Salute

  • Abusi scandalosi con la salute dei cittadini

    Le istituzioni passano attraverso tre periodi:

    quello dei servizi, quello dei privilegi, quello degli abusi.

    François René de Chateaubriand

    “Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dèi tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto”. Così cominciava il Giuramento scritto da Ippocrate tra il V ed il IV secolo avanti Cristo. Egli giurava, tra l’altro, “Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa”. E poi garantiva: “In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi”. Il testo del Giuramento finiva con l’affermazione: “E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro”. Si trattava di un giuramento che doveva essere fatto da tutti coloro che si prestavano ad esercitare la professione del medico. Nel corso dei secoli il testo del Giuramento di Ippocrate è stato modificato, senza però cambiare la sostanza degli impegni solennemente presi. Il testo attualmente in vigore comincia con l’affermazione: “Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro….”. Un medico giura anche di attenersi “…ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell’autonomia della persona”. Il medico finisce il suo giuramento affermando: “E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro”. Così giurano i nuovi medici, ovunque, prima di iniziare la loro professione, prima di impegnarsi a salvare vite umane.

    Questo giuramento lo hanno fatto tutti i medici che esercitano anche in Albania. Ma non tutti loro, purtroppo, hanno rispettato il giuramento fatto. Sono stati molti i casi in cui i pazienti sono stati costretti a pagare quello che doveva essere coperto/rimborsato dai fondi statali. E questo non era un fatto sconosciuto. Anzi! Lo testimonia anche quanto è stato reso pubblicamente noto martedì scorso, 25 giugno. Alcuni medici e specialisti dell’ospedale oncologico della capitale sono stati accusati del reato di abuso d’ufficio. Risulterebbe che loro, invece di trattare i pazienti oncologici presso l’ospedale, li orientavano presso delle strutture private. Disgraziatamente molti pazienti terminali sono stati costretti a pagare un servizio e delle cure che dovevano essere rese gratuitamente dall’ospedale pubblico. In più è stato reso noto che mancavano quasi tutti i medicinali che dovevano essere disponibili presso le strutture pubbliche. Mentre nelle cliniche private, dove esercitavano alcuni dei medici accusati, i medicinali non mancavano. Anzi! Però si doveva pagare caro. Purtroppo, non tutti i pazienti potevano affrontare simili spese, perciò sono state tante le fatali conseguenze. Risulterebbe che, addirittura, spesso i medicinali necessari per la chemioterapia, ma non solo, arrivavano nelle cliniche private anche dall’ospedale pubblico. Ma risulterebbe anche un altro fatto clamoroso che non poteva essere stato attuato solo dall’abuso dei medici. Si tratta dell’apparecchio per la cobaltoterapia. Un apparecchio che era stato installato presso l’ospedale oncologico della capitale nel 2021. Ma purtroppo, da allora ad oggi, risulterebbe che quell’apparecchio non sia stato mai messo in funzione. E non solo. In piena violazione delle normative internazionali per le sorgenti radioattive di cui è munito, l’apparecchio è stato messo in un ambiente non protetto dalle radiazioni. E tutto questo non poteva, mai e poi mai, accadere senza l’approvazione dei dirigenti. E non solo di quelli dell’ospedale, ma anche di quelli del ministero della Sanità. Come mai e chissà perché?! Ma le cattive lingue da anni parlano e dicono quello che è stato reso noto la scorsa settimana. Le cattive lingue non hanno parlato però solo di quello che accadeva presso l’ospedale oncologico. Hanno parlato e parlano tuttora anche di quello che accade in tutti gli ospedali pubblici, e non solo nella capitale albanese. Ma coloro che sono stati e sono i veri responsabili, a tutti i livelli, del funzionamento normale delle strutture ospedaliere ed ambulatorie in Albania non hanno fatto niente perché tutto ciò non si verificasse e non accadesse. E le conseguenze di una simile irresponsabilità, così come dell’irresponsabilità dei medici, anche se non di tutti loro, sono state spesso fatali per i semplici cittadini albanesi. Per tutti coloro che non potevano affrontare le spese presso le cliniche private dove lavoravano e/o erano proprietari anche medici del servizio pubblico.

