Ucraina

  • Ucraina: l’UE dona 5 milioni di compresse di ioduro di potassio per proteggere gli ucraini dalla potenziale esposizione alle radiazioni

    Il 26 agosto l’UE ha ricevuto una richiesta di compresse di ioduro di potassio dal governo ucraino come misura di sicurezza preventiva allo scopo di aumentare il livello di protezione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Le compresse di ioduro di potassio sarebbero utilizzate in scenari limitati per evitare che lo iodio radioattivo inalato o ingerito venga assorbito dalla tiroide.

    In risposta, il Centro europeo di coordinamento della risposta alle emergenze, mediante il meccanismo di protezione civile dell’UE, ha rapidamente mobilitato per l’Ucraina 5,5 milioni di compresse di ioduro di potassio, di cui 5 milioni provenienti dalle riserve di emergenza rescEU e 500 000 dall’Austria. La maggior parte dell’assistenza, del valore finanziario totale di oltre 500 000 €, sarà fornita all’Ucraina dalla riserva rescEU ospitata dalla Germania.

    Fonte: Commissione europea

  • L’Unione europea aderisce alla Convenzione dell’Aia sulle sentenze

    L’Unione europea ha aderito alla Convenzione dell’Aia sulle sentenze, uno strumento importante per agevolare gli scambi e gli investimenti multilaterali basati su regole. La Convenzione stabilisce le condizioni per il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze in materia civile e commerciale, compresi i contratti dei consumatori e i contratti di lavoro, e i possibili motivi di rifiuto. L’adesione dell’UE garantirà certezza e prevedibilità del diritto alle imprese europee che operano in diversi paesi, anche al di fuori dell’UE. Anche l’Ucraina ha aderito alla Convenzione.

    Ad oggi sei Stati hanno firmato la Convenzione dell’Aia sulle sentenze, elaborata nel 2019. La Convenzione è nata perché diverse leggi e prassi in tutto il mondo rendevano il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere difficili, se non impossibili. Questa incertezza giuridica e i relativi costi per le imprese hanno spesso ostacolato il flusso degli scambi e degli investimenti internazionali, negando in ultima analisi la giustizia.

    Fonte: Commissione europea

  • L’Azerbaigian raddoppierà la fornitura di gas all’Unione europea

    La Russia era un fornitore di gas  “inaffidabile” già prima dell’invasione dell’Ucraina. Ora usa l’energia come arma di guerra. Per questo l’Unione europea si è rivolta all’Azerbaigian per raddoppiare la fornitura entro il 2027, per arrivare entro quella data a ricevere 20 miliardi di metri cubi. Il memorandum d’intesa è stato firmato a metà del mese di luglio dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente azero, Ilham Aliyev, nella residenza presidenziale di Zagulba, a circa 25 chilometri a nord-ovest di Baku, sulla pittoresca costa del Mar Caspio.

    Prevede una tappa intermedia: passare entro l’anno dagli attuali 8,1 miliardi di metri cubi a 12 miliardi. E si riuscirà grazie al Tap, la Trans-Adriatic Pipeline, che rappresenta l’ultima  sezione del Corridoio meridionale del gas, e arriva in Puglia. “L’Italia sarà tra i primi beneficiari di questa operazione perché già ora importa dall’Azerbaigian 6 miliardi di metri cubi di gas (è il terzo fornitore)”, ha spiegato una fonte Ue. “Già a novembre faremo degli stress test sul Tap per verificare la sicurezza dell’approvvigionamento con l’aumento della fornitura”. Per il raddoppio serviranno dei lavori che faranno parte di un Progetto di interesse comune europeo.

    “Sono felice di contare sull’Azerbaigian, nostro partner energetico cruciale”, ha commentato von der Leyen dopo la firma del memorandum d’intesa. “Raddoppieremo la fornitura di gas dall’Azerbaigian all’Ue. Con questo memorandum d’intesa ci impegniamo per l’espansione del Corridoio meridionale del gas, che è già una via di approvvigionamento molto importante per l’Unione europea, erogando attualmente 8,1 miliardi di metri cubi di gas l’anno”, ha spiegato. “E amplieremo la sua capacità a 20 miliardi di metri cubi in pochi anni. Già dal prossimo dovremmo raggiungere i 12 miliardi di metri cubi”, ha aggiunto.

