Salute

  • Pediatrie piene, +300% al pronto soccorso

    Le pediatrie sono in affanno in molte realtà d’Italia per le tante infezioni da virus respiratori nei bambini, specie le bronchioliti da Virus Respiratorio Sinciziale, che stanno colpendo in particolare i piccoli sotto l’anno di vita. Ma le terapie intensive pediatriche sono sottodimensionate. Lo afferma la Società italiana di pediatria SIP che sollecita un intervento del governo. Con la contemporanea circolazione di altri virus come influenza, adenovirus e Covid, la situazione «è in alcuni casi davvero difficile, con accessi record in Pronto Soccorso, congestione in alcuni ospedali e massima occupazione dei posti letto». «Registriamo un incremento degli accessi in PS per infezioni respiratorie del 300% superiore rispetto ai due anni precedenti, con l’80% dei posti letto occupati da bambini con bronchiolite da VRS”, afferma Giovanni Corsello, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale dei Bambini di Palermo. «Due condizioni stanno rendendo particolarmente gravosa l’assistenza: da un lato l’età dei bambini con bronchiolite da VRS, soprattutto neonati e lattanti, e dall’altro lato, i casi di ‘coinfezioni’ causate da più agenti patogeni che in contemporanea colpiscono lo stesso organismo». Condizioni, queste, che richiedono spesso il ricovero in ospedale, nei casi più gravi in terapia intensiva e un notevole sforzo organizzativo. Complessa la situazione anche al Policlinico Umberto I di Roma, dove attualmente il 100% dei ricoveri pediatrici è dovuto a infezioni respiratorie. “Nel 90% dei casi si tratta di bronchioliti da VRS, che nel 10% dei casi richiedono il ricovero in terapia intensiva pediatrica, attualmente quasi piena (soli 2 posti liberi)”, afferma Fabio Midulla, responsabile del reparto di Pediatria di Urgenza dell’ospedale.

    «La situazione è difficile, ma il sistema tiene, seppur con grandi sforzi», afferma Giuseppe Banderali, vicepresidente SIP e direttore della Neonatologia e Pediatria dell’Ospedale San Paolo di Milano. «Registriamo un notevole incremento di accessi al PS rispetto agli ultimi due anni; da novembre i posti letto sono sempre pieni, occupati per il 60% da bambini con infezioni respiratorie, di cui il 20-25 % sono bronchioliti da VRS».

    Anche alla luce di questa situazione, la SIP punta il dito sul sottodimensionamento delle terapie intensive pediatriche (TIP). L’assenza di un codice ministeriale che le identifichi in maniera precisa (presente per tutte le altre discipline assistenziali nel nostro Paese) rende molto difficile stimare il loro numero esatto. Facendo riferimento a dati empirici, nel nostro Paese ci sono circa tre letti di terapia intensiva con specificità pediatrica ogni milione di abitanti. Un valore di circa la metà di quello inglese e di circa un terzo rispetto a Austria, Svizzera, Germania o Usa. «Assistere i bambini in unità di terapia intensiva dedicate significa migliorare la prognosi rispetto a coloro che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. Questo è tanto più vero quanto il bambino è più piccolo e più grave. Le TIP sono infatti tarate sui bambini e hanno un’elevata specificità non solo dei device, ma anche delle competenze del personale», afferma la Presidente della SIP

    Annamaria Staiano. “Chiediamo al Governo – conclude la presidente SIP – non solo un loro rafforzamento, con un aumento dei posti letto e del personale, ma anche un impegno a lavorare per garantire un’assistenza omogenea a tutti i bambini in ogni area del Paese».

  • La dieta mediterranea non è una dieta

    Tutti parlano di Dieta Mediterranea, ma in realtà sono molto pochi quelli che sanno veramente cosa sia o che la seguono correttamente.

    In questo testo cercherò di rispondere pertanto a due domande:

    La prima, che cos’è la Dieta Mediterranea dato che non è una dieta e la seconda se esiste ancora, dato che in pochissimi la mettono in pratica.

    1. Cos’è la Dieta Mediterranea se non è una dieta?

    La Dieta Mediterranea è un modello culturale, un insieme di conoscenze, ovvero uno stile di vita (e, di conseguenza, anche uno stile alimentare) tramandato per secoli dalle popolazioni che si affacciano sul mar Mediterraneo. Perché la geografia è la madre della storia e, in questo caso, l’area mediterranea è la madre di questa storia.

    Conoscenze

    Questo modello culturale è espressione della Civiltà Contadina, un sistema sociale e culturale autosufficiente (e oggi possiamo definire anche ecosostenibile) fondato principalmente sul rispetto, la gratitudine, la tutela e la profonda conoscenza (e quindi il suo sapiente uso a livello sia nutrizionale che terapeutico) della biodiversità naturale e rurale.

    Attività fisica

    In generale lo stile di vita mediterraneo è caratterizzato da una regolare attività fisica quotidiana (soprattutto all’aperto), intesa come esercizio fisico vario, armonico, ponderato e frequente (che varia a seconda delle stagioni, del sesso, dell’età, dell’attività svolta, del contesto, della condizione fisica, etc.)

