on line

  • La trappola del sesso online

    Si chiama gaslighting uno dei fenomeni perversi che possono avere luogo sulla rete e in particolare sui social. Si tratta della manipolazione psicologica che un individuo esercita su un altro, mettendo in discussione la sua vita, il suo vissuto, facendo dubitare la persona della sua stessa memoria, intelligenza. La continua esposizione di sé, la biografia costante che molti postano sui social, può infatti dar luogo a reazioni critiche, se non  di aperta derisione, che possono minacciare i soggetti più deboli, che cercano conferma e approvazione sui social e ricevono invece reazioni di segno avverso.

    Accanto a questo, c’è il problema, ormai classico, della pornografia vera e propria. Psicologi e psichiatri  mettono in allarme rispetto al fatto che la possibilità dell’adolescente, o addirittura del bambino, di attingere a immagini e video pornografici senza difficoltà alcuna stia modificando il rapporto delle nuove generazioni con il sesso.  Avere come paradigma la pornografia – avvisano gli esperti – ha portato i giovani a due forme di relazione antitetiche col sesso. Una percentuale importante dei ragazzi lo vive il sesso in modo inattivo, perché temono di non riuscire a competere con quello che vedono sullo schermo. Altri, all’estero opposto, trovano nella pornografia un modello aspirazionale e non esitano quindi ad assumere sostanze come il Viagra per sentirsi più performanti. La pornografia peraltro ha fatto perdere il senso di gravità di uno strupro, anche di gruppo, posto che immagini di sesso di gruppo sono ricorrenti nei film hard core (dove però tali pratiche sono svolte di norma da adulti tutti consenzienti).

    Ci sono poi il revenge porn e la pornografia a scopo estorsivo. La normalità con cui si è ormai sommersi da immagini di sesso e nudità spinge molti a filmare i propri momenti di intimità. Un diletto privato pienamente lecito finché resta tale ed è svolto col consenso di tutti i partecipanti (due o più che siano), ma che non è più lecito quando quelle immagini vengono diffuse fuori dalla cerchia dei diritti interessati. Accade, di norma, quando in una coppia o in gruppo qualcuno vuole vendicarsi di qualcun altro, tipicamente dopo la rottura di una coppia. Da tempo, peraltro, la diffusione di simili immagini può essere anche solo minacciata, con la richiesta (estorsiva) di pagare del denaro per evitare la messa in rete di tali immagini. Non è una novità, eppure accade ancora, che sui social vi siano tentativi di adescamento, inviti a spogliarsi, toccarsi e masturbarsi. Le immagini registrate di chi cade in questi adescamenti, che accadono ancora nonostante il fenomeno sia ormai notorio, vengono poi utilizzate per estorcere denaro a chi è caduto nell’adescamento (in realtà si può fare denuncia alla polizia postale, il pudore che impedisce a molti di fare denuncia consente solo a chi opera il ricatto di continuare a chiedere denaro sotto minaccia di diffondere le immagini).

    La rete offre infine nuove opportunità alla prostituzione. Il sesso mercenario online è più difficile da stroncare di quello per strada, perché non consente di multare chi accosta lungo la strada, e rende sicuramente più difficile scoprire se si sia in presenza di sfruttamento di persone obbligate a offrire il proprio corpo a pagamento. Ma l’aspetto più drammatico è che la facilità di accesso alla rete da ogni luogo consente anche a minorenni di offrirsi a sconosciuti. E’ successo, è finito sui giornali, ma ad oggi non è stata individuata soluzione per scongiurare tale eventualità.

  • La Commissione UE e AGCOM firmano un accordo per sostenere l’applicazione del regolamento sui servizi digitali

    La Commissione ha firmato un accordo amministrativo con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) a sostegno dei poteri di vigilanza e di esecuzione della Commissione ai sensi del regolamento sui servizi digitali.

