riqualificazione

  • Allarme dei costruttori: città condannate al degrado

    Una “politica demagogica e irresponsabile” che rischia di abbandonare le città al declino, lasciandole “diventare cimiteri”. Sono parole pesanti quelle usate dal presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori, Gabriele Buia. Accuse rivolte al governo che nel decreto Semplificazioni ha inserito “un paradosso”. Provvedimento che, sottolinea il numero uno dell’Ance, “ci aspettavamo che andasse verso la direzione della rigenerazione urbana. Ma poi cosa vediamo? Vincoli a livello nazionale che impattano in maniera differenziata e problematica”. Il riferimento va al testo stesso del dl ma anche ai tentativi parlamentari di mediazione che non soddisfano le imprese del settore.

    Si tratta di un nodo politico che agita anche la maggioranza. L’articolo in questione è il 10 e mira, come è scritto in capo allo stesso articolo, a “semplificare e accelerare le procedure edilizie e ridurre gli oneri a carico dei cittadini e delle imprese”, assicurando “il recupero e la qualificazione del patrimonio edilizio esistente e lo sviluppo di processi di rigenerazione urbana”. Insomma si tratta di sburocratizzare anche per consentire l’adeguamento energetico degli edifici e la loro messa in sicurezza. Tenendo conto che, come ha certificato il Consiglio Nazionale degli Architetti e della Rete Professioni Tecniche, quasi la metà degli edifici, il 45%, ovvero 5,2 milioni, ha più di 50 anni.

    Già nel testo si vanno a porre dei paletti agli interventi di demolizione e ricostruzione nelle cosiddette “zone omogenee A”, grossomodo coincidenti con i centri storici. Ma i confini di queste aree a seconda del Comune variano. E in città come Roma risultano particolarmente estese. Ci sono emendamenti dem che puntano a rimuovere questi paletti ed emendamenti Leu di senso opposto. La riformulazione fatta sulle proposte di Liberi e Uguali non convince tutta la maggioranza. E tanto meno le aziende. “Significherà bloccare tutte le città e condannarle al degrado”, attacca il presidente dell’Ance”. Perché, spiega, Buia, “non si potranno toccare neanche edifici degli anni ‘50 o ‘60 che magari si potrebbero demolire perché non belli, inquinanti e spesso insicuri”. Posto che le norme in questione “non toccano”, tiene a precisare l’associazione dei costruttori, “edifici storici, culturali o che denotano un tessuto storico consolidato. Lì ci sono altri strumenti come il restauro, il restauro conservativo”.

    L’argomento sarà affrontato dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavori pubblici del Senato e poi in aula. Venerdì 27 agosto le votazioni si sono protratte nella notte e gran parte degli emendamenti è stata sfrondata. C’è stata, infatti, un’accelerazione nell’ultima seduta delle commissioni, che per il Governo seguendo il sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture, Salvatore Margiotta. Il clima tra maggioranza e opposizione si fa quindi collaborativo, con l’accoglimento anche di diversi emendamenti della minoranza. Tra gli ultimi approvati anche quello a firma Lega che estende su tutto il territorio nazionale i finanziamenti agevolati per i giovani agricoltori. Sempre il 28 è passata la proposta del Pd che elimina i blocchi ai mezzi con targa straniera guidati dai frontalieri italiani.

    Intanto scoppiano scintille tra Italia Viva e il Partito democratico sull’ammodernamento degli stadi. Il leader di Iv, Matteo Renzi, che ha presentato un emendamento a riguardo, per eliminare i poteri delle soprintendenze, lamenta come i colleghi di maggioranza stiano sul punto “tergiversando”. Replica a stretto giro la senatrice dem, Caterina Biti, sostenendo che la proposta dai lei fatta sullo stesso tema è “tecnicamente inattaccabile”. Renzi invece si dice sicuro che “l’emendamento del M5s contro l’aeroporto di Firenze non passa”. Si tratta dell’emendamento, per ora accantonato, del senatore pentastellato Gianluca Ferrara, che introduce per i lavori di ampliamento anche l’obbligo di Vas, la valutazione ambientale strategica.

  • Dianova e Parco delle Groane: insieme per fare “comunità” e prendersi “cura” del parco

    Domenica 5 maggio la Comunità Dianova di Garbagnate Milanese e Parco delle Groane si daranno appuntamento al parcheggio dell’ex ospedale della cittadina lombarda per dare il via alle operazioni di riqualificazione nell’ambito dell’iniziativa “Ripuliamoci”.

    La Comunità Dianova di Garbagnate confina per gran parte con il Parco e sorge accanto alla zona del parcheggio del vecchio ospedale che, da quando ha chiuso, è rimasto abbandonato e, ultimamente, è stato utilizzato in maniera poco civile come discarica abusiva.

    La Comunità insieme all’ente Parco delle Groane ha deciso così di organizzare questa importante giornata per ridare vita a spazi inutilizzati e abbandonati; infatti, lo staff di Dianova e i ragazzi ospiti della struttura, insieme alle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco, domenica 5 maggio, a partire dalle ore 9.30, daranno il via all’iniziativa “Ripuliamoci”. Una metafora del percorso comunitario che ogni ragazzo sta affrontando per superare il proprio problema e che vuole anche essere un esempio, per tutte le persone, di quanto sia necessario tutelare e salvaguardare gli spazi comuni.

    Una volta terminata la pulizia, per evitare lo sversamento di nuovi rifiuti l’iniziativa proseguirà con una riqualificazione dello spazio attraverso la chiusura dell’accesso ai veicoli e l’installazione di barriere new jersey di cemento; sarà inoltre allestita un’area decorata con aiuole e arredi in pallet realizzati nell’ambito del Laboratorio di Falegnameria della Comunità di Garbagnate.

    Per chi fosse interessato a partecipare all’iniziativa ecco il programma della giornata:

    h 9.00/9.30 Ritrovo e organizzazione dei gruppi di lavoro

    h 9.30 Pulizia parcheggio ex ospedale e spazi limitrofi

    h 11.30 Ristoro nella Comunità di Garbagnate Milanese.

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