    L’attuale primo ministro albanese ha cominciato il suo primo mandato nel settembre 2013, dopo aver vinto le elezioni il 23 giugno dello stesso anno. Uno dei “punti forti” della sua campagna elettorale allora era “il servizio sanitario gratuito”. Fatti accaduti da allora in poi, fatti tutti documentati e pubblicamente noti alla mano però, testimoniano la falsità di questa promessa. Anzi, tra i primi scandali con gli appalti pubblici, clientelistici e milionari ci sono stati proprio quelli effettuati nel sistema della sanità pubblica. Il nostro lettore è stato informato a tempo debito di tali scandali. Nel novembre scorso il nostro lettore veniva informato che “…Nelle ultime settimane sono stati resi noti altri dati e fatti che riguardano alcuni altri scandali clamorosi nel settore della sanità pubblica. […]. Si tratta di scandali milionari che hanno privato i poveri cittadini albanesi dei servizi sanitari di prima necessità. Servizi vitali che loro non possono permettersi, finanziariamente, per averli nelle strutture private. Si tratta di scandali che da molti anni ormai stanno arricchendo gli amici sia del primo ministro che di alcuni ministri della Sanità. Tra i più noti e clamorosi ci sono lo scandalo del controllo sanitario, conosciuto come il servizio “Check up”, e quello degli sterilizzatori” (Misere bugie per nascondere clamorosi abusi quotidiani ed altro; 27 novembre 2023). Alcuni anni fa, trattando l’irresponsabilità dei massimi rappresentanti governativi, primo ministro compreso, l’autore di queste righe scriveva per il nostro lettore: “Un altro peccato madornale quello loro, che invece di gestire responsabilmente un settore così importante come quello della Sanità pubblica, hanno parlato soltanto di immaginari successi e hanno sperperato i fondi pubblici devoluti alla Sanità, dividendoli con certi oligarchi, loro sostenitori elettorali” (Dio salvi l’Albania e gli albanesi!; 16 marzo 2020).

    Oggi, di fronte ad una simile e molto evidente realtà, il primo ministro albanese ha cercato di nuovo, come sempre, di scaricare le sue colpe ad altri. Oggi ha scelto i medici. Una preda facile, dopo lo scandalo sopracitato. Ma i medici hanno abusato, beneficiando di quello che il sistema corrotto, capeggiato proprio dal primo ministro, permette. Oggi, il primo ministro ha scoperto che quello che hanno fatto i medici dell’ospedale oncologico era “un crimine non semplicemente contro i malati, ma [contro] tutta l’umanità” (Sic!). Chissà come si dovrebbe chiamare allora quello che lui, il primo ministro ed i suoi collaboratori fanno ogni giorno contro i cittadini albanesi?!

    Chi scrive queste righe è convinto che alcuni medici hanno disonorato il Giuramento di Ippocrate.  Ma il primo ministri ha consapevolmente violato e disonorato la Costituzione della Repubblica, sulla quale ha giurato fedeltà. E, non a caso, durante questi anni si sono verificati anche degli abusi scandalosi con la salute dei cittadini. Aveva ragione François René de Chateaubriand: le istituzioni passano attraverso tre periodi: quello dei servizi, quello dei privilegi, quello degli abusi.

  • Bruxelles registra progressi verso una politica sanitaria comune della Ue

    La Commissione ha adottato una comunicazione sull’Unione europea della salute che sottolinea i passi avanti compiuti dalla politica sanitaria dell’Ue negli ultimi quattro anni. L’Unione europea della salute, sottolinea una nota dell’esecutivo Ue, “è emersa nel bel mezzo della pandemia come una necessità per preservare la resilienza dell’Ue e contribuire al benessere sociale, all’autonomia strategica e alla stabilità geopolitica dell’Europa. È stata costruita sulla base dell’esperienza della crisi Covid e ha risposto alle chiare richieste dei cittadini di una presenza più forte dell’Ue nel campo della salute pubblica”. Presentata nel novembre 2020, la visione dell’Unione della salute è garantire che gli Stati membri siano meglio preparati a rispondere insieme alle future crisi sanitarie, sostenendo al contempo politiche sanitarie moderne e innovative per tutti i cittadini dell’Ue. Con ulteriori azioni in cantiere, l’Unione europea della salute, sottolinea la Commissione europea, finora ha prodotto misure di sicurezza sanitaria più forti, per rispondere meglio alle crisi future, che rendono l’Ue più equipaggiata per anticipare, prepararsi e rispondere a qualsiasi grave minaccia sanitaria.

