Taiwan

  • La Ferrari raddoppia le vendite di auto a Taiwan

    Le vendite del marchio automobilistico Ferrari a Taiwan sono raddoppiate negli ultimi quattro anni, sostenute dalla crescente ricchezza delle imprese di chip e semiconduttori e dal ritorno di capitale dovuto alla diversificazione delle catene di approvvigionamento.

    L’amministratore delegato di Ferrari, Benedetto Vigna, ha affermato che la domanda a Taiwan sta crescendo più rapidamente che in Cina o Hong Kong a causa di un forte aumento delle vendite di vetture ai cittadini sempre più ricchi di Taiwan. “La Cina cresce ma meno di Taiwan”, ha dichiarato Vigna al quotidiano “Financial Times”, aggiungendo: “A Taiwan ci sono più imprenditori e l’industria dei chip è in forte espansione”.

    Il mese scorso Ferrari ha registrato guadagni annuali record. E sebbene la maggior parte dei suoi guadagni provenga dall’Europa e dagli Stati Uniti, la casa automobilistica ha riferito che le spedizioni verso la Cina continentale e Taiwan sono aumentate dal 5% del totale nel 2020 a quasi l’11% nel 2023. Ferrari sta sfruttando un’impennata della ricchezza privata che ha reso Taiwan al quinto posto nel mondo, in parte grazie anche alla forte espansione del settore dei semiconduttori.

  • Gli Usa mandano armi a Taiwan

    L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha approvato per la prima volta la fornitura di armi a Taiwan nell’ambito di un programma federale di assistenza militare diretta per Paesi stranieri. Il dipartimento di Stato ha informato il Congresso federale dell’approvazione di un pacchetto di aiuti militari a Taiwan del valore di 80 milioni di dollari: un importo relativamente contenuto, ma che rende Taiwan beneficiaria per la prima volta in assoluto del programma federale “Foreign Military Financing”, concepito per contribuire alle capacità di difesa di Paesi alleati e amici degli Stati Uniti. Tramite il ricorso al programma, la Casa Bianca finanzierà il pacchetto di aiuti militari attingendo ad un bilancio suppletivo già approvato per l’assistenza militare all’Ucraina. Prima d’ora i governi statunitensi non avevano mai concesso armi a Taiwan tramite programmi di assistenza diretta, una misura che rischia di essere interpretata dalla Cina come un riconoscimento indiretto della statualità dell’isola. Il dipartimento di Stato ha insistito ieri che il ricorso al programma di finanziamento non implica un riconoscimento della sovranità di Taiwan.

    Soltanto il 26 agosto Washington ha approvato la vendita a Taiwan di sistemi d’arma per un importo complessivo pari a 500 milioni di dollari, segnalando un ulteriore rafforzamento del sostegno militare all’isola nonostante le obiezioni della Cina. Secondo il dipartimento della Difesa Usa, le vendite includeranno sistemi di puntamento a infrarossi e altri sistemi per cacciabombardieri F-16. La decisione coincide con l’annuncio da parte di Taiwan di una spesa aggiuntiva pari a 2,97 miliardi di dollari per l’acquisto di armamenti il prossimo anno. Circa la metà dei fondi aggiuntivi verrà destinata all’acquisto di aerei da combattimento, e i fondi rimanenti andranno principalmente ai sistemi navali.

  • Taiwan aprirà un ufficio anche a Milano, dopo quello di Roma

    Taiwan punta al raddoppio in Italia ed aprirà un altro ufficio di rappresentanza a Milano dopo quello di Roma. L’iniziativa, ufficializzata dal ministero degli Esteri, ha lo scopo di “continuare ad approfondire gli scambi e la cooperazione” bilaterali “nei settori dell’economia, del commercio, della cultura, dell’istruzione, della scienza, della tecnologia e del turismo”, ma cade in un momento molto delicato dei rapporti tra Roma e Pechino. Il governo italiano deve infatti decidere entro fine anno se rinnovare o meno il memorandum con la Cina siglato nel 2019 sull’adesione alla Belt and Road, la Nuova Via della Seta; e se accettare l’invito a recarsi a Pechino esteso dal presidente Xi Jinping alla premier Giorgia Meloni nel bilaterale di novembre al G20 di Bali. Milano è una “grande città del nord Italia” dove “la maggior parte dei principali Paesi del mondo ha stabilito consolati”, si legge nella nota di Taipei, a ricordare che i suoi uffici negli Stati che non riconoscono formalmente Taiwan fungono da ambasciate o consolati de facto. C’è un volo Taipei-Milano di Eva Air da ottobre 2022, mentre l’altra compagnia taiwanese China Air ha ripristinato di recente il Taipei-Roma, dopo la fine della crisi del Covid-19, a sostegno di un interscambio commerciale vivace che nel 2021 ha sfiorato i 6 miliardi di dollari.

    I media dell’isola hanno ricordato l’intervista dello scorso settembre alla Cna, l’agenzia ufficiale taiwanese, con la quale la premier Meloni disse di “pensare a una nuova e più intensa stagione di cooperazione: scambi culturali, turismo, prevenzione e gestione delle crisi sanitarie, ricerca scientifica e progetti nel settore chiave dei microchip, dove Taiwan è leader mondiale”, criticando le azioni assertive di Pechino e le loro implicazioni per l’Italia e l’Ue. Lo scorso novembre i parlamentari taiwanesi hanno lanciato l’Associazione di amicizia Taiwan-Italia per rafforzare i legami bilaterali. Mentre questo mese era attesa una visita a Taipei di una delegazione di parlamentari italiani, poi annullata.

    La Cina comunista non ha mai governato Taiwan, ma la considera una parte “inalienabile” del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario. Dopo le maxi manovre dell’8-10 aprile delle forze armate cinesi a testare un blocco aeronavale intorno all’isola capace di strozzare la sua economia, gli Usa hanno inviato domenica il cacciatorpediniere Uss Milius in “un transito di routine nello Stretto di Taiwan, in acque in cui si applicano le libertà di navigazione e il sorvolo in alto mare in conformità con il diritto internazionale”, a ribadire il proprio impegno “per un Indo-Pacifico libero e aperto”. Il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha detto di aver “monitorato le operazioni di passaggio della nave”, mantenendo “sempre un alto livello di allerta ad ogni momento”.

    La questione Taiwan è stata al centro della ministeriale G7degli Esteri svoltosi a metà aprile in Giappone, che ha sottolineato l’importanza di pace e stabilità nello Stretto e l’opposizione all’uso della forza per cambiare lo status quo, ribadendo la consapevolezza di dover lavorare a relazioni costruttive con Pechino. Dura la risposta cinese. Taipei “è un affare interno della Cina” che esclude “interferenze esterne: malgrado non siano ancora unificate, le due sponde dello Stretto di Taiwan appartengono alla stessa Cina”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Ma a Pechino sono i documenti del Pentagono finiti su internet a catturare di più l’attenzione. Due valutazioni degli esperti Usa su tutti: l’ammissione, in caso di guerra, della superiorità aerea dell’Esercito popolare di liberazione e i timori verso i missili ipersonici DF-27, che avrebbero “un’alta probabilità” di perforare i sistemi di difesa americani.

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