UE

  • La Commissione UE e AGCOM firmano un accordo per sostenere l’applicazione del regolamento sui servizi digitali

    La Commissione ha firmato un accordo amministrativo con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) a sostegno dei poteri di vigilanza e di esecuzione della Commissione ai sensi del regolamento sui servizi digitali.

    L’accordo è volto a sviluppare competenze e capacità che aiuteranno la Commissione a individuare e valutare rischi sistemici nell’ambito del regolamento sui servizi digitali, tra cui i rischi correlati alla diffusione di disinformazione e contenuti illegali e gli effetti negativi sui minori. Contribuirà a organizzare lo scambio pratico di informazioni, dati, buone pratiche, metodologie, sistemi tecnici e strumenti con l’autorità di regolamentazione.

    L’AGCOM è stata nominata coordinatore dei servizi digitali per l’Italia e diventerà pertanto parte del comitato per i servizi digitali, che sarà istituito entro febbraio 2024 e sarà composto da un’autorità competente per Stato membro.

    Il servizio della Commissione responsabile dell’attuazione e dell’applicazione del regolamento sui servizi digitali (CNECT) ha recentemente concluso accordi amministrativi analoghi con le autorità di regolamentazione dei media di Francia e Irlanda e sono in corso colloqui con altre autorità.

    Gli accordi fanno seguito alla recente raccomandazione della Commissione agli Stati membri in cui questi ultimi vengono invitati a coordinare la loro risposta alla diffusione e all’amplificazione di contenuti illegali su piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi.

    Il regolamento sui servizi digitali stabilisce norme fondamentali per plasmare un ambiente online sicuro e affidabile all’interno dell’UE.

  • Ponte aereo dell’UE per l’Afghanistan in aiuto a seguito dei terremoti

    A seguito della serie di terremoti che hanno colpito l’Afghanistan occidentale all’inizio di questo mese, è atterrato a Herat un ponte aereo umanitario dell’UE con un carico di 92 tonnellate di beni essenziali per la popolazione colpita. Sul totale, l’UE ha donato 57 tonnellate provenienti dalle sue scorte custodite a Dubai, costituite da coperte e dispositivi per la preparazione delle tende all’inverno. 20 tonnellate di medicinali sono state inviate dall’Organizzazione mondiale della sanità e 15 tonnellate di prodotti alimentari dal Programma alimentare mondiale.

    Un secondo e un terzo volo sono previsti a breve da Brindisi e Dubai per Herat e Kabul. Nella stiva trasporteranno contributi in natura dall’Irlanda e dall’Italia e forniture di soccorso da parte dei partner umanitari dell’UE. La Francia sta inoltre rafforzando la capacità di trasporto e di deposito degli aiuti.

  • Quasi 115 milioni di euro a sostegno dei settori culturali e creativi nell’ambito del programma Europa creativa

    Il programma Europa creativa ha lanciato i primi tre bandi di finanziamento per il 2024, offrendo un sostegno significativo ai settori culturali e creativi europei. L’invito a presentare progetti di cooperazione europea, con un bilancio di circa 60 milioni di €, rafforzerà la collaborazione transfrontaliera tra le organizzazioni culturali e sosterrà lo sviluppo, la sperimentazione e la diffusione di pratiche innovative nonché la creazione di contenuti artistici europei, finanziando almeno 130 progetti.

    Un nuovo bando, dotato di un bilancio di 47,4 milioni di €, offrirà sostegno a circa 15 piattaforme per la promozione di artisti emergenti nel periodo 2024-2027. Ogni piattaforma sosterrà almeno 50 artisti emergenti all’anno. Grazie ai finanziamenti di Europa creativa, dal 2021 al 2023, 16 piattaforme europee per la promozione di artisti emergenti hanno già fornito sostegno agli artisti europei emergenti e alle loro opere in tutta Europa e nel mondo.

    Infine, l’iniziativa enti culturali paneuropei mira a sostenere in particolare le orchestre, con un’ampia portata geografica. Grazie a questo bando, con un bilancio di 7,2 milioni di € per il periodo 2024-2027, gli enti riceveranno sovvenzioni per offrire opportunità di formazione, professionalizzazione e performance a giovani artisti di talento. Per ricevere questo finanziamento saranno selezionate fino a cinque orchestre distribuite su un’ampia area geografica.

    Il termine di presentazione delle candidature per i tre bandi è gennaio 2024. Maggiori informazioni sulla procedura di candidatura e sui dettagli del bando sono disponibili sul portale Finanziamenti e appalti dell’UE.

