Politica

  • Una corretta informazione

    In Ucraina è morta, dilaniata da un missile russo a Kramatorsk, la scrittrice Victoria Amelina, una voce importante di quella cultura che non si vende e non si arrende ed infatti, dall’inizio della tragica guerra voluta da Putin, Amelina è sempre stata in prima fila a raccontare la verità.

    In Cecenia la giornalista Yelena Milashina di Novaya Gazeta ed il suo avvocato sono stati selvaggiamente picchiati, a lei, oltre alle botte che le hanno rotto le dita e sfondato il cranio, è stata anche rasata la testa e poi è stata cosparsa di vernice.

    Molte sono le voci libere dell’informazione che hanno perso la vita nella guerra voluta dal criminale progetto dello zar russo ed anche in altre zone di conflitto i corrispondenti di guerra hanno pagato un caro prezzo per informare, documentare, non lasciare che tanti crimini rimanessero sotto silenzio.

    A questo giornalismo, a tutte le persone di cultura che hanno dato, con sprezzo del pericolo e sacrificio personale, il loro contributo ad una informazione altrimenti negata il nostro riconoscimento e la nostra riconoscenza.

    In questo drammatico contesto riesce difficile appassionarci ai cambi di testata di alcuni autorevoli rappresentanti dell’informazione Rai e facciamo fatica a comprendere come tante parole, non solo sulla carta stampata, siano dedicate alla scelta di Bianca Berlinguer di firmare un contratto con Mediaset, con la televisione commerciale che tanto spesso è stata denigrata proprio da quella sinistra alla quale la giornalista guarda con simpatia.

    Ognuno ha le sue buone ragioni e le scelte devono essere libere, ciò non toglie che ci sembra più che mai attuale il “tanto rumore per nulla”.

    Vorremmo invece un po’ più di rumore, di critica, di presa di distanza da pericolose affermazioni come quelle di Conte che, proprio mentre in Francia assistiamo a manifestazioni di estrema e pericolosa violenza, parla di “incendio sociale” programmato dal governo. Se poi teniamo conto che solo pochi giorni fa Grillo aveva arringato la folla invitando ad andare in piazza incappucciati è facile capire che la politica del tanto peggio tanto meglio può portare, in un attimo, a situazioni ingestibili.

    Certo invitare a coordinare le parole col cervello sarebbe utile se potessimo presupporre che il cervello non conosceva, neppure in questi casi, le conseguenze delle parole ma non è questa la fattispecie.

    Chi vede la politica come uno strumento per preservare od aumentare il proprio consenso e potere non ha tempo per pensare al bene pubblico così come chi vede nel giornalismo un mestiere come un altro, e non una missione per una corretta ed imparziale informazione, pensa solo a quanto potrà guadagnare in immagine, e non solo.

  • Ricordando il Presidente Berlusconi

    Osanna e critiche, amici veri, pochi, e persone variamente interessate, troppe, critici onesti e altri ammalati di rabbia od invidia, alleati veri o presunti, più o meno tutti seguiranno l’ultimo viaggio di Silvio Berlusconi, l’uomo che ha segnato la nostra Storia recente con colpi di genio e lungimiranza ed errori di comprensione di alcune realtà, con capacità di visione del futuro, aziendale e politico, e poi incapacità di distinguere spesso tra chi era leale e chi interessato.

    Berlusconi politico, imprenditore, sportivo, genitore, figlio, uomo di spettacolo, bersaglio, a volte incolpevole, sicuro di sé ma forse più fragile dentro di quanto si pensasse in quel suo costante desiderio di piacere, di essere amato, anche al prezzo di troppe volte pagare l’amore.

    Sicuramente un uomo che non si arrendeva e che ha saputo trasmettere a milioni di italiani un sogno, un sogno che ad alcuni è costato molto, come la distruzione di Alleanza Nazionale, colpa che certamente non è da ascrivere solo alla sua responsabilità.

    I funerali saranno imponenti mischiando insieme chi deve esserci e chi vuole esserci per salutarlo con affetto sincero, ma è un po’ così in tutti i funerali, anche in quelli delle persone semplici perché la morte ci rende comunque liberi ed uguali.

    La pace sia con Lei e con coloro che le hanno voluto bene.

