pesticidi

  • La Commissione europea pubblica le migliori pratiche per usare meno pesticidi

    La Commissione europea ha pubblicato una banca dati che presenta una panoramica dei metodi di “difesa fitosanitaria integrata” attualmente disponibili, accompagnata da uno studio che valuta l’efficacia di tali metodi e le prospettive di adozione futura.

    La lotta contro gli organismi nocivi che danneggiano piante e colture è necessaria sia per salvaguardare la sicurezza alimentare sia per garantire un reddito sufficiente agli agricoltori per la loro produzione. Ma ciò deve essere fatto riducendo al minimo i rischi per le persone e per l’ambiente. Questo approccio, che impiega metodi naturali ogniqualvolta possibile e i pesticidi chimici come ultima risorsa, è chiamato difesa integrata.

    La banca dati comprende circa 1.300 esempi di pratiche, tecniche e tecnologie, quali l’uso della rotazione delle colture e la fertilizzazione equilibrata, il monitoraggio degli organismi nocivi, l’applicazione mirata e ridotta e, soprattutto, la preferenza per metodi di lotta fitosanitaria non chimici. Comprende anche 273 linee guida specifiche per le diverse colture elaborate dalle autorità nazionali e dagli organismi pubblici degli Stati membri.

    Parallelamente, uno studio esamina le pratiche attuali di “difesa fitosanitaria integrata” e il loro possibile contributo alla riduzione della dipendenza dai pesticidi chimici, il loro costo di attuazione e la loro efficacia complessiva. Lo studio esamina inoltre i principali fattori che incidono sulla riduzione della dipendenza dall’uso dei pesticidi e i principali ostacoli e fattori associati.

  • Stretta dell’UE sui pesticidi per proteggere gli impollinatori

    La Commissione ha adottato nuove norme che, una volta applicabili, ridurranno i limiti massimi di residui di due pesticidi negli alimenti. Le valutazioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) hanno dimostrato che le due sostanze chimiche, clothianidin e thiamethoxam, appartenenti al gruppo dei pesticidi neonicotinoidi, rappresentano un rischio elevato per le api e contribuiscono al declino globale degli impollinatori. Per questo motivo il loro uso all’aperto è già stato vietato nell’UE nel 2018. Le nuove norme ridurranno i limiti massimi di residui per queste sostanze al livello minimo misurabile con le tecnologie più recenti. Le norme si applicheranno a tutti i prodotti ottenuti nell’UE, ma anche agli alimenti e ai mangimi importati.

    Il regolamento mette in pratica gli obiettivi della Commissione, annunciati nel Green Deal e nella strategia “Dal produttore al consumatore”, di tenere conto degli aspetti ambientali nel valutare le richieste di tolleranze all’importazione di sostanze antiparassitarie non più autorizzate nell’UE, nel rispetto delle norme e degli obblighi dell’Organizzazione mondiale del commercio. Le misure si applicheranno ai prodotti importati a partire dal 2026. Ciò consentirà ai paesi terzi di conformarsi alle nuove regole.

  • Proposte pioneristiche per ripristinare la natura dell’Europa entro il 2050 e dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030

    La Commissione ha adottato proposte pionieristiche per ripristinare gli ecosistemi danneggiati e riportare la natura in tutta Europa, dai terreni agricoli e i mari alle foreste e agli ambienti urbani. La Commissione propone inoltre di ridurre del 50 % l’uso e il rischio dei pesticidi chimici entro il 2030. Queste proposte legislative faro, che fanno seguito alle strategie “Biodiversità” e “Dal produttore al consumatore”, contribuiranno a garantire la resilienza e la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare nell’UE e nel mondo.

