UE

  • L’agricoltura come asset di difesa strategica

    Le proteste degli agricoltori europei hanno suscitato molte critiche soprattutto da parte dei sostenitori nell’Unione Europea e soprattutto della sua deriva ideologica ambientalista. Questi affermano come le proteste dei coltivatori risultino assolutamente ingiustificate in quanto a fronte del 3% del PIL assicurato dall’agricoltura corrisponda circa il 30% di sostegno finanziario del budget della stessa Unione Europea.

    Un’analisi economica anche corretta ma assolutamente banale in quanto non risulta in grado di comprendere nella sua interezza l’importanza del settore agricolo all’interno di un’ottica di sviluppo e mantenimento della stessa Unione.

    Il sistema agricolo, nella sua articolata complessità, assicura il 4,5% dell’occupazione ma soprattutto acquisisce una valenza strategica all’interno di un periodo internazionale di grandissima difficoltà successivo alla pandemia, alla guerra russo ucraina e ora al conflitto arabo israeliano.

    Mentre tutte le classi politiche europee si vedono impegnate all’interno di una ridicola transizione energetica che pone l’intero sistema economico europeo ed i suoi asset in una posizione di assoluta vulnerabilità, non si è ancora compreso come la produzione e l’approvvigionamento alimentare assicurato al sistema agricolo europeo acquisiscano ora più che mai un valore aggiunto di difesa fondamentale per la sopravvivenza delle Unione Europea.

    L’Europa sembra non comprendere che sostenere ‘ agricoltura del proprio continente, soprattutto all’interno di periodo bellico che si sviluppa su molti fronti, compreso quanto sta avvenendo nel Mar Rosso, rappresenta una tutela strategica fondamentale in previsione di scenari Incerti di politica estera e di conflittualità mondiale.

    Mettere in difficoltà il settore primario all’interno di un’epoca così travagliata come quella attuale rappresenta un suicidio e dimostra una miopia strategica senza precedenti.

    La semplice previsione di scenari internazionali articolati e complessi, che non potranno assicurare nei prossimi decenni la “stabilità” presente fino all’arrivo del covid, dovrebbe risultare sufficiente per convincere le classi politiche dirigenti europee a preservare quanto di buono l’agricoltura e l’industria europea abbiano fino a qui assicurato, indipendentemente dalla imposizione di qualsiasi transizione energetica ed ecologica che attualmente risulta essere solo un favore delle altre macro aree politiche ed economiche.

    La mancanza di sostegno al settore agricolo all’interno di questa situazione si dimostra sostanzialmente come una resa incondizionata, perché non tanto va sostenuta un’idea di sovranismo alimentare quanto il più possibile l’indipendenza alimentare del continente.

    La difesa dell’Unione parte dalla preservazione e conservazione dei propri asset come quello agricolo ed industriale più che dall’invio di armi.

  • La Commissione raccomanda nuove misure sulla prevenzione vaccinale dei tumori

    Dalla Commissione europea arriva una raccomandazione volta a sostenere gli Stati membri nel loro impegno a prevenire il cancro mediante la vaccinazione. La raccomandazione si concentra, in particolare, sulla promozione del ricorso a due vaccinazioni chiave in grado di prevenire infezioni virali che possono causare tumori (il papillomavirus umano (HPV) e il virus dell’epatite B (HBV)) e sul miglioramento del monitoraggio dei tassi di copertura.

    La raccomandazione fa parte del piano europeo di lotta contro il cancro, un pilastro fondamentale dell’Unione europea della salute. Si stima che circa il 40% dei casi di cancro nell’UE sia prevenibile. Tuttavia, secondo una nuova relazione appena pubblicata, nel 2021 gli Stati membri dell’UE hanno destinato alla prevenzione solo il 5% circa della spesa sanitaria totale.

    In molti Stati membri la copertura vaccinale contro il papillomavirus è ben al di sotto del 50% tra le ragazze, i dati relativi a ragazzi e giovani adulti sono molto limitati ed è marcata la mancanza di dati sui tassi di vaccinazione contro il virus dell’epatite B.