    Alimentazione

    Come detto non esiste una singola e specifica dieta, ma un comune modello dietetico mediterraneo che si distingue per le seguenti caratteristiche principali:

    1) Qualità

    Tutti alimenti sono principalmente locali, di stagione, autoriprodotti (da piante o semi locali e non selezionati) e consumati integrali (radice, fusto e foglia, o con la buccia, etc.) e freschi o conservati in modo naturale (con olio, con sale, con aceto, con miele, con spezie, in salamoia, sotto terra o cenere o sabbia, sotto vuoto, sotto neve o ghiaccio o per essiccazione, affumicatura o tostatura, etc.).

    2) Quantità

    Tutti i giorni:

    • Cibi di origine vegetale in abbondanza per varietà e tipologie (ortaggi e verdure selvatiche sia di terra che di mare – es. alghe)
    • Cereali in chicchi integrali (Orzo, Grano, Farro, Miglio, Avena e Riso)
    • Pasta, pane e farine integrali o semintegrali
    • Legumi (migliaia di varietà)
    • Erbe Aromatiche
    • Olio di Oliva (frutto) o di Semi (ad es. sesamo) come principale fonte di grassi
    • Vino (solo gli uomini adulti) in moderata quantità
    • Sale (Marino o di Cava esclusivamente integrali) in pochissima quantità

    Una volta a settimana:

    – Semi tostati (di girasole, di sesamo, di zucca, etc.)

    • Frutta secca (noci, mandorle, nocciole, etc.)
    • Frutta selvatica o coltivata, cruda o cotta
    • Tisane
    • Uova da animali ruspanti, molluschi, carni bianche di acqua (ad es. pesce) di terra (ad es. lepre) e di cielo (ad es. uccelli)
    • Formaggio (fresco o stagionato) da latte di animali da pascolo (soprattutto capra, pecora e raramente bovino)
    • Alimenti fermentati (yogurt, garum, verdure fermentate, etc.)

    Una o due volte al mese

    • Carne rossa (spesso stagionata o sottoforma di insaccato)

    Una o due volte l’anno

    – Dolci tradizionali (con dolcificanti non raffinati)

    3) Proporzioni

    60% carboidrati (Glucidi complessi dagli amidi dei cereali)

    25-30% grassi (soprattutto polinsaturi – omega-3 etc.)

    10-15% proteine (prevalentemente vegetali)

    4) Cottura

    I metodi per cucinare gli alimenti sono molti e variano per fonte di cottura (fuoco da legna, brace, pietra rovente, sole, etc.), temperatura di cottura (generalmente bassa), tempi di cottura (da più o meno brevi), tipologia di cottura (bollitura, al forno, su pietra, in vaso cottura, a coperta, marinatura, frittura, sulla brace, etc.) e tipologia dei materiali utilizzati per cuocere (pietra, vetro, legno, rame, terracotta, etc.)

    5) Orari

    Tutte le attività avvenivano dal sorgere fino al calare del sole (e, quindi, secondo stagione). Il pasto principale era il pranzo (più abbondante e variato). La cena era più sobria e semplice. Generalmente si mangiava dalle due e al massimo le tre volte al giorno.

    Dieta Mediterranea e Nutrienti

    Le caratteristiche dei nutrienti (macro e micro) contenuti negli alimenti corrispondenti a queste abitudini dietetiche sono:

    I Macronutrienti

    Carboidrati: a basso contenuto glicemico (ricchi di fibre e zuccheri complessi)

    Proteine: poche quantità e prevalentemente di origine vegetale

    Grassi: soprattutto polinsaturi (omega-3, omega-6)

    Fibre: di origine vegetale (cereali integrali, verdura, legumi, frutta, sono costituite prevalentemente da polisaccaridi (cellulosa, lignina, pectine, mucillagini)

    Acqua: cruda o bollita (tisane) di buona qualità

    I Micronutrienti:

    Vitamine: sia idro che liposolubili (tutte)

    Minerali: Calcio, Fosforo, Magnesio, Sodio (piccole quantità), Potassio, Cloro, Zolfo e molti altri (ad es. Ferro, Rame, Zinco, Fluoro, Iodio, Selenio, Cromo, Cobalto, Manganese, Molibdeno, Silicio, Nichel, Cadmio, Vanadio, Boro, etc.)

    Dieta Mediterranea e i 9 Aminoacidi Essenziali

    Nell’essere umano adulto quelli essenziali sono 8: fenilalanina, treonina, triptofano, metionina, lisina, leucina, isoleucina e valina – questi ultimi tre hanno anche le proprietà di amminoacidi ramificati (BCAA). Per i soggetti in accrescimento è essenziale anche l’istidina (9 in tutto). Questi aminoacidi si definiscono essenziali in quanto devono essere obbligatoriamente introdotti con la dieta (con le proteine alimentari).

    Gli alimenti in cui questi (ed altri) aminoacidi sono più presenti sono quelli di origine animale (ma sono anche quelli più ricchi di grassi e, pertanto, da consumare con moderazione) Anche i cereali, i legumi e le verdure contengono ciascuno diverse tipologie di aminoacidi essenziali.

    La dieta mediterranea è nota per i suoi piatti che integrano cereali, legumi e verdure, abbinamento che costituisce un complesso proteico ben equilibrato in grado di coprire il fabbisogno di aminoacidi essenziali. Si parla in questo caso di mutua integrazione (o complementarietà proteica). Ad esempio: pasta fresca di semola integrale con verdure e fagioli, minestroni e zuppe di cereali integrali e fagioli, etc.