    “Questo grazie a un quadro giuridico più solido per la cooperazione in materia di sicurezza sanitaria, al rafforzamento delle agenzie sanitarie dell’Ue e alla creazione dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera)”, continua la comunicazione. Inoltre, prosegue il testo è stato garantito l’accesso equo e tempestivo ai farmaci a prezzi accessibili per tutti i cittadini con la proposta di riforma farmaceutica dell’Ue, che “consentirà a 70 milioni di cittadini europei di accedere a nuovi farmaci, mantenendo un settore farmaceutico competitivo e migliorando la disponibilità di farmaci essenziali”. Fra le azioni intraprese, è stato anche lanciato il Piano europeo per la lotta contro il cancro, con una serie di azioni significative per affrontare la malattia in ogni sua fase, dalla prevenzione alla diagnosi e al trattamento, fino all’assistenza post-cancro e sostenuto da 4 miliardi di euro di finanziamenti dell’Ue; e sono state lanciate “iniziative rivoluzionarie per digitalizzare l’assistenza sanitaria”, tramite le quali i cittadini avranno accesso a un’assistenza sanitaria migliore in tutta l’Ue, grazie all’innovativo Spazio europeo dei dati sanitari (Ehds).

    Oltre a queste azioni, prosegue la nota della Commissione europea, l’Ue ha messo in campo un’azione globale per una migliore salute mentale per ogni individuo attraverso azioni di ampio respiro sostenute da oltre 1,2 miliardi di euro per promuovere il benessere mentale, migliorare la prevenzione e i servizi di sostegno e abbattere lo stigma in questo importante settore; ha deciso regole per aumentare la sicurezza dei pazienti e garantire la fornitura di medicinali; e un approccio “One Health” per affrontare i principali rischi per la salute riconoscendo il legame tra salute umana, animale e ambientale, che permette all’Europa di sviluppare politiche più incisive per affrontare le principali sfide sanitarie, come la resistenza antimicrobica e l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute.

  • Nel 2024 in Italia 197 casi di dengue, tutti importati dall’estero

    Sono aumentati a 197 casi di infezione confermata da virus dengue segnalati all’Istituto superiore di sanità (Iss) dall’inizio dell’anno al 13 maggio 2024. Non sono stati segnalati decessi. Tutti i casi segnalati – spiega l’Iss in una nota – sono stati contratti durante viaggi all’estero, ed in seguito notificati in Italia. La maggior parte delle infezioni risultano contratte in Brasile, uno dei paesi più colpiti dalla epidemia di dengue che si sta diffondendo in Centro e Sud America dall’inizio dell’anno, e alle Maldive. Nel primo trimestre del 2024, il numero di segnalazioni di casi confermati da virus dengue è aumentato di circa 6 volte rispetto allo stesso periodo del 2023, questo aumento è coerente con l’aumento diffuso della trasmissione del virus dengue negli ultimi anni a livello globale.

    “La trasmissione locale della Dengue in Italia, così come in altri Paesi europei, è un evento raro. La maggioranza dei casi è contratta all’estero – sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie infettive dell’Iss -. Tuttavia, le condizioni climatiche e la presenza di una zanzara in grado di trasmettere il virus rendono possibile la trasmissione in alcuni mesi dell’anno, nel contesto di una elevata circolazione in molti paesi del mondo. L’attenzione nei confronti di questa infezione è alta nel nostro paese con un monitoraggio attento dei casi diagnosticati in Italia da parte delle Regioni/Pa, del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità. Consigliamo a chi intraprende viaggi internazionali, di verificare se è nota la trasmissione di questo virus nelle aree visitate e di adottare tutte le misure di prevenzione raccomandate. Al rientro in Italia, in caso si manifestino sintomi, consigliamo di rivolgersi rapidamente al proprio medico di riferimento”.