  • Il benessere degli animali sta a cuore agli europei, lo afferma l’indagine di Eurobarometro

    La protezione del benessere degli animali è essenziale per gli europei: lo dimostrano i risultati di un’indagine Eurobarometro pubblicata il 19 ottobre. Da oltre 40 anni la Commissione è impegnata a favore del benessere degli animali, migliorando progressivamente il loro benessere e adottando alcune tra le più stringenti normative mondiali in materia. Questo sondaggio evidenzia l’importanza di questo tema per i cittadini di tutta l’UE.

    L’84% di europei ritiene che nel proprio paese il benessere degli animali d’allevamento debba essere protetto meglio di quanto non lo sia attualmente. Molto simile (83%) la quota degli europei favorevoli a limitare il tempo di trasporto degli animali. Quasi tre quarti degli intervistati (il 74 %) sono favorevoli a una migliore protezione del benessere degli animali da compagnia nel proprio paese.

    Oltre il 90% degli europei ritiene che le pratiche agricole e di allevamento debbano soddisfare determinati requisiti etici di base, quali: fornitura di sufficiente spazio, cibo e acqua agli animali, ambienti adatti alle loro esigenze (fango, paglia, ecc.) e garanzia di un trattamento corretto. L’indagine ha inoltre evidenziato un elevato livello di preoccupazione per il benessere degli animali nei macelli.

    Tre quarti degli intervistati hanno infatti giudicato inaccettabile la pratica di uccidere i pulcini maschi appena uscito dal guscio, e una stragrande maggioranza è favorevole al divieto di amputare alcune parti del corpo degli animali (code, orecchie, becchi, ecc.), a meno che non sia strettamente necessario e avvenga sotto anestesia. Per quanto riguarda l’allevamento di animali da pelliccia, oltre la metà degli intervistati (57%) ritiene che dovrebbe essere rigorosamente vietato nell’UE, mentre quasi un terzo (32%) ritiene accettabile mantenerlo solo assicurando condizioni di benessere migliori.

    Per quanto riguarda le importazioni di prodotti alimentari da paesi terzi, oltre otto europei su dieci (l’84%) ritengono che l’attuale situazione in materia di benessere degli animali debba cambiare, applicando le norme dell’UE in materia di benessere degli animali alle importazioni di alimenti o etichettando i prodotti in base agli standard applicati in fase di produzione.

    Nonostante le interviste siano state condotte nel marzo 2023, quando i prezzi dei prodotti alimentari erano già molto elevati a causa dell’inflazione, il 60% degli intervistati ha dichiarato di essere disposti a pagare di più per prodotti provenienti da sistemi di allevamento rispettosi del benessere degli animali. Circa un quarto (il 26%) degli europei sarebbe pronto a pagare fino al 5 % in più per alimenti rispettosi del benessere degli animali.

  • La Commissione propone misure per ridurre l’inquinamento da pellet di plastica

    La Commissione propone per la prima volta misure volte a prevenire l’inquinamento da microplastiche dovuto al rilascio accidentale da pellet di plastica.

    Ogni anno vengono rilasciate nell’ambiente tra le 52 e le 184 mila tonnellate di pellet a causa di una cattiva gestione lungo l’intera filiera. La proposta odierna ha lo scopo di assicurare che tutti gli operatori che trattano pellet nell’UE adottino le misure precauzionali necessarie. Ciò dovrebbe ridurre il rilascio di pellet fino al 74%, portando a ecosistemi più puliti, contribuendo a rendere i fiumi e gli oceani privi di plastica e riducendo i potenziali rischi per la salute umana. Misure comuni a tutta l’UE contribuiranno inoltre a garantire condizione eque agli operatori.

    La proposta riguarda in particolare migliori pratiche per gli operatori in materia di lavorazione del pellet, la certificazione obbligatoria e le autodichiarazioni, nonché una metodologia comune per stimare le perdite. Alle piccole e medie imprese si applicheranno prescrizioni meno stringenti per aiutarle a conformarsi. La proposta sarà ora portata avanti dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria.

  • Al via ‘ImagineEU’, un concorso per studenti della scuola secondaria

    La Commissione apre il bando per ‘ImagineEU’, un concorso rivolto agli studenti che frequentano gli ultimi due anni dell’istruzione secondaria. Gli studenti di tutti i paesi dell’UE sono invitati a creare e condividere brevi video che illustrino proposte innovative di cambiamento a livello europeo per migliorare la qualità di vita nelle loro comunità.

    I video devono essere sviluppati e prodotti da un gruppo di massimo sette studenti appartenenti alla stessa scuola, sotto la supervisione di uno o due insegnanti. I video che soddisfano i criteri stabiliti saranno poi caricati sulla pagina web del concorso, dove i visualizzatori saranno invitati a votare i loro preferiti.

    Sulla base dei voti del pubblico, una giuria valuterà i video migliori e svelerà i tre finalisti. Le tre squadre vincitrici parteciperanno a una visita di studio di due giorni a Bruxelles, durante la quale potranno visitare le istituzioni europee, scoprirne il lavoro e imparare di più sull’Unione europea.

