizio nei locali di Belga, l’agenzia di stampa belga a Bruxelles. Il lavoro editoriale, già iniziato nel luglio 2022, offre quindi una prospettiva globale, multilingue e paneuropea sulle questioni dell’UE al pubblico di tutto il continente.

    La redazione europea fornisce anche formazione, nell’ottica di attrezzare i corrispondenti per contrastare la crescente disinformazione. Recentemente ha aperto i battenti a Ukrinform, l’agenzia di stampa ucraina, che non pagherà canoni per accedere ai servizi della redazione europea. Il finanziamento della Commissione europea coprirà i suoi costi operativi fino alla fine del 2023.

    Fonte: Commissione europea

  • Notizie in breve, note e meno note

    La siccità riarde la terra e distrugge parte dei raccolti, se ne parla molto ma non sono ancora partiti i lavori per aggiustare le tubature rotte e i nostri acquedotti disperdono il 40% dell’acqua potabile. Se dovranno razionarci l’acqua  avremo poi il diritto di decurtare il danno dalle tasse? Visto che il problema si è aggravato di anno in anno, per colpa dei diversi governi che si sono succeduti e che non sono intervenuti per approntare un piano acqua che complessivamente affrontasse quanto necessario per l’acqua potabile, le acque reflue, le acque industriali  e quelle legate alle necessità agricole, partendo dagli invasi, visto che hanno lasciato andare in rovina gli impianti idrici, non hanno controllato le regioni per verificare se fossero stati messi a punto nuovi invasi e in funzione quegli esistenti, potremmo fare una azione collettiva contro quei presidenti del Consiglio e quei ministri?

    Dall’inizio di maggio le centinaia di migliaia  di cavallette che avevano invaso la Sardegna sono diventate a giugno centinaia di milioni e hanno distrutto i raccolti. Nonostante tutti gli appelli degli agricoltori non è stato fatto nulla, in modo tempestivo, per distruggerle ed ora oltre al danno all’agricoltura c’è stato un danno anche per il turismo ed un pericolo per le strade visto che gli sciami di cavallette possono infilarsi  nei finestrini delle macchine e rendere cieco il parabrezza. Le cavallette sono antiche come il mondo ed è ben nota la loro pericolosità, cosa ha impedito un intervento rapido?

    Il NewsGuard riferisce un’analisi comparata dei canali di informazione alternativa, in questi canali la maggior parte dei no vax e dei complottisti è diventata supporter della Russia,difensori di Putin. Sono 230 i siti, tra i quali alcuni italiani, che sponsorizzano la tesi del complotto, dal covid alla guerra, complotto messo in atto per sovvertire l’ordine mondiale e tenere distratti e soggiogati i cittadini. Come più volte abbiamo detto e scritto la mancanza di regole nell’utilizzo della Rete, il diritto, per alcuni, ad una totale libertà, anche quando si professa il falso, si istiga ai più efferati delitti o si lucra con l’imbroglio vendendo farmaci falsi e pericolosi, si tramuta in un danno costante verso tutti gli altri, in un pericolo per la stessa democrazia.

  • In attesa di Giustizia: Tu quoque

    Se ne è accennato in numeri precedenti di questa rubrica: è stato rafforzato, mediante il recepimento di una direttiva europea, il fondamentale principio della presunzione di innocenza che – tra l’altro – protegge l’accusato da «mediatiche sovraesposizioni deliberatamente volte a presentarlo all’opinione pubblica come colpevole prima dell’accertamento processuale definitivo». In tal senso si è già espresso il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, Fabrizio Filice, richiamando proprio la direttiva Ue n. 343 del 2016, per escludere che i giornalisti, che nel 2015 avevano epitetato come «taroccato», «una patacca» il video in cui veniva mostrato il furgone bianco di Massimo Bossetti che girava intorno alla palestra di Yara Gambirasio, avessero diffamato il capo dei RIS di Parma che aveva querelato tutti sparando ad alzo zero.

    Eppure, si trattava di un dato oggettivo: il video era una ricostruzione priva di scopo probatorio, realizzata a fini comunicativi (o, meglio: suggestivi), tanto da non rientrare nemmeno negli atti del (vero) processo; tuttavia fu ampiamente diffuso anche per tramite le numerose trasmissioni televisive che si interessano di cronaca giudiziaria.

    «I video del furgone di Bossetti sono adattati per la stampa», così, Luca Telese in un articolo su Libero criticando un processo mediatico che precedeva e surrogava il processo penale: e quel video era in effetti altamente incriminante, sebbene fosse stato confezionato ad hoc montando frame di molteplici furgoni simili a quello di Bossetti al fine di rispondere alle pressioni mediatiche e dare in pasto ai giornalisti – e all’Italia intera – un perfetto mostro da copertina.