  • Per fermare la violenza crescente non basta aumentare il numero di agenti

    L’elenco delle violenze che, ogni giorno ed ogni notte, si perpetrano in Italia è ormai veramente troppo lungo per poter continuare ad accettare il silenzio della politica. Non basta infatti la visita di un ministro o un aumento, certamente necessario ed urgente, delle forze di sicurezza che devono presidiare il territorio a risolvere l’incancrenito e dilagante problema.

    Le violenze sono per strada, stupri o rapine, nei locali, nei giardini e in famiglia dove i femminicidi non si fermano e spesso sono i figli a rimanere uccisi dal padre mentre difendono la madre e sempre e comunque rimangono traumatizzati a vita.

    La politica non comprende di avere avuto e di avere molte responsabilità per i toni eccessivamente accesi troppo spesso usati contro gli avversari, per non aver saputo intervenire con programmi scolastici che insegnassero la convivenza ed il rispetto, per aver lasciato per anni migliaia di giovani, non solo extracomunitari, senza aspettative di vita, per aver ignorato che una società basata sull’apparenza, sul possesso di beni spesso inutili ma simbolo di status, diventa una società di diseguaglianze sempre più marcate, per aver parlato solo di diritti e mai di doveri, anche per i propri rappresentanti.

    Leggi disattese o comunque troppo lente per poter effettivamente prevenire delitti di sangue, carceri che diventano università del crimine in spazi inumani, tribunali che lavorano con lentezze da lumaca, giustizia che in troppi casi non è sufficientemente applicata nei tempi necessari, personale di sicurezza, carabinieri o polizia, demotivato e con la quasi certezza che agli arresti segue la messa in libertà del fermato sono alcuni dei tanti altri problemi in attesa di soluzione.

    Potremmo continuare a lungo ma ciascuno di noi legge i giornali ed ascolta la televisione e sa bene che non basterà più rinchiudersi nel proprio privato per sfuggire alle violenze che ci circondano e che ogni ora, del giorno e della notte, possono essere messi a rischio se va bene gli averi e se no la vita di ognuno.

    L’attuale governo ha ereditato i silenzi e gli errori dei governi precedenti, la politica è stata troppo attenta a perseguire gli interessi di parte, le logiche di partito, per accorgersi del declino sempre più veloce della società ma ciò non toglie che questo governo ha il compito di agire e di agire subito su molti fronti, di intervenire in modo ampio ed organico ben prima di pensare all’autonomia differenziata o ad altre riforme che possono anche aspettare ancora qualche mese.

    Senza una nuova politica per le carceri, uno snellimento della giustizia, lo smantellamento dei ghetti per extracomunitari, un piano case popolari, un insegnamento specifico, in ogni grado di studi, fin dalle elementari, coinvolgendo i genitori, una diversa gestione dei luoghi di divertimento, con garanzia di sicurezza e modifica degli orari di apertura, una maggiore qualificazione di tutti coloro che lavorano nella sicurezza e un potenziamento della loro presenza sul territorio, non si potrà cominciare il percorso che deve portare ad una società diversa, più giusta e più capace di prevenire le violenze.

    Certo la violenza ed il sopruso sono in aumento in ogni parte del mondo ma questa non può essere una giustificazione ma invece lo spunto per analizzare, capire e finalmente agire, partendo anche dall’uso sbagliato e sempre più pericoloso della rete, per migliorare la società, e cioè noi stessi, in Italia.

  • La resistenza “monetaria” dell’inflazione

    Marzo 2023: https://www.ilsole24ore.com/art/istat-rientro-inflazione-piu-del-previsto-AE6QJ53C

    Risulta incredibile come ci si possa ancora oggi stupire della resistenza del fenomeno inflattivo ad oltre un anno e mezzo dal sua primo palesarsi. Chissà se nella attuale analisi come in quelle precedenti si sia mai presa nella dovuta considerazione l’origine stessa dell’aumento dei prezzi in quanto questa “inaspettata” resistenza dello stesso fenomeno alle politiche monetarie restrittive varate tanto dalla Fed quanto dalla Bce (*) dipende ovviamente anche dalla sua Genesi.

