UE

  • La Commissione approva una misura italiana da 52,3 milioni di € a sostegno di Leonardo

    La Commissione ha approvato, in conformità delle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato, una misura italiana del valore di 52,3 milioni di € a sostegno di Leonardo S.p.A. per lo sviluppo di un modello industriale innovativo e completamente digitalizzato per la produzione e la gestione del ciclo di vita di componenti per aerostrutture complessi (il cosiddetto “progetto NEMESI”).

    L’obiettivo di questa misura è sostenere la ricerca e lo sviluppo di un nuovo modello industriale digitalizzato e automatizzato da applicare al processo di produzione e assemblaggio di strutture di fusoliera per aeromobili di trasporto regionale.

    Il progetto sarà realizzato in Campania, regione assistita, e prevede collaborazioni con l’Università di Napoli e con diverse imprese della regione, tra cui piccole e medie imprese. L’aiuto assume la forma di sovvenzione diretta a Leonardo S.p.A., a copertura di circa il 65% dei costi ammissibili.

  • Perché continuano ancora ad appoggiare un simile autocrate?

    Chi difende un colpevole si rende complice della colpa.

    Publilio Siro

    Il mese appena passato è stato un mese caldo, climaticamente parlando. È stato anche un periodo di vacanze, per coloro che potevano permettersi delle vacanze. Nonostante ciò, durante l’agosto scorso però sono state svolte anche delle attività a livello europeo. Attività durante le quali sono state discusse delle questioni riguardanti l’attuale situazione ed il futuro dell’Unione europea, nonché le realtà in singoli Paesi dell’Unione e di quelli che lì intendono aderire. Durante quelle attività si è discusso perciò sull’allargamento dell’Unione con diversi Paesi come l’Ucraina, la Moldavia, la Georgia e quelli dei Balcani occidentali. Tra il 21 ed il 22 agosto scorso ad Atene è stato celebrato il ventesimo anniversario del vertice di Salonicco. Mentre solo dopo una settimana, tra il 28 ed il 29 agosto, si è svolto a Bled, in Slovenia, il diciottesimo vertice del Forum strategico, durante il quale alti rappresentanti politici ed istituzionali dai vari Paesi, soprattutto dall’Europa centrale e Sud orientale, nonché rappresentanti di varie organizzazioni specializzate e quelle della società civile, da diversi Paesi europei, ma non solo, solitamente presentano delle idee e discutono sulle sfide e sui probabili sviluppi del futuro.

    Venti anni fa, a conclusione del semestre della presidenza della Grecia del Consiglio dell’Unione europea, a Salonicco, tra il 21 e 22 giugno 2003, è stato organizzato e svolto il vertice del Consiglio europeo. Alla fine del vertice si presentò anche un documento ufficiale, noto come la Dichiarazione di Salonicco. Un documento quello che ribadiva la necessità dell’adesione dei Paesi dei Balcani occidentali nell’Unione europea. I capi di Stato e di governo degli allora quindici Paesi membri dell’Unione hanno deciso sulla prospettiva europea dei Balcani occidentali. “Noi, Capi di Stato o di Governo degli Stati membri dell’Unione europea, degli Stati aderenti e candidati, dei potenziali candidati Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia e Montenegro e il Presidente della Commissione europea, alla presenza del Presidente del Parlamento europeo, […] riuniti a Salonicco, abbiamo oggi convenuto quanto segue.”. Cosi cominciava il testo della Dichiarazione. Un testo che in 10 punti sanciva la strategia per rendere possibile l’adesione dei Paesi balcanici all’Unione europea. Il punto 2 affermava: “L’Unione europea ribadisce il suo sostegno inequivocabile alla prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali. Il futuro dei Balcani è nell’Unione europea. Per i paesi dei Balcani occidentali, l’allargamento in atto e la firma del trattato di Atene nell’aprile 2003 sono motivo di stimolo e di incoraggiamento a percorrere lo stesso positivo cammino”. Mentre nel punto 4 della stessa Dichiarazione si affermava: “Riconosciamo che il processo di stabilizzazione e associazione (PSA) continuerà a costituire il quadro delle relazioni tra l’Europa e i paesi dei Balcani occidentali durante l’intero processo verso la futura adesione. Il processo e le prospettive che esso offre servono per ancorare le riforme nei Balcani occidentali secondo le stesse modalità del processo di adesione all’Europa centrale e orientale. I progressi compiuti da ciascun paese verso l’Unione europea dipenderanno dalla capacità degli stessi di rispettare i criteri di Copenaghen e le condizioni stabilite per il PSA e confermate nella dichiarazione finale del vertice di Zagabria del novembre 2000”.

