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  • Sport, Salute e Sanità

    Qualsiasi attività sportiva offre sempre un quadro valoriale aggiuntivo, familiare e scolastico, a quello proposto alle giovani generazioni. Nella vita di un ragazzo, inoltre, concorre in maniera fondamentale ad un corretto sviluppo armonico del fisico in crescita. L’agonismo, in più, sublima l’impegno del singolo e della squadra finalizzato  al conseguimento di un risultato e ad una supremazia sportiva sui concorrenti.

    In un simile contesto l’effetto di questo way of life (stile di vita) inevitabilmente si ripercuote positivamente sullo stato generale della salute, specialmente nelle decadi successive. Di conseguenza, all’interno della complessa gestione delle risorse pubbliche, anche in ambito sanitario, questo “stile di vita sportivo” si potrà tradurre in una minore spesa sanitaria (come risparmio) grazie alla minore incidenza delle malattie cardiocircolatorie, solo per fare un esempio. Una relazione causa effetto che nasce da una precisa strategia imperniata sulla doppia valenza, sportiva e sanitaria, i cui effetti si manifesteranno nel medio e lungo termine, molto diversa perciò dal  semplice dirottamento di risorse pubbliche dalla sanità al settore sportivo.

  • Nuove opportunità di finanziamento per progetti nel settore dello sport di base e promozione di comportamenti sostenibili attraverso lo sport

    La Commissione lancia due nuovi inviti a presentare proposte nel settore dello sport: l’azione preparatoria dell’UE per “Programmi sportivi di base e innovazione dell’infrastruttura”, con un bilancio totale di 1,95 milioni di euro, e il progetto pilota “Lo sport per le persone e il pianeta: un nuovo approccio alla sostenibilità attraverso lo sport in Europa”, con un bilancio totale di 1,44 milioni di euro. Un’occasione per le organizzazioni sportive di individuare idee innovative e sviluppare e promuovere nuove modalità di pratica dello sport e dell’attività fisica più in linea con le esigenze dei cittadini.  La Commissaria Mariya Gabriel ha dichiarato: “Non vedo l’ora di conoscere le idee innovative che il movimento dello sport di base proporrà nelle candidature per l’azione preparatoria. Con il nuovo progetto pilota “Lo sport per le persone e il pianeta” la Commissione ribadisce il suo impegno a favore dello sport verde. Entrambi gli inviti mostrano la nostra volontà di incoraggiare modi innovativi e più sostenibili di praticare sport.”  L’azione preparatoria “Programmi sportivi di base e innovazione dell’infrastruttura” mira a incoraggiare il settore sportivo a migliorare la sua offerta attraverso creatività, innovazione e nuove pratiche. Gli obiettivi del nuovo progetto pilota “Lo sport per le persone e il pianeta: un nuovo approccio alla sostenibilità attraverso lo sport in Europa” consistono nell’ispirare i cittadini dell’UE ad adottare comportamenti sostenibili grazie al potere comunicativo dello sport, ai suoi principali eventi e ai suoi principali modelli. Le azioni sostenute nell’ambito di questo progetto contribuiranno anche all’attuazione dell’iniziativa Nuovo Bauhaus europeo. Gli inviti a presentare proposte, gestiti dall’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura (EACEA), saranno aperti fino al 12 ottobre.

    Fonte: Commissione europea

  • Il “nuovo” tennis della regressione medioevale

    La unicità dei valori espressi dal mondo dello sport nasce dalla distinzione rispetto ai contesti storico-politici nei quali viene praticato e dalla sostanziale lontananza dalle azioni e dalle scelte delle diverse nazioni di appartenenza dei singoli atleti. Allo sport andrebbe sempre confermato il riconoscimento della propria specificità nella quale tutti gli atleti di ogni nazione si impegnano in allenamenti e sacrifici (talvolta anche ben remunerati) e dovrebbe rappresentare l’occasione per dimostrare di possedere una cultura di livello accettabile con la consapevolezza dei valori e contesti diversi da quelli ormai sempre più invadenti della politica.

