stress

  • Il cervello non tiene il ritmo del digitale e chi è iperconnesso finisce sotto stress

    «Siamo così assuefatti all’iperstimolazione che gli intervalli tra uno stimolo e l’altro li avvertiamo come spazi vuoti. Invece sono i momenti in cui le informazioni si consolidano. Se non diamo al nostro cervello il tempo di compiere il processo, tutto quel che ci resta è un flusso di informazioni comprese solo superficialmente». E’ l’avvertimento che Maryanne Wolf, neuroscienziata umanista, lancia nell’ultimo dei suoi saggi, Lettore, vieni a casa, dedicati al funzionamento del cervello che legge.

    «La conoscenza – ha spiegato in un’intervista a Sette – avviene in tre fasi: ogni dato deve essere vagliato, elaborato, e se è abbastanza importante si trasforma in conoscenza, cioè entra a far parte di una raccolta di informazioni acquisite che aiutano a pensare più profondamente. Questo processo in tre fasi ha subito un cortocircuito che ha cambiato la natura dell’attenzione, soprattutto nei bambini: se il cervello non ha tempo sufficiente per passare dalla percezione e dalla comprensione superficiale alla memoria e al consolidamento, non possiamo più analizzare le informazioni per verificarne la verità, o la bellezza: perdiamo l’una e l’altra. La continua ricerca di stimoli non concede spazio alla contemplazione prolungata. Ma l’immaginazione ha bisogno di tempo».

    Sulla stessa lunghezza d’onda, anche lo psichiatra brasiliano Augusto Cury sostiene da tempo che esiste una sindrome da pensiero accelerato strettamente legate all’impiego delle tecnologie digitali. La moltitudine di informazioni che il digitale consente di avere o a cui ci sottopone incide negativamente sulla concentrazione e causa deficit di memoria, a suo dire, provocando un’enorme e sterile velocità di pensieri, la maggior parte inutili. Cury ha diagnosticato anche sintomi della sindrome da lui individuata mancanza di sonno, difficoltà ad addormentarsi, svegliarsi stanchi, avere nodi in gola, disturbi intestinali e persino aumento della pressione sanguigna; eventuali mal di testa o dolori muscolari possono indicare che il cervello è esausto da troppi pensieri e preoccupazioni. Come terapia, Cury propone di parlare ed interagire con le persone, amare la natura e i suoi sapori e ogni tanto, spegnere i dispositivi elettronici come smartphone, tablet e pc.

  • L’energia rinnovabile è l’unico vaccino contro lo stress energetico correlato

    Il ritorno alla vita quotidiana dopo le ferie estive è da sempre motivo di forte stress e in questo 2022 la cosiddetta “sindrome da post vacanze” ha un’ulteriore aggravante: lo stress energetico correlato, ovvero la condizione di malessere fisico, psicologico o sociale causato dal perdurare di richieste pressanti e urgenti di cambiamento, in particolare di riduzione, delle proprie abitudini di consumo energetico. Fenomeno già evidenziato nel 2019 dal filosofo ambientale Glenn Albrecht che definì l’ecoansia come “la sensazione generalizzata che le basi ecologiche dell’esistenza siano in procinto di crollare”.

    “La crisi energetica sta diventando sempre più un’emergenza economica e sociale” spiega Fabio Stefanini, General Manager di Otovo Italia, marketplace dedicato alla vendita online di pannelli fotovoltaici per il mercato domestico. “Dobbiamo impegnarci quotidianamente per ricavare dalle fonti rinnovabili molta più energia di quella che ricaviamo attualmente, sviluppando tutte le tecnologie necessarie. Mai come in questo momento l’energia solare rappresenta una valida alleata contro il rincaro vertiginoso dei costi in bolletta poiché offre a molte famiglie di perseguire sempre più facilmente un’indipendenza energetica con il proprio autoconsumo”.

    Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, le produzioni da fonte fotovoltaica quest’anno hanno raggiunto valori da record per il mese di luglio (3,5 miliardi di kWh), rappresentando circa il 36% della generazione rinnovabile complessiva. “Noi di Otovo – conclude Stefanini – crediamo fermamente che le energie rinnovabili siano l’unico vaccino contro lo stress energetico, ed è per questo motivo che il nostro obiettivo è quello di installare più impianti fotovoltaici possibili sul tetto di tutti gli italiani”.

    L’impennata del costo dell’energia, legato anche al conflitto russo-ucraino, ci costringe a ridurre i consumi per far fronte ai rincari in bolletta. Nella mente di tutti noi si materializza uno scenario poco rassicurante costellato da provvedimenti drastici, come la riduzione delle temperature negli uffici o delle ore di illuminazione, con molte incognite legate alla sicurezza.

    “Il rientro dalle vacanze quest’anno risulta particolarmente stressante in termini emotivi” spiega Ilaria Merici, Psicologa Psicoterapeuta a Milano. “La preoccupazione di modificare le nostre abitudini sui consumi di acqua, elettricità e gas, genera automaticamente resistenza perché il cambiamento è associato al disagio e alla rinuncia alle comodità. L’incertezza economica e politica aggrava ulteriormente la situazione perché sentiamo il peso di cambiamenti che comporteranno nuove abitudini: credo sia nostra responsabilità fare ognuno la propria parte per affrontare questa nuova difficoltà. Aspettiamo di vedere i risultati prima di preoccuparci e restiamo aperti alla possibilità che non sia così difficile come lo immaginiamo”.

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