    Proprio in occasione del ventesimo anniversario del vertice di Salonicco, il primo ministro greco ha organizzato una cerimonia commemorativa e di lavoro invitando i massimi rappresentanti governativi dei Paesi balcanici, sia di quelli che intendono aderire all’Unione europea, che quelli già membri dell’Unione. È arrivato a partecipare al vertice anche il presidente dell’Ucraina. Ospiti del primo ministro della Grecia erano anche il presidente del Consiglio europeo e la presidente della Commissione europea. C’era però anche un “grande assente”, il primo ministro albanese. Assente perché volutamente non è stato invitato dall’anfitrione. Bisogna sottolineare però che tra i due fino a qualche mese fa c’era un buon rapporto di collaborazione. Le cattive lingue dicevano che c’era anche un’intesa tra loro, legata al contenzioso tra i due paesi sul confine marino. Il nostro lettore è stato informato a tempo debito di questo contenzioso.  Il primo ministro greco, invece del suo omologo albanese, aveva invitato il presidente della repubblica dell’Albania. Ma quest’ultimo, da buon “ubbidiente collaboratore”, qual è, del primo ministro, che l’ha scelto e portato alla massima carica istituzionale dello Stato, ha declinato l’invito per degli “impegni precedentemente presi”. Il motivo del mancato invito al primo ministro albanese era dovuto ai recenti attriti tra la Grecia e l’Albania. Attriti causati dall’arresto, solo due giorni prima delle elezioni amministrative del 14 maggio scorso in Albania, di un candidato sindaco, rappresentante di una comunità di etnia greca, in un municipio sulla costa ionica albanese. Il nostro lettore è stato informato di questo clamoroso caso due settimane fa: “… nel frattempo in Albania continua ad essere in carcere una persona che vinse come sindaco durante le elezioni amministrative del 14 maggio scorso. Una persona arrestata in palese violazione della legge proprio due giorni prima delle elezioni. Lui è stato eletto sindaco proprio nel municipio dove si trova anche la villa governativa in cui è stata ospite la Presidente del Consiglio e la sua famiglia dal 14 al 17 agosto scorso. Si tratta di una zona dove si sta abusando dei terreni sulla costa ionica e che il sindaco eletto aveva promesso di mettere ordine. Ma adesso lui si trova ancora in prigione, in palese violazione delle leggi e delle convenzioni internazionali sul diritto dell’uomo”. Il nostro lettore è stato informato altresì, due settimane fa, che “… non a caso, il primo ministro della Grecia sta dichiarando che con le sue decisioni contro i diritti dell’uomo il primo ministro albanese non avrà mai l’appoggio della Grecia nel percorso europeista dell’Albania”. E come diretta conseguenza di questo attrito tra i due “… il primo ministro albanese non è stato invitato lunedì scorso, 21 agosto, alla cerimonia ospitata dal primo ministro greco per ricordare il vertice di Salonicco tenutosi venti anni fa, durante il quale si decise anche sul futuro europeista dei Balcani occidentali.” (Una visita dall’‘amico’ autocrate che doveva essere evitata; 22 agosto 2023).

