povertà

  • Coldiretti censisce 2,6 milioni italiani che mendicano aiuti alimentari

    In Italia ci sono 2,6 milioni di persone che chiedono aiuto per mangiare, facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari: lo indica l’analisi della Coldiretti su dati del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead), diffusa nella Giornata dell’alimentazione.

    L’analisi indica che le associazioni benefiche hanno aiutato in particolare 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili. “Fra i nuovi poveri – rileva la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia e dalla crisi energetica”. La maggior parte di chi ricorre agli aiuti, lo fa attraverso la consegna dei pacchi alimentari.

    La Coldiretti osserva inoltre che, grazie all’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica sono stati raccolti oltre 6 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi.

    Nel mondo, prosegue la nota, l’agenzia delle Nazioni Unite World Food Programme (Wfp) stima che nei primi mesi del 2022 le persone gravemente affamate nel mondo sia aumentato da 282 milioni a 345 milioni. “Per sostenere i redditi degli agricoltori, soprattutto nelle zone più povere del pianeta dove sono più vulnerabili, e garantire gli approvvigionamenti alimentari – osserva l’organizzazione agricola – è nata la prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market. promossa da Coldiretti e Campagna Amica”. Supportata dalla Fao, “la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo, con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori”.

  • Dove abbiamo sbagliato?

    Con una delle maggiori spese pubbliche delle economie occidentali in rapporto al Pil si dovrebbe assicurare un minimo e decente benessere anche per chi vive ai margini della società “digitale” (non ha alcuna importanza se per disgrazia, per scelta o colpa propria). Ci ritroviamo, invece, ogni sera, in questa situazione in cui nella città della moda, Milano, i manichini rimangono al riparo dalle intemperie ed al caldo mentre delle persone trovano un giaciglio al freddo, sole ed abbandonate.

    Emerge evidente come la semplice e vergognosa gestione di queste immense risorse finanziarie rese disponibili tanto allo Stato quanto agli enti locali attraverso una pressione fiscale insopportabile non sia stata finalizzata al miglioramento della vita dei cittadini che in trent’anni addirittura hanno perso oltre il 3.7 % del reddito disponibile, a fronte di una crescita del 34,7% in Germania e di oltre il 24% in Francia.

    In più i nuovi e vecchi poveri affollano sempre più i sottoportici delle principali città italiane a testimonianza di come le risorse della spesa pubblica non abbiano raggiunto l’obiettivo minimo, cioè la loro redistribuzione, ma neppure assicurato un minimo livello di decenza umana anche per chi non ha nulla.

    Queste scene sono di rigore nelle grandi città statunitensi e rappresentano l’altra faccia di un’economia liberista priva di ammortizzatori sociali per la bassa disponibilità di risorse pubbliche, espressione di una visione politica finalizzata ad assicurare una pressione fiscale del 21% ed indirizzata verso un 13,5%.

    Una situazione altrettanto disastrosa non può venire, al contrario, accettata in un paese con una pressione fiscale di oltre il 42,8% con il total tax rate che indica 59,1%.

    Quando le risorse pubbliche vengono sprecate come ormai risulta evidente allora i “gestori” politici ed amministrativi dovrebbero venire allontanati per manifesta incapacità.

  • Senza casa: quanti sono e come aiutarli?

