Orwell

  • Bugie, arroganza e manipolazioni

    Gli uomini possono essere manipolati in tutti i modi.

    George Orwell; da “1984”

    1984 e La fattoria degli animali sono i due capolavori di George Orwell dai quali ci si impara sempre. Il romanzo 1984, scritto nel 1948 e pubblicato un anno dopo, ambientato a Londra in un futuro prossimo, nel 1984, risulta essere uno dei libri tra i più letti in tutto il mondo. Il titolo stesso è una semplice permutazione delle due ultime cifre dell’anno 1948. Scrivendo quel libro, l’autore voleva diffondere un chiaro e perentorio messaggio tra i suoi lettori. Lui stesso aveva dichiarato che aveva scritto 1984 “…per cambiare il parere degli altri sul tipo di società, per la quale essi devono combattere”. E gli “altri” erano, sono e saranno sempre tutti coloro che, leggendo il libro, potessero/possano riflettere, valutare, e agire di conseguenza. Un obiettivo quello posto da Orwell, che sembra abbia superato tutte le sue aspettative, visto il grandissimo numero di lettori che hanno letto e riletto il libro, riflettendo, valutando e agendo di conseguenza. Anche l’autore di queste righe è uno tra quegli “altri”. Egli è fermamente convinto che bisogna combattere, sempre più numerosi e determinati, per non permettere mai che funzioni il modello “Oceania”, ovunque si possa presentare un simile ed eventuale pericolo. Un modello quello, descritto nei minimi dettagli e maestosamente da George Orwell.

    Oceania era una delle tre grandi nazioni in cui era diviso il mondo nel 1984. Tutto era accaduto dopo una terza guerra mondiale, una guerra nucleare, avvenuta negli anni ’50 del secolo scorso. Le tre grandi nazioni, diventate delle dittature, erano in un continuo conflitto tra di loro. In Oceania tutto veniva controllato e gestito dal “Grande Fratello” (Big Brother), il capo indiscusso dell’unico Partito, che nessuno aveva mai visto però. Un personaggio occulto, inventato da George Orwell per rappresentare il “Potere assoluto”. Un “Grande Fratello” che, tramite le manipolazioni programmate e meticolosamente attuate del cervello umano ed una spietata repressione, aveva annullato la coscienza dell’individuo e quella collettiva in Oceania. Il “Grande Fratello” che è, come concetto e come effetti prodotti, molto attuale e pericoloso in tutto il mondo, vista la diffusione mediatica, l’uso sproporzionato e, purtroppo, con delle ben evidenziate conseguenze negative. Anche per questo dobbiamo tanto alla lungimiranza di Orvell.

    Un altro chiaro messaggio che egli ci ha trasmesso è che bisogna combattere, sempre più numerosi e determinati, per non permettere mai che la cultura sia annientata dal “Potere assoluto”. Per non permettere mai che tutto ciò possa aiutare anche quella che Orwell chiamava la “Neolingua” (Newspeak). E cioè una “lingua” con un ridottissimo numero di parole attive, per ridurre, perciò, al massimo la capacità di espressione e di pensiero, individuale e/o collettivo. Una “lingua” che tende a soffocare la lingua vivente, fino a farla scomparire. Ragion per cui bisogna salvare la lingua dalla “corruzione della parola”, come scriveva Orwell.

    Bisogna combattere, sempre più numerosi e determinati, anche per non permettere mai che chiunque, un “Grande Fratello” o chicchessia, possa manipolare mentalmente il genere umano, fino al punto di attivare quello che Orwell chiamava il “Bipensiero” (Doublethink ). E cioè “la capacità di sostenere simultaneamente due opinioni in palese contraddizione tra loro e di accettarle entrambe come esatte”. Una ragione in più perché bisogna combattere, sempre più numerosi e determinati, per non permettere mai che possa funzionare quella diabolica distorsione e manipolazione mentale, ideata, programmata e attuata dal “Potere assoluto”, ovunque e in qualsiasi tempo. Per non permettere mai, come scriveva Orwell, che si possa “usare un inganno cosciente e, nello stesso tempo, mantenere una fermezza di proposito che dimostri una totale onestà: spacciare deliberate menzogne e credervi”.