    Tra il 28 ed il 29 agosto scorso in Slovenia, a Bled, una cittadina a nord-ovest della capitale slovena sull’omonimo lago, alle pendici delle Alpi Giulie, si è svolto il diciottesimo Forum strategico. Un Forum, quello di Bled, che è stato concepito e che funziona come una piattaforma dove si generano e si presentano delle idee e si discute di diversi temi e strategie di comune interesse che riguardano gli sviluppi sociali, economici e politici del futuro. Ogni anno, dal 2005, a fine agosto, il ministero degli esteri sloveno organizza proprio a Bled una conferenza internazionale, un forum strategico, sull’Europa centrale e Sud orientale. Quest’anno il tema della conferenza internazionale del Forum strategico di Bled era “La solidarietà per la sicurezza globale”. Ma viste le alluvioni dell’inizio mese in Slovenia, che hanno causato ingenti danni, alcuni morti e migliaia di persone costrette ad evacuare dalle proprie abitazioni, il tema del Forum strategico di quest’anno è stato in parte modificato. Durante il Forum si è svolto anche un dibattito fra i primi ministri dei Paesi dei Balcani occidentali. Alla fine di quella attività è stato ribadito che “L’allargamento dell’Unione europea ai Balcani occidentali può fare da traino per i processi di riforma nella regione, ma serve anche a soddisfare un maggiore bisogno di sicurezza dell’Unione europea”. Mentre la ministra slovena degli Esteri ha dichiarato, riferendosi agli sviluppi in seguito alla guerra in Ucraina, ma anche a quelli precedentemente accaduti, che “c’è un’atmosfera diversa nel Consiglio (europeo; n.d.a.), c’è la consapevolezza di potersi allargare ai Balcani occidentali”.

    Durante ed in seguito al Forum strategico di quest’anno a Bled, però, sono state pronunciate anche delle dichiarazioni, non in piena sintonia, da parte dei rappresentanti istituzionali dell’Unione europea. Il presidente del Consiglio europeo ha dichiarato: “Nel preparare la prossima agenda strategica dell’Union europea, dobbiamo porci un obiettivo chiaro. Credo che entro il 2030 dovremo essere pronti – da entrambe le parti – all’allargamento”. Aggiungendo che si tratta di “un obiettivo ambizioso, ma necessario”. Un obiettivo il quale “dimostra che facciamo sul serio”. In più il presidente del Consiglio europeo ha affermato che: “L’allargamento è e rimarrà un processo basato sul merito. L’adesione all’Unione comporta sia responsabilità che benefici. Per assumersi le prime e raccogliere i secondi in un ambiente altamente competitivo, bisogna essere pronti”. Dopo queste dichiarazioni del presidente del Consiglio europeo ha reagito anche la Commissione europea, tramite una sua portavoce. “La Commissione europea non è focalizzata sui termini di tempo durante il processo dell’allargamento dell’Unione europea, ma [è focalizzata] ad aiutare i Paesi candidati ad adempiere i criteri e ad essere pronti (all’adesione; n.d.a.)”. E rispondendo alle dichiarazioni del presidente del Consiglio europeo, lei ha detto: “La presidente della Commissione europea ha ribadito specificatamente come noi siamo impegnati per rendere l’allargamento un successo. Sempre abbiamo detto che l’allargamento è una priorità e i [Paesi] candidati devono aderire quando saranno pronti. Abbiamo lavorato strettamente con i [Paesi] candidati per aiutarli a compiere le riforme”. La portavoce della Commissione europea ha in più chiarito che non era a conoscenza se tra il presidente del Consiglio europeo e la presidente della Commissione europea ci fossero stati dei contatti prima che il presidente del Consiglio avesse fatto le sue dichiarazioni al Forum strategico di Bled, il 29 agosto scorso.

