scuola

  • Gli alunni delle superiori non sanno l’italiano, sopratutto al Sud

    Il Rapporto sulle prove Invalsi del 2019 presentate alla Camera attesta che gli allievi dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado che raggiungono risultati molto bassi in Italiano sono circa il 13% del totale, ma oltre il 20% in Campania, Basilicata e Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria. I dati dicono inoltre che in alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) c’è un maggior numero di allievi con livelli di risultati molto bassi, soprattutto in Matematica e Inglese.

    Mentre i bambini delle elementari hanno buoni risultati a scuola in italiano, molto simili in tutto il Paese, per matematica si riscontrano valori più bassi della media nazionale in alcune regioni del Mezzogiorno (Campania e Sardegna), una tendenza che diviene più evidente nei gradi scolastici successivi. Nelle classi V della scuola primaria aumentano le differenze dei risultati medi con una polarizzazione degli esiti tra le regioni centro-settentrionali e quelle del Mezzogiorno. In alcune regioni del Sud, in particolare Campania, Calabria, Sicilia, l’Istituto osserva un numero elevato di allievi con livelli di risultati molto bassi, soprattutto in matematica.

    Sono buoni i risultati d’inglese degli allievi della scuola primaria italiana e rispetto allo scorso anno si registra un miglioramento nelle prove di ascolto. L’88,3% degli allievi della V elementare raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading) e l’84% di allievi il prescritto livello A1 del QCER nella prova di ascolto (listening). Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 90%, mentre al Sud circa l’85%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l’87% al Nord e al Centro, mentre circa il 78% al Sud. Rispetto al 2018 l’Invalsi riscontra un apprezzabile miglioramento soprattutto nella prova di ascolto (listening) della V primaria, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Secondo l’Istituto l’introduzione delle prove d’Inglese al termine del ciclo primario ha favorito una maggiore attenzione verso l’ascolto (listening) rispetto a quanto avveniva nel passato.

    I dati del Rapporto Invalsi evidenziano “innegabili motivi di preoccupazione” ha detto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. “L’Invalsi è uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro, consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali ed efficaci. Come ministero – ha proseguito Bussetti – siamo convinti dell’importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti che però si deve integrare e affiancare all’insostituibile ruolo della valutazione dei docenti. Dobbiamo portare avanti la valutazione delle attitudini mettendo al centro gli studenti e le loro potenzialità. La scuola deve formare individui autonomi e liberi, cittadini responsabili e consapevoli. Credo sia un obiettivo sul quale abbiamo lavorato. Quest’anno l’illustrazione dei risultati Invalsi presenta motivi di novità e interesse”.

  • Non serve l’omologazione dei genitori, serve piuttosto l’uniformità tra i banchi di scuola

    Nelle scorse settimane si è creata la solita bagarre sulla dichiarazione di Matteo Salvini «Sulla carta d’identità tornano mamma e papà, via genitore 1 e genitore 2». Contro questa iniziativa si è anche espressa la sindaco Chiara Appendino, sostenendo che Torino  «è a fianco delle famiglie omogenitoriali» e che «sarebbe un passo indietro in tema di diritti». Ovviamente anche l’Arcigay ha detto la sua sostenendo sempre i diritti delle famiglie omogenitoriali, le quali, per quanto ne sappiamo tutti, esistono da tempo e continueranno ad esistere senza che ci sia necessità di identificare madre e padre col nome di genitore 1 e genitore 2. Infatti, se mettiamo genitore 1 e genitore 2 le famiglie omogenitoriali hanno lo stesso problema! Nessuno peraltro si è mai posto il problema di chi sia il genitore 1 e il genitore 2, rispettata la parità dei sessi chi è l’1 e chi il 2, visto che il 2 è sempre secondo all’1. Moltissime note coppie gay quando si sposano, nei Paesi dove è consentito, definiscono il proprio coniuge o moglie o marito, pertanto i termini genitore 1 e genitore 2 sono soltanto un modo per scardinare ulteriormente la famiglia tradizionale e soprattutto per creare ulteriore confusione nei bambini. Ci sono coppie tradizionali, ci sono coppie gay, ci sono famiglie unigenitoriali, ci sono famiglie che lodevolmente adottano bambini: quando le norme sono chiare e la società è sana non c’è bisogno di fare la guerra alle parole, come hanno fatto e fanno coloro che vogliono eliminare il concetto di padre e di madre. E perciò in questa occasione, e non sono molte, siamo d’accordo con Salvini, sperando che questo ritorno sulla carta d’identità non sia stato solo un annuncio.

