PNRR

  • L’Italia chiede una revisione mirata del suo piano per la ripresa

    L’Italia ha presentato alla Commissione una richiesta di revisione mirata del proprio piano per la ripresa e la resilienza. Le modifiche proposte sono di natura tecnica e fanno seguito alla revisione completa del piano adottata dal Consiglio l’8 dicembre 2023.

    Il piano italiano per la ripresa e la resilienza ha una dotazione totale di 194,4 miliardi di euro, di cui 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Il piano prevede 66 riforme e 150 investimenti. Ad oggi la Commissione ha erogato oltre il 50% dei fondi assegnati all’Italia nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, vale a dire oltre 102 miliardi di euro.

  • PNRR ed il “nonsense” delle riforme

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Prof. Francesco Pontelli

    Una riforma viene indicata come un “qualsiasi provvedimento che sostenga o realizzi il rinnovamento più o meno profondo di una condizione o situazione esistente per adeguarle a nuove e diverse esigenze”.

    In questa breve definizione emerge evidente come la funzione di una riforma dovrebbe essere quella di rispondere a “nuove e diverse esigenze” le quali ovviamente dovrebbero, per una semplice consecutio logica, nascere dalla comprensione di un sentiment dei cittadini amministrati.

    Gli stessi tentativi di riforma verso una maggiore autonomia delle regioni partono da un logico presupposto, individuabile nella possibilità di rendere possibile, proprio attraverso la riforma, offrire un miglior servizio ai cittadini in virtù di una maggiore autonomia amministrativa.

    Viceversa, una delle condizioni fondamentali introdotta come clausola finalizzata all’ottenimento delle diverse tranche del PNRR era rappresentata dal l’imposizione ed introduzioni di nuove “riforme” da applicare in diversi campi di interesse istituzionale ed amministrativo.

    Il governo Draghi infatti, ha varato la cosiddetta riforma della Giustizia Cartabia la quale di fatto ha tolto la procedibilità d’ufficio per i reati fino a 5 anni la cui istruzione può avvenire solo con presentazione di querela di parte. In questo modo si è annullato un principio fondamentale il cui obiettivo fondamentale era quello di tutelare le vittime di reati cosiddetti minori.

    Contemporaneamente lo stesso governo Draghi ha accettato la sospensione del mercato tutelato dell’energia il quale esercita una importante funzione fornendo una minima tutela a famiglie e piccole imprese, specialmente in un periodo di forte fluttuazione dei costi energetici dopo l’impennata post pandemica.

    Emerge evidente come nello storytelling istituzionale legato alla disponibilità dei fondi PNR il termine “riforme” sia stato impropriamente utilizzato, in quanto, come dice la stessa definizione, non sono state pensate ed introdotte per rispondere alle diverse e nuove esigenze dei cittadini.

    Piuttosto, invece, di riforme siamo di fronte a delle vere e proprie clausole vessatorie, le quali evidenziano  la volontà europea di ridurre progressivamente il potere e la forza del nostro paese anche attraverso una continua azione di impoverimento complessivo.

    Solo così è possibile spiegare l’alleanza tra Unione Europea e governi italiani, facendo ricadere i nuovi costi strutturali sulla cittadinanza alla quale vengono tolti progressivamente tutele sia in campo giuridico che energetico.

  • Forte sostegno pubblico all’euro e al PNRR

    Secondo l’ultima indagine Eurobarometro della Commissione europea il sostegno pubblico all’euro rimane molto forte. L’indagine rileva che il 77% degli intervistati ritiene che avere l’euro sia positivo per l’UE e il 69% ritiene che lo sia per il proprio Paese.

    I risultati mostrano inoltre un elevato sostegno al dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento al centro di NextGenerationEU. Il 75% degli intervistati è favorevole all’idea di un piano di ripresa che assista tutti gli Stati membri, a condizione di realizzare investimenti e riforme verdi, digitali e sociali.

    I risultati mostrano anche un forte sostegno a SURE, lo strumento da 100 miliardi di € che mira a proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla pandemia di COVID-19. La stragrande maggioranza degli intervistati (80%) ritiene che in tale contesto sia stato opportuno concedere prestiti dell’UE agli Stati membri che volessero preservare i rispettivi livelli di occupazione.

    L’indagine ha inoltre analizzato il punto di vista dei cittadini su alcune questioni relative alle monete e alle banconote in euro, rilevando che il 64% degli intervistati è favorevole all’abolizione delle monete in euro da 1 e 2 centesimi; il livello di consenso è elevato e stabile, con maggioranze assolute in tutti i Paesi della zona euro.

    Tra il 3 e l’11 ottobre 2022 l’indagine Eurobarometro ha coinvolto circa 17.800 intervistati provenienti dai 19 Stati membri della zona euro al fine di misurare la percezione pubblica del sostegno finanziario fornito dall’UE agli Stati membri per superare la crisi COVID-19.

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