    In un recente articolo, sul settimanale Sette, Mario Volpe scrive del documentario Lead me home nel quale Job Shenk e Pedro Kos, attraverso storie vere, raccontano la tragedia di più di 500.000 americani che passano la loro vita senza avere una casa. Persone che vivono per strada, persone cadute in fondo per colpa delle più disparate situazioni e vicende, dalla tossicodipendenza all’infermità mentale, dalla perdita del lavoro a problemi famigliari. A tutto questo numero spaventosamente alto di emarginati la sanità americana non dà ancora oggi risposte, troppo alti i costi, troppo ingiusto un sistema che se non hai un’assicurazione non ti cura e che comunque ti abbandona quando le cure diventano troppo lunghe od onerose rispetto a quanto si è pagato. Anche le persone portatrici di handicap si trovano troppo spesso abbandonate a se stesse ed ai costi spropositati degli ospedali e delle cure sanitarie si aggiungono i prezzi troppo alti anche le più umili abitazioni. La corsa al nuovo porta ad abbattere catapecchie, rifugi, case obsolete per costruire quartieri moderni nei quali non c’è più spazio, possibilità di accoglienza per i più poveri. Per comprendere una parte di questo dramma che si ripropone di anno in anno basta ricordare come l’anno scorso, in piena pandemia, centinaia di emarginati furono radunati in un immenso parcheggio e lasciati lì per molto tempo, abbandonati sull’asfalto con le loro coperte sporche e le loro speranze perdute. Noi in Italia abbiamo una sanità che si occupa anche dei più poveri ma ormai sempre più spesso vediamo persone che vivono per strada e, nonostante l’aiuto ed il lavoro delle associazioni di volontariato, la loro vita è continuamente a rischio, specie nei mesi più freddi e in certe zone. La nostra è una democrazia molto più avanti di quella statunitense ma bisogna fare ancora molti passi avanti per impedire ingiustizia ed indifferenza e vorremmo che tra i compiti dei sindaci ci fosse anche quello di provvedere meglio alle persone senza casa e di rendere noto ai propri concittadini, di mese in mese, qual è il numero di persone che vive per strada e come si può dar loro una mano.

  • North Korea: Vulnerable at risk of starvation, UN expert says

    Vulnerable children and elderly people in North Korea are at risk of starvation, a UN expert has said.

    The UN’s special rapporteur on human rights in the country blamed international sanctions and a Covid blockade for worsening food shortages.

    As a result, North Koreans are struggling daily to “live a life of dignity” Tomas Ojea Quintana said.

    He called for the sanctions – imposed over North Korea’s nuclear programmes – to be lifted to prevent a crisis.

    North Korea is thought to be in dire economic straits.

    It closed its borders to contain the spread of Covid-19. Trade with China has plummeted as a result. North Korea relies on China for food, fertiliser and fuel.

    This week, leader Kim Jong-un admitted the country was facing a “grim situation”, the state news agency reported.

    There have been reports that food prices had spiked, with NK News reporting in June that a kilogram of bananas costs $45 (£32).

    In his latest report, Mr Quintana said the UN Security Council should look at easing the international sanctions and allow “humanitarian and life-saving assistance”.

    The US under President Joe Biden has repeatedly said it is willing to talk to North Korea, but has demanded Pyongyang give up nuclear weapons before sanctions can be eased. North Korea has so far refused.

    Earlier this week, Mr Kim blamed the US for stoking tensions, saying it needs to continue developing weapons for self-defence.

    Despite its economic woes, North Korea has continued to build its weapons and missile arsenals.

    It has recently tested what it claims to be new hypersonic and anti-aircraft missiles.

  • Vaccini: un aiuto ai più deboli arriva dalla elemosineria apostolica

    Per dare concretezza ai diversi appelli di Papa Francesco perché nessuno venga escluso dalla campagna vaccinale anti Covid-19, l’Elemosineria Apostolica si rende nuovamente prossima alle persone più fragili e vulnerabili. Nell’imminenza della Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore, e precisamente durante la Settimana Santa, altre dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, acquistate dalla Santa Sede e offerte dall’Ospedale Lazzaro Spallanzani, tramite la Commissione Vaticana Covid-19, saranno destinate alla vaccinazione di 1200 persone tra le più povere ed emarginate, e che sono per la loro condizione le più esposte al virus.

    Inoltre, per continuare a condividere il miracolo della carità verso i fratelli più vulnerabili, e dare loro la possibilità di accedere a questo diritto, sarà possibile effettuare una donazione on-line per un “vaccino sospeso”, sul conto della carità del Santo Padre gestito dalla Elemosineria Apostolica (www.elemosineria.va).

    Nel Messaggio per la Solennità del Natale del Signore 2020, Papa Francesco ha rivolto un accorato appello: “Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!”. “Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca”.

    Sul ricorso al vaccino, inoltre, il Pontefice ha incoraggiato più volte le persone a vaccinarsi, perché è un modo di esercitare la responsabilità verso il prossimo e il benessere collettivo, ribadendo con forza che tutti devono avere accesso al vaccino, senza che nessuno sia escluso a causa della povertà.