    Dall’epoca dei plastici con la villetta della Franzoni montati in studio da Bruno Vespa, i processi vengono ormai celebrati in parallelo fuori dalle aule del Tribunale con totale mancanza di garantismo nei confronti dell’imputato che viene presentato e, spesso, implicitamente giudicato come presunto colpevole con modalità da Festival di San Remo. Il video confezionato ad arte non è altro che la ciliegina sulla torta di un sistema malato che ha portato una Procura a relazionarsi coi media in modo poco trasparente nei confronti dell’opinione pubblica (cioè quel Popolo Italiano in nome del quale viene amministrata la Giustizia), e sicuramente scorretto nei confronti delle parti in causa.

    Del tutto condivisibile la critica fatta dai giornalisti: serviva, forse, pressione popolare per avere un percorso spianato davanti alla Corte di Assise? Di certo se l’intento era quello di creare un colpevole perfetto può dirsi pienamente raggiunto.

    Ora, vi è da sperare, tramite il recepimento alla Direttiva UE n. 343 del 2016, attuato pur con agio di cinque anni, che l’Italia potrà e dovrà impedire il ripetersi di uno scempio simile…che non è l’unico esempio che si può portare ma solo il più clamoroso e recentemente valutato.

    E ripensando all’origine e allo sviluppo di questa vicenda viene alla mente quando Cesare, in punto di morte, disse: “tu quoque Brute fili mi”.

    I giornalisti, proprio loro che normalmente sono i principali alleati di certe Procure nell’alimentare il processo mediatico in funzione degli interessi dell’impresa editoriale, e gli inquirenti che tendono ad assicurarsi visibilità ed influenzare il giudizio, questa volta sono i protagonisti inconsapevoli della valorizzazione della presunzione di innocenza.

    Un processo, quello deciso dall’ottimo Giudice Filici, che si conclude giustamente senza colpevoli ma – per altro verso – anche impunemente: infatti nè gli investigatori nè la Procura di Bergamo saranno mai chiamati a rispondere di quella che viene definita eufemisticamente una scorrettezza.

    Bossetti, ormai, è colpevole fino a prova contraria e può essere che quel video non abbia contribuito più di tanto alla sua condanna: il percorso che deve seguire la Giustizia degli uomini, però, è sicuramente un altro. Restiamo in attesa, forse in futuro andrà meglio.

  • Per il capo della Polizia la narrazione sul web si sta facendo sempre più preoccupante

    “Attenti ai gruppi che cercano disordine”. E’ questo il monito che qualche giorno fa, dal Salone della Giustizia durante il dibattito “Pandemia in sicurezza”, ha lanciato il Capo della Polizia Lamberto Giannini. “Il cittadino che vuole manifestare il proprio dissenso – continua Giannini – lo può fare nelle regole perché altrimenti diventa portatore d’acqua di gruppi che cercano il disordine o la confusione. E poi purtroppo non è semplice andare a vagliare e discernere. Abbiamo assistito in questo periodo a una serie di minacce, come blocchiamo le stazioni, blocchiamo i caselli autostradali o le varie attività, e questo ha comportato problemi”. Giannini invita a tenere alta la guardia rispetto al web poiché è preoccupante la narrazione della realtà che ne scaturisce, soprattutto a causa dei sempre più frequenti lupi solitari. “Il web sta tenendo viva una fiamma. A fronte di una serie di sconfitte sul territorio e del restringimento degli spazi – sottolinea il capo della Polizia – c’è un rilancio continuo della propaganda, che invita nei Paesi dove c’è un problema di controllo del territorio a riproporre l’esperienza come il Califfato per noi c’è la necessità di attivarsi sui lupi solitari”. “La situazione e il periodo sono piuttosto delicati con una narrativa sul web preoccupante – dice Giannini – tante persone traducono la preoccupazione in sentimenti di rabbia e anti-sistema e si uniscono spesso estremismi opposti con il pericolo di soggetti che sono professionisti delle iniziative non legali cerchino di cavalcare la protesta. Tanta messaggistica è sul web, che non ti dà la percezione dei reali numeri di quello che può accadere. Stiamo passando da una fase in cui i promotori delle iniziative venivano in questura e davano un’idea dei numeri e degli umori, mentre oggi abbiamo qualcosa di veramente insidioso: gruppi anonimi nel web, su siti che rimbalzano in varie parti del mondo che magari lanciano delle iniziative spesso illegali nel web”.

    Chiaro il monito a non sottovalutare la ancora attiva minaccia che arriva dal terrorismo fondamentalista.

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