UE

  • Gestione della migrazione: il Vicepresidente Schinas a Roma

    Il 13 e 14 luglio il Vicepresidente Schinas a Roma per una visita incentrata sulla migrazione. Previsti incontri con funzionari di alto livello italiani per portare avanti l’accordo sul nuovo patto sulla migrazione e l’asilo e per discutere delle priorità dell’UE nei settori delle competenze e dell’istruzione superiore.

    Il Vicepresidente Schinas ha incontrato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e la Ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani.

  • Gli europei sostengono la politica energetica dell’UE e la risposta all’invasione russa dell’Ucraina

    L’ultima indagine Eurobarometro standard condotta nel giugno 2023 e pubblicata il 10 luglio mostra che i cittadini dell’UE continuano a sostenere fortemente la transizione energetica e si aspettano notevoli investimenti nelle energie rinnovabili.

    Gli europei continuano ad approvare ampiamente le misure adottate dall’UE per sostenere l’Ucraina e i suoi cittadini; sostengono inoltre una maggiore cooperazione dell’UE in materia di difesa e un aumento della spesa in quest’ambito.

    Sebbene l’inflazione continui a destare grande preoccupazione, la percezione della situazione economica e delle aspettative economiche sta migliorando.
    La maggioranza degli europei ritiene che NextGenerationEU, il piano per la ripresa dell’UE da 800 miliardi di euro, possa servire a rispondere efficacemente alle attuali sfide economiche. Il sostegno all’euro rimane elevato.

    La maggior parte degli indicatori generali rimane stabile. In particolare, il 47% della popolazione dell’UE si fida tendenzialmente dell’UE, mentre il 32% tende a fidarsi piuttosto dei governi nazionali; il 45%, invece, dichiara di non fidarsi in generale dell’UE.

    Il 45% dei cittadini ha un’immagine positiva dell’UE, il 18% un’immagine negativa e il 37% un’immagine neutra. In tutti gli Stati membri le percezioni positive superano quelle negative.

    Il 63% degli intervistati dell’UE dichiara di essere ottimista sul futuro dell’UE mentre il 34% dichiara di essere pessimista.

    L’indagine “Eurobarometro standard – primavera 2023” è stata condotta mediante interviste di persona che si sono svolte tra il 31 maggio e il 21 giugno 2023 nei 27 Stati membri dell’UE e che hanno coinvolto 26 425 cittadini nell’UE. Alcune domande sono state poste anche in altri dodici paesi o territori.

  • La Commissione approva una nuova indicazione geografica

    La Commissione ha approvato l’aggiunta del nome “Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas di Sardegna” nel registro delle indicazioni geografiche protette (IGP).

    Le “Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas di Sardegna” sono un dolce tipico sardo, secondo la tradizione culinaria dell’isola, il dolce deve essere fritto, cosparso di miele o zucchero e servito caldo. Il prodotto può recare uno o più nomi compresi nella denominazione protetta.

    La nuova denominazione sarà aggiunta all’elenco dei 1.639 prodotti agricoli già protetti.

  • Discorso del Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Timmermans, in occasione del 79° anniversario dell’eccidio di Cibeno

    Parenti delle vittime di Cibeno e dei prigionieri dei campi di Fossoli, Presidente Bonaccini, Sindaco Bellelli, Onorevole Castagnetti, Dottoressa Luppi e Dottoressa Soliani, signore e signori,

    Viviamo giorni dolorosi.

    Dolorosa, la lettura dei giornali che ogni mattina ci porta notizie di nuovi orrori sul fronte ucraino.

    Doloroso, l’incontro che ho avuto con i rappresentanti dei comuni colpiti dall’inondazione del Maggio scorso.

    Dolorosa, la visita al Museo dei Deportati da cui provengo.

    Dolorosa la lettura dei materiali che ho visionato per preparare questa mia partecipazione che ho accettato con grande onore.

    E fra tutti questi documenti, quello che più mi ha stretto il cuore è stato il più semplice: l’elenco dei nomi e dei luoghi di provenienza delle 67 vittime dell’eccidio di Cibeno.