    La posizione ufficiale della “Academy of Nutrition and Dietetics” è che “le proteine di vari cibi vegetali consumati nel corso della giornata possono fornire un apporto sufficiente di aminoacidi essenziali”.

    I legumi, spesso denominati la “carne dei poveri”, hanno, tuttavia, rispetto alla “carne dei ricchi” più vantaggi, in quanto composti di carboidrati a lento assorbimento, di una buona quota proteica, di sali minerali, di alcune vitamine e di fibre alimentari.

    1. Esiste ancora la Dieta Mediterranea?

    La Dieta Mediterranea o meglio, i principi dietetici della cività contadina mediterranea di cui la scienza della nutrizione non fa altro che comprovarne da decenni i benefici per la salute umana sta progressivamente scomparendo proprio nei paesi mediterranei a causa della diffusione di stili di vita ed alimentari tipici della società dei consumi, dell’urbanizzazione e della globalizzazione (della produzione e, per l’appunto, dei consumi). Le scelte alimentari si orientano verso ciò che il mercato offre (pubblicità) o verso ciò che costa di meno (prezzo), a seconda dell’efficienza e rapidità dei trasporti, delle reti di distribuzione e dell’efficacia delle tecnologie di conservazione diventando sempre più slegate dalla (sapiente) e secolare tradizione (stagionalità, età, tipo di mestiere, etc.) che l’ha prodotta. Le indagini statistiche più recenti mostrano che la Dieta Mediterranea sta diventando un ricordo per gli adulti e diventerà un capitolo di storia per i nostri figli (tra i più in sovrappeso del mondo). L’alimentazione si è progressivamente arricchita di cibi ad alto contenuto di proteine, grassi saturi e zuccheri  semplici e sono diventati sempre più frequenti sia i pasti fuori casa (per necessità e per pigrizia) che il consumo di cibi pronti (molto diversi qualitativamente da quelli consumati solo 50 anni prima) ed inoltre le porzioni sono aumentate (ad esempio in Italia del 30-40% – da 2.500 a 3.300 kcal/die), con un impoverimento progressivo delle proteine di origine vegetale e dei carboidrati complessi (cereali in chicchi e integrali). A tale aumento dell’intake calorico non è seguito un adeguato dispendio energetico perché anche lo stile di vita è diventato più sedentario in quanto legato per trasporto e lavoro sempre più alle macchine, determinando così una notevole riduzione della spesa energetica giornaliera.

    Viviamo, quindi, in un’epoca di “apparente benessere” perché l’attuale presenza di persone over 80 è dovuta in gran parte anche ai benefici degli stili di vita ed alimentari più equilibrati e sobri seguiti in gioventù. Le nuove generazioni, figlie del benessere, educate a stili di vita ed alimentari scorretti e cresciute in ambienti malsani, manifestano già molti problemi di salute, sia fisica che mentale.

    Quindi, sempre che si voglia migliorare il futuro dei nostri figli, il modello culturale-alimentare mediterraneo deve essere riscoperto, rivalutato e diffuso, a partire dalle nostre tavole perché questo genererà una domanda (di cibi locali, stagionali, freschi, senza prodotti chimici, etc.) che andrà, inevitabilmente a generare una migliore offerta a vantaggio della nostra salute e dell’ambiente.

  • Unione sanitaria: diventa operativa la rete di laboratori HERA

    L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) sta istituendo una rete di laboratori che è diventata operativa il 1 febbraio. La rete, denominata DURABLE, è finanziata con 25 milioni di euro nell’ambito del programma EU4Health. Fornirà informazioni scientifiche rapide e di alta qualità per sostenere l’UE nella preparazione e nella risposta alle minacce sanitarie transfrontaliere e nella valutazione dell’impatto delle contromisure mediche.

    DURABLE sarà coordinata dall’Institut Pasteur e comprenderà diciotto laboratori di alto livello all’interno dell’UE. Contribuirà a un’analisi e un’individuazione rapide, complete ed efficaci degli agenti patogeni e a una loro migliore caratterizzazione; ciò aiuterà a individuare, sviluppare e acquistare contromisure mediche adeguate. DURABLE integrerà le reti esistenti, comprese quelle coordinate del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, per affrontare le sfide future.

    DURABLE promuoverà lo scambio di dati e orienterà il processo decisionale a livello mondiale. Ciò sosterrà i paesi nei loro sforzi per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 3 su salute e benessere e altri traguardi e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile legati alla salute.

