progetti

  • La Commissione approva la richiesta di revisione mirata del piano di ripresa italiano

    La Commissione ha approvato la richiesta di revisione mirata del piano di ripresa e resilienza dell’Italia, a seguito della domanda presentata il 4 marzo 2024. Le modifiche proposte sono di natura tecnica e fanno seguito alla revisione completa del piano italiano, adottata dal Consiglio l’8 dicembre 2023.

    Il piano italiano di ripresa e resilienza ammonta a 194,4 miliardi di €, di cui 71,8 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Comprende in totale 620 traguardi e obiettivi, 66 riforme e 150 investimenti.

    Ad oggi la Commissione ha erogato oltre il 50% dei fondi assegnati all’Italia nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, vale a dire oltre 102 miliardi di €, compresi i prefinanziamenti.

  • La Commissione investe oltre 233 milioni di euro in progetti strategici per l’ambiente e il clima in tutta Europa

    La Commissione investirà oltre 233 milioni di euro in 12 nuovi progetti strategici in tutta Europa, a titolo del programma LIFE, allo scopo di sostenere l’attuazione delle ambizioni dell’UE sul piano ambientale e climatico nell’ambito del Green Deal europeo. Tali progetti strategici dovrebbero mobilitare importanti finanziamenti aggiuntivi provenienti da altre fonti dell’UE, tra cui i fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca, oltre che dai governi nazionali e dal settore privato.

    I finanziamenti concessi a questi 12 progetti strategici favoriranno il raggiungimento degli obiettivi nazionali sul piano ambientale e climatico di Bulgaria, Cechia, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lituania, Austria, Polonia e Finlandia, oltre ad aumentare il contributo di questi paesi alla transizione ecologica dell’UE.

    Sono stati selezionati anche altri sei progetti per promuovere la natura e la biodiversità. Nell’ Italia settentrionale LIFE NatConnect2030 intraprenderà azioni in oltre 500 siti per migliorare la biodiversità e rafforzare i corridoi ecologici.

  • La Commissione europea emette 6 miliardi di euro in obbligazioni verdi NextGenerationEU

    La Commissione europea ha emesso 6 miliardi di euro di obbligazioni verdi NextGenerationEU, nell’ambito della quarta operazione sindacata del 2023. L’operazione è stata eseguita in una sola tranche, mediante un’emissione sull’obbligazione verde con scadenza al 4 febbraio 2048.

    Gli investitori hanno mostrato un forte interesse per l’operazione: la domanda è stata oltre 12 volte superiore all’offerta.

    La Commissione intende finanziare il 30% del programma di ripresa NextGenerationEU emettendo obbligazioni verdi NextGenerationEU. La Commissione diventerà così il maggiore emittente di obbligazioni verdi al mondo.

    L’operazione porta a 42,5 miliardi di euro il volume totale di obbligazioni verdi NextGenerationEU emesse finora. I proventi di queste obbligazioni serviranno a finanziare progetti verdi previsti dai piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati membri, che costituiscono la tabella di marcia per le spese nell’ambito di NextGenerationEU. Attualmente l’importo delle spese ammissibili per le obbligazioni verdi NextGenerationEU nell’ambito dei piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati membri ammonta a 187 miliardi di euro. L’importo è destinato ad aumentare dato che vengono tuttora presentate nuove domande di finanziamento.

    Con questa operazione la Commissione ha raccolto 39,4 miliardi di euro, vale a dire il 49% dell’obiettivo totale di finanziamento di 80 miliardi di euro per il primo semestre del 2023. Di questo totale circa 70 miliardi di euro verranno destinati al programma di ripresa NextGenerationEU e i restanti 10 miliardi circa di euro al programma di assistenza macrofinanziaria+ a favore dell’Ucraina.

    Una panoramica dettagliata delle operazioni previste nell’ambito dell’approccio di finanziamento unificato per il primo semestre del 2023 è inclusa nel piano di finanziamento dell’UE.

  • Nuovo Bauhaus europeo: 20 comuni di piccole e medie dimensioni riceveranno un sostegno per progetti all’avanguardia

