UE

  • La Commissione approva la “Grappa della Valle d’Aosta” come nuova indicazione geografica protetta

    La Commissione ha approvato l’iscrizione della “Grappa della Valle d’Aosta/Grappa de la Vallée d’Aoste” nel registro delle indicazioni geografiche protette (IGP).

    La “Grappa della Valle d’Aosta” è ottenuta esclusivamente da uve prodotte e vinificate nella Regione Autonoma Valle d’Aosta. La produzione avviene tradizionalmente mediante distillazione diretta delle vinacce in piccoli impianti artigianali discontinui. Le sensazioni aromatiche delle grappe sono quelle caratteristiche dei vitigni d’origine, che si estrinsecano in note floreali, balsamiche e fruttate.

    La reputazione della “Grappa della Valle d’Aosta/Grappa de la Vallée d’Aoste” affonda le sue radici in un’antica tradizione di produzione di grappa artigianale.

    La nuova denominazione sarà aggiunta all’elenco delle 259 bevande spiritose già protette.

  • La Commissione pubblica inviti a presentare proposte per un importo di 7,5 milioni di € per sostenere l’integrazione delle PMI ucraine nel mercato unico

    La Commissione pubblica due inviti a presentare proposte con il titolo congiunto “ReadyForEU”, con un bilancio totale di 7,5 milioni di €. I due inviti mirano ad aiutare gli imprenditori e le imprese ucraine a beneficiare del mercato unico. Gli inviti sono finanziati nell’ambito del programma per il mercato unico e fanno seguito al recente accordo sull’adesione dell’Ucraina al programma per il mercato unico, firmato dalla presidente von der Leyen e dal primo ministro ucraino Denys Shmyhal il 2 febbraio 2023.

    Il primo invito, denominato “Business Bridge” e dotato di un bilancio di 4.5 milioni di €, fornirà alle piccole e medie imprese ucraine (PMI) colpite dalla guerra un sostegno finanziario sotto forma di buoni per accedere ai servizi e partecipare a fiere commerciali nell’UE. Il progetto sarà gestito da organizzazioni di sostegno alle imprese come la rete Enterprise Europe (EEN), la rete europea dei cluster e altre organizzazioni.

    Scopo dell’invito è istituire un consorzio di organizzazioni imprenditoriali che selezionerà fino a 1 500 PMI ucraine orientate alla crescita e alla sostenibilità per beneficiare di un sostegno diretto fino a 2 500 €. Questo sostegno diretto coprirà i costi sostenuti dalle PMI ucraine per i servizi di sostegno alle imprese, quali: ricerche di mercato per individuare partner europei; consulenza giuridica, organizzativa o finanziaria per la costituzione di una nuova impresa o l’adattamento di un’impresa esistente; aiuto per partecipare e recarsi a fiere commerciali nell’UE; e consulenza legale sui diritti di proprietà intellettuale.

    In ultima analisi, il “Business Bridge” non solo andrà a vantaggio delle imprese interessate, ma potrà aprire mercati alternativi alle imprese dell’UE colpite dalla perdita dei mercati russi e bielorussi e contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina.

    Il secondo invito, denominato “Erasmus per giovani imprenditori – Ucraina”, che ha una dotazione di 3 milioni di €, consentirà ai nuovi imprenditori ucraini di acquisire esperienza lavorativa in altri paesi europei. Il progetto sarà gestito nell’ambito del già consolidato programma Erasmus per giovani imprenditori, che ha offerto a oltre 22.000 imprenditori di tutta Europa la possibilità di condividere il loro know-how imprenditoriale. Il programma Erasmus per giovani imprenditori nel 2022 ha registrato il picco di domande presentate (154) e di partecipazioni (79) da parte di imprenditori ucraini.

    L’invito selezionerà organizzazioni in Ucraina e nell’UE per reperire fino a 430 nuovi imprenditori ucraini e abbinarli agli imprenditori ospitanti nell’UE. Fornirà quindi sostegno finanziario a tali imprenditori e contribuirà alle loro spese di soggiorno e di viaggio.

    Gli inviti sono aperti a partire dal 28 febbraio 2023 e le imprese e gli imprenditori ucraini possono presentare domanda entro la fine di quest’anno.

  • E’ il momento di agire realizzando politiche nuove e giuste

    Piangiamo, parliamo, da anni, ma poi non si agisce concretamente, né In Italia né In Europa.