    I video dovranno essere caricati entro il 13 dicembre 2023 e la votazione online sarà aperta dal 20 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024. Le regole del concorso e le linee guida per la candidatura sono disponibili sul sito web dedicato.

    Il concorso ‘ImagineEU’, basato sul concetto dell’iniziativa dei cittadini europei, ha lo scopo di incoraggiare i giovani cittadini ad avere un ruolo attivo nell’influenzare le politiche dell’Unione Europea. Integra il kit di strumenti didattici “La democrazia dell’UE in azione – Di’ la tua con l’iniziativa dei cittadini europei”, progettato per fornire agli studenti delle scuole superiori le conoscenze e le competenze necessarie per diventare cittadini impegnati dell’Unione europea.

  • Nuovo strumento per prevenire e gestire rischi significativi di alluvione

    La Commissione ha pubblicato un nuovo strumento che fornisce dati sulle alluvioni e contribuisce alla valutazione del rischio. Lo strumento è stato elaborato nell’ambito della direttiva dell’UE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, che stabilisce i meccanismi di gestione del rischio. Per la prima volta, lo strumento fornirà una mappa unica delle zone a potenziale rischio significativo di alluvione e un portale di accesso a tutte le informazioni correlate, fornendo ai decisori una visione d’insieme dei dati necessari per gestire il rischio. Lo strumento di visualizzazione online mette in luce che oltre 14 000 zone dell’UE sono a rischio significativo di alluvioni.

    I dati sul rischio di alluvioni sono forniti dagli Stati membri con il sostegno della Commissione e dell’Agenzia europea dell’ambiente. I dati comprendono le valutazioni preliminari del rischio di alluvioni redatte dagli Stati membri, le mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni e i piani di gestione del rischio di alluvioni.

    Le alluvioni sono le catastrofi naturali più comuni e più costose in Europa e sono sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Le loro conseguenze sono devastanti, in quanto mettono in pericolo vite umane e la biodiversità, oltre a provocare gravi perdite economiche. Nei prossimi decenni si assisterà probabilmente a un aumento del rischio di alluvioni in Europa, con le gravi perdite economiche che ne conseguono. Migliori informazioni e una gestione integrata del rischio di alluvioni possono ridurre la probabilità che tali catastrofi si verifichino e, con le opportune misure, rafforzare la resilienza della società e della natura nei confronti di fenomeni meteorologici estremi.

  • Londra aggira la Brexit su scienza e ricerca

    Il Regno Unito non vuole rischiare di segnare il passo nel settore della ricerca d’avanguardia, né tanto meno di ridurre le potenzialità di collaborazione internazionale delle sue prestigiose università e così ha deciso di rimanere legata, almeno nell’ambito scientifico, all’Unione europea. A inizio settembre infatti è arrivata un’ulteriore conferma dell’approccio pragmatico adottato dal premier conservatore Rishi Sunak rispetto ai rapporti con Bruxelles nel post-Brexit con l’annuncio del rientro britannico in due ambiziosi programmi europei: Horizon, il più grande al mondo in ambito civile per la ricerca e l’innovazione, e Copernicus, creato per l’osservazione della Terra tramite i satelliti e leader di settore a livello globale.

    Londra ne era stata esclusa negli ultimi tre anni a causa dei dissidi sorti con l’Ue sul Protocollo per l’Irlanda del Nord e poi risolti di recente grazie all’intesa nota come Windsor Framework. Sempre Sunak aveva giocato anche in quel caso la carta del dialogo nei rapporti con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rispetto alle dimostrazioni muscolari dei suoi due predecessori Tory, Liz Truss e Boris Johnson, cercando sempre di portare a casa risultati utili. «Abbiamo lavorato con i nostri partner dell’Ue per garantire che questo sia l’accordo giusto per il Regno Unito, sbloccando opportunità di ricerca senza precedenti, e anche per i contribuenti britannici», ha dichiarato Sunak facendo un riferimento, non casuale, alle casse dello Stato.

    Sì perché Londra accetta di pagare piuttosto salato la sua quota – stimata in un esborso annuo di 2,2 miliardi di sterline (più di 2,5 miliardi euro) – per partecipare ai 2 programmi da partner esterna all’Unione. La mossa può rientrare, a seconda dei punti di vista, in un nuovo esempio di ‘Bregret’, il neologismo creato per definire il rimpianto britannico dopo l’addio all’Ue e le contromisure introdotte per mitigarne gli effetti negativi; ma anche in un approccio piuttosto lucido da parte del Regno nel mantenere legami con l’Unione nei dossier considerati più strategici. Allo stesso tempo, pure Bruxelles saluta le intese di questo tipo come dei successi e lo ha fatto anche stavolta: «L’Ue e il Regno Unito sono partner e alleati strategici fondamentali e l’accordo di oggi lo dimostra. Continueremo a essere all’avanguardia nella scienza e nella ricerca globale», ha affermato la presidente Von der Leyen.

