Ricerca

  • In Lombardia bando da 24 milioni di euro per migliorare le cure del paziente

    Un bando da 24 milioni per finanziare progetti di ricerca finalizzati a migliorare ulteriormente la cura del paziente, le conoscenze mediche e il sistema sanitario regionale. Si tratta dell’iniziativa ‘From bed to bench: the way to innovation’, promossa della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (Frrb), in collaborazione con Regione Lombardia, e presentata a Milano in un convegno in cui è intervenuto il presidente della Regione. Al bando potranno partecipare gli enti compresi nel ‘Sistema Ricerca Lombardo’, ovvero Ats, Irccs pubblici e privati, Asst, Areu, Università pubbliche e privati e organismi di ricerca, riunitisi in partenariati. Saranno supportati programmi che prevedano la realizzazione di un processo di miglioramento continuo nel settore sanitario, in cui le osservazioni derivanti dalla cura del paziente contribuiscono direttamente all’indagine scientifica, portando a innovazioni che generino benefici ai pazienti. Un ciclo interattivo fondamentale per far avanzare le conoscenze mediche e migliorare il sistema sanitario regionale.

    “Un bando importante – ha affermato il presidente della Regione Lombardia – che ha l’obiettivo di applicare concretamente la ricerca ai luoghi di cura, così da assicurare una medicina sempre più personalizzata e di precisione, in grado di rispondere ai fabbisogni specifici della popolazione”. “Lavoriamo – ha proseguito il presidente di Regione Lombardia – affinché tutta l’attività di ricerca scaturita da bandi come questo sia poi messa a disposizione della pratica clinica e assistenziale, per garantire un miglioramento dell’offerta di cura, non solo quella ospedaliera ma anche quella territoriale e assistenziale. Potenziamo il collegamento tra ricerca e applicazione della ricerca”. “Tutto questo – ha evidenziato Fontana – è possibile grazie all’ecosistema lombardo nel settore della ricerca, che è all’avanguardia e competitivo. Lo dimostrano la presenza del maggior numero di Irccs pubblici e privati, i primati nel campo universitario e nella registrazione dei brevetti e gli investimenti nei progetti dei nostri ricercatori”.

  • Persone scomparse: maggiore attenzione e sinergia in Europa

    C’è un dato inquietante: il numero delle persone scomparse e non ritrovate.

    Alcune trasmissioni televisive ne ricordano alcune ma, se è confermato il dato che nel 2023, cioè l’anno scorso, non si ha più notizia di 6700 persone, è evidente che qualcosa non funziona nella ricerca anche se, in molte occasioni, Forze dell’Ordine e volontari hanno passato giorni nel tentativo di ritrovare alcuni di coloro che erano spariti senza lasciare tracce.

    Molti degli scomparsi sono minorenni o  giovani extracomunitari, altri persone che hanno deciso volontariamente di sparire nel nulla, ma il numero è troppo alto per non pensare ci sia qualcosa che non va nell’organizzazione delle prime indagini e che non sia utile definire subito come scomparsa volontaria la sparizione di un adulto perché questa dicitura comporta l’impossibilità di una serie di accertamenti che invece andrebbero fatti nell’immediatezza.

    Troppo volte la persona sparita, specie se anziana, è ritrovata morta, dopo molto tempo, e troppi sono i reati che si commettono a danni di bambini ed adolescenti.

    Il traffico di organi come l’avvio alla prostituzione sono reati troppo diffusi perché si continui ad ignorare che sono un numero eccessivi le persone in tenera età che non si trovano più.

    Anche la mancanza di una vera e completa trasmissione di dati e di collaborazione immediata con le forze di polizia degli altri paesi, tutt’ora in Europa non c’è una centrale unica per affrontare il problema, aggrava la situazione condannando alla disperazione troppe famiglie e a sofferenze, forse  anche alla  morte, molte persone svanite nel nulla e rimaste vive solo nella memoria e nel dolore dei loro famigliari.

    Non dovremmo mai arrenderci e, con le prossime Elezioni europee, un obiettivo dei futuri parlamentari dovrebbe essere anche questo: ottenere in Europa maggiore attenzione e sinergia sui casi di scomparsa.

