All’interno di un sistema democratico ogni forma di pagamento dovrebbe rappresentare la manifestazione di una libera scelta del cittadino rispetto al pagamento per un qualsiasi acquisto e proprio per questo dovrebbe risultare legittima in ogni sua forma di espressione.
La continua pressione, invece, nella sola direzione a favore dei pagamenti attraverso la moneta elettronica, soprattutto da parte di quelle forze politiche ed istituzionali italiane ed europee, e che si considerano liberali o addirittura progressiste, quindi più vicine alle incombenze del cittadino comune, suscita dubbi e probabilmente esprime anche una certa complicità con il sistema bancario.
Andrebbe ricordato come con l’utilizzo dei pagamenti elettronici (una forma assolutamente comoda anche per chi scrive) si pagano ogni giorno tra i 150 ed i 180 milioni in commissioni.
In un mese, quindi, questa somma diventa di 4,5 miliardi di euro e in un anno di trasforma in oltre 54 miliardi di risorse sottratte al processo di creazione di valore aggiunto e trasformate in una semplice commissione pagata al sistema bancario.
L’evasione fiscale in Italia ammonta nel 2021 a 81 miliardi di euro di imponibile (compresa però anche quella contributiva) e nel 2023 sono state recuperate, secondo l’Agenzia delle Entrate, oltre 24 miliardi di imposte evase, proprio grazie, cosi si afferma, al maggiore utilizzo delle carte di debito e di credito e quindi alla tracciabilità dei pagamenti.
Dalla semplice considerazione nel confronto tra i numeri emerge come l’utilizzo della moneta elettronica rappresenta più lo strumento “perfetto” finalizzato alla trasformazione di una ipotetica evasione fiscale in utili a favore del sistema bancario, in quanto per recuperare 24 miliardi di imponibile il costo complessivo risulta di circa 54 miliardi, con un saldo a tutto favore del sistema bancario.
In altre parole per un euro recuperato di evasione fiscale il sistema bancario ne incassa due (2).
Per questo semplice motivo, allora, il recupero anche dell’intero ammontare dell’evasione fiscale non potrà mai tradursi in una riduzione della pressione fiscale (“paghiamo tutti per pagare di meno”) ma diventa già da oggi semplicemente un ulteriore arricchimento ingiustificato del sistema bancario in quanto già ora le commissioni rappresentano il 57% degli utili degli istituti.
Nessuno intende giustificare l’evasione fiscale ma risulta evidente come la moneta elettronica rappresenti lo scettro del potere del sistema bancario che esercita sulle masse di consumatori. In cambio, lo stesso sistema acquista i titoli del debito pubblico che assicurano la libertà di crescita nella spesa pubblica alla classe governativa e politica.
La diarchia (*) trova la propria massima espressione nello storytelling della lotta all’evasione fiscale.
(*) novembre 2018 https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-vera-diarchia/