    Lo sport sublima e valorizza la performance atletica e la propone agli spettatori negli stadi o attraverso la televisione, indipendentemente dalla provenienza geografica dell’atleta e dalle proprie singole posizioni politiche o attitudini sessuali, assolutamente ininfluenti nel conseguimento del risultato sportivo.

    Talvolta la retorica politica cerca di impossessarsi dei risultati di un atleta per promuovere una propria retorica ma quasi sempre con scarsissimi risultati.

    La triste decisione di escludere dal prossimo torneo di Wimbledon gli atleti di origine russa e bielorussa, ed ora maldestramente adottata dal Presidente del Consiglio Draghi, rappresenta invece la negazione dei valori di fratellanza ed uguaglianza dei quali ogni sport da sempre si deve rendere interprete e portatore. (*)

    Se poi tale posizione, favorevole all’esclusione degli atleti semplicemente sulla base della propria provenienza geografica, viene addirittura sostenuta dal Presidente del CONI allora ci troviamo di fronte all’ennesima conferma di come gli enti rappresentativi dello sport rappresentino una semplice quanto banale emanazione di accordi politici basati sui più dozzinali accordi e scambi di interesse personali.

    In questo contesto allora il declino culturale del nostro Paese, una volta culla della cultura, ci avvicina sempre molto più all’era medioevale. Anche perché se, come vengono addotti dai sostenitori di questo apartheid geografico, si vivesse veramente in tempi di guerra allora le competizioni andrebbero sospese in attesa di una tregua rendendo così lo sport stesso un valido strumento di pressione politica negli scenari di guerra.

    Viceversa l’ipocrisia dominante non intende rinunciare ad una forma di business assicurata dalle manifestazioni sportive ma contemporaneamente vorrebbe pure “sbiancarsi” l’anima.

    Mai come ora lo sport dovrebbe, invece, rappresentare, rispetto al contesto circostante, un’area distinta in grado di promuovere valori alti della cultura contemporanea all’interno della quale sia possibile ritrovare ancora vivi, ed anzi rafforzati, tutti i sentimenti di uguaglianza e fratellanza dei quali una volta lo sport si faceva interprete e non come adesso ridotto a misero supporto alla propaganda  politica.

  • Sofia Goggia: la tutela bipolare

    Campionessa olimpica a Pyeongchang nel 2018, tre volte vincitrice della Coppa del Mondo (DL), vincitrice di due ori mondiali e medaglia d’argento a Pechino 2022. Questo rappresenta una parte del palmarès di Sofia Goggia, atleta bergamasca di sci alpino alla quale un giornalista in vena di interessi da basso ventre non ha chiesto quali possano essere le difficoltà per una atleta di livello mondiale nella gestione di un rapporto in ambito sentimentale o semplicemente relazionale. Spinto, invece, da un irrefrenabile prurito inguinale e da una quasi maniacale e voyeristica ricerca di intimità rubata voleva sapere se fosse a conoscenza di casi di omosessualità all’interno della nazionale femminile e di quella maschile.

    Il desiderio di avere delle informazioni dirette relative alle “tendenze” sessuali degli atleti (ma solo se omosessuali) rappresenta il livello del giornale che ospita tale intervista e, ancora oggi, testimonia una penosa attenzione riservata ad un argomento (l’omosessualità) assolutamente privato tanto quanto l’eterosessualità.

    Il caso di cui molti dibattono da quel lunedì pasquale parte dalla ricerca maniacale di un povero giornalista di creare del sensazionalismo e magari un caso sulla base di presunti comportamenti sessuali del mondo dello sci alpino e confermati dalla campionessa azzurra.

    La prima considerazione parte quindi dal ridicolo livello espresso tanto dal giornalista quanto dal Corriere della Sera i quali dimostrano una ancora oggi morbosa attenzione per le sole tendenze omosessuali degli atleti, convinti di suscitare un interesse esattamente come quello di cui risultano pervasi entrambi.