    Tra i partecipanti del sopracitato Forum strategico di Bled, c’era anche il primo ministro albanese. E dopo la sua ben evidenziata mancanza nel vertice di Atene, ha cercato di mettersi in mostra, come al solito. A Bled è stato “critico” con l’operato delle istituzioni europee, ha espresso il suo “rammarico” per il supporto che l’Unione europea sta dando all’Ucraina ma, alla fine, facendo il “figliol prodigo”, ha fatto un passo indietro. Niente di strano per uno come lui, voltagabbana all’estero, ma autocrate e corrotto in patria.. Basta che attiri l’attenzione. Il primo ministro albanese, riferendosi a quando aveva dichiarato prima il presidente del Consiglio europeo, ha detto: “Non credo che nel 2030 noi saremo nell’Unione europea”. E qui è stato sincero. L’autore di queste righe da tempo, fatti documentati alla mano, ha espresso la sua convinzione che il primo ministro albanese non vuole l’adesione dell’Albania all’Unione europea. Non gli conviene. Lui finge, ma non ha nessun interesse ad entrare, anzi! Ragion per cui sta continuamente e consapevolmente violando i criteri di Copenaghen e quanto prevede l’Accordo di Associazione e Stabilizzazione. Come il suo “amico e fratello”, il presidente della Turchia. Lui ha poi aggiunto ‘invidioso’”: “Chi deve attaccare chi in questo panel per avere l’adesione prima dell’Ucraina? La Bulgaria può attaccare la Macedonia del Nord, la Croazia può benissimo attaccare la Serbia, la Serbia il Kosovo, la Bosnia se stessa”. E poi, per togliersi un fastidioso sassolino dalla scarpa, e riferendosi alla Grecia, ha aggiunto: “E se noi [albanesi] chiediamo ai greci di farsi un favore, anche loro ci attaccheranno con grande piacere”! Ha finito questo ‘scenario guerresco’ dicendo: “Il Montenegro può giocare, può godere il sole, così che noi (i paesi balcanici; n.d.a.) tutti possiamo essere pronti ad unirci al treno con l’Ucraina.” (Sic!).

    Chi scrive queste righe avrebbe molto altro da aggiungere e continuerà a trattare questo argomento. Ma come spesso ha fatto, riferendosi all’atteggiamento degli alti rappresentanti delle istituzioni dell’Unione europea e di alcuni singoli Paesi membri, egli si chiede come mai continuano ancora ad appoggiare un simile autocrate? Perché, come ne era convinto Publilio Siro ventuno secoli fa, chi difende un colpevole si rende complice della colpa.

  • Il Consiglio europeo della ricerca assegna oltre 628 milioni di € a 400 ricercatori a inizio carriera

    Il Consiglio europeo della ricerca (CER) ha annunciato oggi i vincitori dell’ultima tornata di sovvenzioni di avviamento (Starting Grants). Il finanziamento – del valore di 628 milioni di € – aiuterà i ricercatori a inizio carriera ad avviare progetti, formare la propria équipe e perseguire le migliori idee scientifiche.

    Il finanziamento consentirà, ad esempio, di studiare l’atmosfera di Venere per comprendere meglio l’abitabilità al di fuori della Terra, analizzare i parassiti che causano la malaria o esaminare come gli algoritmi vengono impiegati sul luogo di lavoro per supervisionare i dipendenti. Sono compresi tutti i settori di ricerca, dalla fisica all’ingegneria, dalle scienze della vita alle scienze sociali e umane.

    Si stima che questa nuova tornata di sovvenzioni creerà circa 2.600 posti di lavoro per ricercatori post-dottorato, dottorandi e altro personale di ricerca.

    I vincitori, di 44 nazionalità diverse, continueranno i loro progetti in università e centri di ricerca di 24 Stati membri dell’UE e paesi associati a Orizzonte Europa. In questo ultimo bando, hanno presentato proposte 2 696 candidati, il 14,8% dei quali riceverà sovvenzioni.

    Le ricercatrici si sono aggiudicate il 43% delle sovvenzioni, in aumento rispetto al 39% del 2022.

  • Una mostra itinerante celebra il 30º anniversario del mercato unico

    Ha preso il via da Trieste un tour che celebra il 30º anniversario del mercato unico, mettendone in risalto il successo e coinvolgendo i cittadini nelle discussioni sul suo futuro. Il tour metterà in luce i numerosi vantaggi e opportunità offerti del mercato unico mediante attività interattive, giochi stimolanti e dialoghi approfonditi. Il viaggio proseguirà attraversando l’Europa, con tappe in Ungheria, Romania, Bulgaria, Spagna, Portogallo e Francia fino alla fine dell’anno. Molte altre destinazioni sono previste per il 2024.