    Per impedire i troppi morti che ormai quasi quotidianamente rendono il Mediterraneo un cimitero a cielo aperto non basta trovare nuove regole per le Ong, cercare e colpire gli scafisti ed i trafficanti di uomini che li comandano, affermare che per evitare i morti la soluzione è non far partire i migranti.

    I migranti partono anche se sanno che molti di loro perderanno la vita perché, nella maggior parte, perderebbero la vita anche se restassero dove sono.

    Delle inumane situazioni dei campi lager della Libia ormai sappiamo molto, sono note, a chi segue la politica del terrore, le tragedie somale dove gli al-Shabaab imperversano con violenze e stragi di ogni genere e su quanto avviene in Afghanistan non c’è bisogno di aggiungere molte parole.

    Le persone cercano di sfuggire alle persecuzioni, cercano di rimanere in vita, di salvare i propri figli, cercano cibo dopo che in paesi come Eritrea ed Etiopia non piove da anni e siccità e carestia sono consolidate.

    Certo sicuramente tra i tanti disperati ci sono infiltrazioni di personaggi pericolosi o che non sono da annoverare tra le categorie sopra indicate: tra i migranti per fame, per guerra, per la ricerca della libertà, ma sta a noi individuare chi deve essere respinto e va fatta monte.

    Nessuna politica per l’immigrazione avrà mai successo senza regole chiare e condivise ed in assenza di un piano per i rifugiati, senza che si affrontino i drammatici e annosi problemi dei tanti campi profughi, non solo in Africa o in Turchia, senza che si risolva il problema delle quote, delle quali ogni paese europeo dovrebbe da tempo farsi carico.

    E nessuna politica avrà successo se mancherà una concreta politica di aiuti per quei paesi con i governi dei quali è possibile instaurare rapporti per evitare che gli aiuti si trasformino in elargizioni economiche per gli stessi governanti.

    Aiuti: significa costruire i pozzi per i villaggi africani, desalinizzare l’acqua del mare dove acqua dolce non c’è, significa dare vita a progetti agricoli, di sostegno alle donne, di lotta all’infibulazione, significa offrire ai più giovani qualche reale proposta e speranza di studio e di lavoro.

    Una delle prime iniziative dovrebbe essere, da parte europea, la presa in carico dei campi profughi in Libia e negli stati vicini, con personale europeo per il controllo della gestione, non si può chiedere a nessuno di morire di fame o di sopportare torture e privazioni ingiustificabili!

    Se vogliamo cominciare ad evitare le stragi, che periodicamente ci vedono spendere lacrime e parole sui morti del Mediterraneo, è arrivato il momento di agire non creando nuove sofferenze ma immaginando, realizzando politiche nuove e giuste.

  • Il 91% dei cittadini dell’Ue schierato a favore dell’Ucraina

    Gli europei mostrano un forte sostegno per l’Ucraina e le iniziative prese per aiutarla dopo l’invasione russa. Sono inoltre favorevoli alle energie rinnovabili e alla riduzione della dipendenza dalla Russia. Malgrado i timori legati all’inflazione, il sostegno all’euro rimane elevato. Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro standard, pubblicato a ridosso del primo anniversario dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, i cittadini europei continuano a mostrarsi fortemente solidali con l’Ucraina e favorevoli alle iniziative prese per sostenere quel paese e il suo popolo. Ampio è anche il consenso per quanto riguarda l’accelerazione della transizione energetica, in particolare per gli investimenti nelle energie rinnovabili e i provvedimenti per ridurre la dipendenza dell’Ue dalle fonti energetiche russe. Sebbene l’inflazione continui a destare preoccupazione, inoltre, il sostegno all’euro rimane molto elevato.

    I cittadini dell’UE continuano a dimostrare la loro ferma solidarietà con l’Ucraina. Il 91% degli intervistati si è dichiarato d’accordo con la fornitura di sostegno umanitario e l’88 % si è detto a favore dell’accoglienza nell’UE delle persone in fuga dalla guerra. L’erogazione di aiuti finanziari all’Ucraina è approvata dal 77% degli intervistati, mentre l’imposizione di sanzioni economiche al governo, a imprese e a singoli cittadini russi vede d’accordo il 74% degli intervistati. I cittadini europei continuano inoltre a essere largamente favorevoli al divieto di trasmissione dei media statali russi (67%) e al finanziamento da parte dell’UE dell’acquisto e della fornitura di attrezzature militari destinate all’Ucraina (65%). Nel complesso, la maggioranza dei cittadini europei (56%) rimane soddisfatta della risposta dell’Unione europea all’invasione russa dell’Ucraina. Il 77% degli intervistati europei è a favore di una politica di difesa e sicurezza comune tra gli Stati membri dell’Ue (stessa percentuale dell’estate scorsa), mentre il 16% è contrario. Inoltre, l’80% ritiene che l’acquisto di attrezzature militari da parte degli Stati membri dovrebbe essere coordinato meglio e il 69% che l’UE debba rafforzare la sua capacità di produrre attrezzature militari.