    La Commissione ha annunciato oggi i 20 vincitori del primo bando del nuovo Bauhaus europeo (NBE) dedicato a progetti di trasformazione basati sul territorio e guidati da comuni di piccole e medie dimensioni. I progetti incarnano i valori del nuovo Bauhaus europeo — sostenibilità, estetica e inclusione — e attengono a uno dei quattro settori d’azione (ristrutturazione di edifici e spazi pubblici, conservazione e trasformazione del patrimonio culturale, adeguamento e trasformazione degli edifici per soluzioni abitative economicamente accessibili o riqualificazione di spazi urbani o rurali). I vincitori provengono da 15 Stati membri: Bulgaria, Danimarca, Cipro, Croazia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. I vincitori riceveranno da un gruppo di esperti interdisciplinari la profonda consulenza necessaria per trasformare in realtà le idee dei loro progetti NBE. Tra i vincitori il Comune di Cantù (CO) con il progetto “Furniture and Lacework Widespread Museum” FULAWIM, museo diffuso del mobile e del merletto con sede centrale tra Villa Calvi e l’ex Chiesa Sant’Ambrogio, finalizzato a valorizzare e preservare le tradizioni produttive e culturali del territorio, promuovere il patrimonio architettonico e accrescere l’attrattività turistico, culturale e commerciale. Le conoscenze e gli insegnamenti tratti durante questo processo confluiranno in una gamma di strumenti messi a disposizione di altri comuni e del grande pubblico interessato a sviluppare nuovi progetti NBE o a riprodurli. Per questo bando, intitolato “Sostegno alle iniziative locali del nuovo Bauhaus europeo“, sono pervenute 87 proposte provenienti da 18 diversi Stati membri. La Commissione ha selezionato i 20 vincitori tra le proposte con il punteggio più elevato, puntando a un’equa distribuzione dei territori in termini di equilibrio geografico, dimensioni del comune e caratteristiche socioeconomiche. I progetti NEB selezionati spaziano dall’inclusione sostenibile di comunità vulnerabili alla riqualificazione di siti industriali, dalla promozione di comunità locali dinamiche all’abbinamento tra la digitalizzazione e i settori creativi nei centri d’arte e di cultura, dalle attività transfrontaliere alla focalizzazione sulle isole e sui quartieri. I comuni ospitanti hanno tra 700 a 85 000 abitanti.

    Fonte: Commissione europa

  • L’UE finanzia 25 milioni di euro per avvicinare al mercato la ricerca di frontiera: 21 sovvenzioni assegnate in Italia

    L’European Research Council (ERC) ha assegnato a 166 ricercatori, 21 dei quali italiani, le sovvenzioni Proof of Concept. Con un valore di 150.000 euro ciascuna, le sovvenzioni aiutano ricercatori e scienziati a colmare il divario tra i risultati delle loro ricerche pionieristiche e le prime fasi della commercializzazione. I beneficiari ERC utilizzano le sovvenzioni Proof of Concept in vari modi, ad esempio per verificare la fattibilità pratica di concetti scientifici, esplorare opportunità commerciali o preparare domande di brevetto. In quanto tali, promuoveranno progetti in diversi campi: un modello biopsicosociale per scoprire e comprendere i percorsi causali dei comportamenti dannosi degli adolescenti, utilizzare il potere delle bolle per ottenere un trattamento più sostenibile delle acque reflue e un processo per aiutare i medici a leggere e analizzare il DNA in realtà volta. Un recente sondaggio mostra che i ricercatori a cui è stata assegnata la Proof of Concept Grants sono imprenditori: metà di loro si impegna in attività di trasferimento di conoscenze o altre iniziative imprenditoriali.

    Fonte: Commissione europea

  • E se avesse ragione l’Olanda?

    Incredibili le affermazione del ministro De Micheli – colei che ha bloccato praticamente la Liguria applicando una delibera del 1967 relativa alle verifiche della sicurezza nelle gallerie nel mese di luglio invece che durante il lockdown – che, in merito alla selezione ex ante della distribuzione delle risorse finanziarie straordinarie, ha indicato come non meno del 40% del Recovery Fund verrà destinato al meridione d’Italia. Una strategia confermata dal Presidente del Consiglio il quale assegna al sud del Paese la priorità per quanto riguarda la distribuzione delle risorse del Recovery Fund.

    Di fronte quindi ad una scelta strategica e ad una valutazione tipicamente politica ex ante e non ex post, cioè successiva rispetto alle progettualità proposte, prende corpo l’ipotesi che avesse ragione l’Olanda la quale si dimostra ancora oggi molto scettica nei confronti dell’utilizzo di queste risorse da parte della nostra classe politica.

    Al di là delle motivazioni politiche che spingono i partiti nazionalisti olandesi a schierarsi contro il Recovery Fund, è evidente come il governo abbia intenzione di utilizzare questi fondi indipendentemente dai progetti, che rappresentano, invece, l’unica reale motivazione per accedere a tali finanziamenti.

    In questo senso va ricordato come già ora galleggino all’interno del bilancio italiano poco meno di 70 miliardi di fondi europei assolutamente inutilizzati per l’incapacità da parte della classe dirigente della pubblica amministrazione, come di quella politica, di presentare dei progetti da finanziare.

    Adesso il governo in carica imprime una lettura e soprattutto una strategia di applicazione nettamente politica all’interno della quale il Recovery Fund verrà utilizzato “con il principale fine redistributivo” e non tanto per finanziare i progetti che possano diventare volano di sviluppo per i quali probabilmente non esistono neanche le competenze professionali per redigerli.

    Questa classe politica di governo si propone come obiettivo il raggiungimento di una nuova pianificazione economica e sociale e quindi, ancora una volta, attraverso un piano di finanziamenti a pioggia indipendentemente dalle progettualità presentate.

    Chi avesse dei dubbi rispetto alle reali ragioni del trionfalismo di questo governo in relazione alla funzione del Recovery Fund ha trovato ora l’ennesima conferma da parte delle farneticanti affermazioni di questo ministro e dello stesso presidente del Consiglio che rappresentano il sentiment governativo.