  • ‘E’ ancora un gioco?’, il vademecum dei Carabinieri che aiuta a riconoscere i sintomi da ludopatia

    Pensi al gioco tutto il giorno, ti capita di nascondere il tuo vizio del gioco a quelli che ti stanno più vicino, ti poni dei limiti che poi trovi difficile rispettare. Sono alcuni dei comportamenti segnalati nell’opuscolo sui rischi della dipendenza da gioco d’azzardo, E’ ancora un gioco?, distribuito dal Comando provinciale dei Carabinieri di Piacenza. La pubblicazione aiuta a mettere tutti in guardia dai sintomi, spesso, e magari volutamente, sottovalutati di una vera e propria patologia, la ludopatia, che va ben oltre il desiderio di una vincita che possa aiutare a vivere economicamente meglio.

    Parlando di un problema, conosciuto sin dall’antichità, come ricerche archeologiche e antropologiche dimostrano, e riconosciuto ormai come malattia che pone al centro della vita quotidiana il gioco, la ricerca spasmodica di denaro per giocare mettendo a serio rischio la propria vita e quella dei familiari, l’opuscolo offre consigli per affrontare la dipendenza.

    Innanzitutto invita a capire che si è davanti ad un problema e a chiedere perciò aiuto ai propri cari per cominciare a risolverlo; parlare con il medico di famiglia per essere indirizzati in centri specializzati per curarsi con trattamenti terapeutici adeguati: provare ad organizzare un’attività ricreativa che possa sostituire il gioco d’azzardo; convincersi che non serve cercare di risolvere il problema da soli, ma che è necessario un aiuto esterno.

  • Oltre 11 milioni di under 19 europei soffrono di disturbi mentali

    Nell’Unione europea 5,9 milioni di maschi e 5,3 milioni di femmine fino a 19 anni soffrono di disturbi mentali. Lo ha reso noto un comunicato dell’Unicef in occasione della Settimana europea della salute mentale (13-19 maggio). Sono pertanto circa 11,2 milioni – il 13% – i bambini e giovani entro i 19 anni nell’Unione europea che soffrono di un problema di salute mentale, secondo la pubblicazione “Child and adolescent mental health – The State of Children in the European Union 2024”. Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani fra i 15 e i 19 anni nell’Ue. Nel 2020, circa 931 giovani sono morti per suicidio nell’Ue, equivalenti alla perdita di circa 18 vite a settimana. La prevalenza del suicidio è diminuita nel corso del tempo nell’Ue, con il 20 per cento dei suicidi in meno nel 2020 rispetto al 2011. Circa il 70% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni nell’Ue che muoiono per suicidio sono maschi. In Italia, tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che hanno perso la vita intenzionalmente tra il 2011 e il 2020 il 43% erano ragazzi e circa il 36% ragazze.

    Circa la metà (48%) di tutti i problemi di salute mentale a livello globale si manifesta entro i 18 anni, eppure molti casi rimangono non individuati e non trattati. Nell’Unione europea i dati sull’accesso ai servizi per la salute mentale da parte dei bambini sono limitati, ma le evidenze indicano che, nel 2022, per quasi la metà dei giovani adulti (tra i 18 e i 29 anni) i bisogni di assistenza per la salute mentale non erano soddisfatti. I livelli di alta soddisfazione della vita tra i quindicenni sono scesi da circa il 74% nel 2018 al 69% nel 2022 nei 23 Paesi per i quali sono disponibili i dati. Ciò equivale a oltre 220 mila ragazzi di 15 anni in meno in 23 Paesi dell’Ue con un’alta soddisfazione di vita nel 2022 rispetto al 2018.

