Terrorismo

  • In Nigeria Boko Haram sgozza 110 contadini nei campi

    Trucidati e sgozzati dai terroristi di Boko Haram almeno 110 civili ieri nel villaggio di Koshobe, nel nord est agricolo della Nigeria. Secondo quanto ha riferito il coordinatore umanitario dell’Onu in Nigeria, uomini armati sono arrivati in moto e hanno colpito in modo brutale donne e uomini che si trovavano al lavoro nei campi del villaggio, ha spiegato Edward Kallon.

    Il massacro ha avuto luogo il giorno delle elezioni locali nello Stato, la prima che si è tenuta dopo l’inizio della rivolta di Boko Haram nel 2009. Da allora, più di 36.000 persone sono state uccise e più di 2 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case. “Nel primo pomeriggio del 28 novembre, uomini armati sono arrivati in motocicletta e hanno compiuto un brutale attacco contro uomini e donne che lavoravano nei campi a Koshobe”, ha detto Kallon. “Almeno 110 civili sono stati uccisi a freddo e molti di più sono stati feriti in questo attacco”, ha aggiunto, in quello che ha definito “l’attacco più violento dell’anno contro civili innocenti”.

    La dichiarazione del coordinatore dell’Onu non fa riferimento al gruppo jihadista Boko Haram, o alla sua fazione, lo Stato islamico dell’Africa occidentale (Iswap), che sta intensificando la violenza nella regione e controlla parte del territorio nigeriano. L’attacco è avvenuto in una risaia a meno di 10 chilometri da Maiduguri, capoluogo della provincia di Borno, epicentro dell’insurrezione islamista. Il mese scorso, 22 contadini erano stati uccisi nei loro campi non lontano dalla città. Agricoltori, pescatori e boscaioli sono regolarmente presi di mira dai jihadisti, che li accusano di trasmettere informazioni all’esercito o di non pagare la “tassa” jihadista, che è obbligatoria per svolgere attività economica in alcune zone di Borno. Anche il capo della diplomazia europea Josep Borrell, su Twitter, si è detto scioccato: “Sono profondamente scioccato da questo ennesimo terribile attacco contro civili innocenti nel nord-est della Nigeria”, ha scritto.

    Il conflitto, che dura da più di un decennio, ha creato una drammatica crisi umanitaria, recentemente esacerbata da scarsi raccolti e dalle restrizioni del coronavirus. Circa 4,3 milioni di persone erano a rischio di insicurezza alimentare nel giugno 2020, durante la stagione di magra. L’Onu prevede che il prossimo anno questa cifra aumenterà del 20% nello stesso periodo.

  • Il Parlamento europeo chiede all’UE una risposta efficace contro le minacce terroristiche

    Approccio concreto e misure rafforzate contro le minacce terroristiche. E’ quanto ha chiesto all’UE la commissione per le libertà civili del Parlamento europeo sulla scia di numerosi attacchi in tutta Europa. La proposta è stata fatta in occasione dell’incontro tra il commissario per gli affari interni, Ylva Johansson, e Christian Klos, il ministero dell’Interno tedesco, il cui paese detiene attualmente la presidenza semestrale del Consiglio, alla luce dei recenti eventi terroristici a Parigi, Nizza e Vienna.

    Durante la sessione plenaria della scorsa settimana, i deputati hanno sottolineato la necessità di sviluppare ulteriormente la strategia antiterrorismo dell’UE, insieme ad ulteriori sforzi per promuovere le libertà fondamentali e l’integrazione. A tal fine, la commissione per le libertà civili sta preparando una risoluzione sulla strategia dell’Unione europea per la sicurezza, che rifletterà le priorità del Parlamento nei prossimi cinque anni.

    All’inizio di novembre il Partito popolare europeo (PPE) aveva chiesto un’azione legislativa per contrastare la propaganda estremista su Internet, sottolineando la necessità di rompere lo “stallo politico” sul regolamento sulla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online. La questione è stata ampiamente sviluppata dal commissario Johansson, che ha sottolineato l’importanza dello scambio di informazioni e della cooperazione di polizia, con i deputati che chiedono di rafforzare i controlli di sicurezza alle frontiere esterne dell’UE. Pur riconoscendo la necessità di uno scambio di informazioni, alcuni legislatori hanno espresso preoccupazione per l’ampia raccolta di dati personali e l’intercettazione delle comunicazioni, avvertendo che ciò potrebbe avere un impatto significativo sui diritti e sulle libertà fondamentali.