    Dall’inizio dell’anno sono stati organizzati numerosi dibattiti, conferenze ed eventi con le parti interessate in tutta l’UE per celebrare i risultati del mercato unico e incoraggiare la riflessione sul suo futuro.

    Nel marzo di quest’anno la Commissione ha pubblicato una comunicazione in cui celebra il 30º anniversario del mercato unico, che è uno dei principali successi e motori dell’integrazione europea. Istituito il 1º gennaio 1993, il mercato unico europeo consente a beni, servizi, persone e capitali di circolare liberamente nell’UE, facilitando la vita delle persone e offrendo nuove opportunità alle imprese. Oggi più che mai è un importante fattore di resilienza economica dell’Europa durante le crisi e le conferisce un peso geopolitico cruciale che rafforza la posizione e l’influenza dell’UE nel mondo.

  • Il Tour del mercato unico europeo parte da Trieste

    Venerdì 1 e sabato 2 settembre, a Trieste, in Piazza della Borsa, si svolgerà il Tour del mercato unico.

    Il Tour è un evento multinazionale europeo organizzato dalla Direzione generale del Mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle PMI della Commissione europea, che celebra il 30° anniversario del mercato unico europeo. A partire dall’Italia, nel 2023 il Tour visiterà sette Paesi europei (Ungheria, Romania, Bulgaria, Spagna, Portogallo e Francia), per discutere dei vantaggi del mercato unico nella vita quotidiana delle persone.

    Dalla sua creazione nel 1993, il mercato unico ha contribuito a rendere più semplice la vita quotidiana di persone e imprese, creando posti di lavoro e alimentando la crescita in tutta l’UE. Garantisce la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone in un unico mercato interno europeo ed è considerato uno dei più grandi successi dell’UE.

    Con 447 milioni di cittadini europei e 23 milioni di imprese, il mercato unico dell’UE è considerato il più grande mercato unico al mondo. In occasione del suo 30° anniversario, desideriamo cogliere l’opportunità per riflettere sui progressi compiuti e sulle nuove sfide da affrontare.

    I cittadini dell’UE possono studiare, vivere, fare acquisti, lavorare e andare in pensione in qualsiasi Paese dell’Unione, oppure godere di un’ampia scelta di prodotti provenienti da tutta Europa. È essenziale perfezionare e migliorare continuamente il funzionamento del mercato unico, dato il suo ruolo strumentale nell’affrontare le sfide presenti e future dell’Europa. Durante la pandemia di COVID-19, il mercato unico ha dimostrato la sua resilienza consentendo all’Europa di intensificare la produzione di vaccini.

    Il mercato unico dell’UE protegge le persone e le imprese, aprendo la strada a un’Europa più equa, responsabile e sostenibile. Ad esempio, una nuova legge prevede che, entro la fine del 2024, tutti i telefoni cellulari, i tablet e le fotocamere venduti nell’Unione europea siano dotati di una porta di ricarica USB Tipo-C. Questo rientra nel più ampio impegno dell’UE a ridurre i rifiuti elettronici e consentire ai consumatori di compiere scelte più sostenibili.

    Alcuni dati chiave:

    • 447 milioni di cittadini europei beneficiano del mercato unico;
    • Il mercato unico ospita 23 milioni di imprese che danno lavoro a quasi 128 milioni di persone;
    • 17 milioni di europei vivono o lavorano in un paese dell’UE diverso dal proprio;
    • Il 15% degli scambi mondiali di merci proviene dall’UE.
  • Dall’UE30 milioni di euro all’Italia per sostenere l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura

    La Commissione ha approvato misure di aiuto italiane per circa 30 milioni di € a sostegno di imprese attive nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato che la Commissione ha adottato il 9 marzo 2023 per sostenere misure in settori che sono fondamentali ai fini dell’accelerazione della transizione verde e la riduzione della dipendenza dai combustibili. Il nuovo quadro modifica e proroga in parte il quadro temporaneo di crisi adottato il 23 marzo 2022 per permettere agli Stati membri di sostenere l’economia sullo sfondo dell’attuale crisi geopolitica e già modificato il 20 luglio 2022 e il 28 ottobre 2022.