    La proposta concernente un atto normativo sul ripristino della natura è un passo fondamentale per evitare il collasso degli ecosistemi e prevenire i peggiori impatti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. Il ripristino delle zone umide, dei fiumi, delle foreste, dei pascoli, degli ecosistemi marini, degli ambienti urbani e dell’UE e delle specie che ospitano rappresenta un investimento essenziale e efficace sotto il profilo dei costi per la nostra sicurezza alimentare, la resilienza climatica, la salute e il benessere di tutti i cittadini. Analogamente, le nuove norme sui pesticidi chimici ridurranno l’impronta ambientale del sistema alimentare dell’UE, proteggeranno la salute e il benessere dei cittadini e dei lavoratori agricoli e contribuiranno ad attenuare le perdite economiche che stiamo già subendo a causa del degrado del suolo e della perdita di impollinatori dovuti ai pesticidi.

    La Commissione propone il primo atto legislativo che mira esplicitamente a ripristinare la natura in Europa, a riparare l’80 % degli habitat europei che versano in cattive condizioni e a riportare la natura in tutti gli ecosistemi, dalle foreste e dai terreni agricoli agli ecosistemi marini, di acqua dolce e urbani. In base alla presente proposta sul ripristino della natura, saranno assegnati a tutti gli Stati membri obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in vari ecosistemi, a integrazione delle normative esistenti. L’obiettivo è far sì che le misure di ripristino coprano almeno il 20 % delle superfici terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

    Il ripristino coinvolge strettamente e va a vantaggio di tutte le componenti della società, deve essere realizzato nell’ambito di un processo inclusivo e ha un impatto particolarmente positivo su coloro che dipendono direttamente da una natura sana per il proprio sostentamento, compresi gli agricoltori, i silvicoltori e i pescatori. Gli investimenti per il ripristino della natura apportano un valore economico compreso tra 8 e 38 EUR per ogni 1 EUR speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l’attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana. Aumenta inoltre la presenza della natura nei nostri paesaggi e nella nostra vita quotidiana, con benefici dimostrabili per la salute e il benessere nonché un valore culturale e ricreativo.

    La normativa sul ripristino della natura fisserà obiettivi e obblighi di ripristino in un’ampia gamma di ecosistemi terrestri e marini. Gli ecosistemi con il maggiore potenziale di rimozione e stoccaggio del carbonio e di prevenzione o riduzione dell’impatto delle catastrofi naturali (come le inondazioni) rivestono la massima priorità. La nuova normativa si basa sulla legislazione esistente, ma riguarda tutti gli ecosistemi senza limitarsi alle zone protette della direttiva Habitat e di Natura 2000, con l’obiettivo di avviare il percorso di recupero di tutti gli ecosistemi naturali e seminaturali entro il 2030. Beneficerà di ingenti finanziamenti dell’UE: nell’ambito del quadro finanziario pluriennale circa 100 miliardi di € sono destinati alla biodiversità e al ripristino.

    Gli obiettivi proposti comprendono:

    • l’inversione del declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e, successivamente, l’aumento di queste popolazioni;
    • nessuna perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030, un aumento del 5 % entro il 2050, una copertura arborea minima del 10 % in ogni città, piccola città e periferia europea e un guadagno netto di spazi verdi integrati negli edifici e nelle infrastrutture;
    • negli ecosistemi agricoli, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per le farfalle comuni, l’avifauna nelle aree agricole, il carbonio organico nei suoli minerali coltivati e gli elementi caratteristici del paesaggio ad alta diversità sui terreni agricoli;
    • il ripristino e la riumidificazione delle torbiere drenate a uso agricolo e nei siti di estrazione della torba;
    • negli ecosistemi forestali, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per quanto riguarda la connettività delle foreste, il legno morto, la percentuale di foreste disetanee, l’avifauna forestale e le riserve di carbonio organico;
    • il ripristino degli habitat marini quali le colture marine o i fondali di sedimenti e il ripristino degli habitat di specie marine emblematiche quali delfini e focene, squali e uccelli marini;
    • l’eliminazione delle barriere fluviali in modo che almeno 25 000 km di fiumi siano trasformati in fiumi a flusso libero entro il 2030.