    Il Corridoio meridionale del gas e’ lungo 3.500 chilometri ed è entrato in funzione il 31 dicembre 2020 e “vediamo già i vantaggi di questa cooperazione”, ha confermato il presidente azero, Aliyev. Alimentato dal gigantesco giacimento Shah Deniz II, nella parte azera del Mar Caspio, il Corridoio è costituito dal Tap, la sua ultima sezione, che collega il Gas Natural Transanatolio Pipeline (Tanap) al confine turco-greco a Kipoi, attraversa la Grecia, l’Albania e il Mar Adriatico e termina appunto in Puglia. Inoltre, una sezione del Tap va anche in Bulgaria, che riceverà un miliardo di metri cubi di gas all’anno. La capacità del Tap è attualmente di 10 miliardi di metri cubi l’anno, ma può essere portata a 20 miliardi aggiungendo due stazioni di compressione e modificando quelle esistenti. Un lavoro stimato in circa 4,5 miliardi di euro.

    La sfida resta quella di battere sul tempo la Russia: sostituire le sue forniture prima che chiuda definitivamente i rubinetti. Attualmente il gas russo copre il 40% del fabbisogno dell’Europa, ma Mosca ha già ridotto (o tagliato completamente) la fornitura a dodici Stati membri. Negli ultimi mesi, le consegne attraverso l’Ucraina sono diminuite di quasi il 30% e quelle effettuate attraverso il gasdotto Nord Stream, che trasporta il gas russo direttamente in Germania sotto il Mar Baltico, sono diminuite del 60%. Attualmente il Nord Stream 1 è fermo per manutenzione programmata almeno fino al 21 luglio ma nessuno ha la certezza che riprenderà. “Non sappiamo cosa accadrà quest’estate, dobbiamo essere vigili”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

    Nella prima metà del 2022 l’importazione di gas liquefatto (Gnl) non russo e’ aumentata di 21 miliardi di metri cubi mentre la fornitura da gasdotti non dalla Russia è aumentata di 14 miliardi di metri cubi, in arrivo da Norvegia, Mar Caspio, Regno Unito e Nordafrica. La fornitura dai gasdotti russi è calata di 28 miliardi a 45 miliardi di metri cubi mentre l’importazione di Gnl dagli Stati Uniti e’ stata di 30 miliardi (in tutto il 2021 fu di 22 miliardi).

    Ma a Baku non si è parlato solo di fossili. Il memorandum include anche la promozione delle energie rinnovabili, poiché l’Azerbaigian ha “un enorme potenziale” in questo campo, specialmente nell’energia eolica offshore e nell’idrogeno verde, ha evidenziato von der Leyen. E sono stati stabiliti gli impegni per ridurre le emissioni di metano. L’obiettivo ultimo è sempre la neutralità climatica entro il 2050.

  • REACT-EU: oltre 433 milioni di euro a Belgio, Italia e Lussemburgo per sostenere l’occupazione, la sanità e le persone in fuga dall’aggressione russa contro l’Ucraina