  • Agopuntura riconosciuta dall’ISS

    Il 25 luglio del 2022 sono state pubblicate le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità per l’uso dell’agopuntura nella terapia del dolore. Nello specifico, queste linee guida sono rivolte a tutti gli operatori sanitari che, nel corso della loro attività clinica, si trovino ad assistere pazienti adulti (≥18 anni) con sintomi da emicrania episodica e cronica o con lombalgia cronica e si riferiscono ad uno studio che ha rivelato una maggiore efficacia dell’agopuntura rispetto ai farmaci previsti per le suddette patologie. La notizia è molto positiva sotto tanti punti di vista. In primo luogo per il fatto che in Italia i più recenti studi riportano che l’emicrania ha una prevalenza che va dal 20 al 40% della popolazione (dipendentemente dall’età, il sesso e la collocazione geografica). In secondo luogo perché si può ridurre l’impatto economico di queste patologie e delle terapie ad esse associate (solo nei 27 Paesi UE è stato calcolato un costo complessivo pari a 111 miliardi di euro – Linde et al. 2012. Dati riferiti a dieci anni fa). E, in terzo luogo il fatto che l’agopuntura, come dimostrato, riduce quasi a zero gli eventi avversi o effetti collaterali (a patto, sempre, che sia eseguita da personale medico adeguatamente preparato). Insomma, come detto, si tratta di una buona notizia e, potrei anche aggiungere, meglio tardi che mai, visto che l’agopuntura è una pratica dalle origini talmente antiche che non vi è accordo sui suoi primi utilizzi. Alcuni reperti archeologici orientali (pietre sottilmente affilate) fanno pensare addirittura ad un suo uso in un periodo storico antecendente al neolitico. Nelle linee guida, tuttavia, come in quasi tutti gli studi clinici relativi a questa pratica di medicina tradizionale, non si fa mai riferimento alla teoria scientifica (possiamo iniziare a dirlo?) che l’ha resa possibile. Teoria che interpreta e codifica la realtà su due piani opposti e complementari tra loro, ovvero, quello fisico e quello metafisico. Ma torniamo all’agopuntura. Che cos’è? Come funziona? Innanzitutto è importante dire che l’agopuntura costituisce una delle 5 componenti della Medicina Tradizionale Cinese (insieme alla dieta, alla fitoterapia, alla massoterapia e alle ginnastiche psicofisiche quali, ad esempio, il Qi Gong e il Tai Chi). Il che ci fa capire che l’agopuntura non è un metodo terapeutico a sé stante ma una pratica di complemento di un sistema terapeutico più ampio che parte dal presupposto che la salute è il risultato del buon funzionamento di un insieme di sistemi (in occidente potremmo definirli sistema metabolico, nervoso, psichico, etc.). Equilibrio tra uomo e ambiente, equilibrio tra le sue interazioni fisiche (cibo, movimento, etc.) e le sue interazioni metafisiche (pensieri, idee, etc.) con l’ambiente (naturale o sociale) che lo circonda. Come funziona? Qui viene il bello, perché nessuno studio scientifico ne parla, o rimanda ad un approfondimento sul tema. L’agopuntura consiste nell’inserzione di specifici aghi (sono principalmente di due tipi) in specifici punti del corpo (dipendentemente dal trattamento necessario) che si trovano lungo canali energetici definiti “meridiani”. Sì, lungo canali “energetici”, ovvero, metafisici, invisibili, intangibili. Il che ci rimanda al discorso sulla teoria che ha generato l’agopuntura e sulla capacità di antichi saggi orientali di saper codificare e “mappare” sia i canali fisici (ad esempio il reticolato arterioso e venoso) sia quelli metafisici (i meridiani energetici, per l’appunto). Noi occidentali siamo educati ed abituati a considerare l’organismo dal solo punto di vista fisico, ovvero come un insieme di fasci nervosi, arterie, vene, vasi linfatici, muscoli, ossa e organi. Secondo gli antichi saggi fondatori della Medicina Tradizionale Cinese tutto ciò costituisce solo la parte fisica di qualsiasi sistema vivente (più o meno complesso) perché secondo la Medicina Tradizionale Cinese i meridiani energetici sono presenti anche nei vegetali e negli animali. I meridiani sono canali che scorrono in tutto il nostro corpo dalla superficie agli strati più profondi dove si trovano gli organi, mettendo in comunicazione le varie parti e riunendole nell’unità dell’organismo. Possiamo immaginarli come corsi d’acqua sotterranei a varie profondità che sgorgano in superficie in particolari punti chiamati Xuè, ovvero i punti che vengono stimolati con gli aghi nell’agopuntura o con la digito pressione nello shiatsu per accedere al sistema energetico di ogni individuo. I meridiani sono 12 e costituiscono la grande circolazione energetica del corpo. Ad ognuno è collegato un organo da cui prende il nome: Polmone, Intestino crasso, Rene, Vescica urinaria, Fegato, Vescica biliare (cistifellea), Cuore, Ministro di Cuore (pericardio), Intestino tenue, Triplice riscaldatore, Milza/Pancreas e Stomaco. La prima testimonianza scritta di agopuntura si trova nel Huangdi Neijing (tradotto come Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo), datato circa 300 a.C. dove troviamo anche citate sia la teoria dello yin e dello yang che quella dei 5 elementi (o delle 5 trasformazioni). A questo punto, visto che l’agopuntura è oggetto di approvazione in Italia come in moltissime altre parti del Mondo (ad esempio, per determinate condizioni patologiche è stata approvata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, dal National Institutes of Health degli Stati Uniti e dal National Health Service del Regno Unito) non è forse arrivato il momento di approfondire lo studio, con metodo scientifico, di tutte le pratiche terapeutiche fondate su queste antichissime teorie? La dietoterapia come il Tai Chi, ad esempio? Del resto sempre di più si legge di studi scientifici che dimostrano che alcuni alimenti (mondo fisico) contribuiscono a cambiare il nostro umore, il nostro modo di pensare (mondo metafisico) o, viceversa, che alcuni stati mentali (depressione o ansia o stress) incidono sul nostro metabolismo. C’è ancora molto da recuperare in questo senso, soprattutto se pensiamo che la scuola di medicina salernitana (di influenza araba, a sua volta di influenza orientale) più di mille anni fa raccomandava come cure queste tre cose “l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta”.

  • Per vivere meglio?