    Nel mese di gennaio scorso, quando è iniziata in Vaticano la campagna vaccinale anti Covid-19, Papa Francesco ha voluto che tra le prime persone vaccinate ci fossero oltre venticinque poveri, in gran parte senza fissa dimora, che vivono intorno a San Pietro e che quotidianamente vengono assistiti e accolti dalle strutture di assistenza e residenza dell’Elemosineria Apostolica.

    La vaccinazione dei poveri nel corso della Settimana Santa avverrà nella struttura appositamente adibita all’interno dell’Aula Paolo VI in Vaticano, e sarà usato lo stesso vaccino somministrato al Pontefice e ai dipendenti della Santa Sede. I medici e gli operatori sanitari impiegati saranno i volontari che operano stabilmente nell’Ambulatorio “Madre di Misericordia”, situato sotto il colonnato del Bernini, i dipendenti della Direzione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e i volontari dell’Istituto di Medicina Solidale e dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani.

    Si può inviare una donazione con le seguenti modalità:

    Bonifico su Conto Corrente Bancario:

    BENEFICIARIO DEL CONTO: Elemosineria Apostolica
    BANCA: Istituto per le Opere di Religione
    Città del Vaticano
    BIC/SWIFT: IOPRVAVX
    IBAN: VA54001000000017267005

    Online con Carta di Credito:
    (da 10 a 2000 €)

    Fonte: Comunicato Elemosineria Apostolica

  • UN chief warns of Yemen ‘death sentence’ as donor pledges fall short

    UN Secretary-General Antonio Guterres on Monday expressed his disappointment that a virtual pledging event has failed to raise sufficient funds to avert a large-scale “man-made” famine in Yemen, urging donors to reconsider their stance.

    “Millions of Yemeni children, women and men desperately need aid to live,” Guterres said in a statement, adding that “cutting aid is a death sentence.”

    While the UN chief was hoping to raise some $3.85 billion, the pledging event that was co-hosted by the United Nations, Sweden and Switzerland, fell short of the $1.9 billion needed to avert famine, as it only gathered $1.67 billion in pledges.

    “The best that can be said about today is that it represents a down payment,” Guterres said.

    According to the UN aid chief Mark Lowcock, 16 million Yemenis, meaning more than half the population of the Arabian Peninsula country, are going hungry, while of those, 5 million are on the brink of famine, – “the worst the world will have seen for decades”, as characterized by Lowcock.

    For much of its food, the war-torn country is heavily relied on imports that have been badly disrupted over the years by all warring parties. UN data have shown that almost 80% of Yemenis are in dire need of help, with 400,000 children under the age of five severely malnourished.

    The coronavirus pandemic comes on top of the prolonged conflict which has plunged Yemen into the world’s largest humanitarian crisis. In a bid to find a solution, the UN are trying to revive peace talks between warring parties, while the new US administration under President Joe Biden has set Yemen as a priority.

  • Disabili in Europa a rischio povertà o esclusione sociale

    Un sondaggio pubblicato l’8 febbraio da Eurostat ha messo in evidenza la situazione precaria dei disabili in Europa.

    Nel 2019 il 28,4% della popolazione europea con disabilità e di età superiore ai 16 anni era a rischio povertà o esclusione sociale. Sebbene vi fossero significative differenze percentuali fra i vari Stati membri, il sondaggio conferma che i disabili, in tutti i Paesi, rappresentano la categoria di persone più esposte al disagio sociale di qualsiasi altra categoria.

    In cima alle statistiche la Bulgaria con il 50,7% di persone disabili a rischio povertà, seguita dalla Lettonia (42.1%) e dall’Irlanda (37,8%). I Paesi con le percentuali meno alte vanno dalla Slovacchia (19.,2%) alla Francia (22,9%). L’Italia si situa al 29%.

    Sono circa 87 milioni le persone in Europa che vivono una qualche forma di disabilità e più della metà, oltre al rischio maggiore di povertà ed esclusione sociale, si sente discriminata.

  • US poverty drops to 18-year lows

    The US poverty rate is the lowest it has been since 2001 and middle-class income has hit a historical high, the Census Bureau reported on Tuesday.

    In 2018 11,8% of Americans lived under the poverty line, compared to 11,7% in 2001. Furthermore, the median US income in 2018 was $63,000, which means half the population made more than that and half less.