    Il Belgio, l’Italia e il Lussemburgo riceveranno ulteriori 433,79 milioni di € nell’ambito di REACT-EU per sostenere l’occupazione, la sanità e le persone in fuga dall’aggressione russa contro l’Ucraina. In Belgio, 33,4 milioni di € provenienti dal Fondo sociale europeo (FSE) miglioreranno l’orientamento, la consulenza e il sostegno all’occupazione. L’obiettivo è integrare nel mercato del lavoro i rifugiati ucraini e le persone vulnerabili in cerca di lavoro che hanno perso il lavoro dopo la pandemia di COVID-19 o si trovano in condizioni di lavoro precarie, con particolare accento sullo sviluppo delle competenze digitali. A Lussemburgo, il Fondo di aiuti agli indigenti riceverà 390 000 € per fornire più aiuti alimentari alle persone bisognose. Tali fondi consentiranno al Lussemburgo di continuare a rispondere non solo alle attuali esigenze delle famiglie in situazioni precarie, ma anche alle necessità più elevate e alle nuove esigenze di approvvigionamento alimentare causate dalle conseguenze sociali della pandemia. In Italia, 136 milioni di € saranno aggiunti al programma operativo “Governance e capacità istituzionale” per contribuire ad alleviare la pressione sul sistema sanitario nazionale, sostenere l’assunzione di nuovi operatori sanitari pubblici e coprire i costi delle ore lavorative supplementari prestate da 23 200 medici e da altro personale sanitario durante la pandemia. Inoltre, 264 milioni di € saranno utilizzati per l’acquisto di dosi di vaccini contro il COVID-19. A titolo della quota 2021 di REACT-EU erano già stati stanziati 40 miliardi di € per aiutare gli Stati membri a riprendersi dalla pandemia, investire nella transizione digitale e verde e, più recentemente, per integrare le persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Dal marzo 2022 la Commissione ha inoltre versato agli Stati membri prefinanziamenti per un importo di 3,5 miliardi di € a titolo di REACT-EU. La Commissione ha poi recentemente presentato la proposta FAST-CARE per garantire che i prefinanziamenti siano aumentati di altri 3.5 miliardi di €, da versare nel 2022 e nel 2023.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione al fianco degli Stati membri per agevolare l’inserimento dei minori rifugiati nelle scuole

    La Commissione ha pubblicato un manuale pratico per aiutare i bambini e i giovani ucraini a proseguire il loro ciclo di istruzione nell’UE, dall’educazione e cura della prima infanzia fino all’istruzione secondaria superiore (0-18 anni). Il documento raccoglie principi e pratiche fondamentali in materia di istruzione per agevolare l’inserimento nella scuola dei bambini sfollati dall’Ucraina. Si rivolge a tutte le parti interessate, compresi gli insegnanti e le autorità nazionali. I consigli concreti si basano sugli insegnamenti tratti collettivamente dagli Stati membri dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio. Il documento di lavoro dei servizi della Commissione è stato elaborato in consultazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e con l’UNICEF, con i rappresentanti dei ministeri dell’Istruzione, con le organizzazioni partner riunitesi tra marzo e giugno 2022 in occasione di eventi di apprendimento tra pari e con i rappresentanti dell’NESET, la rete di esperti che lavorano sulla dimensione sociale dell’istruzione e della formazione.

  • Dmitry Glukhovsky “Stiamo imparando a non simpatizzare con la vittima, ma con l’aggressore!

    La mia generazione non ha conosciuto le repressioni e le purghe di massa, non ha assistito ai processi farsa in cui la folla rabbiosa pretendeva la fucilazione dei traditori della patria, non ha respirato l’atmosfera di orrore universale, non ha imparato a cambiare, dalla sera alla mattina, le sue convinzioni, a credere a comando tanto alla perfidia degli alleati di ieri come alle buone intenzioni dei nemici storici, al solo scopo di giustificare una guerra fratricida”. Inizia così l’ultimo articolo, pubblicato sul Corriere della Sera, di Dmitry Glukhovsky, scrittore russo popolarissimo tra i giovani e sul quale pende un mandato di cattura perché accusato di aver gettato discredito sull’Armata russa: reato punibile con una pena variabile tra i dieci e i quindici anni di reclusione,