    L’accordo è volto a sviluppare competenze e capacità che aiuteranno la Commissione a individuare e valutare rischi sistemici nell’ambito del regolamento sui servizi digitali, tra cui i rischi correlati alla diffusione di disinformazione e contenuti illegali e gli effetti negativi sui minori. Contribuirà a organizzare lo scambio pratico di informazioni, dati, buone pratiche, metodologie, sistemi tecnici e strumenti con l’autorità di regolamentazione.

    L’AGCOM è stata nominata coordinatore dei servizi digitali per l’Italia e diventerà pertanto parte del comitato per i servizi digitali, che sarà istituito entro febbraio 2024 e sarà composto da un’autorità competente per Stato membro.

    Il servizio della Commissione responsabile dell’attuazione e dell’applicazione del regolamento sui servizi digitali (CNECT) ha recentemente concluso accordi amministrativi analoghi con le autorità di regolamentazione dei media di Francia e Irlanda e sono in corso colloqui con altre autorità.

    Gli accordi fanno seguito alla recente raccomandazione della Commissione agli Stati membri in cui questi ultimi vengono invitati a coordinare la loro risposta alla diffusione e all’amplificazione di contenuti illegali su piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi.

    Il regolamento sui servizi digitali stabilisce norme fondamentali per plasmare un ambiente online sicuro e affidabile all’interno dell’UE.

  • Il nuovo centro per la trasparenza fornisce per la prima volta informazioni e dati sulla disinformazione online

    I firmatari del codice di buone pratiche sulla disinformazione del 2022, comprese tutte le principali piattaforme online (Google, Meta, Microsoft, TikTok, Twitter), hanno varato il nuovo centro per la trasparenza e pubblicato per la prima volta le relazioni di riferimento sul modo in cui mettono in pratica gli impegni derivanti dal codice.

    Il nuovo centro per la trasparenza garantirà sia la visibilità e la rendicontabilità degli sforzi compiuti dai firmatari per combattere la disinformazione, sia l’attuazione degli impegni assunti nell’ambito del codice, mettendo a disposizione di cittadini, ricercatori e ONG dell’UE una banca dati unica in cui accedere alle informazioni online e scaricarle.

    Con queste relazioni di riferimento, per la prima volta le piattaforme forniscono informazioni e dati iniziali esaustivi, come il valore degli introiti pubblicitari che si è evitato arrivasse agli attori della disinformazione; il numero o il valore degli annunci politici accettati ed etichettati o respinti; i casi di comportamenti manipolatori rilevati (ossia creazione e utilizzo di account fasulli); e informazioni sull’impatto della verifica dei fatti, anche a livello degli Stati membri.

    Tutti i firmatari hanno presentato le loro relazioni in tempo utile, utilizzando un modello di relazione armonizzato concordato che contempla tutti gli impegni e le misure sottoscritti. Ciò tuttavia non vale pienamente per Twitter, la cui relazione è carente di dati e priva di informazioni sull’impegno a conferire maggiori poteri alla comunità di verificatori dei fatti.

  • La Commissione fornisce a piattaforme online e motori di ricerca orientamenti sulla pubblicazione del numero di utenti nell’UE

    La Commissione ha pubblicato orientamenti non vincolanti per aiutare le piattaforme online e i motori di ricerca che rientrano nell’ambito di applicazione della normativa sui servizi digitali a conformarsi all’obbligo di comunicare il numero di utenti nell’UE entro il 17 febbraio 2023 e successivamente almeno una volta ogni sei mesi.

    La Commissione pubblica questi orientamenti per rispondere a domande pratiche sulle disposizioni della normativa sui servizi digitali relative all’obbligo di pubblicare il numero di utenti. Qualora il numero di utenti raggiungesse più del 10% della popolazione dell’UE (45 milioni di utenti), la Commissione designerebbe le piattaforme e i motori di ricerca come, rispettivamente, piattaforma online di dimensioni molto grandi e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi. Ciò significa che sarebbero soggetti a obblighi aggiuntivi, come la valutazione del rischio e l’adozione delle relative misure di mitigazione.

