pet therapy

  • La pet therapy entra nelle RSA

    Tutti i cani sono i benvenuti negli spazi comuni delle strutture socio-sanitarie Korian Italia, leader nei servizi dalla prevenzione alla cura. Il progetto si inserisce nel più ampio percorso con gli animali che Korian dal 2015 ha attivato con un Dog Camp nella residenza Heliopolis di Binasco dove, dallo scorso anno, educatori cinofili, istruttori, addestratori, dog sitter, operatori Pet Therapy dell’associazione P.E.T.S., oltre a offrire i propri corsi e un servizio di Dog Sitting, danno vita anche a una serie di eventi cinofili dedicati agli ospiti.

    La pet therapy, integrata a supporto delle terapie tradizionali, porta numerosi benefici tra cui la socializzazione e il superamento del senso di solitudine, la riattivazione motoria e la stimolazione delle abilità cognitive. Alla fine di ogni incontro, gli amici a quattro zampe sfilano tra i pazienti e le carrozzine per farsi accarezzare.

    Il Dog Camp di Binasco è un grande spazio dotato di casette per ospitare i cani e di aree verdi attrezzate per lo sgambo degli animali e per corsi realizzati ad hoc, aperti anche alla cittadinanza.

    Quest’anno gli incontri sono previsti in 15 strutture su tutto il territorio nazionale.

  • I benefici della pet therapy in rianimazione

    All’ospedale Carreggi di Firenze da tre anni è in atto un progetto pilota per la riabilitazione, con l’utilizzo di cani appositamente addestrati, dei pazienti usciti dal coma. Il progetto ha già dato ottimi risultati ed i malati hanno trovato non solo benessere emotivo ma effettivi miglioramenti e maggior rispondenza alle cure che, dopo tanto tempo di coma, rimangono molto diverse e pesanti, infatti diversi pazienti devono continuare ad avere il respiratore o sono attaccati a macchinari di supporto.

    I cani provengono dalla scuola pubblica per cani di assistenza che ha sede a Scandicci e che è finanziata dalla regione Toscana. La presenza dei cani, sono al momento 5 che lavorano all’ospedale due volte alla settimana e sono accompagnati dal loro conduttore, aiuta i pazienti non solo a ritrovare serenità ma anche a superare il difficile periodo della riabilitazione riducendo lo stress del ricovero e delle cure. La responsabile della rianimazione, Manuela Bonizzoli, che ha voluto fortemente il progetto, sottolinea come le persone avvertano, nel rapporto con il cane che le va a trovare, una forte sensazione di contatto con la vita in un ambiente, quello della rianimazione, ove è molto facile perdere contatti e speranze.

    La scuola di Scandicci ha già preparato 15 cani per la terapia intensiva e 150 per i non vedenti. L’incontro tra il paziente ed il cane avviene in una stanza singola ed il cane prima dell’incontro è stato preparato con igiene assoluta, oltre all’istruttore sono presenti anche il medico e il fisioterapista. Il malato può accarezzare, lasciarsi leccare la mano, ogni gesto è un piccolo gesto di riabilitazione con il sorriso degli umani e la dolcezza infinita degli amici cani. Analisi microbiologiche accurate svolte prima e dopo l’incontro hanno dimostrato che l’igiene del reparto non subisce alterazioni. Speriamo che l’esempio dell’ospedale toscano sia ripreso da altre strutture e che la sempre più evidente influenza benefica dei cani faccia comprendere che ogni abbandono è un delitto.

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