    “!L’Unione sovietica che abbiamo conosciuto noi si era già trasformata in un pachiderma tranquillo: ormai non condannava più a morte chi si rifiutava di credere alle sue menzogne di fondo, anzi, consentiva ai cittadini di aprire dibattiti privati, tra di loro, seduti tranquilli in cucina. Eppure, tutti coloro che avevano conosciuto il passato non si compiacevano affatto nel ricordarlo, e adesso abbiamo capito il motivo. Perché la sopravvivenza, in tali circostanze, esigeva innanzitutto un compromesso con se stessi, con la propria coscienza. Ci voleva coraggio non solo per protestare, ma anche per astenersi, e ci vuole coraggio per ricordare”, continua Glukhovsky. “E oggi proprio a noi, a quelli della mia generazione, accadono cose in diretta alla televisione cui non avremmo mai immaginato di assistere. Stiamo imparando a coltivare nel nostro animo l’indifferenza verso l’ingiustizia di quando sta accadendo palesemente sotto i nostri stessi occhi: la cosa non ci riguarda, e forse non ne subiremo le conseguenze, basta mantenere le distanze e non scherzare col fuoco. Stiamo imparando a non simpatizzare con la vittima, ma con l’aggressore. Stiamo imparando a chiudere gli occhi davanti alla spirale di follia che si è impadronita dei nostri governanti e a condividere le loro posizioni. Non è forse meglio mangiare merda piuttosto che andare a letto pensando che la tua vita è nelle mani di un pazzo scatenato? E dopo tutto, se non credi a loro, a chi devi credere?”. Non si risparmia  Glukhovsky  che attacca duramente la passività dei suoi contemporanei. E continua: “Per non vivere nella paura, per non sentirci vigliacchi o schiavi, dobbiamo imparare a credere fermamente in quello che fino a poco tempo fa a tutti noi appariva come una falsità. Fingere di non accorgerci, e forse realmente non ce ne rendiamo più conto, come il nostro paese si è incamminato verso la dittatura fascista. Non abbiamo voluto indagare il passato perché sicuri di averlo lasciato alle spalle. Eppure cresce di giorno in giorno il numero di fantasmi che si nutrono di rancori, si sottraggono alla legge e avanzano pretese su di noi. Eppure cresce di giorno in giorno il numero di fantasmi che si nutrono di rancori, si sottraggono alla legge e avanzano pretese su di noi. Oppure imparare a fare il contrario: a preservare la nostra memoria e pensare al futuro, rinunciando alle ruggini e rifiutandoci di vivere prigionieri del passato. Finora non abbiamo appreso niente dall’esperienza di coloro che sono vissuti e morti prima di noi, per poter fare le cose in modo diverso. È proprio per questo che ci resta ancora tanto da imparare”, conclude realisticamente Glukhovsky.

  • Chi giustifica Putin o Medvedev diventa correo

    Le dichiarazioni dell’ex presidente russo Medvedev rendono ancora più chiaro l’obiettivo di Mosca in Ucraina.

    Medvedev vuole fare sparire gli occidentali e perciò il regime russo è partito proprio dagli ucraini, che da tempo si sentono occidentali, per cominciare a rendere operativo il  progetto di distruzione ed annientamento.

    Chi pensa che si fermeranno all’Ucraina sbaglia pericolosamente, andranno avanti per riprendersi tutto quello che riusciranno dei territori dell’ex Unione sovietica o dell’impero zarista, sceglieranno secondo le debolezze occidentali.

    Chi pensa che in Ucraina si fermeranno trovando un accordo si illude, ammesso sia in buona fede, si fermeranno solo dopo aver in parte ucciso, in parte asservito, in parte espulso dal territorio gli ucraini e distruggeranno tutto quello che ha rappresentato la loro  nazione, dalla storia all’economia, impossessandosi di ogni bene.

    Chi pensa alla pace, obiettivo che comunque tutti abbiamo il dovere di perseguire, sappia che la pace ci sarà solo se i russi deporranno le armi e smetteranno di radere al suolo le città deportando in Russia gli abitanti, seviziando, violentando e, rubando, dalle suppellettili all’acciaio, per finire con il grano che mezzo mondo sta aspettando.

    La pace vera ci sarà solo se se Putin ed i suoi accoliti fermeranno la guerra perchè se fossero gli ucraini a deporre le armi assisteremmo allo sterminio di un popolo e alla conquista e cancellazione di una nazione libera e democratica.

    Tutti hanno il diritto, in democrazia, di esprimere le proprie opinioni che però non possono essere la negazione della realtà attuale, chi mistifica la realtà si assume gravi responsabilità.

    Come chi tace sulla mafia, o ne nega la pericolosità, diventa correo, così  deve essere considerato  chi giustifica Putin o Medvedev, o in qualche modo spiana loro la strada.