  • L’opposizione politica tedesca chiede al governo di bandire gli ultranazionalisti Lupi Grigi turchi

    I partiti di opposizione tedeschi hanno sollecitato il governo a bandire i Lupi Grigi della Turchia, gruppo ultranazionalista affiliato agli alleati politici del presidente Recep Tayyip Erdogan.

    A farsi promotore della richiesta Sevim Dagdelen, presidente del gruppo parlamentare tedesco di sinistra (Die Like) che invita a sostenere la decisione presa nei giorni scorsi dalla Francia di bandire i Lupi Grigi perché fautori della teoria della cospirazione anti-armena del governo turco. Die Linke chiede lo scioglimento della Federazione delle associazioni degli idealisti democratici turchi (ADÜTDF) – l’organizzazione ombrello dei gruppi ultranazionalisti turchi nel paese respingendo le affermazioni di Erdogan, secondo cui il gruppo è un “prodotto di fantasia”, e sottolineando che comprende circa 170 associazioni e 7.000 membri.

    Anche il parlamentare del Partito dei Verdi Cem ozdemir ha etichettato l’ADÜTDF come la più grande organizzazione estremista in Germania, che conta fino a 20.000 membri.

    La richiesta è trasversale perché anche il partito di estrema destra tedesco, l’Alternativa per la Germania (AfD), ha chiesto di mettere al bando il gruppo, sostenendo che i lupi grigi sono “la brigata estremista di Erdogan”.

    L’invito arriva meno di una settimana dopo che la Francia ha sciolto i Lupi Grigi perché incitavano all’odio e alla violenza, la richiesta era stata precedentemente espressa nel 2018.

    All’inizio di ottobre, il governo tedesco aveva detto che avrebbe pianificato una legislazione per vietare i simboli e i gesti del gruppo dei Lupi Grigi e in particolare il saluto della mano “wold”, etichettandolo come un reminiscenza del saluto nazista.

    Il gruppo dei Lupi Grigi è affiliato al Partito del Movimento nazionalista turco (MHP) di Devlet Bahceli, che ha un’alleanza politica con il Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP) di Erdogan. I Lupi Grigi sono considerati l’ala militante dell’MHP.

  • Sahel summit agrees need to intensify campaign against jihadists

    International and regional powers on Tuesday agreed to intensify their military efforts against Islamist militants in the West African Sahel region.

    The leaders of the G5 Sahel nations, as well as EU leaders, including French president Emmanuel Macron, took part in a summit in the capital of Mauritania, Nouakchott. The G5 Sahel framework for coordination of regional cooperation was formed in 2014. Its members are Burkina Faso, Chad, Mali, Mauritania and Niger.

    “The heads of State stressed the need to intensify the fight on all fronts by national and international forces against terrorist groups”, a communique said.

    “It is our desire to Europeanise the fight against terrorism in the Sahel. When France gets involved, it’s Europe that gets involved”, Macron said. In January, Macron hosted a summit to help secure a stronger public commitment from the G5 Sahel nations, after France lost 13 troops in a helicopter crash.

    Earlier this month, French military forces killed the top al-Qaeda leader in North Africa, Abdelmalek Droukdel. “We are all convinced that victory is possible in the Sahel. We are finding our way there thanks to the efforts that have been made over the past six months”, Macron said.

  • Minacce di bioterrorismo dopo la pandemia

    Il Consiglio d’Europa mette in guardia sulla possibilità di un uso deliberato di armi biologiche, come virus o batteri, in atti terroristici nel post-coronavirus. “La pandemia di COVID-19 ha dimostrato quanto la società moderna sia vulnerabile alle infezioni virali e al loro potenziale di interruzione”, ha affermato il Comitato antiterrorismo del Consiglio il quale avverte che il danno a persone ed economie potrebbe essere significativamente più alto di quello di un tradizionale attacco terroristico. Ha quindi invitato i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa a svolgere esercitazioni di addestramento e a prepararsi ad affrontare un attacco con armi biologiche. “Il Consiglio d’Europa non ha prove concrete di un’accresciuta minaccia del bioterrorismo dovuta alla pandemia. Sottolinea tuttavia la necessità di proseguire la cooperazione internazionale in questo campo “, ha affermato un portavoce.

  • Per Eurojust i combattenti dell’ISIS che tornano in Europa dovrebbero essere accusati di crimini di guerra

    I combattenti dell’ISIS che tornano in Europa dai conflitti in Iraq e in Siria dovrebbero essere accusati di crimini di guerra e genocidio, è quanto afferma ‘Genocide Network’, un’agenzia sostenuta da Eurojust che indaga su crimini internazionali.

