Bene il decreto del governo per contenere il dilagare del crimine specie nelle fasce più giovani della popolazione e bene la legge per aiutare le donne e prevenire violenze ed uccisioni
Sono iniziative necessarie proprio per contenere ma ora è il momento di una radicale azione di prevenzione che deve vedere coinvolta la scuola, fin dalle primarie, la famiglia e tutte le istituzioni pubbliche, le varie rappresentanze della società civile a partire dai media.
Insegnare il rispetto dell’altro, essere umano o animale, il rispetto di quanto ci circonda, che è un bene di tutti, insegnare il valore dei sentimenti, il dovere comune di osservare le leggi e le regole, ritornare, insieme ai nostri studenti e ai nostri figli, a provare empatia ed emozioni che nascano dal sentirsi in sintonia con gli altri, insegnare ad avere coraggio, a denunciare il male, ad essere sicuri di se senza sentire la necessità, per essere parte di qualche gruppo, di impasticcarsi, di bere smodatamente, di dimostrare con violenza la propria presunta superiorità
La scuola, certo, ma non può mancare la famiglia e troppe situazioni di grande disagio, economico, culturale, sociale, dimostrano l’urgenza di creare reti di supporto e politiche ad hoc che impediscano realtà disagiate, spesso al limite dell’illegalità e della disperazione.
La nostra società, negli ultimi decenni, pur facendo un balzo in avanti per le conquiste scientifiche e tecnologiche ha fatto troppi passi indietro e al benessere di alcune categorie corrisponde il grave disagio di altre come dimostrano le troppe persone emarginate e quelle che vivono in strada.
Una società che corre troppo rispetto ai tempi di adattamento dell’essere umano e che perciò crea insicurezze, paura di non farcela, rifiuto di quella competizione, che per alcuni è l’unica leva per vivere pensando a maggiore denaro o potere, ha portato all’aumento di chi usa stupefacenti per essere più competitivo o per rifugiarsi nel limbo della deresponsabilità, di chi, fin da giovanissimo, abusa di alcool e di sostanze, di chi pensa di avere solo diritti senza alcun dovere.
La scuola dovrebbe insegnare a non abusare di sostanze che impediscono la piena consapevolezza di se, che donne ed uomini sono veramente forti quando sanno affrontare le difficoltà, quando sanno che l’attenzione verso gli altri, il rispetto delle leggi, non è una diminuzione ma un accrescimento della propria personalità.
Lo stesso messaggio dovrebbe arrivare dagli strumenti di comunicazione che, troppo spesso, magari anche inconsapevolmente, fanno sembrare il delitto, la brutalità, il sopruso come azioni normali e comunque non controllabili, sempre la scuola dovrebbe, in questo era super tecnologica, insegnare a decodificare i messaggi della Rete.
I dati parlano chiaro: nei più giovani l’uso di sostanze ed alcool favorisce la creazioni di bande che li portano ad atti estremi, a causare incidenti mortali sulle strade, alle violenze e gli stupri contro le ragazze, ad atti di bullismo, all’incapacità di comprendere la differenza tra quello che vedono in Rete, la cosiddetta realtà virtuale, dalla realtà reale, dal sangue e dal dolore vero.
Non sarà semplice ma senza mirati interventi che blocchino nella Rete i messaggi fortemente negativi e pericolosi, specie per i più giovani, dalla pornografia a quelli che inducono al suicidio o a giochi tragici, come le corse in auto contromano, le gare con i treni e via discorrendo, non ci sarà il ritorno ad una capacità di vita consapevole
Ai più piccoli l’uso, fin dalla più tenera età, di cellulari di ultima generazione porta ad una totale libertà di guardare qualunque cosa trasmessa dalla Rete e di apprendere non dall’educazione famigliare e scolastica ma proprio dalla Rete che diventa un autentico sistema di manipolazione.
Come in tutti i processi di crescita autorità, educatori, famigliari dovrebbero tornare a comprendere che vi è un età diversa per esperienze diverse e, di conseguenza, che ai più giovani non possono essere forniti, senza regole e controlli, strumenti che da utili diventano invece gravemente lesivi della loro crescita culturale, sociale ed umana.
I problemi connessi alla Rete, e che la hanno trasformato, in troppe occasioni, da strumento per migliorare a strumento per distruggere se stessi e gli altri, avranno bisogno di iniziative ferme ed immediate ma anche di un coordinamento, inizialmente almeno all’interno dell’Unione Europea, per perseguire insieme provider e siti incriminati.
Dalla lotta al consumo di stupefacenti e di alcool passa anche una diversa normativa per gli orari di apertura e chiusura dei locali notturni che devono avere, come un tempo, orari più corrispondenti alla necessità di tutelare coloro che non sono in grado di tutelarsi da soli. I locali notturni che aprono a mezzanotte per chiudere all’alba portano i loro frequentatori ad arrivare all’ora di ingresso già ampiamente preda di sostanze tossiche e superalcolici, e chi non lo ha fatto diventa la loro vittima.
Non sarà facile, non sarà veloce raggiungere gli obiettivi per ridare ai giovani la consapevolezza di scelte e comportamenti ma, come ho spesso ricordato, chi non parte non arriva, oggi il governo ha dato un segnale importante per il contenimento di particolari, pericolose e delittuose situazioni, ora si parta subito con la prevenzione, dalle scuole alla Rete, dalla lotta al degrado sociale al modo di fare informazione dei media tradizionali senza dimenticare la famiglia.