  • La Commissione europea inaugura una piattaforma per la collaborazione delle imprese europee e ucraine

    Dopo l’invasione ingiustificata dell’Ucraina da parte della Russia e il blocco dei suoi porti marittimi, l’Ucraina non è più stata in grado di esportare prodotti nel resto del mondo attraverso i porti del Mar Nero. È urgente stabilire rotte alternative per scongiurare le minacce alla sicurezza alimentare globale.

    L’Unione europea sta adottando misure concrete per agevolare le esportazioni agricole dell’Ucraina e sostenerne il settore agricolo nel 2022. A tale riguardo, la Commissione europea lavora a stretto contatto con gli Stati membri, le autorità ucraine e gli operatori incaricati di accelerare i lavori sui “corridoi di solidarietà” al fine di agevolare le esportazioni alimentari dell’Ucraina attraverso diverse rotte terrestri e porti dell’UE. Nell’ottica di trovare soluzioni pragmatiche, la Commissione ha messo a disposizione, attraverso la rete Enterprise Europe, uno strumento di collaborazione per le imprese europee e ucraine.

    Adina Vălean, Commissaria per i Trasporti, ha dichiarato: “Milioni di tonnellate di cereali sono bloccate in Ucraina: dobbiamo unire le forze a livello intersettoriale e transfrontaliero per trasferirle. Vi sono imprese che cercano un modo per sostenere le esportazioni ucraine, altre imprese che offrono soluzioni di trasporto o stoccaggio e commercianti ucraini di cereali che sono alla ricerca di partner logistici. La nostra piattaforma li aiuterà a collaborare, contribuendo così alla nascita di nuovi partenariati. Sono impaziente di vedere i risultati: ogni tonnellata di cereali conta!”

    La piattaforma sostiene l’attuazione del piano d’azione sui corridoi di solidarietà UE-Ucraina volto a garantire che l’Ucraina possa esportare cereali e importare le merci di cui ha bisogno. Molte misure sono già state adottate: i punti di contatto nazionali specializzati fungono ora da sportelli unici per le richieste riguardanti il proprio paese, la risoluzione di problemi logistici e la determinazione della capacità di stoccaggio. Gli Stati membri stanno lavorando per snellire le procedure ai valichi di frontiera e la Commissione sta preparando la conclusione degli accordi sul trasporto su strada con l’Ucraina e la Moldova al fine di eliminare ulteriori ostacoli.

    Oltre all’estensione dei corridoi della rete transeuropea dei trasporti in Ucraina, una maggiore connettività tra l’UE e l’Ucraina preparerà il terreno per la ricostruzione e contribuirà ad avvicinare l’Ucraina all’Unione europea.

    Fonte: Commissione europea

  • La libertà prevalga sulla legge del più forte

    Il sacrificio dei soldati, donne ed uomini, e dei  civili che per 84 giorni hanno combattuto nell’acciaieria Azvostal aveva impedito, per quasi tre mesi, la caduta definitiva di Maripoul e la totale occupazione del Mar d’Azov da parte dei russi che oggi invece controllano quel mare, quel territorio e si stanno spingendo sempre più oltre.

    I soldati, proprio perché soldati, hanno obbedito agli ordini dei loro superiore e del presidente Zelensky e sono usciti consegnandosi a coloro che hanno distrutto la città di Mariupol e le  vite di troppe persone inermi. Ora spetta veramente alla comunità internazionale fare sì che la Russia rispetti gli accordi e che queste donne e questi uomini, che hanno anteposto la libertà dell’Ucraina alla loro stessa vita, possano tornare in patria senza subire quelle violenze che sappiamo fanno parte dei sistemi post sovietici.

    Rimanga a tutti impresso, nel presente e nel futuro, che ci sono ancora persone che credono che la libertà, la sovranità nazionale vadano difese contro ogni sopruso perché la legge del più forte, del più potente, del più sanguinario non può ancora prevalere. Lo ricordino i cittadini europei e in speciale modo diversi politici italiani.

  • Approvato dalla Commissione il regime italiano da 1,2 miliardi di euro a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina

    La Commissione ha approvato il regime quadro italiano da 1,2 miliardi di € a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, adottato dalla Commissione il 23 marzo 2022, che si fonda sull’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), e riconosce che tutta l’economia dell’UE sta subendo un grave turbamento.