    Nomi e luoghi comuni: due Giovanni, tre Antonio, quattro Luigi. Nove venivano dall’Emilia-Romagna, uno dalla Sicilia, molti dalla Lombardia.

    Un elenco qualsiasi. Avrebbe potuto essere la composizione di un coro degli Alpini o la lista degli ospiti di un albergo e invece no, è l’elenco di 67 eroi internati per le loro idee politiche in questi campi da cui partivano verso la morte anche altre persone colpevoli solo per il loro essere ebrei.

    È l’elenco di 67 uomini che qui hanno vissuto un’ultima notte “che occhi umani non avrebbero dovuto assistervi”, come dice Primo Levi descrivendo la sua partenza da questi stessi luoghi, 67 persone che con un ultimo inganno la mattina del 12 Luglio 1944 vennero portate a Cibeno e lì trucidate, i loro corpi fatti cadere in una fossa scavata e poi richiusa da ebrei terrorizzati sotto la mira dei fucili aguzzini.

    È l’apparente banalità di quella lista che la rende agghiacciante. Elenca i nomi di eroi entrati nella storia ma ne sottolinea la natura comune: un nome, una provenienza, una famiglia… Quelle scarne righe ci urlano in faccia l’umana tragedia di quell’evento, ci insinuano l’orribile dubbio della banalità del male assoluto. Non tutti sapremmo essere eroi ma tutti possiamo diventare vittime.

    Due anni fa, quando venne a questa stessa manifestazione insieme all’allora presidente del Parlamento Europeo, il compianto, e mio grande amico, David Sassoli, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si riferì ai martiri di Cibeno come ai nostri più sconosciuti padri fondatori.

    Li chiamò così perché’ nella loro scelta di combattere per la libertà e la democrazia non persero mai la fede in un futuro migliore, in un’Europa che potesse essere pacifica e unita, nella sua diversità e nella reciproca solidarietà. Perché ci da tanto fastidio la diversità? Io non capisco. È bella la diversità. Ci rende umani, la diversità.

    Quel sogno, e i valori che quel sogno inspirano, sono nati anche grazie al loro sacrificio.

    Uno di loro veniva da quello che allora era Friuli e che oggi è Slovenia. Quel confine che una volta si spostava col sangue, oggi evaporato grazie alla nostra Unione.

    Sono passati 79 anni da quel martirio ma solo due da quel discorso. Ma in quei due soli anni il fato ha portato via David, una grande persona che aveva dedicato la vita a rendere quel sogno in realtà. E in quei due soli anni, la storia ha spazzato via la certezza che quel sogno fosse ormai il nostro ineludibile destino.

    Una guerra di nuovo si combatte sul suolo del nostro continente, una guerra dal cui esito dipende il futuro del nostro continente, non facciamoci illusioni a riguardo.

    Di nuovo uomini e donne come noi muoiono per quello che sono. Di nuovo Anna e Julia, due sorelle ucraine di 14 anni sono morte per le bombe lanciate su un ristorante, un ristorante!

    Di nuovo fosse comuni scavate mal nascoste dall’infamia, dii nuovo treni nella notte e bambini deportati. Lo hanno detto i Russi: 700.000 bambini ucraini deportati. Perché? Per volergli togliere l’identità ucraina.

    Di nuovo l’inimmaginabile diviene realtà, il male banale, l’eroismo quotidiana necessità.

    Nuovi Cibeno, nuovi Fossili e un giorno, speriamo vicino, nuovi musei, nuove fondazioni, nuove commemorazioni.

    Sta tornando la notte o stiamo risvegliandoci da un sogno? O forse, orribile sospetto, l’una e l’altra cosa insieme?

    Il linguaggio dell’odio [da tanti tollerato quando non richiamato] si fa azione.  L’Europa si fa campo di battaglia, il diverso altro da avversare, il diritto privilegio da negare, le restrizioni tradizioni da rispettare.

    Corpi abbandonati nei villaggi ucraini, corpi alla deriva nel blu del mediterraneo, corpi di donne violentate abbondate sul ciglio della strada.

    L’unica colpa? Difendere la proprio patria, fuggire alla povertà, essere donna, essere chi si vuole essere, essere chi si è.