    Sul Patto abbiamo in diverse occasioni ricordato come la ricerca scientifica abbia evidenziato, con diversi studi, le conseguenze positive, sul fisico e sulla psiche umana, che derivano dal rapporto affettivo con un animale da compagnia.

    Specificamente accarezzare il proprio cane o gatto, o comunque un animale col quale si è instaurato un rapporto, porta al rallentamento del battito cardiaco e al rilascio di ossitocina, quello sostanza che molti ormai chiamano l’ormone del benessere.

    Due scienziati italiani hanno, qualche anno fa, pubblicato il libro La scienza degli abbracci nel quale sono raccolte diverse indagini che provano come gli abbracci tra esseri umani, abbracci non legati al sesso ma solo alla affettività, alla condivisione di sentimento e calore umano, portino beneficio e produzione della nota ossitocina.

    L’abbraccio diventa un gesto con il quale ci si dà reciproco aiuto fisico e mentale, si riduce lo stress e si potenzia il sistema immunitario, si combatte la solitudine che, in questa epoca è diventata una nuova forma di malessere o autentico prodromo di malattia.

    L’ossitocina migliora il riconoscimento delle emozioni, rende più empatici, dà maggiore salute al sistema vascolare.

    In questa società dove tutti siamo sempre più concentrati su noi stessi, sul nostro smartphone, computer e sui social di riferimento, convinti che l’importante sia avere sul nostro profilo mille amici sconosciuti piuttosto che coltivare il rapporto diretto con dieci amici veri che possiamo guardare negli occhi senza uno schermo, cerchiamo di tornare ad imparare quei piccoli e semplici gesti d’affetto che fanno tanto bene reciprocamente.

    Abbracciare un amico, un parente, una persona che ha bisogno, dando un gesto di solidarietà, accarezzare il nostro cane o gatto e imparare a sorridere un po’ potrebbero, dovrebbero essere, piccoli ma importanti obbiettivi per questo nuovo anno.

  • Torna la fiducia nei vaccini

    La Commissione di Bruxelles ha pubblicato la relazione 2022 sullo stato della fiducia nei vaccini nell’Unione europea. Dalla relazione, la terza di questo genere, emerge che negli Stati membri dell’UE27 l’81,5% degli intervistati concorda sul fatto che i vaccini siano importanti, l’85,6% ritiene che siano efficaci e l’82,3% è d’accordo sul fatto che siano sicuri.

    Dopo avere fluttuato durante la pandemia, le percezioni sono generalmente tornate ai livelli del 2018. Permangono tuttavia differenze tra Paesi e tipi di vaccini. Emerge un crescente “divario di fiducia nei vaccini” tra di chi ha più di 65 anni e i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni: tra il 2018 e il 2022 i giovani di questa fascia di età hanno infatti perso fiducia.

    Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “La pandemia di Covid-19 ha dimostrato quanto siano importanti i vaccini, che hanno salvato circa 20 milioni di vite umane nel primo anno dalla loro autorizzazione. Ciò attesta la nostra forte collaborazione con ricercatori, scienziati, produttori, autorità nazionali e partner mondiali. Al tempo stesso, la relazione sottolinea la velocità con cui la fiducia può cambiare e i numerosi fattori che possono influenzarla. Il miglioramento della fiducia nei vaccini prima della pandemia è stato il risultato di uno sforzo concertato nell’Ue. Dobbiamo trarre insegnamenti dalla pandemia e unire le forze per comprendere gli ostacoli in modo da colmare le lacune vaccinali”.

    La relazione sulla fiducia fa parte del seguito dato alla raccomandazione del Consiglio del 2018 relativa al rafforzamento della cooperazione nella lotta contro le malattie prevenibili da vaccino. La raccomandazione presenta un elenco di attività volte ad aumentare la copertura vaccinale. Nell’ambito dell’iniziativa di contrasto alla disinformazione sui vaccini del programma EU4Health, la Commissione sta avviando una campagna di comunicazione sui benefici della vaccinazione contro Covid, influenza stagionale e Hpv lungo tutto l’arco della vita, denominata United In Protection.

  • Più di 32 milioni di persone nell’UE è diabetico

    “Il diabete può colpire tutti, indipendentemente dal contesto, dall’età e dal genere. Oggi nell’UE un adulto su dieci, più di 32 milioni di persone, è diabetico: il doppio rispetto a dieci anni fa”, è quando ha dichiarato Commissaria Stella Kyriakides in occasione della Giornata mondiale del diabete. “Il diabete pesa sulle nostre società e sui nostri sistemi sanitari. Aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari potenzialmente pericolose. Sappiamo inoltre che aumenta il rischio di malattia grave per le persone affette da COVID-19. E incide pesantemente sui nostri bilanci sanitari, visto che nel 2019, secondo le stime, il diabete assorbiva il 9% dell’intera spesa sanitaria dell’UE. Possiamo e dobbiamo dunque fare di più per combattere il diabete. Ad esempio, l’onere del diabete di tipo 2 può essere ridotto mediante interventi che promuovano uno stile di vita più sano, come un’alimentazione sana, l’attività fisica e il non tabagismo. Sappiamo – conclude la Commissaria – che il diabete ha un impatto significativo sulla vita quotidiana di molte persone. Questa situazione deve cambiare”.