    In base al regime, gli aiuti saranno di importo limitato e avranno la forma di garanzie su prestiti, fino ad un massimo di 250 000 € per beneficiario. Scopo della misura è sostenere il fabbisogno di liquidità dei beneficiari ammissibili, colpiti dall’attuale crisi geopolitica.

    La Commissione ha constatato che il regime italiano rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione. In particolare, gli aiuti i) non supereranno il massimale di 250 000 € per beneficiari attivi nella produzione primaria nel settore dell’agricoltura, di 300 000 € per beneficiari attivi nei settori della pesca e dell’acquacoltura e di 2 milioni di € per beneficiari operanti in tutti gli altri settori; e ii) saranno concessi entro il 31 dicembre 2023. La Commissione ha concluso che il regime italiano è necessario, adeguato e proporzionato per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro

  • La Commissione raccoglie pareri per rendere i settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio più resilienti, digitali e verdi

    La Commissione invita le parti interessate ad esprimersi su come far sì che l’ecosistema industriale al dettaglio possa realizzare la trasformazione digitale, verde e nel campo delle competenze e diventare più resiliente e competitivo, seguendo principi di giustizia ed equità. Come base per la consultazione la Commissione ha pubblicato un documento  in cui si analizzano le principali problematiche e opportunità legate alla transizione.

    Le imprese e le associazioni di categoria di tutto l’ecosistema oltre alle amministrazioni pubbliche, le parti sociali, i consumatori, gli istituti di ricerca, il mondo academico e altri interessati potranno rispondere al questionario EU Survey fino al 26 settembre 2023.

    Oltre alla consultazione, la Commissione organizza anche workshop con le parti interessate per comprendere meglio le sfide che l’ecosistema in questione si trova ad affrontare. I risultati della consultazione e dei workshop confluiranno nel processo di co-creazione di un percorso di transizione che prevede interventi e impegni concreti intesi a promuovere la digitalizzazione e la transizione ecologica dell’ecosistema del commercio al dettaglio, percorso che si concluderà all’inizio del 2024.

    Con 30 milioni di occupati in 5,5 milioni di aziende e un valore aggiunto di circa 1,5 miliardi di euro, l’ecosistema del commercio al dettaglio, comprendente il commercio al dettaglio e all’ingrosso, è il più importante di tutti gli ecosistemi industriali dell’UE. Visti i legami con la maggior parte degli ecosistemi industriali, il fatto di renderlo più competitivo può avere ricadute positive per l’intera economia dell’UE, che serve 450 milioni di consumatori.

    La Commissione ha proposto di istituire percorsi di transizione in vari comparti nell’aggiornamento della strategia industriale del maggio 2021, nell’ambito delle iniziative volte ad accelerare la duplice transizione verde e digitale dell’industria europea. Oltre all’aggiornamento della strategia la Commissione ha presentato la prima relazione annuale sul mercato unico, che analizza le sfide cui devono far fronte i diversi ecosistemi e funge da base per la preparazione dei percorsi di transizione.

  • Il Parlamento europeo bando il premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo

    Il Parlamento Europeo ha pubblicato il bando per la presentazione delle proposte per il Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo.

    Il Premio, assegnato ogni anno intorno al 16 ottobre, giorno dell’omicidio della giornalista, è un riconoscimento annuale per il giornalismo d’eccellenza che promuove e difende i principi e i valori fondamentali dell’Unione europea, quali dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e diritti umani.

    Possono partecipare giornalisti o team di giornalisti di qualsiasi nazionalità, presentando inchieste approfondite pubblicate o trasmesse da mezzi di comunicazione con sede in uno dei 27 Stati membri dell’Unione. Lo scopo è di sostenere e mettere in risalto l’importanza del giornalismo professionistico per la salvaguardia della libertà e dell’uguaglianza.