  • A Milano cerimonia di premiazione del concorso ‘I giovani e le scienze’

    Si svolgerà lunedì 18 marzo a Milano (9,30 – 13,30, Piazzale Morandi 2 – presso FAST) la premiazione del concorso europeo EUCYS, organizzato da FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche) su incarico della Direzione generale Ricerca della Commissione europea. L’European Union Contest for Young Scientists- EUCYS premia ogni anno progetti di ricerca, studi, prototipi, invenzioni realizzati da giovani meritevoli in tutti i settori/materie (es. ambiente, energia, chimica, disabilità, Ict, etc). ed è il concorso più prestigioso per le ragazze e i ragazzi delle scuole superiori in quanto voluto sia dalla Commissione europea, che dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo. Molti dei vincitori delle edizioni precedenti hanno poi aperto delle start up. Il Ministero dell’Istruzione e del merito considera I giovani e le scienze come parte del Programma per la valorizzazione delle eccellenze ‘Io merito’.

    All’evento parteciperanno, tra gli altri, Alberto Pieri, segretario generale della FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche), Rinaldo Psaro, Presidente FAST, Massimo Gaudina, DG Ricerca e Innovazione Commissione Europea, Coordinatore New European Innovation Agenda, l’on. Patrizia Toia, Vicepresidente Commissione ITRE, Parlamento Europeo, Claudia Casavola, Referente regionale per il PNRR e Piano nazionale Scuola Digitale, Delegata Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia

  • A 1.249 ricercatori selezionati in tutto il mondo borse di studio nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie

    La Commissione ha annunciato i risultati del bando 2023 per le borse di studio post-dottorato promosse dalle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA).

    Grazie a una dotazione complessiva di 260 milioni di euro, 1.249 ricercatori post-dottorato potranno lavorare ai loro progetti beneficiando al contempo di formazione e tutoraggio per migliorare le loro competenze e promuovere la loro carriera. I progetti riguarderanno tutte le discipline scientifiche e un’ampia gamma di argomenti, tra cui la medicina nucleare per il trattamento oncologico, l’adattamento al cambiamento climatico e studi sulle donne, il genere e la storia.

    Si tratta del terzo bando per borse di studio post-dottorato MSCA nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa. I borsisti selezionati realizzeranno i loro progetti in università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e aziende di 45 Paesi.

    L’apertura del prossimo bando è prevista per il 10 aprile 2024.

  • Londra aggira la Brexit su scienza e ricerca

    Il Regno Unito non vuole rischiare di segnare il passo nel settore della ricerca d’avanguardia, né tanto meno di ridurre le potenzialità di collaborazione internazionale delle sue prestigiose università e così ha deciso di rimanere legata, almeno nell’ambito scientifico, all’Unione europea. A inizio settembre infatti è arrivata un’ulteriore conferma dell’approccio pragmatico adottato dal premier conservatore Rishi Sunak rispetto ai rapporti con Bruxelles nel post-Brexit con l’annuncio del rientro britannico in due ambiziosi programmi europei: Horizon, il più grande al mondo in ambito civile per la ricerca e l’innovazione, e Copernicus, creato per l’osservazione della Terra tramite i satelliti e leader di settore a livello globale.

    Londra ne era stata esclusa negli ultimi tre anni a causa dei dissidi sorti con l’Ue sul Protocollo per l’Irlanda del Nord e poi risolti di recente grazie all’intesa nota come Windsor Framework. Sempre Sunak aveva giocato anche in quel caso la carta del dialogo nei rapporti con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rispetto alle dimostrazioni muscolari dei suoi due predecessori Tory, Liz Truss e Boris Johnson, cercando sempre di portare a casa risultati utili. «Abbiamo lavorato con i nostri partner dell’Ue per garantire che questo sia l’accordo giusto per il Regno Unito, sbloccando opportunità di ricerca senza precedenti, e anche per i contribuenti britannici», ha dichiarato Sunak facendo un riferimento, non casuale, alle casse dello Stato.

    Sì perché Londra accetta di pagare piuttosto salato la sua quota – stimata in un esborso annuo di 2,2 miliardi di sterline (più di 2,5 miliardi euro) – per partecipare ai 2 programmi da partner esterna all’Unione. La mossa può rientrare, a seconda dei punti di vista, in un nuovo esempio di ‘Bregret’, il neologismo creato per definire il rimpianto britannico dopo l’addio all’Ue e le contromisure introdotte per mitigarne gli effetti negativi; ma anche in un approccio piuttosto lucido da parte del Regno nel mantenere legami con l’Unione nei dossier considerati più strategici. Allo stesso tempo, pure Bruxelles saluta le intese di questo tipo come dei successi e lo ha fatto anche stavolta: «L’Ue e il Regno Unito sono partner e alleati strategici fondamentali e l’accordo di oggi lo dimostra. Continueremo a essere all’avanguardia nella scienza e nella ricerca globale», ha affermato la presidente Von der Leyen.