    Siamo anche d’accordo sulla proposta di riportare nelle scuole un grembiule o una divisa che eviti sia la messa in competizione tra chi ha più o meno denaro da spendere per acquistare capi firmati, sia per evitare anche abbigliamenti che nulla hanno a che vedere con il sistema scolastico e l’istruzione. La scuola dovrebbe aiutare a far sentire tutti uguali, possibilmente con le stesse chances di apprendimento, per dare alla fine un giudizio sulla voglia di applicazione e sull’impegno e non su altro. Forse anche tanto bullismo nasce, oltre che dall’uso sbagliato dei social, dalle ‘sicurezze’ che danno certi abbigliamenti. Già qualche anno fa, recandomi a Madrid in alcuni ministeri del governo spagnolo, avevo apprezzato come i dipendenti non usassero gli abiti scollacciati che invece avevo visto nei ministeri italiani. Un vecchio detto dice che l’abito non fa il monaco ma spesso il cardinale e bisogna rispettare anche nella forme le istituzioni che rappresentiamo. Non è una diminuito della nostra personalità e libertà che semmai sono minate proprio dalle travolgente e insana voglia di apparire e di farsi notare a tutti i costi.

  • La Commissione registra l’iniziativa dei cittadini europei “Europe CARES – Un’istruzione di qualità e inclusiva per i bambini con disabilità”

    La Commissione europea ha deciso di registrare un’iniziativa dei cittadini europei dal titolo “Europe CARES — Un’istruzione di qualità e inclusiva per i bambini con disabilità”.

    Scopo dell’iniziativa è garantire: “Il diritto all’istruzione inclusiva dei bambini e degli adulti con disabilità all’interno dell’Unione europea”. Come si afferma nell’iniziativa, pur se “oltre 70 milioni di cittadini dell’UE hanno una disabilità e 15 milioni di bambini hanno esigenze educative speciali“, molti “incontrano ostacoli eccessivi nell’esercizio del loro diritto a un’istruzione inclusiva di qualità“. Gli organizzatori invitano pertanto la Commissione a “elaborare un progetto di legge su un quadro comune dell’UE in materia di istruzione inclusiva che garantisca che nessun bambino resti indietro per quanto riguarda i servizi di intervento precoce, l’istruzione e la transizione verso il mercato del lavoro.”

    I trattati stabiliscono che l’UE può intervenire giuridicamente per combattere le discriminazioni fondate sulla disabilità e sostenere l’impegno degli Stati membri in relazione ai sistemi di istruzione e di formazione professionale. La Commissione ha pertanto ritenuto giuridicamente ammissibile l’iniziativa e ha deciso di registrarla. In questa fase della procedura, la Commissione non analizza il merito.

    La registrazione dell’iniziativa avrà luogo il 4 marzo 2019, data dalla quale decorrerà il periodo di un anno per la raccolta delle firme a sostegno dell’iniziativa da parte degli organizzatori. Se l’iniziativa riceverà un milione di dichiarazioni di sostegno in almeno sette Stati membri nell’arco di un anno, la Commissione la esaminerà e reagirà entro tre mesi. Essa potrà decidere di dare o di non dare seguito alla richiesta e, in entrambi i casi, dovrà giustificare la sua decisione.

  • Ambasciatori d’Europa 2019: un concorso che premia gli studenti che sapranno raccontare l’Europa secondo gli ideali dei padri fondatori

    L’Association Europeenne des enseignants – sezione italiana bandisce il concorso  “Prof. Giuseppe Tramarollo” Ambasciatori d’Europa 2019. Al concorso possono partecipare gli studenti  della scuola primaria (5° anno) e della scuola secondaria di primo e secondo grado. Tema del concorso “Gli ideali che mossero i Padri fondatori dell’Europa ed il perché dell’urgenza del nostro impegno per completare la loro opera”.

    Agli studenti della scuola primaria (5° anno) e secondaria di primo grado, viene chiesto di sviluppare il tema del concorso mediante la realizzazione di un prodotto grafico, multimediale o, comunque, espressivo. Si indica come  esempio una raccolta di disegni, foto, un sito web, una recita teatrale, un saggio in prosa o in versi, un brano musicale, un filmato (spot, cortometraggio, videoclip) e tutto ciò che possa essere considerato una forma espressiva.
    I lavori dovranno essere accompagnati da una sintetica relazione scritta con motivazione e descrizione del lavoro svolto. Dovrà essere, altresì allegato un breve curriculum dello studente (Corso di studi, votazioni riportate, interesse per le lingue, impegno su tematiche riguardanti il processo di integrazione europea). Il Lavoro deve pervenire firmato dall’interessato e dal docente che ha curato la preparazione del partecipante. E’ necessaria una lettera di accompagnamento con  il timbro della scuola e la firma del Dirigente scolastico.

    Agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, viene chiesto di sviluppare l’argomento del concorso mediante la realizzazione di un tema o di una tesina. Il Lavoro deve pervenire dattiloscritto, firmato dall’interessato e dal docente che ha curato la preparazione del partecipante. Dovrà essere, altresì allegato un breve curriculum dello studente (Corso di studi, votazioni riportate, interesse per le lingue, impegno su tematiche riguardanti il processo di integrazione europea). E’ necessaria una lettera di accompagnamento con  il timbro della scuola e la firma del Dirigente scolastico. ( Lunghezza del lavoro: non più di 4 facciate A4, carattere 12, interlinea 1,15).

    I lavori, accompagnati da tutte le indicazioni richieste, devono pervenire alla sede nazionale dell’AEDE entro il 31 Marzo 2019. (AEDE – Piazza della Libertà,13 –  0192 ROMA).

    E’ possibile inviare il materiale anche per via elettronica al seguente indirizzo: aede.italia@gmail.com

    Selezione dei lavori e premiazione: Una apposita commissione selezionerà i vincitori. La Commissione, nella valutazione, si atterrà ai seguenti criteri: a. Coerenza dell’elaborato con il tema proposto; b. Capacità di veicolare il messaggio in maniera efficace e innovativa; c. Grado di creatività nella forma e nel contenuto proposto.

    Obiettivi del concorso: Contribuire alla maturazione nei giovani di una sempre più profonda e proficua consapevolezza della fondamentale rilevanza    di alcuni obiettivi prioritari dell’attività dell’Europa Unita (costruzione della cittadinanza attiva, mobilità professionale, ecc.), coinvolgendoli attraverso un concorso ed una premiazione.

    L’iniziativa intende, inoltre, stimolare i giovani a riflettere sull’ Europa e sul suo futuro: Europa perché, come e per quali fini. Una riflessione e condivisione dell’idea di Europa, per analizzare in maniera critica e propositiva il passato, il presente e il futuro dell’Unione. Da questa riflessione sui valori, sulle opportunità e sull’importanza dell’essere cittadini europei, gli studenti sono invitati a trarre spunto per una indicazione delle speranze, degli obiettivi e delle scelte che dovrebbero ispirare in futuro l’Unione europea.

    È un invito ai giovani a pensare all’Europa come risposta ai loro bisogni e alle loro aspettative facendo comprendere loro cosa significhi concretamente essere cittadini europei.

    Ente organizzatore: AEDE SEZIONE ITALIANA.

    I prodotti realizzati dai concorrenti dovranno pervenire su idoneo supporto (informatico, documento cartaceo o fotografico) entro e non oltre il termine del 31 Marzo  2019 alla sede dell’AEDE. (AEDE – ASSOCIAZIONE EUROPEA DEGLI INSEGNANTI- Piazza della Libertà, 13 – 00192 ROMA)
    I prodotti pervenuti oltre tale data non saranno presi in considerazione dal comitato valutatore.

    Il materiale inviato per la partecipazione al concorso non verrà restituito.
    Presentazione dei migliori lavori. I migliori lavori partecipanti al concorso saranno presentati e premiati in luogo e data da stabilire.