    Il premio, e i 20.000 euro assegnati al vincitore, dimostrano il sostegno del Parlamento nei confronti del giornalismo investigativo e l’importanza di una stampa libera. Negli ultimi anni, il Parlamento ha segnalato i tentativi, all’interno e all’esterno dell’UE, di minare il pluralismo dei media.

    I giornalisti possono presentare i loro articoli sul sito entro le 23.59 del 31 luglio 2023.

    Per maggiori informazioni: info@daphnejournalismprize.eu

  • L’UE rafforza il sostegno al giornalismo transfrontaliero con 14 milioni di €

    Dodici consorzi di agenzie di informazione hanno ricevuto un sostegno complessivo di 14 milioni di € per progetti transfrontalieri volti a rafforzare il settore dei mezzi di informazione nei prossimi due anni.

    Tra i profili dei dodici consorzi vincitori, distribuiti in tutta l’UE e in altri paesi che partecipano a Europa creativa, vi sono il giornalismo investigativo, i media di comunità, il giornalismo nella lingua dei segni, i podcast e il giornalismo giovanile. Le attività dei progetti finanziati comprenderanno lo sviluppo di norme commerciali ed editoriali comuni, la sperimentazione di nuovi tipi di redazioni e nuovi formati, programmi di formazione e produzioni transfrontaliere. I beneficiari del progetto operano in piena indipendenza editoriale.

    I progetti sono stati selezionati a seguito del secondo invito annuale a presentare proposte per i partenariati per il giornalismo nell’ambito di Europa creativa nel 2022, come parte dell’iniziativa NEWS annunciata nel piano d’azione per i media e l’audiovisivo.

    Ogni anno viene pubblicato un nuovo invito a presentare proposte per partenariati per il giornalismo nell’ambito di questa iniziativa, che mira a promuovere la collaborazione transfrontaliera tra le organizzazioni dei mezzi di informazione in tutta Europa.

    Il primo di questi inviti annuali, pubblicato nel 2021 per un valore di 8 milioni di €, si è chiuso con la selezione di sette progetti. Il terzo e ultimo invito a presentare proposte per i partenariati per il giornalismo, del valore di 10 milioni di €, è stato pubblicato nel dicembre 2022 ed è attualmente in fase di valutazione; i progetti selezionati dovrebbero essere avviati all’inizio del 2024.

  • Nuovi orientamenti per aiutare i paesi dell’UE ad aggiornare le loro strategie di adattamento ai cambiamenti climatici

    La Commissione europea ha adottato una nuova serie di orientamenti per assistere gli Stati membri nell’aggiornamento e nell’attuazione di strategie, piani e politiche nazionali di adattamento complete, in linea con legge europea sul clima e con la strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici.

    Dalle ondate di calore estremo alle siccità devastanti, dai rovinosi incendi boschivi all’innalzamento del livello dei mari, con la conseguente erosione delle coste, gli inevitabili impatti dei cambiamenti climatici incontrollati sono ben noti e stanno ormai iniziando a manifestarsi concretamente. Le ultime conclusioni della relazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) sottolineano l’urgenza di adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici. Gli orientamenti pubblicati oggi intendono aiutare gli Stati membri a migliorare i preparativi per questa realtà emergente, caratterizzata da un rapido aumento della frequenza con cui si manifestano tali fenomeni.

    La Commissione punta a sostenere gli Stati membri nell’adozione di un approccio globale all’elaborazione delle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici grazie a un coordinamento e a un’integrazione multilivello, sia sul piano orizzontale che a tutti i livelli degli enti subnazionali. Gli orientamenti comprendono anche un elenco completo delle principali caratteristiche della politica di adattamento. Per migliorare le strategie e i piani di adattamento degli Stati membri, gli orientamenti propongono inoltre nuovi temi e settori strategici di cui tenere conto all’atto di elaborare politiche volte a garantire risultati migliori.

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