    L’Italia ha notificato alla Commissione un regime quadro da 1,2 miliardi di € a sostegno dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina.

    Nell’ambito del regime i beneficiari ammissibili avranno diritto a ricevere aiuti di importo limitato in una delle seguenti forme: i) sovvenzioni dirette; ii) agevolazioni fiscali o di pagamento; iii) anticipi rimborsabili; e iv) riduzione o esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

    La misura sarà accessibile alle imprese di tutte le dimensioni attive nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura colpite dall’aumento dei prezzi dell’elettricità, dei mangimi e dei carburanti causato dall’attuale crisi geopolitica e dalle relative sanzioni.

    La Commissione ritiene che il regime italiano sia in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi. In particolare, gli aiuti i) non supereranno il massimale di 35 000 € per beneficiari attivi nella produzione primaria nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura e di 400 000 € per imprese operanti in tutti gli altri settori; e ii) saranno concessi entro il 31 dicembre 2022.

    La Commissione ha concluso che il regime italiano è necessario, adeguato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE e con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo.

    Su queste basi la Commissione ha approvato la misura di aiuto in quanto conforme alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.

    Il 23 marzo 2022 la Commissione europea ha adottato un quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato per consentire agli Stati membri di avvalersi della flessibilità prevista dalle norme in materia al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina.

    Il quadro temporaneo di crisi prevede che gli Stati membri possano concedere i seguenti tipi di aiuti:

    • aiuti di importo limitato, in qualsiasi forma, fino a 35 000 € per le imprese colpite dalla crisi che operano nel settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura e fino a 400 000 € per le imprese colpite dalla crisi che operano negli altri settori;
    • sostegno alla liquidità sotto forma di garanzie statali e prestiti agevolati; e
    • aiuti destinati a compensare i prezzi elevati dell’energia.L’aiuto, che può essere concesso sotto qualsiasi forma, compenserà parzialmente le imprese, in particolare gli utenti a forte consumo di energia, per i costi aggiuntivi dovuti ad aumenti eccezionali dei prezzi del gas e dell’elettricità. L’aiuto complessivo per beneficiario non può superare il 30 % dei costi ammissibili, fino a un massimo di 2 milioni di € in un dato momento. Quando l’impresa subisce perdite di esercizio, possono essere necessari ulteriori aiuti per garantire il proseguimento di un’attività economica. Pertanto, per gli utenti a forte consumo di energia, le intensità di aiuto sono più elevate e gli Stati membri possono concedere aiuti superiori a tali massimali, fino a 25 milioni di €, e, per le imprese che operano in settori e sottosettori particolarmente colpiti, fino a 50 milioni di €.

    Le entità controllate dalla Russia che sono soggette a sanzioni saranno escluse dall’ambito di applicazione di tali misure.

    Il quadro temporaneo di crisi prevede pertanto una serie di garanzie:

    • metodologia proporzionale,che richiede l’esistenza di un nesso tra l’importo dell’aiuto che può essere concesso alle imprese e la portata della loro attività economica e dell’esposizione agli effetti economici della crisi;
    • condizioni di ammissibilità, ad esempio, mediante la definizione degli utenti ad alta intensità energetica come imprese per le quali l’acquisto dei prodotti energetici è pari ad almeno il 3 % del loro valore produttivo; e
    • requisiti di sostenibilità, quando concedono aiuti per ovviare ai costi aggiuntivi sostenuti a causa dei prezzi eccezionalmente elevati del gas e dell’energia elettrica, gli Stati membri sono invitati a considerare, in modo non discriminatorio, la fissazione di requisiti relativi alla protezione dell’ambiente o alla sicurezza dell’approvvigionamento.

    Il quadro temporaneo di crisi sarà operativo fino al 31 dicembre 2022. Al fine di garantire la certezza del diritto, la Commissione valuterà prima di tale data se il quadro debba essere prorogato. Inoltre durante il periodo di applicazione la Commissione valuterà il contenuto e la portata del quadro alla luce degli sviluppi sui mercati dell’energia e sugli altri mercati dei fattori di produzione e della situazione economica generale.

    Fonte: Commissione europea

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