  • L’Ue adotta il primo sistema di certificazione della cibersicurezza

    La Commissione ha adottato il primo sistema europeo di certificazione della cibersicurezza, in linea con il regolamento dell’UE in materia. Il sistema offre una serie di norme e procedure a livello dell’Unione su come certificare i prodotti TIC (Information and Communication Technologies), ovvero hardware e software, nel loro ciclo di vita e renderli quindi più affidabili per gli utenti. La certificazione riconosce formalmente che i prodotti TIC sono affidabili nel proteggere l’hardware e i software che i cittadini utilizzano quotidianamente.

    La Commissione pubblicherà anche il primo programma di lavoro progressivo dell’Unione per la certificazione europea della cibersicurezza.

  • La Commissione autorizza la joint venture tra Pirelli e PIF

    La Commissione europea ha approvato, a norma del regolamento UE sulle concentrazioni, la costituzione di un’impresa comune (joint venture) da parte dell’impresa italiana Pirelli Tyre S.p.A. (“Pirelli”) e del Fondo pubblico per gli investimenti (PIF) dell’Arabia Saudita. L’operazione riguarda principalmente la produzione e la vendita di pneumatici in Arabia Saudita.

  • La Commissione fa il bilancio dei progressi compiuti verso un turismo verde e digitale

    La Commissione ha pubblicato una relazione contenente un primo bilancio del percorso di transizione per il turismo, il più avanzato dei percorsi di transizione. A due anni dalla pubblicazione del percorso, la relazione enumera i risultati concreti ottenuti in tutti i settori strategici grazie al sostegno garantito dall’impegno dei portatori d’interessi del settore turistico in tutti gli Stati membri dell’UE e al di fuori dell’Unione.

    Dalla relazione emerge che 204 organizzazioni (comprese le PMI), rispondendo all’invito, si sono assunte 424 impegni per rinnovare il turismo nell’UE. La maggior parte delle azioni dei portatori di interessi mira a sostenere la transizione verde del turismo. Ad esempio, in Italia, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa si è impegnata a conseguire soluzioni sostenibili e flessibili per il trasporto multimodale e a sviluppare politiche per proteggere il patrimonio naturale e la biodiversità, nel rispetto dell’autenticità socioculturale delle comunità di accoglienza. Come tutti gli impegni, anche questo è stato pubblicato sul sito web della Commissione quale esempio concreto e stimolante da seguire.

  • “”Mai più” è ora”: le parole della Presidente von der Leyen in occasione della Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto

    In occasione della Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto e del 79º anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau, che si celebra ogni anno il 27 gennaio, la Presidente della Commissione Europea Ursula von del Leyen ha fatto una dichiarazione di condanna di ogni forma di antisemitismo. Oggi, dopo l’attacco di Hamas a Israele lo scorso 7 ottobre, sono numerosi gli episodi di aggressione e denigrazione nei confronti degli ebrei in tutto il mondo, riportando purtroppo alla memoria uno dei periodi più bui della storia europea.

    Da anni la Commissione, con a serie di iniziative, contrasta l’antisemitismo e sostiene la vita ebraica. E la commemorazione del’Olocausto rimane un pilastro essenziale di esse affinché il ricordo di quel tragico evento rimanga vivo. Il 6 novembre 2023 la Commissione ha presentato una comunicazione intitolata “Nessuno spazio per l’odio in un’Europa che, unita, lo ripudia”, che mira a rafforzare la protezione degli spazi pubblici, in particolare i luoghi di culto ebraici, e la lotta contro l’odio online. Nel 2024, nell’ambito del programma ‘Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV)’, la Commissione europea erogherà oltre 14 milioni di euro di finanziamenti UE a sostegno di progetti sulla memoria europea, privilegiando in particolare quelli volti a consolidare la memoria, ad ampliare l’istruzione e la ricerca sull’Olocausto o a combattere le sue rappresentazioni distorte e il negazionismo.

    Di seguito le parole della Presidente van der Leyen.

    A seguito degli esecrabili attentati terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, la commemorazione dell’Olocausto ha assunto un nuovo significato. Gli ebrei europei vivono nuovamente nell’angoscia: nessun genitore dovrebbe avere paura di mandare i propri figli a scuola. Gli ebrei sono vittime di bullismo, vessazioni e aggressioni in strada, a scuola e all’università. Alcune sinagoghe sono state bersaglio di atti vandalici. Cimiteri ebraici sono stati profanati.