    Febbraio 2022: https://www.ilpattosociale.it/attualita/le-due-diverse-genesi-inflattive/

    Ad oltre un anno da una imprescindibile ma omessa analisi dei principali organi finanziari ed istituzionali relativa alla stessa natura dell’inflazione si rileva, con malcelato stupore e disappunto per la sua resistenza espressa dagli organi sopracitati, l’ennesima conferma del senso di mancanza di visione di insieme della classe dirigente e politica italiana ed europea.

    (*) incapace di tarare la politica monetaria europea proprio in ragione della propria diversa genesi rispetto a quella statunitense

  • A botta calda

    A botta calda il risultato elettorale premia, giustamente, Giorgia Meloni per come ha saputo crescere politicamente portando avanti il suo partito ma anche aprendosi alla società e dimostra, non solo con le incredibili esternazioni di Berlusconi, che il pericolo maggiore per il governo sono proprio gli alleati di Fratelli d’Italia.

    Il meritato successo non deve distrarre i vincitori, e neppure i vinti, dall’analisi approfondita della sempre maggior disaffezione al voto di tanta parte degli italiani.

    Qualcuno può anche sostenere che lo stesso astensionismo si è verificato in altre democrazie ma in questo periodo storico, nel quale proprio il concetto di democrazia è messo in discussione dai vari presidenti dittatori che governano in troppi paesi, è necessario che chi governa e chi è all’opposizione analizzi e comprenda come l’astensionismo, nato dalla mancanza di credibilità dei partiti, sia un grave pericolo in e per l’Italia.

    Salvini può anche dirsi soddisfatto di aver preso più o meno il 16% ma è il 16% del misero 41% che è andato a votare!

    Se poi vogliamo parlare del peso dell’Italia in Europa le dichiarazioni di Berlusconi non incoraggiano certo le istituzioni europee a fidarsi del nostro Paese nonostante i lodevoli sforzi della Presidente del Consiglio.

    Finita la conta dei voti bisognerà cominciare a fare altri conti e nuove riflessioni.

  • Il ricordo di Carlo Borsani

    Carlo Borsani ci ha lasciato domenica mattina.

    Ora molte notizie d’agenzia e molti media lo ricorderanno, molti di quegli stessi che in questi anni quando si è parlato di scandali, veri o presunti, legati alla sanità lombarda si sono ben guardati dal ricordare che Borsani, assessore regionale per 10 anni e padre di una riforma sanitaria che aveva posto la Lombardia davanti a tutte le regioni italiane, non è mai stato sfiorato da uno scandalo.

    Un politico galantuomo che ha svolto il suo lavoro, prima in Consiglio comunale a Milano e poi in Regione Lombardia con onestà intellettuale e con un profondo impegno per tutti, non solo per la forza politica che rappresentava.

    Nascondeva sotto l’ironia sofferenze antiche, dall’omicidio del padre prima della sua nascita, alle falsità che per molto tempo hanno ammantato la infame vicenda, dalle incomprensioni, che spesso incontrava anche nella sua parte politica e negli alleati di governo, alla lunga malattia della moglie.

    Carlo Borsani era senza menzogne, senza schermi, furbizie, era com’era, prendere o lasciare.

    Cosi la politica, che avrebbe avuto ancora bisogno di persone come lui, a conti fatti ha preferito accantonarlo mentre Carlo non ha voluto entrare di forza dove gli sarebbe spettato essere di diritto, anche perchè tanto era cambiato in un mondo che sentiva non essere più in sintonia con molti dei suoi ideali.

    Periodicamente puntualizzava, scriveva, non lasciava che nuove menzogne infiltrassero la verità perchè Carlo era di quelli che non si arrendono mai.

    Tanta gente dimentica, tanti ricordano quello che fa comodo, gli amici, coloro che con lui hanno condiviso tante difficoltà e speranze, lo avranno invece sempre presente, nel cuore e nella mente.

  • 41 bis per tutti per garantire i cittadini e rendere giustizia alle vittime

    Inutile che una parte del personale politico si impanchi in più o meno pretestuose polemiche, la verità incontrovertibile è che lo Stato, per garantire i cittadini e rendere giustizia alle troppe vittime, non può che applicare il 41 bis per tutti i crimini per i quali è contemplato.

    Tutto il resto è ininfluente.

