Sembra strano ma la cultura della vita, del rispetto della propria e dell’altrui vita, manca dagli obiettivi didattici e della politica
Ogni giorno piangiamo nuove vittime sul lavoro così come nelle strade, alla fine di un anno migliaia di persone sono morte per mancanza di misure di sicurezza, per incapacità di guidare rispettando le regole, per non parlare delle donne ammazzate.
La cultura della vita, del rispetto, del valore della vita dovrebbe essere materia di insegnamento perché non basterà aumentare il numero degli ispettori e delle sanzioni alle ditte inadempienti, i posti di controllo sulle strade, i codici rossi, spesso troppo inefficaci, se i ragazzi, fin da piccoli, non impareranno che il rispetto di se stessi e degli altri è una necessità comune.
Imparare il valore, l’importanza di tutelarsi con adeguate misure di protezione sui luoghi di lavoro, sappiamo bene che troppo spesso i singoli non le usano per accelerare i tempi e pensando che non capiterà proprio a loro la disgrazia, la conoscenza delle conseguenze dell’abuso di alcool e droga quando si guida o si compiono azioni pericolose e che coinvolgono altri, il rispetto reciproco o sono appresi da piccoli o si continuerà con l’indifferenza, il pressappochismo, il falso credo dell’invincibilità ed i morti continueranno ad aumentare.
Non basta fare leggi e norme se non si insegna dalla scuola il valore delle stesse, perché sono state fatte e perché vanno rispettate.
Le associazioni criminali cominciano ad insegnare le loro malvagie regole quando i ragazzi sono ancora piccoli e queste regole entrano in ognuno di loro, noi siamo incapaci di insegnare ai nostri figli la cultura della vita, della democrazia, del rispetto di se e di conseguenza del rispetto degli altri.
Si parta finalmente dalla scuola se si vuole arrivare ad una società nella quale ogni giorno non muoiono lavoratori, donne, persone sulla strada e tanti ragazzi sono a rischio per l’abuso di droga, per la perdita di se stessi.