    In un rapporto presentato il 23 maggio, ‘Genocide Network’ ha affermato che alcune organizzazioni terroristiche tra cui ISIS, Jabhat al-Nusra e le sue affiliate dovrebbero essere perseguite dalle autorità nazionali non solo per reati di terrorismo ma anche per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimine di genocidio, considerati “principali crimini internazionali”.

    Secondo ‘Genocide Network’  le accuse potrebbero fare aggravare condanne già pesanti e rendere maggiore giustizia alle vittime, poiché lo statuto per le limitazioni non si applica ai crimini internazionali principali e i combattenti terroristi stranieri (FTF) potrebbero essere perciò ritenuti responsabili di tali crimini nei decenni futuri.

    La Germania, la Francia, l’Ungheria, la Finlandia e i Paesi Bassi hanno già avviato procedimenti contro gli FTF, o addirittura pronunciato sentenze in cui addebitano loro anche i crimini più gravi.

  • Simbolo, avvertimento o patente di immunità per il nostro Paese?

    Silvia Romano è tornata in Italia, siamo contenti specialmente per i suoi genitori. E non c’è dubbio che abbia tutti i diritti di convertirsi all’Islam come a qualunque altra religione od ideologia  è di vestirsi come ritiene. Detto questo rimangono alcune considerazioni che è bene fare subito evitando future polemiche.

    Silvia Romano è arrivata indossando, sopra un abito africano, un mantello verde con cappuccio, verde è il colore dell’Isis, il colore della bandiera islamista. Salutando gli astanti, al suo arrivo, aveva gli avambracci nudi, il che è un anomalia per chi conosce usanze e costumi delle donne che indossano vesti e copricapo che dovrebbero, secondo la religione mussulmana, proteggerle dalla vista di altre persone, specie uomini. Non è apparsa con un burqa tradizionale o con un copricapo tipico delle donne africane o con un velo di garza come molte somale ma la sovraveste verde. La giovane  Romano ha dichiarato di essere sempre stata trattata con rispetto, a differenza di altri rapiti, alcuni dei quali hanno perso la vita, e di questo siamo tutti contenti.  Le autorità italiane hanno ringraziato i servizi di intelligence somali e turchi, pur comprendendo la necessità politica di essere accomodanti nessuno può ignorare che se c’è un servizio di intelligence che non esiste è quello somalo  che non è in grado di prevenire  neppure gli attentati che periodicamente colpiscono la loro capitale Mogadiscio. Per quanto riguarda i turchi è nota la loro interessata simpatia politica per i Fratelli musulmani, grandi protettori degli shabaab,i carcerieri della Romano nonché i terroristi che hanno perpetrato efferati attentati non solo in Kenya.

    I turchi hanno grande interesse per la Somalia non solo per il petrolio ma specialmente per la posizione strategica del paese che può essere un avamposto per  cercare di riportare l’Egitto verso quelle posizioni integraliste che il presidente al Sisi ha stroncato e per impedire che paesi come il Kenia continuino nella tradizione della laicità dello stato. L’Italia ha il dovere di mettere insieme tutte le energie per riportare a casa cittadini italiani che siano stati rapiti  vale però ricordare che qualunque riscatto pagato ai terroristi è di fatto un finanziamento alle loro attività criminali, molte delle quali sono state e saranno perpetrate in Europa e che ogni pagamento dà il via libera ad altri rapimenti, come è stato a lungo per le navi sequestrate nei mari del corno d’Africa. L’Italia, che non ha mai speso una parola per ricordare le segnalazioni fatte sul terrorismo dall’ambasciatore somalo alle Nazioni Unite Yusuf  Ismail Bari Bari, vissuto e laureato a Bologna e ucciso dagli shabaab a Mogadiscio proprio per la sua indefessa lotta contro il terrorismo islamista, è bene si interroghi oggi sulla sovraveste verde di Silvia Romano per capire se è un simbolo, un avvertimento o una patente di immunità, almeno per un po’, per il nostro Paese. credo inoltre che si debba affrontare anche il tema delle associazioni, di qualunque estrazione, che inviano cooperanti in paesi nei quali, per un motivo o per un altro, esistono situazioni a rischio, il ministero degli Esteri dovrebbe essere informato di ogni progetto e partenza per dare il suo parere, perché se è vero che uno stato democratico e civile deve riportare a casa i suoi cittadini che si trovano in difficoltà è anche vero che ciascuno di noi, come contribuente, ha il diritto di sapere se l’attività, la missione che ha comportato un rischio o un danno al proprio connazionale, e all’intero paese, è stata o meno condivisa dalle istituzioni italiane.