    L’Unicef accoglie con favore l’attenzione costante e crescente dell’Ue all’agenda sulla salute mentale negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19. Ma attualmente, nei Paesi dell’Ue gli investimenti nei servizi per la salute mentale sono esigui rispetto a quelli per la salute fisica. È necessario porre maggiore enfasi sull’affrontare le cause profonde dei problemi di salute mentale attraverso iniziative di prevenzione e la promozione di una salute mentale e di un benessere positivi. Lo scorso 6 marzo, una delegazione di Unicef Italia e dell’Ufficio regionale Unicef per l’Europa e l’Asia centrale hanno incontrato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, al quale sono state consegnate le oltre 21mila adesioni raccolte per la petizione Unicef “Salute per la mente di bambini e adolescenti” per chiedere azioni a sostegno del benessere psicosociale e della salute mentale di bambine, bambini e adolescenti.

  • La Commissione definisce principi per limitare i prodotti chimici più nocivi agli usi essenziali

    La Commissione ha adottato criteri e principi guida per definire gli “usi essenziali” delle sostanze chimiche più nocive. Il concetto di “uso essenziale” consente di determinare quando l’uso delle sostanze più nocive è giustificato dal punto di vista della società. Nei casi in cui l’uso è necessario per la salute e/o la sicurezza e/o è essenziale per il funzionamento della società, e se non esistono alternative accettabili, una data sostanza può essere usata, per detto scopo, per un periodo determinato. Disposizioni dettagliate devono essere stabilite nella legislazione europea specifica applicando il concetto di uso essenziale.

    La comunicazione adottata garantisce all’industria e agli investitori prevedibilità nella fabbricazione di prodotti indispensabili alle transizioni verde e digitale, alla sanità e alla difesa dell’UE. La comunicazione fa parte della strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili, volta a migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente contro le sostanze chimiche più nocive e a compiere progressi verso un ambiente privo di sostanze tossiche.

  • Dichiarazione della Commissaria Kyriakides in occasione della Giornata mondiale della salute

    In vista della Giornata mondiale della salute del 7 aprile, Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “Il tema della Giornata mondiale della salute 2024, “La mia salute, il mio diritto”, sottolinea il fatto che l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità è un diritto fondamentale. Si tratta del principio fondamentale che ha plasmato la solida Unione europea della salute che abbiamo costruito a partire dal 2020. (…) La nostra risposta alla pandemia ha evidenziato il potere della solidarietà e della cooperazione, nonché l’importanza di ottenere risultati uguali per tutti i cittadini. La strategia dell’UE sui vaccini – una sfida senza precedenti – ha fornito a tutti i cittadini dell’UE l’accesso a vaccini sicuri ed efficaci contemporaneamente e alle stesse condizioni. (…)

    La nostra Unione della salute rafforza i nostri sistemi sanitari, mettendo al loro centro i pazienti. La nostra proposta di una storica riforma della legislazione farmaceutica dell’UE garantirà un rapido accesso a medicinali a prezzi accessibili per tutti i cittadini, sostenendo allo stesso tempo la crescita dell’industria farmaceutica. Lo spazio europeo dei dati sanitari consentirà ai cittadini, ai ricercatori e ai responsabili politici di sfruttare appieno il potenziale dei dati sanitari digitali a vantaggio dei pazienti. Il piano europeo di lotta contro il cancro è uno dei modelli d’azione oncologici più ambiziosi e globali al mondo, sostenuto da 4 miliardi di € di finanziamenti dell’UE. Ad appena quattro anni dal suo lancio, sta già facendo la differenza per milioni di pazienti oncologici, famiglie e prestatori di assistenza. Il nostro approccio globale alla salute mentale ha posto la salute mentale e fisica su un piano di parità e ci sta aiutando a porre fine alla stigmatizzazione di tutti i cittadini che si trovano ad affrontare problemi di salute mentale. (…)

    In occasione della Giornata mondiale della salute celebriamo questi progressi e risultati e continuiamo su questa strada nei prossimi anni, a vantaggio di tutti e ovunque”.

  • Follia e follia

    La politica, i media, come un poi noi tutti, parlano spesso di sanità: attese infinite, carenza di personale, nuove scoperte scientifiche, allungamento delle aspettative di vita, necessità di cure differenziate a seconda del sesso, prevenzione anche attraverso più sani stili di vita. Molte promesse e qualche risultato.