    L’unico errore? Forse credere nella fratellanza? Credere nell’umanità dell’animale più feroce della terra?

    Sono forse inutili queste continue morti? Sono morti invano i 67 di Fossoli? Sono morti invano gli abitanti di Bucha? [Muoiono invano i soldati russi mandati a combattere una guerra insensata?] Muore invano chi è ucciso a causa del suo genere, del colore della sua pelle, delle sue idee, della religione che professa?

    Vorrei rispondere con il più certo dei “no” ma in realtà dipende da noi. Questa è la vera risposta e la nostra enorme responsabilità.

    I nostri sconosciuti padri fondatori non sono morti invano e non lo saranno mai se noi sapremo continuare ad esserne degni figli. E per esserlo, eventi come questo e il lavoro di tutte coloro che li rendono possibili sono di fondamentale importanza.

    Da qui, pochi mesi prima dell’eccidio di Cibeno, [il 22 Febbraio del 1944] iniziò il viaggio di Primo Levi verso l’abisso del male più profondo. Qui, quello stesso giorno, Primo Levi si chiese come fosse possibile colpire un uomo senza collera.

    Qui, oggi, dobbiamo riscontrare l’assurda attualità di quella domanda. Ma qui, oggi come ogni anno, al mistero del male contrapponiamo la follia della speranza.

    Qui si celebra la memoria perché non si può lottare per un futuro migliore se non si conosce il passato peggiore, perché non si può dire “mai più” se non si riconosce l’ancora.

    E permettetemi una piccola richiesta personale. Con umiltà, da straniero, Vi chiedo: non dimenticate mai la memoria dei partigiani. Non dimenticate mai la bellezza della resistenza. Non fatevi dire che non era eroismo italiano.

    Qui si COM-memora, insieme affinché la memoria diventi base comune del nostro sentire, del nostro agire.

    Qui si RI-corda cioè si richiama al cuore, non alla mente, l’orrore di questi campi e la grandezza di quei sacrifici.

    E con il cuore fatto centro della nostra memoria comune, qui si rinnova lo scandalo.

    Qui ci si E-moziona, qui si è smossi, scossi, qui si è trasportati all’azione, qui si rinnova la resistenza contro la banalizzazione del male.

    Qui ci si riappropria dei sogni e dei desideri dei nostri progenitori, non solo per esserne degni figli ma per diventare, a nostra volta, degni antenati delle generazioni future.

    Questo il miglior omaggio alle memoria dei caduti, dei martiri di Cibeno, dei deportati che non fecero ritorno, dei caduti di ieri e di oggi, di tutti coloro che muoiono o soffrono per la ferocia dell’uomo verso gli altri uomini.

    Seguire l’esempio di quei caduti del luglio 1944, continuare a sognare, continuare a lottare per lasciare ai nostri figli un mondo migliore, più giusto e più sostenibile. Essere i migliori antenati come loro lo sono stati per noi.

    Il male assoluto non è inevitabile. Persino queste strutture maledette non sono nate come centro di smistamento verso l’orrore della soluzione finale ma come campo di internamento per prigionieri di guerra nel rispetto delle garanzie di tutela fissate da accordi internazionali.

    Oggi queste strutture sono memento concreto dello spirito più maligno ma una volta, anche se per troppo poco, sono state esempio del nostro eterno desiderio di umanità.  Anche di questo siamo capaci. Anche questo teniamolo sempre bene a memoria, che sia giorno o che sia notte.

    Grazie.

  • Il Vicepresidente esecutivo della Commissione Timmermans a Carpi, per il 79° anniversario dell’eccidio di Cibeno

    Il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans parteciperà al 79° anniversario dell’eccidio di Cibeno. La cerimonia di commemorazione si terrà domenica 9 luglio, dalle ore 10.00 alle ore 11.30, presso l’ex campo di concentramento di Fossoli a Carpi (Modena), alla presenza dei familiari delle vittime e delle autorità locali.

    Nel 2021 assieme a David Sassoli, allora Presidente del Parlamento europeo, anche la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen offrì il suo tributo, onorando la memoria di tutti coloro che si sono battuti per la liberazione dell’Europa.