    I più soddisfatti sono comunque gli scienziati, a partire dal professor Paul Nurse, 74enne premio Nobel per la medicina nel 2001, che in un rapporto inviato nei mesi scorsi al governo Tory aveva lanciato l’allarme sui rischi rispetto a un abbandono britannico di Horizon. Oggi si è detto «entusiasta» per la notizia dell’accordo. Mentre in un comunicato congiunto l’Academy of Medical Sciences, la British Academy, la Royal Academy of Engineering e la Royal Society hanno salutato «un grande giorno per i ricercatori nel Regno Unito e in tutta Europa». In base all’intesa gli scienziati britannici potranno chiedere sovvenzioni e partecipare ai tanti progetti del programma Horizon. E’ esclusa invece la collaborazione di Londra all’interno di Euratom per lo sviluppo di tecnologia nucleare, in quanto il Regno vuole portare avanti la propria strategia nazionale.

  • Dall’UE nuovo invito a presentare proposte del valore di 96,6 milioni di euro per dottorati e borse di studio post-dottorato

    La Commissione ha pubblicato un nuovo invito a presentare proposte delle azioni Marie Skłodowska-Curie per il cofinanziamento di programmi regionali, nazionali e internazionali. Con un bilancio di 96,6 milioni di €, verranno cofinanziati programmi di formazione dottorale e borse di studio post-dottorato di qualità eccellente. Grazie al cofinanziamento, qualsiasi tipo di organizzazione – compresi università, centri di ricerca, imprese o autorità regionali o nazionali – può ricevere finanziamenti per sviluppare e sostenere programmi di formazione, aventi una componente regionale, nazionale o internazionale, al fine di attrarre talenti internazionali e aumentare le proprie capacità di ricerca e innovazione.

    I progetti selezionati consentiranno la diffusione delle migliori pratiche delle azioni Marie Skłodowska-Curie e promuoveranno una formazione, una supervisione e uno sviluppo di carriera di alta qualità a vantaggio di ricercatori di eccellenza che svolgono attività di ricerca in un ampio ventaglio di discipline. Consentono inoltre ai ricercatori che beneficiano del finanziamento di espandere le loro reti, di condividere conoscenze per svolgere attività di ricerca all’avanguardia e di sviluppare creatività e imprenditorialità. L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita è una delle priorità dell’Anno europeo delle competenze 2023, volto ad aiutare le persone ad acquisire le giuste competenze per posti di lavoro di qualità.

  • Azioni Marie Skłodowska-Curie: 78,5 milioni di € a sostegno di progetti di cooperazione internazionale nel campo della ricerca

    La Commissione ha pubblicato un nuovo ciclo di finanziamenti per gli scambi di personale delle azioni Marie Skłodowska-Curie. Con un bilancio di 78,5 milioni di €, l’invito finanzierà sovvenzioni volte a promuovere la collaborazione tra organizzazioni accademiche e non accademiche nell’UE e nel mondo per stimolare l’innovazione e il trasferimento di conoscenze. Grazie agli scambi di personale, le organizzazioni possono costituire partenariati internazionali per la ricerca e l’innovazione con altre organizzazioni di rilievo in tutto il mondo e rafforzare le collaborazioni mediante lo sviluppo e la formazione di ricercatori e innovatori. L’invito sarà aperto fino al 28 febbraio e dovrebbe finanziare circa 75 progetti.

    I progetti selezionati consentiranno ai ricercatori, al personale amministrativo, ai tecnici o ai dirigenti coinvolti in attività di ricerca di lavorare a progetti comuni di ricerca e innovazione, di recarsi all’estero e di espandere le loro reti, di acquisire nuove competenze, di condividere conoscenze e di svolgere attività di ricerca all’avanguardia. L’apprendimento permanente è una delle priorità dell’Anno europeo delle competenze 2023, volto ad aiutare le persone ad acquisire nuove competenze per occupazioni di qualità.

  • L’UE conferisce premi a giovani scienziati che si occupano di trovare soluzioni alle sfide mondiali più urgenti

    I vincitori della 34a edizione del concorso dell’Unione europea per giovani scienziati (EUCYS) sono stati annunciati sabato 16 settembre a Bruxelles.