    I più soddisfatti sono comunque gli scienziati, a partire dal professor Paul Nurse, 74enne premio Nobel per la medicina nel 2001, che in un rapporto inviato nei mesi scorsi al governo Tory aveva lanciato l’allarme sui rischi rispetto a un abbandono britannico di Horizon. Oggi si è detto «entusiasta» per la notizia dell’accordo. Mentre in un comunicato congiunto l’Academy of Medical Sciences, la British Academy, la Royal Academy of Engineering e la Royal Society hanno salutato «un grande giorno per i ricercatori nel Regno Unito e in tutta Europa». In base all’intesa gli scienziati britannici potranno chiedere sovvenzioni e partecipare ai tanti progetti del programma Horizon. E’ esclusa invece la collaborazione di Londra all’interno di Euratom per lo sviluppo di tecnologia nucleare, in quanto il Regno vuole portare avanti la propria strategia nazionale.

  • La Ue punta ad avere 150 gigawatt di elettricità da centrali nucleari per il 2050

    Su input della Francia che ha trovato adesione di 16 paesi europei per la “Alleanza nucleare”, l’Ue dovrebbe dotarsi di un’industria nucleare europea integrata che raggiunga 150 gigawatt (GW) di energia entro il 2050.

    Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Estonia, Svezia e ovviamente Francia i Paesi più attivi, l’Italia partecipa all’alleanza come osservatore e il Regno Unit (fuori dalla Ue) come ospite.

    Fuori la Germania, che a marzo ha chiuso le sue ultime centrali atomiche ancora aperte, l’alleanza include invece la Finlandia che sta realizzando quello che sarà il più grande impianto d’Europa per l’energia atomica, mentre la Francia è attualmente il Paese che più ricorre a questo tipo di impianti per produrre elettricità. Oltralpe sono attive 56 centrali e la crisi ucraina ha spronato ulteriormente Parigi a puntare sull’atomo.

    A livello mondiale, peraltro, a fronte dei 93 impianti che fanno degli Usa il primatista mondiale, si registra una corsa all’atomo sempre più incalzante da parte della Cina, che grazie a venti nuove realizzazioni punta a scalzare gli Usa entro il 2030 quanto a elettricità ricavata dall’uranio, seguita da India (8 impianti in costruzione), Turchia (4) Corea e Russia (3). Anche il Giappone sta costruendo un impianto.

    La nuova frontiera delle centrali atomiche è rappresentata dallo small nuclear reactor, che comporta impianti con capacità inferiore ai 300 megawatt e quindi meno costosi. Qualcosa, e non solo il ministro Matteo Salvini con le sue dichiarazioni, si muove anche in Italia: sia Eni che Enel stanno portando avanti partnership per lo sviluppo della produzione di elettricità tramite energia atomica, facendo attenzione a mantenere fuori dai confini nazionali – dove sono tuttora banditi – gli insediamenti produttivi dove portare avanti questo progetto.

  • Dall’UE nuovo invito a presentare proposte del valore di 96,6 milioni di euro per dottorati e borse di studio post-dottorato

    La Commissione ha pubblicato un nuovo invito a presentare proposte delle azioni Marie Skłodowska-Curie per il cofinanziamento di programmi regionali, nazionali e internazionali. Con un bilancio di 96,6 milioni di €, verranno cofinanziati programmi di formazione dottorale e borse di studio post-dottorato di qualità eccellente. Grazie al cofinanziamento, qualsiasi tipo di organizzazione – compresi università, centri di ricerca, imprese o autorità regionali o nazionali – può ricevere finanziamenti per sviluppare e sostenere programmi di formazione, aventi una componente regionale, nazionale o internazionale, al fine di attrarre talenti internazionali e aumentare le proprie capacità di ricerca e innovazione.

    I progetti selezionati consentiranno la diffusione delle migliori pratiche delle azioni Marie Skłodowska-Curie e promuoveranno una formazione, una supervisione e uno sviluppo di carriera di alta qualità a vantaggio di ricercatori di eccellenza che svolgono attività di ricerca in un ampio ventaglio di discipline. Consentono inoltre ai ricercatori che beneficiano del finanziamento di espandere le loro reti, di condividere conoscenze per svolgere attività di ricerca all’avanguardia e di sviluppare creatività e imprenditorialità. L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita è una delle priorità dell’Anno europeo delle competenze 2023, volto ad aiutare le persone ad acquisire le giuste competenze per posti di lavoro di qualità.

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