    A due anni di distanza, il Vicepresidente esecutivo Timmermans continuerà a testimoniare il profondo legame tra la storia dell’Europa – segnata da guerre sanguinose e lotte per l’affermazione dei valori dell’uguaglianza, della solidarietà e della non-discriminazione – e il futuro della convivenza pacifica e democratica nell’Unione europea.

  • La Commissione approva i vini “Canelli” come nuova indicazione geografica

    La Commissione ha approvato l’aggiunta dei vini “Canelli” al registro delle denominazioni di origine protette (DOP).

    La zona di produzione della DOP “Canelli” comprende 17 comuni delle province di Asti e Cuneo, zona dalle antiche tradizioni storico culturali nella coltivazione del Moscato bianco e nella produzione del vino “moscato”. Il clima è tipicamente padano (temperato continentale), con estati molto calde e afose, inverni freddi e nevosi. È una zona nella quale la vite è la coltura prevalente. I vini presentano le seguenti caratteristiche: colore dal giallo tenue al giallo oro intenso, note floreali e fruttate e aroma caratteristico delle uve Moscato, sapido, acido ma equilibrato da dolcezza.

    La nuova denominazione sarà aggiunta all’elenco dei 1 632 vini già protetti. L’elenco di tutte le indicazioni geografiche protette è disponibile nella banca dati eAmbrosia.

  • Nella seconda metà del 2023 la Commissione europea emetterà obbligazioni a lungo termine dell’UE per 40 miliardi di euro

    Per continuare a finanziare la ripresa dell’UE attraverso NextGenerationEU, fornire sostegno all’Ucraina e garantire fondi per altri programmi chiave, nella seconda metà del 2023 la Commissione europea prevede di emettere obbligazioni a lungo termine dell’UE per 40 miliardi di €.

    I fondi raccolti saranno utilizzati per onorare i pagamenti connessi a NextGenerationEU, finanziare il sostegno all’Ucraina nell’ambito del programma di assistenza macrofinanziaria+ dell’UE e per coprire eventuali fabbisogni di pagamenti supplementari derivanti da altri programmi dell’UE esistenti, quali il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF) e l’assistenza macrofinanziaria (AMF).

    La Commissione continuerà a emettere obbligazioni nell’ambito del suo approccio unificato in materia di finanziamento, sotto la denominazione unica di “obbligazioni dell’UE”. Tale approccio è stato adottato dalla Commissione nello scorso dicembre al fine di consolidare la propria presenza sul mercato e proseguire la sua trasformazione in emittente sovrano.

    Uniti alla corretta attuazione dell’obiettivo di finanziamento nel primo semestre dell’anno (80 miliardi di €), i finanziamenti nel secondo semestre del 2023 porteranno il totale delle emissioni dell’UE nel 2023 a 120 miliardi di € (importi corrispondenti nel 2022). L’obiettivo di finanziamento della Commissione per il resto dell’anno tiene conto delle esigenze di esborso previste per i singoli beneficiari, compresi gli Stati membri dell’UE, nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

    Le emissioni della Commissione continueranno inoltre a comprendere obbligazioni verdi NextGenerationEU volte a finanziare la componente verde del dispositivo per la ripresa e la resilienza. In tal modo la Commissione continuerà ad esercitare la dovuta diligenza nel verificare che i proventi dell’emissione di obbligazioni verdi NextGenerationEU siano assegnati a spese ammissibili nel quadro delle obbligazioni verdi, conformemente al quadro stabilito per tali obbligazioni.

  • Ancora una strage degli al Shabaab ma il Kenya è sempre più determinato nella guerra contro il terrorismo islamista

    A coloro che pensavano che il terrorismo islamista si fosse acquietato accontentandosi, come nel caso degli al Shabaab, di continuare a colpire e mietere vittime solo in Somalia, ha violentemente risposto la realtà: nelle ultime ore i terroristi somali, ben noti per le molte stragi ed assassini che hanno compiuto anche in Kenya, hanno nuovamente colpito ed ucciso proprio nella repubblica africana che solo pochi giorni fa aveva siglato un importante accordo con l’Unione Europea.

    Cinque fino ad ora le vittime accertate, sgozzate e decapitate, tutti civili.