    La normativa sui servizi digitali, entrata in vigore il 16 novembre 2022, è un insieme di norme fondamentali dell’UE che mirano a promuovere un ambiente online più sicuro e responsabile, e si applica a tutti i servizi digitali che mettono i consumatori in collegamento con beni, servizi o contenuti. Stabilisce nuovi obblighi globali per le piattaforme online allo scopo di ridurre i danni e contrastare i rischi online, introduce forti tutele per i diritti degli utenti e colloca le piattaforme digitali in un nuovo quadro di trasparenza e responsabilità unico nel suo genere.

  • Oltre 2,8 milioni di italiani frodati con le carte elettroniche

    Una ricerca commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat censisce in oltre 2,8 milioni gli italiani che, in un anno, hanno subito una truffa nell’ambito delle carte elettroniche. Un pericolo che diventa più reale con l’aumento dello shopping natalizio. Il danno economico medio viene calcolato essere pari a 196 euro. Più di una frode su 3 (37,7%), nel caso delle carte, è passata tramite un’email, mentre il 28,8% attraverso un falso sito web. Il 26,7%, invece, è stata portata a termine con un sms.

    Come si comportano i truffati dopo aver subito una frode legata ad una carta di debito, credito o prepagata? Il 30,8% di chi è caduto in trappola ha deciso di non denunciare; molti (più di 2 su tre) lo hanno fatto per ragioni economiche (il danno era basso o erano sicuri di non recuperare quanto perso), mentre l’11% per motivi di natura psicologica: “si sentivano ingenui per esserci cascati” o “avevano paura di essere scoperti dai familiari”.

    Le vittime predilette dei truffatori nell’ambito delle carte elettroniche sono soprattutto gli uomini (7,2% rispetto al 5,9% del campione femminile), gli appartenenti alla fascia anagrafica 18-24 anni (13,3%) e, a dispetto di quanto si possa pensare, i rispondenti con un titolo di studio universitario (7,1% rispetto al 6,2% rilevato tra i non laureati).

    Per aiutare i consumatori a riconoscere i rischi quando si utilizzano carte elettroniche, Facile.it ha messo nero su bianco 4 regole da seguire per mettersi al riparo dai malintenzionati

    La tecnologia può venire in nostro soccorso. Per tenere sempre sotto controllo i movimenti della carta è possibile attivare le notifiche sms o quelle dell’app della banca così da ricevere un messaggio sul proprio smartphone nel momento in cui viene utilizzata una delle carte collegate al conto. Questo consente, in caso di furto, di intervenire immediatamente.

    L’estratto conto non è da sottovalutare. Il riepilogo delle spese, il cosiddetto estratto conto, è uno strumento molto importante, non solo per monitorare le uscite, ma anche per rilevare eventuali anomalie ed errori di pagamento come ad esempio un doppio addebito. In casi come questo, è bene sapere che normalmente si hanno a disposizione 60 giorni di tempo per disconoscere il pagamento.

    Attenzione ai pagamenti non tracciati. Quando fate acquisti online diffidate da richieste di pagamenti non tracciati come ad esempio la ricarica di una carta prepagata; è proprio questa la modalità preferita dai malfattori. Allo stesso modo, però, è bene fare attenzione anche a quei siti che non permettono metodi di pagamento alternativi alla carta di credito; la verità sta sempre nel mezzo.

    L’antivirus può fare la differenza. Che sia tramite smartphone o computer, quando si opera online è importante dotare il dispositivo di un antivirus così da proteggerlo da eventuali intrusioni. Bisogna evitare, inoltre, di scaricare programmi craccati o illegali perché possono rappresentare un pericolo per la sicurezza del device e per il nostro conto.
    Pin e carte non vanno mai insieme. Per evitare che, una volta sottratta, la carta venga usata liberamente, il consiglio è di non tenere mai il codice di sicurezza nel portafogli insieme alla carta e, in ogni caso, di camuffarlo così da non renderlo riconoscibile.

  • Legge sui servizi digitali: il Consiglio e il Parlamento europeo raggiungono un accordo per un ambiente online più sicuro

    Una tappa importante nella transizione digitale dell’Unione è stata segnata con l’accordo politico provvisorio riguardante la legge sui servizi digitali raggiunto tra la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo.