    L’impennata senza precedenti di atti antisemiti cui abbiamo assistito in tutta Europa ci ricorda il momento più buio della nostra storia. La differenza, tuttavia, è che oggi siamo tutti schierati al fianco delle comunità ebraiche. Non c’è spazio per l’odio antisemita, soprattutto qui in Europa, e nulla giustifica l’antisemitismo.

    Tre generazioni dopo la Shoah dobbiamo garantire che la vita degli ebrei continui a realizzarsi pubblicamente. Non possiamo accettare che gli ebrei nascondano la propria identità. Il sostegno alla vita ebraica è al centro della strategia dell’UE sulla lotta contro l’antisemitismo. Nel celebrare quest’anno il 79º anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau ricordiamo i 6 milioni di donne, uomini e bambini ebrei e tutte le altre vittime, tra cui centinaia di migliaia di rom, assassinati durante l’Olocausto.

    Con la scomparsa degli ultimi sopravvissuti all’Olocausto, dobbiamo trovare nuove forme di commemorazione e attuare nuovi metodi di insegnamento, utilizzando le ultime tracce del passato. A tal fine stiamo costituendo una rete di luoghi in cui si è consumato l’Olocausto, un’azione faro della strategia dell’UE sulla lotta contro l’antisemitismo. I luoghi della memoria devono essere custoditi e servire a fini educativi e commemorativi.

    Dobbiamo ricordare come tutto ha avuto inizio: l’antisemitismo e l’odio hanno condotto alla Shoah. È nostro dovere, come europei, costruire un’Unione europea libera dall’antisemitismo e da qualsiasi forma di razzismo e discriminazione. Se l’Europa abbandona gli ebrei avrà abbandonato tutti noi. “”Mai più” è ora!”

  • In arrivo dalla Commissione UE 551,2 milioni di euro come prefinanziamento REPowerEU

    La Commissione ha erogato all’Italia 551,2 milioni di euro a titolo di prefinanziamento relativi ai fondi REPowerEU nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF).

    Tale prefinanziamento contribuirà ad avviare l’attuazione delle principali misure di investimento e riforma delineate in ciascun capitolo dedicato al piano REPowerEU. Ciò accelererà gli obiettivi di REPowerEU in materia di risparmio energetico, produzione di energia pulita e diversificazione dell’approvvigionamento energetico, al fine di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.

  • Dall’UE un progetto per le riforme volte a migliorare la salute mentale e il benessere dei giovani

    La salute mentale e il benessere dei bambini e dei giovani sono motivo di crescente preoccupazione in Europa. Per questo motivo la Commissione ha avviato un progetto multinazionale biennale per sostenere quattro Stati membri nell’attuazione di riforme volte a migliorare l’offerta di sostegno alla salute mentale e al benessere per tale segmento della popolazione.

    Grazie a questo progetto dello strumento di sostegno tecnico (SST), la Commissione, in collaborazione con l’UNICEF, instaurerà una cooperazione con le autorità di Cipro, Slovenia, Italia e Spagna (in particolare l’Andalusia) per rafforzare la capacità amministrativa degli Stati membri e promuovere la collaborazione tra le pubbliche amministrazioni nazionali. L’obiettivo è migliorare la qualità complessiva dei servizi di salute mentale.

    Il progetto assicurerà lo sviluppo di capacità per affrontare la frammentazione dei servizi sanitari, sociali e dell’istruzione, che spesso porta a interventi non coordinati. Rafforzerà inoltre le conoscenze, la consapevolezza e la capacità degli operatori sanitari di affrontare le esigenze di assistenza sanitaria in modo tempestivo ed efficace. Gli operatori sanitari e gli educatori, i bambini e i giovani saranno consultati nel corso dell’intero progetto.

  • La Commissaria Johansson e il Commissario Gentiloni lanciano il partenariato pubblico-privato “Alleanza europea dei porti”

    La Commissione, insieme alla presidenza belga, ha lanciato l’Alleanza europea dei porti – un partenariato pubblico-privato per contrastare il traffico di droga e le infiltrazioni criminali. Ylva Johansson, Commissaria per gli Affari interni e Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia, hanno visitato Anversa insieme al ministro dell’Interno belga Annelies Verlinden, al vice primo ministro e ministro delle Finanze Vincent Van Peteghem e al vice primo ministro e ministro della Giustizia e del Mare del Nord Paul Van Tigchelt.