  • Gli europei sono preoccupati per la qualità dell’aria e chiedono interventi più incisivi

    Secondo un sondaggio speciale Eurobarometro gli europei sono preoccupati per l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute e l’ambiente. Dal sondaggio effettuato tra il 21 marzo e il 20 aprile 2022 in cui sono state intervistate circa 26.509 persone emerge che sono in molti a ritenere che industria, autorità pubbliche e datori di lavoro debbano fare di più per migliorare la qualità dell’aria. Gli intervistati sono nettamente favorevoli a un approccio internazionale o europeo per migliorare la qualità dell’aria e l’ampia maggioranza di quanti hanno sentito parlare delle norme UE in materia afferma che dovrebbero essere rafforzate.

    Gli europei in gran parte ritengono che le malattie respiratorie (89%), l’asma (88%) e le malattie cardiovascolari, che causano gravi problemi nei loro paesi, siano dovute all’inquinamento atmosferico. Sono altresì preoccupati per i problemi ambientali causati nei corpi idrici dall’inquinamento atmosferico, come l’acidificazione e l’eutrofizzazione (83% per entrambe).

    Quasi la metà degli intervistati ritiene che la qualità dell’aria sia peggiorata negli ultimi dieci anni (47%); il dato indica tuttavia un calo di 11 punti percentuali rispetto al 2019.

    L’Eurobarometro rivela che i cittadini non dispongono di informazioni sui problemi di qualità dell’aria nel loro paese: la maggior parte non è sufficientemente informata in merito alle norme vigenti nell’UE, solo una minoranza degli intervistati (27%) ne ha sentito parlare. Nondimeno, tra gli intervistati che conoscono le norme dell’UE sulla qualità dell’aria, un’ampia maggioranza (67%) afferma che andrebbero rafforzate.

    Un’ampia maggioranza ritiene che l’inquinamento atmosferico vada affrontato a livello internazionale (65%), poi a livello europeo e nazionale (entrambi 42%) e, infine, a livello regionale o locale (32%). Una percentuale significativa degli intervistati ritiene che gli interventi debbano essere svolti simultaneamente a tutti i livelli (19%).

    La maggioranza degli europei ritiene che i grandi impianti industriali, i produttori di energia da combustibili fossili, le autorità pubbliche e i datori di lavoro non facciano abbastanza per promuovere la qualità dell’aria.

    La maggioranza ritiene inoltre che le famiglie stiano facendo abbastanza. È probabile che gli intervistati abbiano adottato misure per ridurre essi stessi le emissioni come muoversi con i trasporti pubblici, in bicicletta o a piedi.

    La Commissione proporrà a breve una revisione delle norme attuali dell’UE in materia di qualità dell’aria per allinearle maggiormente alle più recenti raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e rafforzerà le disposizioni per aiutare le autorità locali a ottenere un’aria più pulita.

  • Affrontare le sfide più urgenti mantenendo la rotta a lungo termine

    La Commissione europea ha adottato il programma di lavoro per il 2023 con il quale definisce un’agenda coraggiosa per rispondere alle crisi attuali che pesano sulla vita quotidiana degli europei e raddoppia nel contempo gli sforzi per conseguire le trasformazioni verde e digitale in corso, rendendo la nostra Unione europea più resiliente.

    In quest’ottica la Commissione mira a sostenere i cittadini e le imprese, sia riducendo i prezzi dell’energia, garantendo gli approvvigionamenti essenziali per la competitività delle nostre imprese e per la nostra sicurezza alimentare, sia rafforzando la nostra economia sociale di mercato.

    Il programma di lavoro della Commissione contiene 43 nuove iniziative strategiche che coprono i sei ambiziosi obiettivi definiti negli orientamenti politici della Presidente von der Leyen e si fonda sul suo discorso sullo stato dell’Unione del 2022 e sulla lettera di intenti.

    Molte delle iniziative chiave di questo programma di lavoro danno seguito ai risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa. I panel dei cittadini di nuova generazione saranno inoltre integrati nel processo di elaborazione delle politiche della Commissione in alcuni settori chiave. I primi panel di cittadini affronteranno le questioni dello spreco alimentare, della mobilità per l’apprendimento e dei mondi virtuali.

    Realizzare sei obiettivi prioritari

    1. Un Green Deal europeo

    Nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina, nel 2023 la Commissione proporrà, tra le altre iniziative, una riforma generale del mercato dell’energia elettrica dell’UE, che comprenderà il disaccoppiamento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas. Per contribuire a potenziare rapidamente la nostra economia dell’idrogeno verde, la Commissione proporrà di creare una nuova Banca europea dell’idrogeno, che investirà 3 miliardi di € per rilanciare un mercato dell’idrogeno nell’UE.

    Nel 2023 la Commissione adotterà inoltre misure per ridurre i rifiuti e il loro impatto ambientale, con particolare attenzione ai rifiuti alimentari e tessili, un tema individuato durante la Conferenza sul futuro dell’Europa. Analogamente, in risposta alle preoccupazioni dei cittadini, la Commissione proporrà una revisione della legislazione dell’UE in materia di benessere degli animali.

    1. Un’Europa pronta per l’era digitale

    Per affrontare i rischi attuali e futuri delle dipendenze strategiche, la Commissione proporrà misure dell’UE per garantire un accesso adeguato e diversificato alle materie prime critiche necessarie per la resilienza digitale ed economica dell’Europa.