    La legge sui servizi digitali, che consente di sancire il principio secondo cui ciò che è illegale offline deve esserlo anche online, mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di beni, contenuti e servizi illegali e a garantire la protezione dei diritti fondamentali degli utenti.

    La legge sui servizi digitali si applica a tutti gli intermediari online che prestano servizi nell’Unione. Gli obblighi imposti sono proporzionati alla natura e alla portata dell’impatto intermediario in questione, in particolare in funzione del numero di utenti che utilizzano il servizio. Le piattaforme di dimensioni molto grandi o i motori di ricerca di dimensioni molto grandi saranno pertanto soggetti a obblighi più rigorosi a seconda del numero di utenti che utilizzano i loro servizi.

    Ambito di applicazione

    La legge sui servizi digitali stabilisce un quadro giuridico orizzontale e si applica ai servizi intermediari quali quelli offerti da prestatori di servizi di hosting, motori di ricerca, piattaforme e mercati online. Nell’ambito di questi servizi intermediari, tra le piattaforme e i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi si opera una distinzione quando tali servizi sono utilizzati da oltre 45 milioni di utenti attivi al mese nell’UE.

    Al fine di salvaguardare lo sviluppo delle start-up nel mercato interno, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno convenuto che le microimprese e le piccole imprese con meno di 45 milioni di utenti attivi al mese nell’UE sono esentate da alcuni nuovi obblighi.

    Governance

    Per garantire un’attuazione efficace e uniforme degli obblighi della legge sui servizi digitali, il Consiglio e il Parlamento hanno deciso di conferire alla Commissione il potere esclusivo di vigilare sulle piattaforme e sui motori di ricerca di dimensioni molto grandi per quanto riguarda gli obblighi specifici a questo tipo di operatori.

    I principali operatori digitali saranno quindi controllati a livello europeo grazie allo sviluppo di competenze in seno alla Commissione e in collaborazione con gli Stati membri. In tal modo sarà garantita una risposta efficace e uniforme ai rischi sistemici posti da tali operatori di dimensioni molto grandi. Questo modello di governance preserva il principio del paese d’origine che si applica a tutti gli altri intermediari di servizi e agli altri obblighi stabiliti dalla legge sui servizi digitali.

    Per finanziare le attività di vigilanza della Commissione europea sugli operatori di dimensioni molto grandi, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per creare un meccanismo di commissioni annuali da imporre a tali operatori, direttamente collegato ai compiti della Commissione.

    Mercati online

    I colegislatori hanno convenuto di rafforzare gli obblighi relativi ai mercati online nell’ambito della legge sui servizi digitali. In effetti, considerato il ruolo importante svolto da tali operatori nella vita quotidiana dei cittadini europei, la legge sui servizi digitali impone ai mercati un dovere di diligenza nei confronti dei venditori i cui prodotti o servizi sono messi in vendita sulla loro piattaforma online.

    Al fine di limitare la diffusione di contenuti illegali, i mercati online devono compiere i massimi sforzi per verificare la corretta fornitura di informazioni da parte dei venditori prima di autorizzarli a vendere online. I mercati dovranno inoltre raccogliere e mostrare le informazioni sui prodotti e i servizi venduti, come la marca e la conformità al diritto dell’Unione, al fine di garantire che i consumatori siano adeguatamente informati.

    Rischi sistemici delle piattaforme e dei motori di ricerca di dimensioni molto grandi

    Data l’importanza degli operatori di dimensioni molto grandi nella vita quotidiana dei cittadini europei e dell’Unione in generale, la legge sui servizi digitali introduce l’obbligo per tali operatori di analizzare i rischi sistemici che generano e di mettere in atto misure per ridurre i rischi individuati.