    Il successivo coro scomposto, poi, di proteste assolutamente sguaiato ed eccessivo che ha visto come protagoniste tanto giornaliste quanto esponenti di associazioni Lgbt dimostra il livello di massimalismo ideologico del nostro Paese, molto più adatto ad un regime dittatoriale che non ad una democrazia liberale.

    La diversità e la stessa lontananza di opinioni, andrebbe ancora una volta ricordato, rappresentano una ricchezza di un paese in quanto stimolano il confronto dal quale prende corpo un inevitabile arricchimento, quindi proprio per questo degni di ogni tutela.

    Il concetto di diversità e lontananza che il mondo del politicamente corretto vorrebbe tutelare emerge solo quando risulti espressione di una attitudine sessuale, ma la medesima tutela viene disattesa invece se si manifesta in forma legittima quanto criticabile di opinioni.

    E’ inaccettabile un comportamento così ambiguo e bipolare il quale da una parte tende a tutelare la sola diversità definita sulla base di comportamenti sessuali e privati (1) ma contemporaneamente tende a non riconoscerla se tale diversità si manifestasse nell’ambito di legittime opinioni (2).

    Mai come adesso la bipolarità evidente prende forma come in una insostenibile forma di prevaricazione sessuale, cioè basata sulla tutela della diversità in relazione alle sole attitudini sessuali ma non applicata alla diversità di opinioni.

    E che altro potrebbe essere se non una forma di violenza quella che riconosce un diritto solo se esercitato nella sfera sessuale escludendo ogni altra tutela se espresso in contesti lontani dalla sessualità?

  • Un goal per l’autismo, Nazionale Azzurri e Nazionale Non Profit in campo per la Partita del Sole

    In occasione della Giornata mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, il 2 aprile, la Nazionale Azzurri e la Nazionale Italiana Non Profit presentano il progetto “WeAut” dedicato alla creazione di centri specializzati per bambini autistici.

    La prima struttura verrà realizzata in zona Fiumicino, in provincia di Roma, e sarà operativa entro l’anno. Diverse le sezioni dove i bambini/ragazzi tra i 6 e i 14 anni potranno essere affiancati in attività terapeutiche, sportive e ricreative grazie alla presenza di terapisti/educatori ABA e formatori.

    La struttura, che rappresenterà il primo Centro terapeutico a carattere ricreativo-scolastico-sportivo in Italia, ospiterà esternamente anche dei percorsi di atletica che consentiranno ai bambini e agli operatori di lavorare insieme e migliorare passo dopo passo la propria psicomotricità.

    Proprio a questo progetto è dedicata la raccolta fondi dei tre incontri calcistici della Partita del Sole, ideata e promossa dalla Nazionale Azzurri, dall’Associazione Art & Luxury e dalla RDF Comunicazione, in partnership con TrustMeUp e con Cavalieri di Malta – OSJ. La prima partita si disputerà il prossimo 23 giugno presso lo stadio Del Duca di Ascoli Piceno e vedrà scendere in campo, da un lato la Nazionale Italiana Non Profit e dall’altro la Nazionale Azzurri, uniti nella promozione e creazione di una nuova responsabilità sociale condivisa.

    I successivi incontri de “La partita del Sole 2022” si svolgeranno a settembre a Malta, presso lo Stadio Nazionale “Ta’ Qali” e a dicembre presso lo Stadio San Nicola di Bari.

    “Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare la comunità sul mondo del Non Profit e, nel caso specifico di questi eventi, su progetti sociali come quello di “WeAut” per l’autismo, disturbo che in Italia interessa 1 bambino su 77 nella fascia di età 7-9 anni” – commenta Angelo Fasola, CEO di TrustMeUp e Presidente della Nazionale Italiana Non Profit. “Crediamo fortemente – aggiunge – che attraverso lo sport, si possano veicolare importanti messaggi sociali ed inclusivi”.