    La grande maggioranza dei cittadini dell’Ue (84%) concorda poi sul fatto che l’Ue dovrebbe ridurre quanto prima la sua dipendenza dalle fonti energetiche russe. È inoltre ampio il consenso sul concetto che l’Ue dovrebbe sostenere la transizione verde investendo massicciamente nelle energie rinnovabili (86%). L’85% degli europei è convinto che l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici, dei trasporti e delle merci ci renderà meno dipendenti dai produttori di energia situati al di fuori dell’Ue. L’82% concorda sul fatto che gli Stati membri dell’UE dovrebbero acquistare congiuntamente energia da altri paesi per ottenere un prezzo migliore. Inoltre, l’81% afferma di aver adottato misure per ridurre il proprio consumo di energia.

    I cittadini dell’Ue ritengono che l’aumento dei prezzi/dell’inflazione/del costo della vita sia uno dei due problemi più importanti che l’UE si trova ad affrontare al momento (32%, -2 punti percentuali), seguito dalla situazione internazionale (28%, stabile) e dall’approvvigionamento energetico (26%, -2 punti percentuali).

    La percezione della situazione dell’economia europea è rimasta invariata dall’estate scorsa: il 40% la considera “buona”, il 51% “negativa”. Anche la percezione della situazione dell’economia nazionale è rimasta relativamente stabile rispetto all’estate del 2022, con il 35% di giudizi positivi e il 63% di giudizi negativi. In tale contesto, il sostegno all’euro rimane a un livello molto elevato nell’UE nel suo complesso (71%, il secondo livello più alto mai registrato) e soprattutto nella zona euro (79%). Inoltre, più della metà degli intervistati (54%) ritiene che il piano di ripresa NextGenerationEU possa dare una risposta efficace alle attuali sfide economiche. Il 63% ritiene anche che per stimolare gli investimenti del settore privato dovrebbero essere utilizzati fondi pubblici a livello di Ue.

    Il 47% degli europei tende a fidarsi dell’Ue e il 32% dei governi nazionali. Il 45% degli europei ha un’immagine positiva dell’Ue, il 36% un’immagine neutra e il 18% un’immagine negativa. Infine, il 62% afferma di essere ottimista sul futuro dell’Ue (-3 punti percentuali rispetto all’estate scorsa, percentuale comunque analoga a quella registrata nel febbraio del 2022, prima dell’aggressione russa all’Ucraina).

  • Boston Consulting Group ed il sovranismo europeo

    Il presidente della BCG ha rilasciato un paio di giorni fa una interessante intervista nella quale alla domanda relativa alle diverse politiche adottate negli Stati Uniti ed in Europa rispetto alla transizione ecologica ha definito in modo inequivocabile le sue considerazioni sulle differenze tra le due macroaree economiche e politiche. Su questa tematica divisiva Richard Lesser ha semplicemente indicato come negli Stati Uniti venga adottata una politica della “carota” mentre in Europa quella del “bastone”.

    Esprimendo un pragmatismo di stampo angolosassone con poche semplici parole è stato delineato il quadro di un complesso scenario internazionale economico verso un 2035 di un mercato globale.

    All’interno di una prospettiva mondiale, infatti, come espressione di un sistema competitivo globale, mai come ora l’atteggiamento dell’Unione Europea risulta sostanzialmente diverso rispetto a quello statunitense, anche attraverso l’adozione di un concetto di “sovranismo” (il quale per propria genesi non si cura del contesto globale) tanto caro alle forze politiche nazionali ed antieuropee.

    In altre parole, l’Unione Europea rende proprio un atteggiamento e la strategia politica ed economica tipica di quelle forze che ne contestano la propria stessa entità politica ed istituzionale come semplice espressione di un potere burocratico e lontano dalla realtà nazionali.

    L’effetto di questa strategia politica europea determina inevitabilmente la percezione di un progressivo allontanamento della stessa Unione Europea, non solo dalle realtà nazionali, ma anche dal concetto e dalla stessa realtà di un mercato globale che richiede visioni complessive e non atteggiamenti folkloristici come quello relativo alla transizione ecologica.