    Per contribuire al conseguimento degli obiettivi, mantenendo nel contempo una certa flessibilità in funzione delle circostanze nazionali, la normativa imporrebbe agli Stati membri di elaborare piani nazionali di ripristino, in stretta collaborazione con i ricercatori, i portatori di interessi e i cittadini. Esistono norme specifiche in materia di governance (monitoraggio, valutazione, pianificazione, rendicontazione e applicazione), che migliorerebbero anche l’elaborazione delle politiche a livello nazionale ed europeo, garantendo che le autorità considerino congiuntamente le questioni connesse della biodiversità, del clima e dei mezzi di sussistenza.

    La proposta di ridurre l’uso di pesticidi chimici concretizza l’impegno ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa. La proposta contribuirà a creare sistemi alimentari sostenibili in linea con il Green Deal europeo e la strategia “Dal produttore al consumatore”, garantendo nel contempo una sicurezza alimentare duratura e proteggendo la nostra salute.

    Gli scienziati e i cittadini sono sempre più preoccupati per l’uso dei pesticidi e per l’accumulo dei loro residui e metaboliti nell’ambiente. Nella relazione finale della Conferenza sul futuro dell’Europa i cittadini hanno chiesto specificamente di affrontare la questione dell’uso e del rischio dei pesticidi. Tuttavia, le norme vigenti della direttiva sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi si sono rivelate troppo deboli e sono state attuate in modo disomogeneo. Inoltre, sono stati compiuti progressi insufficienti nell’uso della difesa integrata e di altri approcci alternativi. I pesticidi chimici danneggiano la salute umana e causano il declino della biodiversità nelle aree agricole. Contaminano l’aria, l’acqua e l’ambiente in generale. La Commissione propone pertanto norme chiare e vincolanti:

    • obiettivi giuridicamente vincolanti a livello dell’UE e nazionale per ridurre del 50 % l’uso e i rischi dei pesticidi chimici e l’uso dei pesticidi più pericolosi entro il 2030. Gli Stati membri fisseranno i propri obiettivi nazionali di riduzione entro parametri stabiliti per garantire il conseguimento degli obiettivi a livello dell’UE.
    • Nuove norme rigorose concernenti il controllo degli organismi nocivi rispettoso dell’ambiente Nuove misure garantiranno che tutti gli agricoltori e altri utilizzatori professionali di pesticidi pratichino la difesa integrata (IPM) nel cui ambito, prima di poter utilizzare pesticidi chimici come misura di ultima istanza, si esaminano metodi ecologici alternativi di prevenzione e controllo degli organismi nocivi. Le misure comprendono anche l’obbligo per gli agricoltori e altri utilizzatori professionali di tenere dei registri. Inoltre, gli Stati membri devono stabilire norme specifiche per coltura che individuino le alternative da utilizzare al posto dei pesticidi chimici.

    L’uso di tutti i pesticidi sarà vietato in luoghi quali le aree verdi urbane, compresi i parchi o giardini pubblici, i parchi gioco, le scuole, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici e le zone protette nel rispetto delle prescrizioni di Natura 2000 e qualsiasi area ecologicamente sensibile da preservare per gli impollinatori in pericolo. Queste nuove norme elimineranno i pesticidi chimici presenti nella nostra vita quotidiana.

    La proposta trasforma la direttiva vigente in un regolamento che sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Ciò consentirà di affrontare i problemi persistenti dovuti a un’attuazione carente e disomogenea delle norme vigenti nell’ultimo decennio. Gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione relazioni annuali dettagliate sui progressi compiuti e sull’attuazione.

    Un pacchetto di politiche chiave sosterrà gli agricoltori e altri utilizzatori nella transizione verso sistemi di produzione alimentare più sostenibili.

    La transizione sarà sostenuta anche dalla proposta sulla rete d’informazione sulla sostenibilità agricola e dagli sviluppi del mercato legati all’agricoltura di precisione, come gli irroratori che utilizzano la geolocalizzazione e le tecniche di riconoscimento degli organismi nocivi.

    Fonte: Commissione europea

  • Stretta dell’Ue sulla chimica in agricoltura

    Ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030. Con questo obiettivo la Commissione europea si appresta a presentare il suo pacchetto natura, che oltre alla stretta sulla chimica in agricoltura dovrebbe contenere altri obiettivi vincolanti per frenare la perdita di biodiversità. Il dimezzamento nell’uso e nel rischio (con riferimento cioè alle sostanze più pericolose) dei pesticidi a livello Ue è uno degli obiettivi dichiarati della Strategia Farm to Fork, sui sistemi alimentari sostenibili.