    In occasione del 30° anniversario del mercato unico, ne mostreremo i grandi vantaggi, individuando e colmando al contempo le lacune esistenti nell’attuazione dei suoi obiettivi. La revisione delle norme sui ritardi di pagamento contribuirà a ridurre gli oneri per le PMI in un periodo di incertezza economica. La nostra iniziativa volta a ampliare e migliorare ulteriormente l’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario aiuterà le imprese nel mercato unico semplificando le procedure amministrative e giudiziarie.

    La Commissione proporrà inoltre uno spazio comune europeo di dati sulla mobilità per promuovere la digitalizzazione del settore della mobilità, mentre un quadro normativo dell’UE per il sistema Hyperloop ci aiuterà ad essere pronti per mettere in atto le soluzioni emergenti in materia di mobilità.

    1. Un’economia al servizio delle persone

    Tenendo conto del contributo della Conferenza sul futuro dell’Europa, la Commissione effettuerà un riesame della nostra governance economica per garantire che sia ancora adatta allo scopo. Per rafforzare ulteriormente il bilancio dell’Unione di fronte all’urgenza dei problemi attuali, procederemo anche a una revisione intermedia del bilancio dell’UE per il periodo 2021-2027 e presenteremo una seconda serie di nuove risorse proprie sulla base della proposta relativa a un corpus unico di norme fiscali per le imprese in Europa.

    Per garantire che la moneta comune dell’Unione sia adatta all’era digitale, presenteremo una proposta per stabilire i principi di un euro digitale prima di una possibile emissione da parte della Banca centrale europea.

    Date le sfide sociali create dalla pandemia di COVID-19 e dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, aggiorneremo il nostro quadro per tirocini di qualità per affrontare questioni quali una retribuzione equa e l’accesso alla protezione sociale, allo scopo di rafforzare la resilienza sociale dell’Europa.

    Questo programma di lavoro è il frutto di decisioni prese in tempi di grande incertezza economica. Siamo pertanto pronti a rivalutarlo dopo l’inverno, in particolare per quanto riguarda le misure che possono incidere sulla competitività.

    1. Un’Europa più forte nel mondo

    La crudele realtà della guerra conferma la necessità di intensificare gli sforzi dell’UE nel settore della sicurezza e della difesa. Per difendere i nostri interessi, i nostri principi democratici, la pace e la stabilità presenteremo la strategia spaziale dell’UE per la sicurezza e la difesa e una nuova strategia per la sicurezza marittima dell’UE. Aggiorneremo inoltre il nostro pacchetto di strumenti sanzionatori per includervi la corruzione.

    Proporremo una nuova agenda per corroborare le nostre relazioni con l’America latina e i Caraibi. Nel contempo continueremo la nostra cooperazione con i paesi candidati dei Balcani occidentali, nonché con l’Ucraina, la Moldova e la Georgia, in vista della loro futura adesione all’Unione.

    1. Promozione dello stile di vita europeo

    Considerando che solo il 15% dei giovani ha intrapreso studi, formazioni o apprendistati in un altro paese dell’UE, la Commissione proporrà di aggiornare l’attuale quadro UE di mobilità per l’apprendimento per consentire agli studenti di spostarsi più facilmente tra i sistemi di istruzione. Il 2023 sarà l’Anno europeo delle competenze: vogliamo attirare professionisti altamente qualificati in settori in cui l’Europa soffre di carenze di manodopera, attraverso proposte sul riconoscimento delle qualifiche dei cittadini di paesi non UE. Un’iniziativa mirata promuoverà una delle competenze più importanti dal punto di vista strategico attraverso un’Accademia per le competenze in materia di cibersicurezza.

    Per uno spazio Schengen resiliente e sicuro, caratterizzato da viaggi senza frontiere, proporremo leggi sulla digitalizzazione dei documenti di viaggio dell’UE e sull’agevolazione dei viaggi.

    Per costruire ulteriormente l’Unione europea della salute, la Commissione proporrà un approccio integrato alla salute mentale, una delle iniziative chiave della Conferenza sul futuro dell’Europa, una raccomandazione riveduta sugli ambienti senza fumo e una nuova raccomandazione sui tumori a prevenzione vaccinale.

    1. Un nuovo slancio per la democrazia europea

    La democrazia è il fondamento della nostra Unione. Nel 2023 la Commissione presenterà un pacchetto per la difesa della democrazia, comprendente un’iniziativa sulla protezione dello spazio democratico dell’UE da interessi esterni.

    Continueremo a costruire un’Unione dell’uguaglianza proponendo una tessera europea di disabilità che garantirà il riconoscimento reciproco dello status di disabilità in tutti gli Stati membri. Continueremo inoltre a lavorare per colmare le lacune nella protezione giuridica contro la discriminazione fondata sulla razza o l’origine etnica.

    In linea con i nostri principi per legiferare meglio, la Commissione continuerà a individuare il potenziale di semplificazione e riduzione degli oneri e a favorire la sostenibilità. Per integrare gli sforzi sistematici volti a individuare ed eliminare le lungaggini burocratiche, un gruppo di portatori di interessi ad alto livello contribuirà ulteriormente a razionalizzare in modo mirato la legislazione dell’UE che interessa i cittadini e le imprese.

    La Commissione avvierà un dibattito con il Parlamento e il Consiglio per stabilire un elenco di priorità legislative comuni su cui i colegislatori convengano di intervenire rapidamente. La Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri e a collaborare con loro per garantire l’attuazione della legislazione e delle politiche dell’UE, nuove o già in vigore, e si impegnerà a far rispettare il diritto dell’UE attraverso procedure di infrazione ove necessario.