    Tale analisi è effettuata annualmente e, grazie alla supervisione unificata di questi operatori da parte della Commissione europea, consente un monitoraggio continuo per ridurre i rischi di: i) diffusione di contenuti illegali; ii) effetti negativi sui diritti fondamentali come la libertà di espressione e di informazione; iii) manipolazione dei loro servizi a scapito dei processi democratici e della sicurezza pubblica; iv) effetti negativi in relazione alla violenza di genere e alla protezione dei minori e gravi conseguenze sulla salute fisica o mentale degli utenti.

    Interfacce fuorvianti

    Tenuto conto dell’obiettivo di proteggere gli utenti online, i colegislatori hanno convenuto di vietare le interfacce fuorvianti e i metodi finalizzati a indurre in errore gli utenti per le piattaforme e le interfacce online designate nell’ambito della legge sui servizi digitali, come le interfacce relative alla segnalazione di presunti contenuti illegali da parte di un utente.

    Sistemi di raccomandazione

    Data l’importanza dei sistemi di raccomandazione nell’esperienza degli utenti online, il Parlamento e il Consiglio hanno convenuto di stabilire requisiti di trasparenza per i parametri dei sistemi di raccomandazione al fine di migliorare l’informazione degli utenti e le loro possibili scelte. Ai sensi della legge sui servizi digitali, le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi dovranno obbligatoriamente offrire agli utenti un sistema di raccomandazione dei contenuti che non sia basato sulla loro profilazione.

    Gestione delle crisi

    Nel contesto dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina e in particolare delle conseguenze sulla manipolazione delle informazioni online, i colegislatori hanno convenuto di includere un nuovo articolo che introduce un meccanismo di risposta alle crisi.

    Tale meccanismo sarà attivato da una decisione della Commissione su raccomandazione del comitato dei coordinatori nazionali dei servizi digitali e consentirà di analizzare l’impatto dell’attività delle piattaforme e dei motori di ricerca di dimensioni molto grandi sulla crisi in questione, come pure le misure proporzionate ed efficaci da attuare nel rispetto dei diritti fondamentali.

    Tutela dei minori online

    Diverse disposizioni della legge sui servizi digitali consentono la tutela dei minori online. Le piattaforme accessibili ai minori dovranno mettere in atto misure di protezione particolari per garantire la sicurezza dei minori online, specie quando sono a conoscenza del fatto che l’utente è un minore; alle piattaforme sarà fatto divieto di presentare ai minori messaggi pubblicitari mirati derivanti dall’uso dei loro dati personali quali definiti nel diritto dell’UE.

    Nel dicembre 2020 la Commissione europea ha presentato due proposte legislative nell’ambito di un pacchetto volto a regolamentare il settore digitale: la legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali.

    La legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali costituiscono i due pilastri di una regolamentazione digitale che rispetta i valori europei e il modello europeo; tali regolamenti definiscono insieme un quadro adeguato allo sviluppo economico dei giganti del digitale e alla protezione dei loro utenti.

    Il 24 marzo è intervenuto un accordo politico provvisorio tra il Consiglio e il Parlamento e oggi si è giunti a un accordo politico provvisorio riguardante la legge sui servizi digitali.

    L’accordo politico provvisorio odierno deve essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo prima di passare alle fasi formali della procedura di adozione di ciascuna istituzione.

    È stato raggiunto un ambizioso accordo provvisorio sul termine per l’entrata in applicazione della legge sui servizi digitali, poiché le disposizioni sulle piattaforme e sui motori di ricerca di dimensioni molto grandi che hanno il maggiore impatto sulla protezione degli utenti si applicheranno entro XX mesi, mentre le restanti disposizioni entreranno in vigore entro 12-18 mesi dall’entrata in vigore della legge sui servizi digitali.

    Fonte: Comunicato stampa del Consiglio europeo

  • Protezione dei consumatori da recensioni ingannevoli: il 55% dei siti web sottoposti a screening viola il diritto dell’UE

    La Commissione europea e le autorità nazionali per la protezione dei consumatori hanno pubblicato i risultati di uno screening (“sweep”) delle recensioni dei consumatori sui siti web.