    Dispiace molto dirlo ma avevano ed hanno ragione gli olandesi con le loro giustificate perplessità relative all’utilizzo delle risorse aggiuntive europee. Questa classe politica italiana, pur nella sua articolata complessità, non merita un euro in prestito e tanto meno a fondo perduto.

  • La Commissione adotta un pacchetto di investimenti da 4 miliardi di euro per progetti infrastrutturali in 10 Stati membri

    La politica di coesione dell’UE investe 4 miliardi di euro di fondi UE in 25 grandi progetti infrastrutturali in 10 Stati membri. Il pacchetto di investimenti interessa Bulgaria, Cechia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Portogallo e Romania con progetti che riguardano un’ampia gamma di settori: salute, trasporti, ricerca, ambiente ed energia. L’investimento complessivo in questi progetti, contando anche il cofinanziamento nazionale, è pari a 8 miliardi di euro.

    Questi i progetti finanziati:

    Bulgaria – energia più sicura e a prezzi accessibili, Cechia – collegamenti stradali e ferroviari più agevoli sulla rete transeuropea di trasporto, Germania – un moderno polo di ricerca a Jena, Grecia – servizi pubblici efficienti nel paese ed energia a prezzi accessibili a Creta, Ungheria – migliore connettività, minore congestione del traffico e maggiore sicurezza dei trasporti intorno a Budapest, Italia – miglioramento del trasporto ferroviario in Sicilia (contributo di oltre 358 milioni di € di fondi UE destinato all’ampliamento della linea ferroviaria Circumetnea operativa a Catania, con otto nuove stazioni e nuovo materiale rotabile), Malta – acqua potabile di migliore qualità, Polonia – migliore assistenza sanitaria e maggiore connettività, interventi nel trasporto ferroviario su strada, Portogallo – ammodernamento della linea ferroviaria del Nord, Romania – trasporti più agevoli a Bucarest, tutela ambientale e gestione delle risorse idriche nel paese.

    I “grandi progetti” infrastrutturali ricevono oltre 50 milioni di € dai fondi della politica di coesione (75 milioni di € nel caso di progetti nel settore dei trasporti). Si tratta di progetti che, in ragione della loro portata, sono soggetti a una valutazione e decisione specifica della Commissione. Nel periodo di programmazione 2014-2020 sono stati finanziati con fondi UE 258 grandi progetti. Il contributo dell’UE a tali progetti è pari a 32 miliardi di €, pari alla metà del loro valore totale.

  • Fondi europei per 42 ricercatori italiani

    Quarantadue ricercatori italiani, su un totale di 403, potranno fare ricerca di eccellenza grazie agli starting grants dell’European Research Council (Erc), attraverso i quali l’Ue sovvenziona i migliori talenti di tutte le discipline scientifiche nelle fasi iniziali della loro carriera. In termini di nazionalità, gli italiani si collocano al secondo posto nell’UE per numero di ricercatori premiati da questo bando, dietro ai tedeschi (73 vincitori) e davanti a francesi (33), olandesi (33), britannici (22). I 403 ricercatori selezionati beneficeranno di 603 milioni di euro in totale e fino a 1,5 milioni di euro ciascuno, per creare i propri gruppi di ricerca (che coinvolgeranno altri 1.500 giovani ricercatori o studenti) e condurre progetti di frontiera.

    Carlos Moedas, Commissario europeo per la ricerca, la scienza e l’innovazione, ha dichiarato: «Oltre a sostenere i ricercatori europei nelle fasi iniziali della loro carriere, gli starting grants dell’Erc contribuiscono anche ad arricchire il settore di ricerca europeo attirando e trattenendo in Europa scienziati proveniente da altre regioni del mondo. Più di un beneficiario su dieci proviene da Paesi extra-Ue. L’Europa è aperta al mondo!». Il presidente dell’ERC, il professor Jean-Pierre Bourguignon, ha commentato: «Abbiamo ricevuto 3170 domande per gli starting grants 2018 e il processo di selezione dei 403 vincitori è stato molto competitivo. Per il secondo anno consecutivo, quasi il 40% dei beneficiari sono donne».

    Come accaduto anche nell’ultimo round di finanziamento, le ricercatrici che hanno presentato domanda hanno avuto un tasso di successo leggermente superiore (13,7%) rispetto ai colleghi maschi (12,4%). In totale, quasi il 13% delle domande è stato finanziato – anche questo dato in linea con gli anni precedenti.

    La ricerca finanziata dagli starting grants sarà condotta in 22 Paesi europei, con istituti di ricerca tedeschi (76), britannici (67) e dai Paesi Bassi (46) che ospiteranno la maggior parte dei progetti. L’Italia ne ospiterà 15: tre alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, due ciascuno alle Università di Pisa, Trento e la Sapienza; uno ciascuno a Politecnico di Milano, Bocconi, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Università di Pavia, Firenze e Napoli Orientale.

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