    Il partenariato mira a riunire tutte le parti interessate al fine di trovare soluzioni per proteggere i porti dal traffico di droga e dalle infiltrazioni criminali.

  • Non devono parlare di principi se collaborano con gli autocrati

    Le circostanze non dovrebbero mai alterare i principi.

    Oscar Wilde, da “Un marito ideale”, 1895

    Spesso si sente parlare di ipocrisia e di ipocriti. E non solo per della gente comune, ma anche per persone che hanno delle importanti responsabilità politiche ed istituzionali. Anzi, soprattutto per loro. Riferendosi ai dizionari, l’ipocrisia è una parola che ha origine dalla lingua greca antica e significa finzione, simulazione di virtù mancate, di qualità, intenzioni e capacità diverse da quelle vere e reali. Secondo il parere degli specialisti l’ipocrisia deriva dal desiderio di nascondere e/o camuffare i veri motivi e/o sentimenti agli altri. Mentre l’ipocrita, sempre dalla lingua greca antica, è proprio una persona che “indossa una maschera”.  L’ipocrita parla e/o agisce comunemente in modo tale da apparire diverso da quello che è realmente. Lui nasconde le proprie e reali intenzioni e la sua vera personalità., con lo scopo di ingannare gli altri ed avere dei voluti favori e/o raggiungere determinati obiettivi. Si tratta di persone non oneste, con abilità ingannatrici e prive di lealtà.

    L’ipocrisia è un grave vizio che è stato stigmatizzato anche nelle Sacre Scritture. Il profeta Isaia affermava: “Perciò il Signore dice: “Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me, e il loro timore di me è solo un comandamento insegnato da uomini”” (Isaia; 29,13). Mentre nel Vangelo di Matteo, riferendosi al Signore, si legge: “Questo popolo si accosta a me con la bocca e mi onora con le labbra; ma il loro cuore è lontano da me” (Matteo 15:8). Nello stesso Vangelo si avverte: “Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci” (Matteo 7:15). Per l’evangelista Matteo gli ipocriti sono solo dei “Serpenti, razza di vipere” (Matteo 23:33). Da documenti storici risulta che la definizione di ipocrita data da Platone, il noto filosofo della Grecia antica, vissuto circa venticinque secoli fa, fosse “odioso al pari delle porte dell’Ade chi nasconde un pensiero nell’animo e ne dice un altro”.

    François de La Rochefoucauld, principe di Marcillac e duca di La Rochefoucauld, è stato un noto filosofo, scrittore ed aforista francese vissuto nel diciassettesimo secolo. Per lui “L’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù”. È un aforismo che si può leggere nel suo libro Reflexions ou sentences et maximes morales (Riflessioni o sentenze e massime morali; n.d.a.), noto comunemente come Maximes (Massime). Il libro, che è una raccolta di 504 massime, è stato pubblicato per la prima volta nel 1665 ed in seguito ha avuto altre quattro ripubblicazioni. In quel libro l’autore affermava che “L’interesse mette all’opera ogni sorta di virtù e di vizio”, oppure che “La lealtà esibita è una dichiarata impostura”. Dalle sue riflessioni, a lui risultava che “Siamo così assuefatti a mascherarci agli altri, che finiamo per mascherarci a noi stessi”. Egli era convinto che “Poche persone sono abbastanza sagge da preferire la critica che è loro utile alla lode che le tradisce”. Ma anche che “L’amor proprio è il più grande di tutti gli adulatori” e che “La modestia, che sembra rifiutare le lodi, in realtà desidera soltanto riceverne di più raffinate”. François de La Rochefoucauld, nel suo libro Reflexions ou sentences et maximes morales ha, tra l’altro, trattato e stigmatizzato due dei vizi umani, l’ipocrisia e la falsità. E lo ha fatto maestosamente, lasciando ai posteri delle valorose massime morali, dalle quali tutti devono trarre insegnamento. Un altro ben noto scrittore, filosofo, storico e saggista francese del diciottesimo secolo, Voltaire, ha espresso la sua opinione anche sul sopracitato libro di François de La Rochefoucauld. Per Voltaire si trattava di “…uno dei libri che più contribuirono a formare il gusto della nazione e a dargli uno spirito di giustezza e di precisione. […]. Era un merito che nessuno prima di lui (de La Rochefoucauld; n.d.a.) aveva avuto in Europa dopo la rinascita delle lettere”.