  • Dalla comunicazione alla…

    All’interno di una civiltà globale la comunicazione diventa un elemento importante e determinante per la sua stessa definizione. Si parla, infatti, di “infocrazia” come di una evoluzione (assolutamente imperfetta) degli asset democratici espressi dalle diverse “civiltà” contemporanee.

    In questo contesto, allora, anche la stessa comunicazione istituzionale rappresenta un fattore fondamentale nel mantenimento di un rapporto tra le istituzioni ed i cittadini quanto nella sua evoluzione.

    L’obiettivo principale dovrebbe essere rappresentato dal fornire all’utenza dei riferimenti precisi e verificabili, tanto nella tutela dei propri diritti quanto nella trasparenza delle linee guida politiche, economiche e sociali delle istituzioni stesse.

    Ovviamente, i canali utilizzati quanto le occasioni scelte per rafforzare la comunicazione istituzionale rappresentano essi stessi delle forme di rispetto e sensibilità tali da comprometterne lo stesso contenuto informativo proposto. Quando, infatti, si utilizza un evento di natura assolutamente lontano dal contesto politico per riaffermare la posizione del governo all’interno di un confronto importante per l’intera cittadinanza italiana, si passa inevitabilmente dalla comunicazione alla banale “propaganda” governativa, espressione della peggiore deriva ideologica massimalista.

    Oggi, ma il problema nasce molto prima, utilizzare un Festival per “propagandare” e quindi giustificare le posizioni governative (nazionali quanto europee) rappresenta la conferma di una regressione culturale senza precedenti.

    Un altro passo nella direzione contraria rispetto ad una qualsiasi evoluzione di un sistema democratico e liberale.

  • La notte porta consiglio

    I vecchi dicevano: la notte porta consiglio ed in effetti ora i neuroscienziati ci confermano che durante il sonno i pensieri si ristrutturano e al risveglio la visione dei problemi diventa più chiara e spesso con soluzioni diverse rispetto a quelle che avevamo individuato il giorno prima, trovate magari arrovellandoci per ore.

    Anche quando dormiamo le onde cerebrali funzionano elaborando, nel sonno, quanto abbiamo appreso durante il giorno.

    Da qui il nostro suggerimento ai tanti che dichiarano, urbi et orbi (orbi non significa poco vedenti), di prendersi un po’ di tempo, una notte almeno, prima di rendere pubbliche le proprie decisioni politiche e non solo. Lasciamo che la notte porti consiglio così, magari, si eviteranno errori che possono avere gravi conseguenze, per se stessi e per gli altri.

  • Adesso basta

    C’è un limite a tutto, anche alla pazienza dei più pazienti e questo limite è stata decisamente superato da una parte “sinistra” dei partiti d’opposizione contestando il ricordo della nascita del Msi fatto da Isabella Rauti, Ignazio La Russa ed altri.

    Solo degli uomini piccoli, i quaquaraquà, possono ancora oggi sostenere che un partito che dalla sua nascita è stato presente nelle istituzioni italiane e poi europee non sia stato un partito democratico.

    Non sono bastati i morti ed i feriti che l’Msi ha purtroppo annoverato tra i suoi iscritti e simpatizzanti né i voti favorevoli all’Europa, mentre il Pci votava contro, non è bastato che sia stato l’unico partito uscito indenne da Mani Pulite e Tangentopoli. A distanza di anni dalla chiusura di un movimento che ha contribuito alla crescita politica dell’Italia, continuano le calunnie e le mistificazioni di troppi che parlano di democrazia mentre nei fatti la calpestano anche con leggi elettorali che espropriano gli elettori dal loro diritto di scelta.

    Il Movimento Sociale Italiano diventa troppe volte il pretesto per attaccare Fratelli d’Italia in un gioco sporco che, fortunatamente, non trova sponda nelle persone, negli elettori, un gioco sporco che si ritorce contro chi lo ha iniziato e continua a giocarlo.

    Le radici profonde non muoiono e danno vita a nuove realtà, le radici del male, del comunismo sovietico hanno dato vita a Putin ed alla sua vigliacca e crudele guerra, le radici del Msi hanno contribuito a dar vita al pensiero di quegli italiani, a partire da Fratelli d’Italia, che sono a fianco dell’Ucraina, con l’Europa e il mondo civile, per far vincere la libertà, l’integrità nazionale, il diritto internazionale, la giustizia.

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