    Intanto cresce, ogni giorno di più, la disperazione delle tante famiglie lasciate senza aiuto e che devono gestire un parente, spesso un figlio, con gravi problemi psichici, famiglie che si confrontano quotidianamente con la violenza e l’impossibilità di trovare soluzioni.

    Leggi inadeguate o mai attuate non danno possibilità di assistenza mentre sappiamo tutti che non basta prescrivere qualche farmaco per guarire o tenere sotto controllo persone che, non per loro colpa, non possono controllarsi.

    Nel 1978 la legge 110, detta anche legge Basaglia, chiuse i manicomi, i terribili ghetti dove molte persone restarono per tutta la vita ma, come purtroppo spesso avviene, non si tenne conto che contestualmente, anzi prima dell’entrata in vigore della legge, avrebbero dovuto essere create strutture, emanate norme che impedissero che questi malati fossero di fatto abbandonati, con le loro famiglie, ad un vero e proprio calvario.

    Oggi si parla, dopo i guasti veri e presunti che il covid ha fatto sulle menti di tanti, specie dei più giovani, di un obolo per lo psicologo, di psicologi nelle scuole, ma non si parla dei gravi danni che l’uso smodato, e scorretto, della Rete, che non ha regole, fa quotidianamente né si affrontano i terribili problemi che le famiglie, spesso composte da genitori anziani, devono affrontare con un malato psichico in casa.

    La malattia non può essere azzerata, guarita, eliminata dalla legge ed una legge quando non è in grado di valutare a monte le conseguenze che comporta la sua applicazione è anch’essa una legge malata ed è malato di incomprensione ed indifferenza tutto quel mondo politico, di ogni colore, che dal 1978 ad oggi non ha saputo trovare, dare, al territorio risposte celeri ed adeguate.

    Nel frattempo abbiamo assistito a vere e proprie tragedie annunciate, delitti che avrebbero potuti essere impediti, perché oltre a non esserci servizi e strutture per aiutare i malati psichici e le loro famiglie non c’è neppure prevenzione. Ad ogni tragedia, ad ogni morte, dolore e stupore, sgomento e poi silenzio.

    Ci sono vari tipi di follia, in alcuni casi l’assistenza e la medicina, il controllo e la comprensione, la libertà e la vigilanza possono fare molto per le famiglie e per il malato psichico, in altri casi, come per quello della follia politica che non fa comprendere i reali bisogni di una parte della popolazione, comincio a temere non vi sia alcuna cura.

  • Dalla Commissione 12,2 milioni di euro da investire nell’ambito del programma EU4Health per rafforzare la sicurezza sanitaria in Europa

    La Commissione ha avviato due progetti in partenariato con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) allo scopo di rafforzare la sicurezza sanitaria e la preparazione a gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, in particolare in relazione a rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari.

    Il primo progetto si concentra sul rafforzamento delle capacità di sicurezza sanitaria e sul miglioramento delle strategie di prevenzione, preparazione, individuazione e risposta nell’UE, nello Spazio economico europeo (SEE), nei paesi candidati all’adesione all’UE e nei paesi del partenariato orientale. Il progetto contempla un’ampia gamma di rischi potenziali, dalle catastrofi naturali, come terremoti e inondazioni, ai rischi biologici e ai conflitti di origine umana, e si concentra in particolare sul miglioramento del coordinamento e della cooperazione in caso di emergenza, a livello sia nazionale sia internazionale. Il programma EU4Health sosterrà questo progetto con 6,4 milioni di € nel corso dei prossimi 5 anni.

    Il secondo progetto accelera gli sforzi volti ad affrontare specificamente i rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN) nell’UE, in Ucraina, in Moldova e in altri paesi aderenti al programma EU4Health, rafforzando le capacità di prevenzione, preparazione e risposta alle minacce CBRN per la salute pubblica mediante la pianificazione della preparazione e della risposta, nonché rafforzando la preparazione a livello transfrontaliero. Il programma EU4Health finanzierà questo progetto con 5,8 milioni di € nel corso dei prossimi 3 anni.