    This boost in US incomes has come from record levels of employment, often adding a second wage in households. Numbers suggest that household income has just modestly surpassed that of 2007, more than a decade after the beginning of the depression.

    But from 2017 to 2018 the United States added two million people to the ranks of the uninsured. That is the first rise in the uninsured population since President’s Obama’s 2010 Affordable Care Act, bringing the total to 27.5 million uninsured Americans.

    The uninsured rate rose to 8.5%, which is still approximately half the rate of 2010 (16,5%). From 2011 to 2017, an average of 400,000 Americans gained access to health insurance cover, each year.

    In an electoral year, the hike in the number of the uninsured adds to the general climate of political polarization. Republicans can make the case that Obamacare was always flawed and its influence is waning, while Democrats can argue that defunding and dismantling the plan is adversely affecting the state of public health.

    Republicans have argued that the Affordable Care Act (ACA) has caused insurance premiums to surge, pushing people off the market, unless they qualify for federal subsidies. Democrats have argued that major tax cuts for higher incomes adopted by a Republican Congress at the end of 2017 eliminated the financial penalty for those who fail to take health insurance, removing the motivation for low-pay employees to be insured.

  • Siamo terremotati, non accettiamo di diventare mantenuti

    I terremotati d’Abruzzo, Lazio e Marche sono ancora, nella maggioranza, senza casa; chi ha avuto le casette di legno, pochissime nonostante le promesse, vede la muffa dilagare, gran parte delle macerie non è stata rimossa e la ricostruzione è di la da venire…

    Nel frattempo altre calamità si sono abbattute sul nostro Paese, a Genova ancora attendono risposte e il nuovo sisma in Sicilia ripropone problemi antichi insieme ai nuovi. Anche per le calamita minori non vi è stata risposta, nel piacentino si attendono gli indennizzi per l’alluvione del 2015, sono passati più di milleduecento giorni. 

    Quanti cantieri il governo avrebbe potuto aprire, quante persone avrebbero trovato lavoro, quante altre avrebbero potuto tornare ad una vita normale se invece di trastullarsi con Twitter e selfie ,con proclami disattesi, con minacce all’Europa il premier e soprattutto i vicepremier avessero dedicato tutta la loro attenzione a questi problemi?

    Governare non è impegnarsi per procacciare voti al proprio partito ma agire  con sollecitudine nell’interesse dell’intero Paese e prima di tutto di coloro che hanno subito vere e proprie tragedie che hanno stravolto, forse per sempre, la loro vita. Il Papa ha giustamente ricordato che è meglio essere laici e fare ogni giorno il bene del prossimo con empatia ed umiltà che andare ogni giorno in chiesa e poi ignorare i bisogni di chi ci sta intorno. Inutile annunciare una lotta alla povertà  quando non si è in grado neppure di provvedere ai più elementari bisogni di chi ha perduto tutto per terremoti, alluvioni o catastrofi dovute all’incuria di chi doveva vigilare. Incuria di chi governa il Paese, le regioni, di chi ha la gestione delle opere pubbliche e del territorio, di chi dovrebbe stare negli uffici a leggere i dossier per poi intervenire di conseguenza e invece si dedica a piccoli comizi spot a beneficio solo della sua parte politica. 

    Mettiamoci il cuore in pace fino alle elezioni europee gli unici provvedimenti che vedremo sono quelli che serviranno ad avere titoli sui giornali e poi ricomincerà una nuova lunga campagna elettorale mentre il Paese rimarrà privo di un programma. Come abbiamo scritto su Il Patto Sociale e come ha riportato il Corriere della Sera il 4 gennaio la priorità per gli italiani è il lavoro, lavorare per mantenersi senza caritatevoli e pelosi redditi di cittadinanza, lavorare per avere dignità e valore, peso verso chi ci governa, lavorare per crescere insieme al nostro Paese, patria, nazione, comunità di persone. Lavorare per non sentirsi sudditi ma cittadini. E se quanto capiscono in tanti non lo capisce il governo nasce il sospetto che ci sia una volontà specifica dietro l’apparente incapacità di fare le cose più semplici per far ripartire il lavoro e cioè proprio la volontà di volerci trasformare in sudditi e postulanti.

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