  • Progettava attentati a San Pietro, condannato un terrorista somalo

    Il 22enne somalo Mohsin Ibrahim Omar è stato condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione per terrorismo internazionale al termine di un giudizio con rito abbreviato. Fermato a Bari il 13 dicembre 2018, era ritenuto dalle agenzie per la sicurezza Aisi e Aise e dall’Fbi affiliato al Daesh in Somalia e in contatto con una sua cellula operativa. Secondo quanto emerso dalle indagini della Digos di Bari, progettava un attentato nella Basilica di San Pietro a Roma, cuore della cristianità, una bomba – si legge nelle intercettazioni – nella “chiesa più grande” d’Italia nel giorno di Natale o poco dopo, quando in quel luogo ci sono “il Papa e tanta gente, è pieno, pieno, pieno”. Durante la detenzione nel penitenziario barese, Ibrahim non si è descritto agli inquirenti della Dda come un terrorista ma, diceva, che “se Dio vuole, se serve alla causa, bisogna farlo, bisogna uccidere”.

    Mohsin Ibrahim fu fermato nel capoluogo pugliese dalla Digos di Bari, diretta da Michele De Tullio, con le valigie in mano, mentre tentava di fuggire dopo aver esultato, poche ore prima, per l’attentato a Strasburgo: “Quello che uccide i nemici di Allah – si legge in una sua intercettazione agli atti della Dda barese – è nostro fratello”. Il somalo era stato segnalato all’antiterrorismo barese dall’intelligence italiana e internazionale come un “mujaheddin”, miliziano dell’Isis, componente del gruppo armato somalo-keniota di Daesh, noto per aver combattuto in Somalia e in Libia, e arrivato in Italia nel novembre 2016, dopo l’arretramento dell’Isis, “per compiere attentati fuori dai confini dello Stato Islamico come quelli” di Parigi e Bruxelles.

  • 9 maggio 1978…

    L’onorevole Aldo Moro viene trovato ucciso all’interno di una Renault 4 in via Caetani a Roma. Il discendente di De Gasperi era considerato allora come oggi un grande statista perché aveva previsto la possibile deriva autoritaria dei nostri giorni in nome di uno Stato etico e quindi autoritario.

    Il 9 maggio 1978 Aldo Moro viene ucciso da volgari esponenti delle brigate rosse dopo una detenzione inumana durante la quale fu anche sottoposto ad un ridicolo quanto ingiusto processo istituito solo per offrire ai suoi miserabili aguzzini ed assassini la giustificazione per la sua morte.

    Ora tutti questi personaggi sono liberi in nome di quella “ragione di stato” giustamente criticata dal dirigente della Democrazia Cristiana in quanto deriva antidemocratica alla quale il cittadino deve opporsi al fine di tutelare le libertà costituzionali e democratiche.

    Il suo pensiero rimane attuale anche in relazione al percorso successivo dei suoi assassini nel quale emerge chiaramente come la ragione di stato prevalga sulla giusta ambizione ad un vero senso di giustizia e rispetto per le vittime. Vanno ricordati infatti gli agenti della scorta dell’onorevole trucidati in via Fani.

    Proprio ora, in un momento di sospensione delle libertà democratiche e personali, il pensiero di Aldo Moro trova la sua conferma.

  • La Casa Bianca autorizza la Marina americana a usare la forza contro le cannoniere iraniane se minacciata

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato via Twitter di aver ordinato alla Marina americana di sparare su qualsiasi cannoniera iraniana che provi a sferrare un attacco. La scorsa settimana, infatti, la Marina degli Stati Uniti ha affermato che quasi una dozzina di navi iraniane del Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica si sono ‘approcciate in maniera molesta’ alla flotta statunitense aumentando errori di calcolo e rischi di collisione.

    Il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran è un’organizzazione paramilitare, separata dalle forze armate convenzionali dell’Iran. Svolge operazioni in tutto il Medio Oriente, forma le milizie sciite arabe e supervisiona le attività in Iran. L’amministrazione Trump lo scorso aprile ha designato le Guardie rivoluzionarie un’organizzazione terroristica straniera.

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