    Quasi due terzi dei negozi online, dei marketplace, dei siti web di prenotazione, dei motori di ricerca e dei siti di servizi di comparazione analizzati hanno suscitato dubbi sull’affidabilità delle recensioni: in 144 dei 223 siti web controllati, le autorità non hanno potuto confermare che gli operatori facciano abbastanza per assicurarsi che le recensioni siano autentiche, ossia pubblicate da consumatori che hanno effettivamente utilizzato il prodotto o il servizio recensito.

    Le autorità per la protezione dei consumatori hanno concluso che almeno il 55% dei siti web controllati viola potenzialmente la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, che richiede che ai consumatori siano presentate informazioni veritiere per consentire una scelta informata.

    La Commissione continuerà a collaborare con la rete Cooperazione per la protezione dei consumatori su questa importante questione e sosterrà le autorità nazionali nelle loro azioni di contrasto.

    Fonte: Commissione europea

  • Radio24 lancia un nuovo programma contro le truffe online

    Ha preso il via il 30 giugno una nuova iniziativa di Radio 24 in collaborazione con Consumerismo No Profit, per venire in aiuto di tutti i consumatori e i cittadini. Il progetto multimediale ‘Il Radioconsumatore’, nato da un’idea di Debora Rosciani, conduttrice con Mauro Meazza della fortunata trasmissione ‘Due di Denari’, e di Luigi Gabriele, presidente dell’Associazione Consumerismo No Profit, è disponibile in primo luogo in formato Podcast sui siti di Radio24.it e Consumerismo e troverà periodicamente spazio nella trasmissione ‘Due di denari’. Si tratta di un’attività di servizio sui principali aspetti economici della vita quotidiana, un vero e proprio prontuario radiofonico che aiuterà gli ascoltatori, grazie all’aiuto di un pool di esperti, a disbrigarsi nelle difficoltà di tutti i giorni, determinate dalle scelte di consumo e di spesa che ognuno di noi è chiamato a fare.

    A luglio per tutto il mese gli interventi di avvocati e professionisti risponderanno alle domande sulle tematiche legate al periodo: prenotazioni di viaggi e biglietti aerei, vacanze annullate e rimborsi, bonus e voucher che tardano ad arrivare. Da settembre, i contenuti si allargheranno a tutti gli altri temi che ci troviamo ad affrontare quotidianamente: i problemi legati alla burocrazia, pagamenti di servizi o bollette poco chiare, mutui da rinegoziare, contratti da risolvere.  E saranno affrontati anche temi alle dinamiche più recenti della vita in rete di tutti noi: l’identità digitale, la vita sui social network, le nuove truffe che corrono su web e minacciano migliaia di utenti. I legali di Consumerismo forniranno pareri e risposte ai quesiti più interessanti e più rappresentativi.

    La collaborazione tra Radio 24 e Consumerismo No profit aveva già dato vita, nella primavera del 2020, ad HomoCovid, il prontuario radiofonico di servizio per i cittadini che lo scoppio della pandemia hanno dovuto imparare a districarsi tra norme, indennizzi e provvedimenti d’urgenza destinati ad affrontare le conseguenze del Covid-19. Ora l’iniziativa diventa strutturale, pronta a fornire una prima assistenza a tutti i consumatori alle prese con quesiti ai quali non riescono a dare risposte utili e tempestive. I consumatori potranno formulare le domande e ascoltare le risposte sul sito: https://www.ilradioconsumatore.it/