    La storia, questa saggia e valorosa maestra, ci insegna, tra le tantissime altre cose, che l’ipocrisia e la falsità servono per nascondere la mancanza dei principi e valori. La storia dell’essere umano ci insegna che l’ipocrita non ha niente in comune con una persona che fa propri e rispetta i principi e i valori. Tra molte altre persone che durante la loro vita hanno sempre testimoniato, tra l’altro, di essere portatori di sani principi e stimati valori, ci sono stati anche i Padri Fondatori dell’Europa unita, che cominciò a costituirsi subito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo quella devastatrice guerra, delle persone lungimiranti e che avevano delle responsabilità politiche ed istituzionali nei propri Paesi condividevano la convinzione di costituire uno Stato federale che doveva comprendere diversi Stati europei. Ovviamente, basandosi su delle regole ben precise ed accettate ufficialmente da tutti i Paesi membri. Il 25 marzo 1957 a Roma i rappresentati dei primi sei Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo ed Olanda), costituirono la Comunità Economica Europea. Erano gli stessi Paesi firmatari del Trattato di Roma che sei anni prima avevano firmato a Parigi, il 18 aprile 1951, un altro importante e molto significativo accordo, quello che diede vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. Si trattava di Comunità, sia quella economica, sia quella del Carbone e dell’Acciaio, che si basavano, facendole proprie, anche sulle lungimiranti idee degli autori del documento “Per un’Europa libera e unita”, noto anche come “Il Manifesto di Ventotene”, pubblicato nell’estate del 1941. In quel documento si affermava, tra l’altro, che “…Occorre fin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un largo Stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali […], abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli Stati federali le sue deliberazioni, dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli”. Agli inizi degli anni ’90 del secolo passato la Comunità Economica Europea annoverava dodici Paesi membri. Il 7 febbraio 1992 i rappresentanti ufficiali di quei dodici Paesi firmarono in Olanda il Trattato di Maastricht, con il quale nacque l’attuale Unione europea. L’Unione, nel suo Statuto, nonché in altri suoi documenti, fa riferimento ai principi e ai valori dei Padri Fondatori dell’Europa Unita.

    L’autore di queste righe ha spesso fatto riferimento e ha trattato per il nostro lettore l’importanza dei principi e dei valori che hanno portato alla costituzione dell’Europa unita. Lo ha fatto anche nel dicembre scorso. Riferendosi al lungimirante pensiero dei Padri Fondatori, egli scriveva che essi erano convinti che “…tutto si doveva basare sui meriti e non sulle ingannatrici apparenze e su certi “interessi”, compresi quegli “geostrategici e/o geopolitici”. Ma i Padri Fondatori dell’attuale Unione europea erano altrettanto convinti che prima di arrivare ad unire insieme meriti e valori dei singoli Paesi, si dovevano valorizzare i meriti ed i valori in ciascuno di loro. Compresi anche i ben noti valori della democrazia” (Soltanto per testimoniati meriti e non per altre ragioni; 4 dicembre 2023). Gli autori de “Il Manifesto di Ventotene”, riferendosi proprio al “largo Stato federale” che si doveva costituire, nell’ultima riga del Manifesto avvertivano convinti che “La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà”. Ed avevano ragione. Lo conferma la storia di questi quasi sette decenni. Perché non sempre coloro che hanno dovuto prendere delle decisioni, in determinate circostanze, hanno rispettato i sani principi dei Padri Fondatori. Principi e valori che purtroppo continuano a non essere osservati e rispettati da chi di dovere. Principi e valori calpestati ed offesi non di rado per raggiungere degli interessi di parte e non dell’Unione. Da fatti accaduti e che tuttora stanno accadendo, fatti documentati e testimoniati alla mano, risulterebbe che ormai quei principi e valori fatti propri e rispettati dai Padri Fondatori dell’Europa unita dopo la seconda guerra mondiale, ma anche da altri che hanno contribuito e continuano a farlo, per avere proprio quell’Europa, purtroppo vengono spesso e consapevolmente calpestati da alcuni alti rappresentanti istituzionali dell’Unione europea e di determinati singoli Paesi membri dell’Unione. E per nascondere e/o camuffare i loro atti, il loro operato, inevitabilmente fanno uso dell’ipocrisia. Lo fanno senza remore e rimorsi di coscienza, perché uno non può essere, allo stesso tempo, portatore di sani principi morali ed ipocrita. O l’uno o l’altro.