    L’efferata violenza è una delle tante che gli al Shabaab hanno compiuto contro un paese che da anni è in prima fila per cercare di supportare il governo somalo e ripristinare l’ordine a Mogadiscio sostenendo la fragile presidenza, eletta nel modo più democratico possibile, in un paese dove ormai, da decenni, il terrorismo è padrone pressoché incontrastato.

    Il governo keniota, nonostante i molti attentati subiti sul suo territorio, non si è tirato indietro continuando a offrire aiuto militare alle istituzioni somale, il Kenya soffre da anni le conseguenze della guerra che i terroristi jihadisti stanno portando in varie parti dell’Africa, ora sotto l’insegna di al Qaeda ora sotto quelle dell’Isis.

    Ricordiamo, perché la memoria a volte non aiuta, alcuni dei più sanguinosi attentati subiti dal Kenya (sparatoria al centro commerciale Westgate settembre 2013; strage all’Università di Garissa il 2 aprile 2015; attacchi di Mombasa il 28 novembre 2002 contro un hotel di proprietà israeliana e un aereo appartenente ad Arkia Airlines).

    Non si deve inoltre dimenticare che in Kenya vi è a Dadaab il più grande campo profughi che vede rifugiati decine di migliaia di somali scappati dalla tragica situazione del loro paese afflitto, oltre che da sanguinosi scontri tra le forze del terrore e le forze governative, da una persistente carestia che rende la popolazione sempre più affamata e disperata.

    Il Kenya, giustamente considerato tra i paesi più evoluti ed affidabili dell’Africa, ha siglato, nei giorni scorsi, un importante accordo di partenariato economico con l’Unione Europea che promuoverà gli scambi di merci e creerà nuove opportunità economiche per le imprese e gli esportatori kenyoti, aprirà il mercato dell’UE ai prodotti kenyoti e incentiverà gli investimenti dell’UE in Kenya. Anche questo ha certamente reso ancora più violenti ed aggressivi gli al Shabaab che vedono nell’accordo un altro importante tassello per rendere il Kenya più forte e l’Africa più libera e stabile anche dal punto di vista economico.

  • L’Ue ha lanciato la prima gara per acquisti comuni di gas

    L’Europa unisce per la prima volta le forze per gli acquisti congiunti di gas che la aiuteranno a riempire le scorte, tenere bassi i prezzi, e creare un nuovo mercato energetico sempre più lontano dalla Russia. A 5 mesi dall’intesa sul maxi-piano RePowerEu, e con il prezzo del gas in costante flessione – arrivato a ridosso dei 35 euro al megawattora sulla piazza di Amsterdam -, la Commissione europea ha lanciato la prima gara internazionale per una richiesta comune totale di 11,6 miliardi di metri di cubi di gas, dei quali quasi 2,8 miliardi di metri cubi in Gnl e circa 9,5 miliardi di metri cubi per le consegne attraverso tubo.

    Un esordio che unisce 77 aziende Ue tutte iscritte alla nuova piattaforma ‘AggregateEu’, che conta già 107 partecipanti nell’attesa di espandersi ulteriormente. Ora i riflettori si spostano su tutti i fornitori internazionali, Mosca esclusa, chiamati a rispondere all’invito presentando le loro offerte alle aziende Ue entro il 15 maggio per coprire le consegne da giugno 2023 a maggio 2024.

    Una “svolta”, nelle parole del vicepresidente Ue Maros Sefcovic, per l’intero Continente e anche oltre. Il nuovo strumento di aggregazione della domanda apre infatti la possibilità di “creare un nuovo mercato in Europa”, «espandere la base clienti anche per i fornitori internazionali” e “aumentare la sicurezza energetica prima del prossimo inverno”, è la valutazione di Bruxelles. Impegnata ora in un lavoro cruciale da svolgere sin da subito per riempire i depositi di gas durante l’estate. Il calendario è già pronto e, dopo la prima gara, altri round di acquisto saranno lanciati con cadenza regolare a giugno, agosto, ottobre e dicembre. Con la sfida, sullo sfondo, di riuscire a coinvolgere anche le major nazionali, tradizionalmente mosse da interessi concorrenti.