  • Provvedimenti della Commissione per proteggere le persone dall’amianto e garantire un futuro senza

    L’amianto è una sostanza cancerogena estremamente pericolosa ancora presente in molti dei nostri edifici e causa di numerosi decessi evitabili nell’UE. La Commissione presenta un approccio globale per proteggere meglio le persone e l’ambiente dall’amianto e garantire un futuro senza amianto.

    Il pacchetto comprende:

    Sebbene tutte le forme di amianto siano vietate nell’UE dal 2005, questa sostanza è ancora presente negli edifici più vecchi e rappresenta una minaccia per la salute, in particolare quando i materiali che la contengono vengono perturbati, con il conseguente rilascio di fibre che possono essere inalate, ad esempio durante le ristrutturazioni.

    Ben il 78% dei tumori professionali riconosciuti negli Stati membri è correlato all’amianto. Se inalate, le fibre di amianto presenti nell’aria possono causare, ad esempio, mesotelioma e cancro ai polmoni, con un periodo medio di 30 anni tra l’esposizione e i primi segni della malattia.

    Affrontare i rischi per la salute derivanti dall’esposizione all’amianto è quindi essenziale per proteggere la salute umana e l’ambiente, garantendo nel contempo condizioni di vita e di lavoro dignitose. Questo aspetto è ancora più rilevante nel contesto della transizione verde e dell’ambizione dell’UE di aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici. Grazie alle ristrutturazioni i residenti godranno di migliori condizioni di salute e di vita e di bollette energetiche più basse. Tuttavia aumenteranno anche i rischi di esposizione all’amianto, in particolare per i lavoratori edili.

    Le azioni presentate oggi fanno parte del pilastro relativo alla prevenzione del piano europeo di lotta contro il cancro e contribuiranno agli obiettivi del Green Deal europeo, del piano d’azione “inquinamento zero” e del pilastro europeo dei diritti sociali.

    Per proteggere le persone dall’esposizione all’amianto e prevenire i rischi per le generazioni future, la Commissione definisce un approccio globale in materia di salute pubblica con i seguenti obiettivi.

    • Sostenere meglio le vittime di malattie correlate all’amianto.
    • Proteggere meglio i lavoratori dall’amianto. La Commissione intende:
    • proporre oggi una revisione della direttiva sull’esposizione all’amianto durante il lavoro, volta a ridurre significativamente il valore limite di esposizione professionale per l’amianto;
    • aggiornare gli orientamenti per sostenere gli Stati membri, i datori di lavoro e i lavoratori nell’attuazione della direttiva riveduta; e
    • lanciare una campagna di sensibilizzazione sulla rimozione sicura dell’amianto.
    • Migliorare le informazioni sull’amianto negli edifici. La Commissione intende:
    • presentare una proposta legislativa concernente il rilevamento e la registrazione dell’amianto negli edifici. Gli Stati membri saranno invitati a elaborare strategie nazionali per la rimozione dell’amianto; e
    • proporre un approccio normativo per l’introduzione di registri digitali degli edifici al fine di migliorare la condivisione e l’uso dei dati relativi agli edifici, dalla progettazione alla costruzione, fino alla demolizione.
    • Garantire lo smaltimento sicuro dell’amianto e l’inquinamento zero. La Commissione intende:

    L’UE mette a disposizione ingenti finanziamenti attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Fondo sociale europeo Plus e il Fondo europeo di sviluppo regionale per sostenere gli Stati membri negli ambiti della prevenzione sanitaria, delle cure, delle ristrutturazioni e dello smaltimento sicuro dell’amianto.

    Inoltre l’UE continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nella lotta all’amianto a livello mondiale, ad esempio nel contesto della conferenza delle parti della convenzione di Rotterdam, dell’Organizzazione internazionale del lavoro, del G7 e del G20.

    I lavoratori corrono il rischio maggiore di essere esposti a questa sostanza cancerogena. Per migliorarne la protezione la Commissione presenta oggi una proposta di modifica della direttiva sull’esposizione all’amianto durante il lavoro. La modifica comprende una riduzione del limite di esposizione all’amianto durante il lavoro a un valore 10 volte inferiore a quello attuale (da 0,1 fibre per centimetro cubo (f/cm³) a 0,01 f/cm³), sulla base dei più recenti sviluppi scientifici e tecnologici.

    Insieme all’attività di sensibilizzazione e ad altri miglioramenti in materia di prevenzione e cure sanitarie, la proposta avvicinerà l’UE al suo obiettivo di sconfiggere il cancro. Essa inoltre crea condizioni di parità per le imprese che operano a livello di UE, riducendo nel contempo i costi dell’assistenza sanitaria connessi alle cure mediche.

    La Commissione invita tutte le istituzioni dell’UE, gli Stati membri, le parti sociali e gli altri portatori di interessi ad accelerare l’azione per conseguire un’UE senza amianto per le generazioni attuali e future. La proposta di modifica della direttiva sull’esposizione all’amianto durante il lavoro presentata dalla Commissione sarà discussa dal Parlamento europeo e dagli Stati membri; la Commissione, da parte sua, auspica una rapida approvazione. Una volta adottata, gli Stati membri avranno 2 anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nella legislazione nazionale.

    Fonte: Commissione europea

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