    Durante questi ultimi decenni l’Unione europea ha dovuto affrontare diverse situazioni che hanno messo a dura prova sia gli alti rappresentanti istituzionali dell’Unione, sia le massime autorità dei singoli Paesi membri. Situazioni difficili, generate da interessi di parte di determinati Paesi, che urtano con quelli degli altri. Ma anche situazioni generate da crisi internazionali, fuori dai confini dell’Unione europea, ma che coinvolgono e spesso danneggiano la stessa Unione e suoi Paesi membri. Da quello che è accaduto risulta che non sempre simili situazioni sono state affrontate nel modo giusto e dovuto. Il che ha portato a dei risultati che non onorano e non rispettano i principi ed i valori dei Padri Fondatori, sui quali è stata fondata prima la Comunità Economica Europea e poi, in seguito, anche l’Unione europea. Lo conferma quanto è accaduto durante l’ultima pandemia. Così come lo conferma come è stata affrontata l’aggressione della Russia contro l’Ucraina; una guerra tuttora in corso. Ma lo ha confermato e continua tuttora a confermarlo anche la drammatica crisi dei profughi da diversi Paesi africani e non solo, che arrivano soprattutto in Italia, per poi cercare di andare in diversi altri Paesi dell’Unione europea. Tutto ciò testimonia la grande importanza delle scelte durature, risultato di decisioni difficili, ma basate sui principi e sui valori e non sugli interessi temporanei. Sia di singoli Paesi che urtano con quegli degli altri, sia di quelli noti come “interessi geopolitici e geostrategici” che spesso passano i confini dell’Unione europea. Riferendosi a questi ultimi, l’autore di queste righe scriveva all’inizio del dicembre scorso per il nostro lettore: “Ragion per cui, anche quando si dovrebbe decidere sull’allargamento dell’Unione europea con altri Paesi membri non devono prevalere gli “interessi geostrategici e/o geopolitici”, bensì i meriti. Si, proprio i meriti che ogni Paese candidato ha dimostrato di avere e di portare, come valore aggiunto, con la propria adesione all’Unione europea. Compresi anche i Paesi dei Balcani occidentali. Anzi, soprattutto quei Paesi. E soprattutto l’Albania e la Serbia”. E poi egli si riferiva al continuo sostegno che la presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia sta dando ad alcuni autocrati balcanici in cambio di certi accordi occulti ed in contrasto con i sani principi e valori fondamentali dell’umanità. Si tratta di principi e valori sanciti dalle convenzioni internazionali, di cui l’Italia, ma anche i Paesi balcanici, compresi l’Albania e la Serbia, sono firmatari. L’autore di queste righe, trattando questo argomento, scriveva per il nostro lettore: “Bisogna altresì sottolineare, fatti accaduti, documentati e pubblicamente noti alla mano, che sia in Albania che in Serbia il potere viene gestito da due autocrati che ne hanno non pochi di scheletri nei propri armadi. Potrebbe spiegare la presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia quali siano i meriti e i valori aggiunti che porterebbero questi due Paesi con la loro futura adesione nell’Unione europea?!” (Soltanto per testimoniati meriti e non per altre ragioni; 4 dicembre 2023).

    Chi scrive queste righe sta seguendo sia i “rapporti di amicizia e di reciproca collaborazione”, sia l’appoggio, in sede europea, della presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia per gli autocrati balcanici. Chi scrive queste righe è convinto che se scelgono di collaborare con gli autocrati, gli alti rappresentanti istituzionali non devono poi parlare di principi e di valori. Aveva ragione Oscar Wilde: le circostanze non dovrebbero mai alterare i principi. E neanche gli ipocriti istituzionali.

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