  • La Ue adotta nuove norme su diritti dei consumatori, credito e acquisti online

    “Oggi la Commissione europea ha proposto la revisione di due normative dell’Ue per rafforzare i diritti dei consumatori in un mondo ridefinito dalla digitalizzazione e dalla pandemia di Covid-19. La Commissione rinforza la rete di sicurezza dei consumatori dell’Ue, ad esempio facendo in modo che i prodotti pericolosi siano richiamati dal mercato o che le offerte di credito siano presentate ai consumatori in maniera chiara e facilmente leggibile su dispositivi digitali. La proposta aggiorna sia la vigente direttiva relativa alla sicurezza generale dei prodotti, sia le norme dell’Ue sul credito al consumo a tutela dei consumatori”. Lo ha comunicato il 30 giugno la Commissione Ue in una nota. “I consumatori si trovano ad affrontare molte sfide, in particolare nel mondo digitale che ha rivoluzionato gli acquisti, i servizi o i mercati finanziari – ha detto Vera Jourová, vicepresidente per i Valori e la trasparenza. È per questo motivo che stiamo rafforzando la protezione dei consumatori su due fronti: da un lato aiutiamo i consumatori ad evitare i rischi legati al credito, dall’altro poniamo in essere norme ancora più rigorose in materia di sicurezza dei prodotti. Conferiremo inoltre maggiori responsabilità agli operatori del mercato: per quelli meno scrupolosi sarà più difficile nascondersi dietro formulazioni giuridiche complicate.

    “Le vendite online – si legge ancora nella nota della Commissione Ue – sono aumentate costantemente negli ultimi 20 anni e, nel 2020, il 71% dei consumatori ha acquistato in Internet, spesso per procurarsi nuovi prodotti tecnologici. Dagli auricolari senza fili ai purificatori d’aria passando per le console per videogiochi, il mercato dei gadget tecnologici è vasto. Il regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti tratterà dei rischi connessi a questi nuovi prodotti tecnologici – ad esempio i rischi per la sicurezza informatica – e agli acquisti online mediante l’introduzione di norme sulla sicurezza dei prodotti per i mercati online. Garantirà che tutti i prodotti che i consumatori dell’Ue potranno procurarsi sui mercati online o nel negozio sotto casa siano sicuri, indipendentemente dal fatto che provengano dall’Ue o da paesi terzi. Il nuovo regolamento assicurerà che i mercati adempiano i propri obblighi in modo tale che i consumatori non finiscano per maneggiare prodotti pericolosi. La revisione della direttiva sul credito al consumo dispone che le informazioni relative ai crediti debbano essere presentate in maniera chiara e adeguata ai dispositivi digitali, cosicché i consumatori capiscano quale impegno stanno assumendo con la loro firma. Inoltre la direttiva migliorerà le norme per la valutazione del merito creditizio, ossia la capacità di un consumatore di rimborsare il credito ottenuto. Lo scopo è evitare il problema dell’indebitamento eccessivo. Il regolamento imporrà agli Stati membri l’obbligo di promuovere l’educazione finanziaria e di garantire che sia messa a disposizione dei consumatori una consulenza in materia di debito. Le proposte della Commissione saranno ora discusse dal Consiglio e dal Parlamento”.

  • LinkedIn si unisce alla lotta contro l’incitamento all’odio online

    LinkedIn, la più grande rete professionale online al mondo, ha sottoscritto il codice di condotta dell’UE contro l’incitamento all’odio online. Per prevenire e contrastare la diffusione delle forme illegali di incitamento all’odio online, nel maggio 2016 la Commissione ha adottato il codice di condotta insieme a Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube. Da allora, Instagram, Google+, Snapchat, Dailymotion, Jeuxvideo.com e TikTok hanno aderito al codice. A cinque anni dal varo, il codice continua ad attirare nuovi operatori, a conferma della sua importanza per le imprese tecnologiche.

    Nel giugno 2020 la quinta valutazione ha mostrato che, in media, le imprese hanno valutato il 90% dei contenuti segnalati entro 24 ore e che il 71% dei contenuti considerati illecito incitamento all’odio è stato rimosso. La Commissione ha accolto con favore questi risultati, chiedendo nel contempo ulteriori sforzi, in particolare per quanto riguarda la trasparenza e il feedback agli utenti. Maggiori informazioni sul codice di condotta contro l’incitamento all’odio online sono disponibili al seguente link: https://ec.europa.eu/info/policies/justice-and-fundamental-rights/combatting-discrimination/racism-and-xenophobia/eu-code-conduct-countering-illegal-hate-speech-online_en

    Fonte: Commissione europea

Pulsante per tornare all'inizio