    Bisogna combattere, sempre più numerosi e determinati, anche per non permettere mai più che nessun “Grande Fratello”, ovunque e in qualsiasi tempo, possa annientare tutto il passato, tutta la storia, in modo che tutto cominci con il “Potere assoluto”. Come è stato maestosamente descritto da George Orwell nel suo 1984. E cioè per non permettere mai che in qualsiasi paese ci si possa arrivare fino al punto che “La menzogna diventa verità e passa alla storia”. E che “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”, come scriveva Orwell. Per non permettere mai che si possano considerare normali delle contraddizioni come “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù” e “L’ignoranza è forza”!

    Bisogna combattere, sempre più numerosi e determinati, anche per non permettere mai più che un “Grande Fratello”, rappresentante di qualsiasi “Potere assoluto”, possa controllare tutto e tutti con dei mezzi della tecnologia di telecomunicazione e altri potenti e diffusissimi mezzi tecnologici delle ultime generazioni. Come accadeva in Oceania, dove tramite i teleschermi, installati in ogni ambiente, non solo venivano trasmessi gli “ordini del Partito”, ma anche si controllava, in qualsiasi momento, la vita privata delle singole persone.

    Bisogna combattere, sempre più numerosi e determinati, anche per non permettere mai più che delle strutture paramilitari possano agire nel nome e per conto del  “Potere assoluto”. Come accadeva in Oceania, dove una polizia politica, la “Psicopolizia” (Thought Police), interveniva in ogni situazione sospetta e non tollerata dal “Partito”. Una struttura quella della “Psicopolizia”, parte integrante del “Ministero dell’Amore” (Miniluv), che con metodi crudeli “convinceva” tutti i “dissidenti”, oppure gli faceva tacere per sempre.

    Tutti questi sono dei chiari e molto significativi messaggi che ci ha trasmesso George Orwell con il suo ben noto romanzo 1984. Messaggi che sono attuali in ogni parte del mondo, ovunque si possa verificare la costituzione di un regime totalitario, di una dittatura. Albania compresa. Sì, perché attualmente in Albania è stata restaurata una nuova dittatura, controllata e gestita dalla criminalità organizzata e da certi raggruppamenti occulti locali ed internazionali. Una dittatura che ha nel primo ministro il “rappresentante ufficiale”. Una dittatura che sta cercando di usare una facciata di “pluralismo politico”, per ingannare soprattutto le istituzioni internazionali e/o le cancellerie occidentali. Perché ormai è incurante di quello che ne pensano i cittadini albanesi.

    Chi scrive queste righe è convinto che in Albania il “Potere assoluto” sta usando metodi simili a quelli usati nell’Oceania del 1984. Si sta facendo di tutto, in modo che la Storia cominci con l’attuale primo ministro. Si sta cercando di cancellare e, possibilmente, annientare le tradizioni e la cultura. Si sta cercando, in modo programmato, di “rinnovare” il sistema dell’istruzione. Il risultato è significativo. Soltanto negli ultimi anni è aumentato paurosamente il numero degli analfabeti funzionali tra i giovani. Sono di pubblico dominio l’ipocrisia forzata e, la sfacciataggine dei funzionari dell’amministrazione pubblica, che si contraddicono mentalmente. Espressioni “albanesi” del “Bipensiero” e della “Neolingua” orwelliana. Chi scrive queste righe è convinto che il vigliacco abbattimento dell’edificio del Teatro Nazionale ne è un’eloquente ed inconfutabile testimonianza della dittatura in azione. Delle strutture simili alla “Psicopolizia” di Orwell hanno dimostrato il 17 maggio scorso, notte tempo e in pieno periodo di chiusura per la pandemia, tutto il potere del regime. Spetta solo ai cittadini albanesi reagire determinati e sempre più numerosi per evitare il peggio. Ricordando anche quanto ha scritto George Orwell nel suo 1984. Tutto debba servire come monito e chiaro messaggio per gli albanesi rivoltosi.

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