    Alessandro Arena, presidente della Nazionale Azzurri, realtà che da anni è dedita all’organizzazione di grandi eventi sportivi a scopo di beneficenza, e CEO di WeAut da promotore del progetto aggiunge: “Sostenendo le Partite del Sole, la Nazionale Azzurri fissa, quale obiettivo principe per questo 2022, lo sviluppo del progetto WeAut. La struttura che andremo a realizzare permetterà ai bimbi autistici di studiare, praticare sport, educarsi e crescere come tutti gli altri coetanei. Essere concretamente al loro fianco per migliorare le loro capacità cognitive e motorie, anche attraverso lo sport, è un nostro impegno, un mio impegno, che porteremo avanti anche grazie e attraverso l’aiuto di tantissime persone, testimonial e personaggi dello spettacolo”.

    Testimonial del progetto “Partite del Sole” è Alessio Sakara, conduttore televisivo, attore e campione di Mix Martial Art.

    I biglietti saranno prossimamente acquistabili sul sito di Vivaticket e in tutte le ricevitorie nazionali convenzionate.

    L’acquisto del biglietto verrà ricompensato al 100% in sconti per acquisti da utilizzare sulla piattaforma partner TrustMeUp.com.

  • “Uniti in campo per fare del bene”: nasce la Nazionale Italiana delle Associazioni Non Profit

    “Uniti in campo per fare del bene”. Mai come ora, lo sport può essere volano di solidarietà a dimostrazione che l’unità di intenti può andare oltre ogni bandiera e colore di appartenenza. Da queste considerazioni nasce la Nazionale Italiana Non Profit di calcio, un’idea di Angelo Fasola, CEO di TrustMeUp, la nuova e rivoluzionaria piattaforma che dà voce alle cause di Associazioni Non Profit, e Thomas Molendini, presidente Art & Luxury, Associazione Non Profit.

    La prima partita della Nazionale Italiana Non Profit è in programma nell’estate 2022, partecipando alla “Partita del Sole”, ideata dalla Nazionale Azzurri.

    Uniti dallo sport per fare del bene: è il nostro appello rivolto a tutte le realtà del Terzo Settore che abbiano voglia di scendere in campo per una nuova responsabilità sociale e condivisa. Desideriamo essere l’esempio di come sia possibile raggiungere obiettivi comuni superando le differenze, i colori e le bandiere”, commenta Angelo Fasola, CEO di TrustMeUp che aggiunge: “Ogni partita sosterrà un progetto specifico, in accordo con le associazioni aderenti alla nazionale”.

    La Nazionale Italiana Non Profit sta selezionando le 25 Associazioni che desiderano aderire al progetto e scendere in campo già per gli eventi in programma nel 2022.

    Per informazioni e candidature: info@nazionalenonprofit.org

  • Quale cultura occidentale

    All’interno di una profonda crisi che, per sua stessa natura, tende ad esasperare gli animi e, di conseguenza, le reazioni, il terribile sopraggiungere del dramma della guerra successiva a due anni di pandemia pone, tuttavia, in vergognosa evidenza i limiti non più accettabili legati ad una risposta letteralmente anticulturale del nostro Paese.

    All’inizio della settimana il sindaco di Milano ha sospeso il direttore d’orchestra di origine russa poiché non aveva preso posizione e opportune distanze da Putin. Una richiesta che dimostra come il sindaco della capitale economica dell’Italia non sia in grado di distinguere tra il mondo dell’arte in ogni sua espressione ed il terribile contesto storico.

    Successivamente una università, che dovrebbe rappresentare la sintesi pluralista di tutte le espressioni culturali possibili ed immaginabili senza alcuna esclusione, ha prima sospeso, sulla base di rappresentare la cultura russa, per poi maldestramente riattivato un corso su Dostoevskij.

    Quasi contemporaneamente un altro istituto accademico privato di Roma ha sospeso dall’insegnamento un proprio docente solo ed esclusivamente perché durante un’intervista si era permesso di indicare una articolata visione della crisi bellica ucraina considerando anche gli effetti delle scelte di altri soggetti istituzionali: non tanto, come giustificazione dell’evento ma come espressione di una articolata situazione dalla quale ha trovato successivamente un innesco la follia di Putin. Una tesi che offriva la possibilità, quindi, di uscire dalla sempre più infantile divisione tra buoni e cattivi come tra favorevoli o contrari alla guerra e soprattutto tra chi considera la guerra come nel gioco del RisiKo la contrapposizione tra bene ed il male.