  • Cina pronta a infettare di nuovo il mondo?

    Scrive Valeria Aiello su Fanpage che la Cina sta sperimentando un nuovo coronavirus simile a quello del Covid che ha “un tasso di mortalità del 100% nei topi”. Secondo quanto riferito, la variante killer, nota come GX_P2V, è stata inizialmente scoperta nel 2017 nei pangolini malesi e conservata in un laboratorio di Pechino. Sperimentata su topi “umanizzati”, cioè geneticamente modificati per esprimere il recettore ACE2 umano con l’obiettivo di valutare la sua capacità di causare malattia negli esseri umani, la forma mutata di Sars-Cov-2 ha mostrato un impatto letale nei roditori.

    Tutti i topi infettati dall’agente patogeno sono morti entro otto giorni, un evento che i ricercatori cinesi hanno descritto come “sorprendentemente” rapido, scrive ancora la Aiello. Gli studiosi, coordinati da Lai Wei, Shuiqing Liu e Shanshan Lu del College of Life Science and Technology dell’Università di tecnologia chimica di Pechino, hanno inoltre riscontrato alti livelli di carica virale nel cervello dei roditori, suggerendo che la causa della loro morte possa essere collegata a un’infezione cerebrale. Una prima versione in preprint dello studio è stata pubblicata all’inizio di questo mese su bioRxiv.

    Il virus, denominato GX_P2V, è un mutante del coronavirus GX/2017, un patogeno correlato a SARS-Cov-2 identificato prima della pandemia di Covid nei pangolini in Malesia. Conservato in un laboratorio di Pechino, si è adattato alla coltura cellulare, evolvendosi in una forma mutata che possiede una delezione di 104 nucleotidi all’estremità 3’-UTR del suo RNA.

    Questa variante, si legge ancora nell’articolo, adattata è stata quindi analizzata allo scopo di valutare se potesse causare malattia nei topi transgenici che esprimono il recettore ACE2 umano (hACE2). Lo studio non specifica però quando sia stata condotta la sperimentazione, lasciando incertezze sulla reale sequenza temporale delle mutazioni.

    Nei giorni precedenti alla loro morte, i topi infettati hanno iniziato a mostrare una diminuzione del peso corporeo a partire dal 5° giorno dopo l’infezione, raggiungendo una riduzione del 10% rispetto al peso iniziale entro il 6° giorno. Entro il 7° giorno dall’infezione, i topi “mostravano sintomi come piloerezione (pelle d’oca, ndr), postura curva e movimenti lenti, e i loro occhi diventavano bianchi” hanno precisato i ricercatori. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, sono state rilevate in vari organi, tra cui cervello, polmoni, naso, occhi e trachea, suggerendo un modello di infezione unico rispetto al Covid.

    Lo studio ha suscitato preoccupazione nella comunità scientifica, per il potenziale rischio di diffusione di GX_P2V negli esseri umani e sollevato interrogativi sulle misure di biosicurezza impiegate durante la ricerca. “Questa follia deve essere fermata prima che [sia] troppo tardi”, ha scritto su X il dottor Gennadi Glinsky, professore in pensione della School of Medicine di Stanford. Anche il professor Francois Balloux, esperto di malattie infettive dell’University College di Londra, sempre su X ha descritto la ricerca cinese come “uno studio terribile, totalmente inutile scientificamente”.

    Dello stesso avviso Richard Ebright, chimico della Rutgers University di New Brunswick, nel New Jersey. “Il preprint non specifica il livello di biosicurezza e le precauzioni utilizzate per la ricerca – ha evidenziato l’esperto – . L’assenza di queste informazioni solleva la preoccupante possibilità che parte o tutta questa ricerca, come la ricerca a Wuhan nel 2016-2019 che probabilmente causò la pandemia di Covid-19, sia stata condotta in modo sconsiderato senza il contenimento minimo di biosicurezza e le pratiche essenziali per la ricerca con un potenziale agente patogeno pandemico”.

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