  • UE-Kenya: conclusi i negoziati per un ambizioso APE con accento sulla sostenibilità

    L’UE e il Kenya hanno annunciato la conclusione politica dei negoziati per un accordo di partenariato economico (APE). L’accordo promuoverà gli scambi di merci e creerà nuove opportunità economiche, con una cooperazione mirata per accrescere lo sviluppo economico del Kenya. Si tratta dell’accordo commerciale più ambizioso dell’UE con un paese in via di sviluppo sotto il profilo delle disposizioni sulla sostenibilità, quali la protezione del clima e dell’ambiente e i diritti dei lavoratori.

    I negoziati si sono conclusi con una cerimonia ufficiale svoltasi a Nairobi, alla quale hanno partecipato il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per il Commercio Valdis Dombrovskis e il Ministro degli Investimenti, del commercio e dell’industria del Kenya Moses Kuria; era presente anche il Presidente kenyota William Samoei Ruto.

    L’UE è la prima destinazione delle esportazioni e il secondo partner commerciale del Kenya: gli scambi commerciali del 2022 avevano un valore complessivo di 3,3 miliardi di €, in aumento del 27% rispetto al 2018. L’APE creerà ulteriori opportunità per le imprese e gli esportatori kenyoti in quanto aprirà pienamente e in un colpo solo il mercato dell’UE ai prodotti kenyoti e incentiverà gli investimenti dell’UE in Kenya grazie all’accresciuta certezza del diritto e a una maggiore stabilità.

    Il Kenya fa da apripista negli sforzi di sostenibilità del continente africano ed è un alleato affidabile nella lotta ai cambiamenti climatici. Insieme all’UE, all’Ecuador e alla Nuova Zelanda, il paese africano è alla guida della coalizione dei ministri del Commercio sul clima, un’iniziativa avviata quest’anno. L’APE UE-Kenya si basa su questi solidi risultati ed è il primo accordo con un paese in via di sviluppo che rispecchia il nuovo approccio dell’UE in materia di commercio e sviluppo sostenibile. L’accordo contiene solidi impegni in materia di commercio e sostenibilità, tra cui disposizioni vincolanti su diritti dei lavoratori, parità di genere, ambiente e lotta ai cambiamenti climatici.

    L’accordo è equilibrato e tiene conto delle esigenze di sviluppo del Kenya, lasciando al paese un periodo più lungo per aprire gradualmente il proprio mercato, dandogli garanzie sull’agricoltura e proteggendo il suo settore industriale in fase di sviluppo. È stato inserito un capitolo dedicato alla cooperazione economica e allo sviluppo, volto a rafforzare la competitività dell’economia kenyota. Insieme all’assistenza allo sviluppo fornita dall’UE, questo contribuirà allo sviluppo delle capacità e agevolerà il Kenya nell’attuazione dell’APE, aiutando nel contempo gli agricoltori locali a soddisfare le norme dell’UE e a cogliere le opportunità offerte dal presente accordo.

    L’APE dovrà essere sottoposto a revisione giuridica ed essere poi tradotto prima che la Commissione lo presenti al Consiglio per la firma e la conclusione; dopo l’adozione del Consiglio, l’UE e il Kenya potranno firmare l’accordo; successivamente, il testo sarà trasmesso al Parlamento europeo, che dovrà approvarlo.  Le parti potranno quindi decidere di applicare in via provvisoria parti dell’accordo, che entrerà pienamente in vigore una volta ratificato dal Kenya e dagli Stati membri dell’UE.

    L’accordo di partenariato economico tra l’UE e il Kenya mira ad attuare le disposizioni dell’APE UE-Comunità dell’Africa orientale (EAC) e sarà aperto alla futura adesione di altri paesi dell’EAC.

    L’APE e i suoi ambiziosi impegni rappresentano un risultato fondamentale del riesame della politica commerciale svolta dall’UE nel 2021 e della sua politica commerciale con l’Africa; l’accordo aiuta l’UE ad approfondire e ampliare gli attuali accordi commerciali con i paesi africani e a rafforzarne gli obiettivi di sostenibilità.

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