RAI

  • Questo paese ed il suo destino

    Questo è un paese all’interno del quale il senso stesso di Stato e delle proporzioni è irrimediabilmente venuto meno. Un paese nel quale si fa polemica per un’eventuale censura ad un “cantante” il quale poi ha liberamente espresso la propria opinione dimostrando quanto questo tentativo (assolutamente deprecabile) sia risultato velleitario.

    Un cantante, intervenuto al concerto del 1 maggio per la festa dei lavoratori, sponsorizzato da Amazon, non certo l’emblema del rispetto dei diritti dei lavoratori in considerazione del fatto che sono costretti ad urinare nelle bottiglie per mantenere i tempi stabiliti. Un “artista” con ai piedi un paio di scarpe contenenti gocce di sangue umano, le Satan Shoe: forse per ricordare i morti sul lavoro???

    In questa vicenda caratterizzata dal nulla per la tematica e per lo spessore etico dell’artista immediatamente una delle parti più importanti della politica italiana (non l’unica ovviamente), il neo segretario del partito democratico Enrico Letta, ha abbracciato questa contrapposizione politica in nome di una presunta battaglia per la “Libertà”, dimostrando quanto elevato possa essere il livello della ipocrisia istituzionale in quanto lo stesso segretario del PD Enrico Letta sta cercando di imporre la figlia di Beniamino Andreatta all’interno della RAI stessa.

    La censura nasce dalla inconfessabile complicità tra i quadri e i dirigenti all’interno di una determinata azienda pubblica (RAI) in quanto tutti sono consapevoli di essere stati nominati non in base alle competenze personali ma rispetto ad un chiara appartenenza politica.

    Tutto questo chiacchiericcio di infimo livello mentre emergono sempre più chiari i vergognosi termini della ingerenza tanto di gruppi di potere e di ispirazione politica e partitica quanto di una supposta loggia massonica, “Ungheria”, all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura.

    In un paese normale tutti i partiti dell’arco costituzionale e i cittadini italiani presenterebbero un accorato appello al Presidente della Repubblica con la richiesta di ristabilire il senso di fiducia e di democrazia reale ripristinando l’equilibrio e la trasparenza verso chi esercita il potere giurisdizionale. Un appello fondamentale anche solo per dimostrare una sostanziale differenza (purtroppo inesistente in verità per quanto riguarda i parametri adottati) tra CSM e RAI.

    Si sceglie, invece, di individuare in tale Fedez il nuovo simbolo della democrazia mentre un proprio organo costituente sembra esserne irrimediabilmente uscito.

    Un paese con priorità di questo tipo ed espressione della classe politica e dirigente italiana non solo è destinato all’estinzione ma se la merita.

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