    Il docente sospeso intendeva proporre un approccio culturale complesso, espressione di una articolata sintesi di cause e di una responsabilità più diffusa in nome di una pluralità di opinioni, simbolo una volta dell’istituto accademico ora diventato artefice della più retrograda censura.

    La stessa esclusione degli atleti dalle Paralimpiadi invernali sulla base della loro semplice appartenenza a Russia e Bielorussia tradisce palesemente il messaggio e lo spirito olimpico di fratellanza e di pace tra i popoli, indipendentemente dal contesto storico.

    Si aggiunge adesso la copertura del David a Firenze decisa dal sindaco di Firenze: “il David di Michelangelo, emblema della libertà contro la tirannia si copre di nero…un gesto simbolico di lutto…”, come ha successivamente dichiarato lo stesso sindaco di una delle capitali mondiali della cultura.

    Queste esplicite manifestazioni di intolleranza nei confronti di chi non segue la narrativa della maggioranza, spingendo addirittura ad una censura culturale e personale di tali posizioni di minoranza in assoluto contrasto con quanto dovrebbero garantire una democrazia ed un istituto universitario, negano la pluralità del pensiero in ogni sua forma.

    Sulla base del medesimo furore ideologico vengono esclusi dalle competizioni olimpiche gli atleti solo sulla base della loro provenienza nazionale. A queste posizioni si aggiunge quella del sindaco Nardella di Firenze, il quale si spinge ad utilizzare il simbolo della bellezza e quindi di una delle massime espressioni culturali per fini impropri a conferma di una mentalità e di una cultura ormai oscurantista.

    All’interno di momenti storici così difficili la cultura, in ogni sua molteplice forma, e lo sport rappresentano due valori in grado di proporre all’interno di un contesto bellico un messaggio di unità e di pluralità democratica tra gli uomini utilizzando i propri simboli culturali e comportamenti democratici.

    Questi episodi rappresentano l’ennesima triste conferma di una cultura escludente e profondamente oscurantista la cui forza nasce dalla sola capacità di sottrarre simboli e discriminare le persone sulla base di semplici comportamenti e pensieri annullando il confronto democratico, il quale viene sostituto in questo modo da una ripetitiva quanto monocratica amplificazione del pensiero unico che non presenta nulla di culturale.

    Mai come ora l’integralismo iconoclasta utilizzato contro i simboli culturali e le libere espressioni di pensieri indipendenti dimostra la propria forza all’interno di quella che una volta poteva venire considerata la cultura occidentale.

  • Un nome che è un destino, di arroganza!

    Le regole dovrebbero sempre essere uguali per tutti e il rispetto degli altri dovrebbe essere la prima regola specialmente per un campione dello sport. Purtroppo l’arroganza porta alcuni a sentirsi diversi, superiori, sopra le regole che vigono per il resto del mondo. Casi ce ne sono anche troppi ma quello di Novak Djokovic, numero del tennis mondiale, li assomma in un estremo esempio negativo mentre le autorità australiane hanno tutta la stima di quella parte della comunità internazionale che lotta per contrastare il covid e arginare lo spaventoso aumento di contagi e decessi.

    Il padre del campione di tennis definisce il figlio lo Spartaco  del nuovo mondo, peccato che non conosca la storia: 1) Spartaco si batteva per gli oppressi non per coloro che per difendere la propria libertà ledono quella altrui e diventano alleati del virus aumentando i contagi e mettendo  a rischio la salute di tutti intasando gli ospedali, 2) Spartaco non era ricco e non raccontava bugie, 3) Spartaco purtroppo ha fatto una brutta fine mentre il nostro campione no vax fa il martire per crearsi altra pubblicità e di conseguenza aumentare il suo potere mediatico ed economico. No il campione di tennis non è che un esempio negativo.