    Il concorso rappresenta la più grande vetrina scientifica studentesca dell’UE e mette in evidenza i migliori risultati scientifici degli studenti dell’UE e del resto del mondo. L’obiettivo è incoraggiare un maggior numero di giovani di età compresa tra i 14 e i 20 anni a studiare scienze, tecnologia, ingegneria e matematica e a intraprendere una carriera scientifica. Quest’anno il concorso ha accolto 136 giovani scienziati di 36 paesi, che hanno presentato 85 progetti in un ampio ventaglio di settori scientifici, dalla biologia alla matematica e alle scienze sociali, a una giuria internazionale di 22 scienziati e ingegneri altamente qualificati. La giuria è stata presieduta da Mariya Lyubenova dell’Osservatorio europeo dell’emisfero australe. I progetti vincitori si sono spartiti un totale di 62.000 €, di cui quattro primi premi da 7.000 €, quattro secondi premi da 5.000 €, quattro terzi premi da 3.500 €, borse di studio prestigiose e visite all’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) e all’Agenzia spaziale europea (ESA).

    Il concorso dell’Unione europea per giovani scienziati è sostenuto dal programma di lavoro di Orizzonte Europa “Ampliare la partecipazione e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca”. Fa parte di un’iniziativa più ampia volta a rafforzare il legame tra scienza e società, promuovere la ricerca e l’innovazione responsabili e far progredire lo Spazio europeo della ricerca.

  • Il Consiglio europeo della ricerca assegna oltre 628 milioni di € a 400 ricercatori a inizio carriera

    Il Consiglio europeo della ricerca (CER) ha annunciato oggi i vincitori dell’ultima tornata di sovvenzioni di avviamento (Starting Grants). Il finanziamento – del valore di 628 milioni di € – aiuterà i ricercatori a inizio carriera ad avviare progetti, formare la propria équipe e perseguire le migliori idee scientifiche.

    Il finanziamento consentirà, ad esempio, di studiare l’atmosfera di Venere per comprendere meglio l’abitabilità al di fuori della Terra, analizzare i parassiti che causano la malaria o esaminare come gli algoritmi vengono impiegati sul luogo di lavoro per supervisionare i dipendenti. Sono compresi tutti i settori di ricerca, dalla fisica all’ingegneria, dalle scienze della vita alle scienze sociali e umane.

    Si stima che questa nuova tornata di sovvenzioni creerà circa 2.600 posti di lavoro per ricercatori post-dottorato, dottorandi e altro personale di ricerca.

    I vincitori, di 44 nazionalità diverse, continueranno i loro progetti in università e centri di ricerca di 24 Stati membri dell’UE e paesi associati a Orizzonte Europa. In questo ultimo bando, hanno presentato proposte 2 696 candidati, il 14,8% dei quali riceverà sovvenzioni.

    Le ricercatrici si sono aggiudicate il 43% delle sovvenzioni, in aumento rispetto al 39% del 2022.

  • “Per le Donne e la Scienza”: l’Oréal Italia e l’UNESCO premiano sei giovani scienziate di talento

    Anche quest’anno l’Oreal Italia,con il Premio L’Oréal UNESCO “Per le Donne e la Scienza”, ha  assegnato sei borse di studio del valore di 20.000 euro ciascuna ad altrettante ricercatrici under 35. Per questa XXI edizione italiana sono giunte 200 candidature da tutta Italia tra le quali la giuria, composta da un panel di illustri professori universitari ed esperti scientifici italiani e presieduta dalla Professoressa Lucia Votano, Dirigente di Ricerca affiliata presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha scelto  le sei giovani scienziate, sulla base dell’eccellenza riconosciuta ai loro progetti in tutti i campi della scienza e della tecnologia. Grazie alla Borsa ricevuta due di loro faranno rientro in Italia per proseguire i loro progetti.

    Le sei giovani scienziate sono:

    Francesca Berti, con il Progetto ‘Design innovativo di stent prodotti mediante manifatture additive per patologie cardiache congenite’. L’Istituto Ospitante è Politecnico di Milano, Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “G. Natta”.

    Alessandra Biancolillo, con il Progetto ‘RESILIENTGRAIN Project: Sviluppo di metodi analitici avanzati e non distruttivi per la caratterizzazione e la tracciabilità di grani antichi e popolazioni evolutive di grani e dei loro prodotti derivati’. L’ Istituto ospitante è l’Università degli Studi dell’Aquila.

    Alice Borghese con il Progetto ‘Esplorare i magneti più potenti dell’Universo. L’Istituto ospitante è l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF): Osservatorio Astronomico Di Roma (OAR) C1 – Internal use.

    Gloria Delfanti con il Progetto ‘Terapia cellulare con cellule T Natural Killer per il trattamento delle metastasi epatiche da carcinoma colorettale’- L’Istituto ospitante è l’Ospedale San Raffaele, Divisione di Immunologia Trapianti e Malattie Infettive.