    Diventerà legislazione attraverso un regolamento che rimpiazzerà l’attuale direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi. “Manterremo gli ambiziosi impegni assunti nell’ambito della strategia – ha detto all’agenzia Ansa pochi giorni fa la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides – e nel farlo manterremo anche la nostra promessa di non lasciare indietro nessuno, né consumatori, né produttori”. “La nostra ambizione – aggiungeva – sarà accompagnata da un livello di sostegno altrettanto ambizioso”.

    Il quadro normativo renderà più stringente il principio che la chimica è una soluzione da adottare solo quando le altre sono insufficienti. Solo dopo, cioè, aver applicato pratiche agricole sostenibili, misure di prevenzione, metodi di lotta biologica ai parassiti o varietà resistenti. Un principio già riconosciuto dalle leggi Ue ma, secondo le numerose valutazioni sulla direttiva pesticidi fatte dalla Commissione europea, poco praticato a livello di Stati membri. Il pacchetto dovrebbe contenere anche gli obiettivi per riservare una certa percentuale di aree agricole ad aree ad alta diversità.

    Tutte misure che nei mesi scorsi hanno fatto discutere per i rischi potenziali in termini di capacità produttiva in una fase in cui la guerra in Ucraina rimette in discussione la sicurezza alimentare mondiale. I rischi “per la sicurezza alimentare in Africa e Medio Oriente”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans in un’intervista al Fatto Quotidiano, “sono enormi”. “Ma – ha aggiunto – usare questi problemi come alibi per non realizzare la Farm to Fork significherebbe uccidere la salute e la sopravvivenza a lungo termine della nostra agricoltura”.

  • I pesticidi minacciano le api

    La maggior parte dei pesticidi neonicotinoidi sono un rischio per le api selvatiche e le api mellifere, secondo le nuove valutazioni pubblicate dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, in un aggiornamento delle proprie valutazioni sul rischio di tre neonicotinoidi – clothianidin, imidacloprid e thiamethoxamclothianidin – tutte sostanze già soggette a restrizioni nell’Unione Europea. Il nuovo parere riguarda in particolare le api selvatiche (bombi e api solitarie) e le api mellifere. L’EFSA ha portato a termine le proprie conclusioni dopo aver condotto distinte consultazioni con esperti di pesticidi degli Stati membri dell’Ue, i quali hanno convalidato tali conclusioni.

    L’Unità “Pesticidi” dell’EFSA ha effettuato un’estesa attività di raccolta dati, che ha compreso la revisione sistematica della letteratura scientifica, per raccogliere tutte le evidenze pubblicate dopo le valutazioni precedenti. L’equipe ha inoltre applicato le linee guida specificamente sviluppate dall’EFSA per la valutazione del rischio da pesticidi per le api.

    “La disponibilità di una quantità così estesa di dati e le nostre linee guida ci hanno permesso di giungere a conclusioni molto dettagliate” ha spiegato Jose Tarazona, responsabile dell’unità Pesticidi dell’EFSA. “Nelle conclusioni – ha aggiunto – c’è variabilità dovuta a fattori come le specie di api, l’uso previsto del pesticida e la via di esposizione. Sono stati individuati alcuni rischi bassi, ma nel complesso è confermato il rischio per i tre tipi di api oggetto delle nostre valutazioni”.

    Come per le precedenti valutazioni, l’esposizione delle api alle sostanze è stata valutata attraverso tre vie: residui nel polline e nettare di api; deriva della polvere durante la semina/applicazione dei semi trattati; e consumo di acqua. Le conclusioni dell’EFSA saranno messe a disposizione dei gestori del rischio della Commissione europea e degli Stati membri, che prenderanno in considerazione eventuali modifiche alle attuali restrizioni sull’uso di questi pesticidi.

Pulsante per tornare all'inizio