  • La Commissione e la UEFA lanciano la campagna #EveryTrickCounts contro i cambiamenti climatici

    La Commissione europea ha lanciato con la UEFA una nuova campagna di sensibilizzazione incentrata sulle azioni individuali per fare fronte ai cambiamenti climatici. Grazie a questa collaborazione, durante le interruzioni pubblicitarie delle partite di Champions League UEFA e di altri importanti eventi sportivi, in 57 Paesi verrà diffuso un video in cui famosi calciatori mostrano alcuni trucchi per risparmiare energia e ridurre le emissioni. Il video, che verrà trasmesso anche negli stadi durante le partite, va in onda per la prima volta il 19 ottobre.

    Il Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, ha dichiarato: “Il calcio unisce il nostro continente e il pianeta intero. Per poter continuare a goderci il nostro sport preferito, dobbiamo vincere la lotta contro i cambiamenti climatici come una squadra. Sono lieto che la UEFA e la Commissione europea diano il calcio d’inizio a questa campagna per sostenere i nostri obiettivi climatici. Con il Green Deal europeo stiamo sollecitando gli importanti cambiamenti strutturali necessari per preparare la nostra economia e la nostra società a un futuro a impatto climatico zero. Ma non ce la faremo se non parteciperanno tutti mediante piccole azioni individuali, come andare allo stadio con mezzi di trasporto sostenibili, riciclare i rifiuti dello spuntino dell’intervallo, o spegnere qualche luce in casa mentre siamo incollati al televisore durante la partita. Diamo un calcio alle nostre cattive abitudini, per il bene del pianeta.”

    Di seguito il link al video: https://audiovisual.ec.europa.eu/en/video/I-212473

    Fonte: Commissione europea

  • Il gesto libero dello sport

    Il gesto in quanto libero e spontaneo identifica il valore di chi lo propone, specialmente se coniugato ad una prestazione sportiva di altissimo livello. Lo sport rappresenta ormai l’ultimo palcoscenico espressione di valori formativi e propositivi rispetto allo sconfortante deserto proposto dagli ambienti politici. In ambito sportivo si possono esprimere liberamente ancora idee e valori tanto attraverso la pratica stessa quanto con gesti legati all’iniziativa individuale e quindi libera espressione di sensibilità e valori personali.

    Quando, invece, lo sport viene contaminato ed inquinato dalle aspettative che le varie compagini politiche hanno nei confronti di chi lo sport lo pratica viene meno lo stesso valore espresso dalla sport e dalla sua indipendenza confermata dai principi fondativi del Cio (Comitato Olimpico Internazionale).

    Una prestazione atletica vincente unita magari ad un gesto politico possono avere il massimo valore comunicativo in quanto si esprimono in un contesto agonistico vincente. In occasione degli Europei di calcio, viceversa, si intende costringere la Nazionale ad inginocchiarsi non tanto contro il razzismo, come qualcuno vorrebbe fare intendere dall’alto della propria visione ideologica e massimalista, quanto a favore di un singolo e ben definito movimento politico estremista. Quindi non a tutela di un diritto fondamentale ma semplicemente in appoggio ad una sua interpretazione politica.

    Viene dimostrato, ancora una volta, come le aspettative di alcuni personaggi politici nei confronti della Nazionale rappresentino la metastasi stessa della politica la quale, incapace di restare all’interno dei propri ambiti, pretende di utilizzare per la propria penosa propaganda lo sport e i suoi protagonisti.

    Questa evidente violazione della indipendenza dello sport trova la propria ragione non tanto nel tentativo di sensibilizzare il pubblico verso tematiche valoriali globali quanto di cercare di porre al centro dell’attenzione le proprie visioni ed interpretazioni ideologiche di parte attraverso l’uso inappropriato del contesto agonistico e sportivo.

    Lo sport rappresenta la sintesi di Potenza (1), Tecnica (2), Libertà (3) in un contesto di regole condivise (4). Termini evidentemente sconosciuti ad una parte della politica che intende appropriarsene senza avere le competenze minime che una qualsiasi pratica sportiva avrebbe loro insegnato.

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