  • Aperte le iscrizioni per il Progetto A Scuola di OpenCoesione

    E’ stata pubblicata la circolare MIUR per partecipare al progetto A Scuola di OpenCoesione (ASOC), il percorso innovativo di didattica interdisciplinare su open data, data journalism e politiche di coesione nelle scuole secondarie superiori.  Come per lo scorso anno, il bando è aperto a 200 scuole secondarie superiori di ogni indirizzo, che verranno selezionate per cimentarsi in attività di ricerca e monitoraggio civico sui territori a partire dai dati sui progetti finanziati con le risorse delle politiche di coesione.
    Il premio in palio per la migliore ricerca è un viaggio di istruzione a Bruxelles presso le istituzioni europee, finanziato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, da svolgersi orientativamente alla fine di maggio – inizio giungo 2019.  Grazie anche ad uno specifico accordo con gli Uffici del Senato della Repubblica, per una delle classi partecipanti al percorso ASOC è prevista la partecipazione a un evento premio – visita guidata con possibilità di assistere a una seduta dell’Assemblea nella sede istituzionale del Senato della Repubblica a Roma – oltre a un approfondimento sull’utilizzo dello strumento regolamentare dell’indagine conoscitiva.
    Dalla scorsa edizione è possibile integrare i contenuti di ASOC nei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro e nella predisposizione di progetti per la partecipazione ai bandi del PON 2014-2020 “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”.
    I docenti e le classi possono essere affiancati nel loro percorso didattico dai Centri di informazione Europe Direct e dalle Organizzazioni “Amiche di ASOC”.  Ulteriori informazioni sulle attività previste per l’edizione 2018-2019 di ASOC sono disponibili nella documentazione allegata al bando: Vademecum di progetto e Fac-simile formulario candidatura. Sono inoltre disponibili l’e-book e i video della scorsa edizione di ASOC 2017-2018.
    Per partecipare alla selezione di ASOC 18/19 è necessario accedere alla piattaforma di candidatura online dall’apposita sezione predisposta nella homepage del sito web www.ascuoladiopencoesione.it, e seguire la procedura online per la compilazione e l’invio della candidatura. La selezione sarà volta a garantire un’adeguata distribuzione territoriale delle scuole partecipanti, tenendo conto dell’intensità finanziaria delle politiche di coesione sul territorio di riferimento.
    La scadenza per le candidature è venerdì 19 ottobre 2018 entro le ore 12.00.
    Le scuole lombarde che intendono candidarsi e desiderano essere supportate dal centro Europe Direct Lombardia nel loro percorso sono inviate a contattare il centro ED Lombardia scrivendo a: europedirect@regione.lombardia.it.

  • Grazie alle storie di startup e auto-imprenditorialità dei suoi alunni un docente italiano cattura l’attenzione internazionale agli ‘Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards’

    Giovedì 20 e venerdì 21 settembre si è svolta ad Aveiro, in Portogallo, la fase conclusiva degli “Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards”, il premio internazionale per l’eccellenza didattica in termini di innovazione e imprenditorialità. Fra i dodici finalisti, anche Daniele Manni, unico italiano e unico docente non universitario. Manni insegna infatti informatica da circa 30 anni presso l’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce che, pur non avendo vinto gli Awards ha portato a casa un risultato di tutto rispetto:  gli è stato conferito una menzione speciale con Attestato di Merito per l’impegno profuso nel guidare i propri studenti nell’ideazione e conduzione di piccole startup innovative, con particolare riferimento alla startup “Mabasta”, l’impresa sociale ideata dai suoi ragazzi nel 2016 che lotta dal basso contro bullismo e cyberbullismo e che è divenuta in pochissimo tempo un punto di riferimento per le scuole italiane.

    Daniele Manni inoltre è risultato vincitore in ex aequo con l’irlandese Paul Flynn, nella competizione parallela che vedeva in gara 22 poster di altrettanti relatori provenienti da tutto il mondo presso la 13a edizione della “ECIE – European Conference on Innovation and Entrepreneurship”. Il poster italiano ha meritato il 1° posto per l’originalità dei contenuti e per la semplicità e chiarezza espositiva.

    Anziché raccontare, come era previsto dal programma, i miei ultimi 15 anni di esperienza a scuola nell’insegnamento e guida nella creazione di micro imprese, ho preferito presentare alcune delle storie di startup dei nostri studenti, con l’inserimento di brevi video in cui i ragazzi stessi raccontano le loro idee d’impresa. Ho visto la commissione interessata e divertita, quasi quanto si sono divertiti i ragazzi a realizzarli, in inglese”, ha commentato Manni. “Gli studenti della 4A hanno parlato del loro movimento Mabasta, Daniele Chirico ha illustrato l’idea di promozione territoriale con l’hashtag #InBeautyWeTrust, Michael Candido ha introdotto la geniale modalità di vendita dell’olio extravergine Nectarea e, infine, Giulio Raganato e Francesco Tortorelli (appena 14enni) hanno scherzosamente raccontato della loro nuova startup “xCorsi”. In definitiva – continua il prof. Manni –  ho sottoposto alla commissione una domanda iniziale, ossia se valesse la pena insegnare imprenditorialità a studenti di età inferiore a quella ‘normale’ (in tutto il mondo è pratica comune per universitari e neo laureati) e, attraverso esempi e casi reali, giungere poi ad una decisa e motivata risposta affermativa, sia relativamente a studenti col business nel Dna che, soprattutto, a tutti gli altri (che rappresentano la stragrande maggioranza), in quanto escono dal percorso formativo con più fiducia in sé e nelle proprie capacità, più resilienti e con un più spiccato ottimismo nel futuro”.

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