rifiuti

  • Sui fondali del Tirreno la più alta concentrazione di microplastiche al mondo

    Nel Tirreno c’è la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nei fondali marini del mondo: nello specchio di mare compreso fra Toscana, Lazio, Sardegna e Corsica si possono contare fino a 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato. Lo indica lo studio pubblicato su Science dalle Università di Manchester, Durham e Brema, insieme al Centro oceanografico britannico (Noc) e l’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare, che in Italia è stato diffuso dall’agenzia di stampa Ansa.

    Le microplastiche ritrovate nei fondali del Tirreno sono costituite per lo più da fibre tessili che non vengono efficacemente trattenute dagli impianti di trattamento delle acque reflue. Le analisi dei campioni, incrociate con le mappe dei fondali e i modelli delle correnti marine profonde, hanno permesso di capire che le microplastiche non sono distribuite in maniera uniforme: in realtà si concentrano e depositano in aree specifiche, degli hotspot che rappresentano per i fondali quello che sono le ‘isole di spazzatura’ per le acque più superficiali. Il ‘motore’ di questi spostamenti sono le stesse correnti marine profonde che portano ossigeno e nutrienti: ciò significa che le microplastiche finiscono per accumularsi nei punti dove si concentra la maggiore biodiversità marina, rischiando di essere più facilmente assorbite o ingerite da parte degli esseri

    viventi che popolano gli abissi. Lo studio è il primo a evidenziare il legame diretto che unisce le correnti alla concentrazione di microplastiche: per questo i ricercatori sperano che possa essere utile per prevedere le aree dei fondali marini che nel mondo sono più interessati da questo fenomeno, potendo così esaminare direttamente l’impatto che le microplastiche hanno sull’ecosistema marino.

  • Coronavirus, il vademecum per la raccolta rifiuti di soggetti positivi, in quarantena e non

    L’Istituto Superiore della Sanità ha diramato un “vademecum”, rivolto a tutti i cittadini, per la raccolta e la gestione dei rifiuti per persone positive al Coronavirus, in quarantena e non.

    Se sei POSITIVO o in quarantena obbligatoria…
    Non differenziare più i rifiuti di casa tua.
    Utilizza due o tre sacchetti possibilmente resistenti (uno dentro l’altro) all’interno del contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata, se possibile a pedale.
    Tutti i rifiuti (plastica, vetro, carta, umido, metallo e indifferenziata) vanno gettati nello stesso contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata.
    Anche i fazzoletti o i rotoli di carta, le mascherine, i guanti, e i teli monouso vanno gettati nello stesso contenitore per la raccolta indifferenziata.

    Indossando guanti monouso chiudi bene i sacchetti senza schiacciarli con le mani utilizzando dei lacci di chiusura o nastro adesivo.
    Una volta chiusi i sacchetti, i guanti usati vanno gettati nei nuovi sacchetti preparati per la raccolta indifferenziata (due o tre sacchetti possibilmente resistenti, uno dentro l’altro). Subito dopo lavati le mani.

    Fai smaltire i rifiuti ogni giorno come faresti con un sacchetto di indifferenziata.
    Gli animali da compagnia non devono accedere nel locale in cui sono presenti i sacchetti di rifiuti.

    Se NON sei positivo al tampone e NON sei in quarantena…
    Continua a fare la raccolta differenziata come hai fatto finora.

    Usa fazzoletti di carta se sei raffreddato e buttali nella raccolta indifferenziata.
    Se hai usato mascherine e guanti, gettali nella raccolta indifferenziata.
    Per i rifiuti indifferenziati utilizza due o tre sacchetti possibilmente resistenti (uno dentro l’altro) all’interno del contenitore che usi abitualmente.

    Chiudi bene il sacchetto.
    Smaltisci i rifiuti come faresti con un sacchetto di indifferenziata.

     

  • Esami sui tessuti umani e trattamento di rifiuti pericolosi: duplice deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia Ue

    La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia in relazione al recepimento di prescrizioni tecniche relative agli esami effettuati su tessuti e cellule umani. All’Italia viene contestata la mancata notifica delle misure di recepimento delle norme dell’Ue che modificano le prescrizioni esistenti applicabili agli esami effettuati su tessuti e cellule umani (direttiva 2012/39/UE della Commissione). Tali modifiche sono essenziali per tutti i soggetti coinvolti e in particolare per i donatori e le loro famiglie nel quadro della definizione di norme di qualità e di sicurezza per la donazione, l’approvvigionamento, l’esame, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani. Finora l’Italia non ha notificato alla Commissione le misure di recepimento di tale direttiva di modifica nel suo ordinamento nazionale, nonostante l’obbligo di provvedervi entro il 17 giugno 2014. La direttiva è stata emanata quando l’Italia era retta da Mario Monti, il termine per implementarla è scaduto sotto il governo di Enrico Letta, la contestazione ora mossa da Bruxelles può suonare come un avviso al governo in cantiere tra M5s e Lega (certamente meno europeisti di Monti e Letta) ma suscitare anche maggiori reazioni euroscettiche da parte di quelle forze politiche.

    Ma non è finita qui: stavolta congiuntamente, con Austria e Croazia, l’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia europea, sempre da parte della Commissione, anche per mancata trasmissione dei programmi nazionali di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi (direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio).

    Si tratta di un tipo di rifiuti comprende anche i sottoprodotti degli utilizzi delle tecnologie nucleari e radiologiche per scopi diversi dalla produzione di energia, quali la ricerca scientifica e diverse applicazioni mediche, rispetto ai quali la Commissione considera una priorità garantire l’adozione delle più rigorose norme di sicurezza. Ai sensi dell’articolo 15, paragrafo 4, in combinato disposto con l’articolo 13, paragrafo 1, della direttiva, gli Stati membri erano tenuti a trasmettere per la prima volta alla Commissione il contenuto del loro programma nazionale non oltre il 23 agosto 2015 (all’epoca governava Matteo Renzi) e la Commissione rammentando ai 3 Stati tali obblighi ha chiesto loro chiarimenti sulle procedure che ancora dovevano essere intraprese prima dell’adozione dei loro programmi nonché le date previste per la relativa adozione e trasmissione. Poiché i tre Stati membri hanno trasmesso unicamente versioni provvisorie dei loro programmi,  già il 29 aprile 2016 sono state inviate all’Austria, alla Croazia e all’Italia lettere di costituzione in mora, seguite da pareri motivati nel luglio del 2017. La Commissione ritiene infatti che spetti alle autorità di tali Stati membri prendere tutte le misure necessarie per adottare il programma nazionale definitivo per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi e trasmetterlo alla Commissione.

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