    Martina Fracchia con il Progetto ‘Ossidi ad alta entropia come elettrocatalizzatori sostenibili e innovativi per la reazione di elettrolisi dell’acqua’.L’ Istituto ospitante è l’Università degli studi di Pavia, Dipartimento di Chimica, In collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Chimica-

    Arianna Renzini con il Progetto ‘Svelando il fondo di onde gravitazionali: un nuovo modo di misurare e caratterizzare la popolazione di fondo di buchi neri binari con LIGO e Virgo’- L’’Istituto ospitante è l’Università di Milano Bicocca.

    Sono molto orgoglioso di poter premiare anche quest’anno sei giovani e brillanti ricercatrici che contribuiranno al progresso scientifico nel nostro Paese. Il Premio L’Oréal-UNESCO “Per le Donne e la Scienza”, giunto quest’anno alla sua ventunesima edizione, si conferma così una delle iniziative del Gruppo più consolidate in Italia, perché il mondo ha bisogno della scienza e la scienza ha bisogno delle donne”. Ha dichiarato Emmanuel Goulin, Presidente e Amministratore Delegato di L’Oréal Italia.

    Sin dal 1998 il programma L’Oréal-UNESCO “For Women in Science” si impegna infatti per permettere a un numero sempre maggiore di scienziate di superare le barriere all’avanzamento di carriera e contribuire a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi, a beneficio di tutti. In 25 anni il programma ha sostenuto oltre 4.100 ricercatrici di oltre 110 paesi, premiando l’eccellenza scientifica e ispirando le generazioni di giovani donne a perseguire la loro carriera. Cinque di queste scienziate, dopo aver vinto il premio L’Oréal-UNESCO, sono state insignite del premio Nobel: tra loro Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, vincitrici del Nobel per la Chimica nel 2020.

    L’evento di premiazione che si è tenuto presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano ha ospitato gli interventi di Emmanuel Goulin, Presidente e AD di L’Oréal Italia, di Eugenia Maria Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità (con un messaggio video), di Enrico Vicenti, Segretario Generale della Commissione Nazionale per l’UNESCO, di Ilaria Cinelli, ingegnere biomedico e membro esperto dell’Aerospace Medical Association, di Arianna Traviglia, archeologa, Senior Researcher CCHT Ca Foscari Istituto Italiano di Tecnologia, Edwige Pezzulli, assegnista presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica e divulgatrice scientifica. L’evento è stato moderato dalla giornalista RAI Maria Soave.

    Una recente ricerca Ipsos realizzata per Save the Children e diffusa a inizio anno racconta che oltre la metà delle adolescenti italiane (54%) dice di essere interessata e incuriosita dalle materie scientifiche, ma nel 2021 solo il 22% delle giovani ha scelto un corso STEM all’Università, perché la maggior parte delle ragazze ritiene che le materie scientifiche siano “poco adatte” a loro. Eppure, le ragazze italiane pensano di poter dare un contributo alle sfide più importanti che la società e la scienza si troverà a dover affrontare nei prossimi anni: tra queste, quella dell’invecchiamento della popolazione (lo pensa il 34% delle adolescenti), seguita dalla produzione di energia sostenibile (31%) e infine la diminuzione delle emissioni inquinanti dei mezzi di trasporto (27%).

    Tuttavia, il divario di genere è sempre molto presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti. Nel “Gender Gap Report 2022” del World Economic Forum, su 146 Stati mappati, l’Italia mantiene il 63° posto, restando al di sotto della media europea di circa 6 punti percentuali. Un dato che tiene in considerazione le differenze di genere in diversi ambiti: dalla partecipazione economica alle opportunità e al livello di istruzione, dalla salute all’empowerment politico. Le donne continuano a essere sottorappresentate, in particolare nei campi dell’ingegneria (6.6% donne versus 24.6% uomini) e nell’ ICT (tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione, con l’1.7% di donne versus l’8.2% di uomini).

    Dati negativi anche per quanto riguarda la copertura di posizioni apicali: in Italia solo il 15% di CEO sono donne. Ed è anche l’Europa in generale a far fatica ad attrarre le ragazze nell’istruzione STEM e, di conseguenza, le donne nei lavori STEM. Nonostante le donne superino gli uomini come studenti e laureati a livello di laurea e master, solo il 33% dei laureati in materie STEM in Europa è di sesso femminile e, peggio ancora, si stima che entro il 2027 le donne rappresenteranno solo il 21% dei posti di lavoro nel settore tecnologico (fonte McKinsey & Company. Women in tech: The best bet to solve Europe’s talent shortage – gennaio 2023).

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