    Mai come ora il concetto di sovranismo europeo si esprime attraverso una incapacità di valutare le conseguenze delle proprie scelte all’interno di un mercato globale, a maggior ragione nell’ambito delle strategie finalizzate allo sviluppo economico. Una sintesi perfetta per relegare la stessa Unione Europea ai margini della prossima crescita economica globale.

    Esattamente come per i sovranisti locali, il cui concetto di ritorno ad una sovranità monetaria rappresentava e rappresenta tuttora la stessa e forse l’unica giustificazione della propria sopravvivenza politica, così ora l’Unione Europea utilizza il bastone nella transizione ecologica per garantirsi la stessa esistenza come istituzione e contemporaneamente assicurare il mantenimento in vita ad un certo politico ampiamente superato per competenze  istituzionali ed ambientali ma soprattutto economiche.

  • Spazio europeo dell’istruzione: prosegue il riconoscimento reciproco dei diplomi da parte degli Stati membri

    La Commissione ha presentato una relazione che valuta i progressi compiuti dagli Stati membri nel riconoscimento automatico e reciproco dei titoli dell’istruzione superiore e dell’istruzione e formazione secondaria superiore e dei risultati dei periodi di studio all’estero.

    La relazione fa seguito alla raccomandazione del Consiglio sulla promozione del riconoscimento reciproco automatico dei titoli dell’istruzione superiore e dell’istruzione e della formazione secondaria superiore e dei risultati dei periodi di studio all’estero, adottata nel novembre 2018. Dalla relazione emerge la necessità di maggiori sforzi per attuare pienamente la raccomandazione del Consiglio entro il 2025.

    Un codice a colori indica le misure che gli Stati membri hanno già attuato e quelle che devono ancora essere prese per garantire le condizioni quadro e la trasparenza necessari all’interno dei sistemi di istruzione.

    La piena attuazione da parte di tutti gli Stati membri dell’UE costituirebbe un elemento essenziale dello spazio europeo dell’istruzione, in quanto faciliterebbe la mobilità dei discenti in tutta l’UE. Ad esempio, uno studente con una laurea di primo livello che dà accesso a un master in uno Stato membro dovrebbe essere ammissibile a un master in tutti gli altri Stati membri.

  • Ad un anno dall’invasione russa Milano ricorda il Premio Sakharov per la libertà di pensiero al popolo ucraino

    Venerdì 24 febbraio l’ufficio del Parlamento europeo a Milano, in collaborazione con la Rappresentanza a Milano della Commissione europea, il Consolato generale ucraino a Milano, Linkiesta e la sua sezione in lingua ucraina Slava Evropi promuove un’iniziativa per ricordare, a un anno dalla brutale invasione russa, l’assegnazione del premio Sakharov per la libertà di pensiero al coraggioso popolo ucraino.

    Alle ore 18, al Centro Brera (Via Formentini 10) tavola rotonda moderata da Christian Rocca (direttore editoriale Linkiesta) con i saluti istituzionali Maurizio Molinari, capo dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano Massimo Gaudina, capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano Andrii Kartysh, console generale d’Ucraina a Milano, e gli interventi di Pina Picierno, vice presidente del Parlamento europeo, Yaryna Grusha Possamai, scrittrice, docente di lingua e letteratura ucraina, curatrice di Slava Evropi Viktoriia Lapa, Lecturer, Università Bocconi, UaMi Artem Zaitsev, testimone e rappresentante di UaMi Olga Tokariuk, giornalista, fellow al Reuters Institute (in collegamento). Momento musicale con Nelly Kolodii, violinista ucraina orchestra dell’Accademia della Scala

    Dalle ore 20 in piazza Duomo partecipare al sit-in giornaliero della Comunità ucraina.

    Il prossimo 24 febbraio ricorrerà il primo anniversario dell’aggressione contro l’Ucraina della Federazione russa. Questa data assume un forte significato simbolico, poiché il popolo ucraino ha dimostrato una capacità incredibile di resistenza e risposta ad un’invasione ingiustificata, violenta e non provocata. Infatti, l’esercito russo e le loro forze armate per procura – come il gruppo di mercenari «Wagner» – hanno ripetutamente commesso esecuzioni sommarie, violenze sessuali, torture o veri e propri massacri, prendendo di mira i civili residenti in alcune città (come e Bucha, Irpin, Izium e Lyman), oppure edifici pubblici (come l’attacco al teatro di Mariupol), provocando migliaia di vittime. Lo scorso dicembre anche il Parlamento europeo ha formalmente riconosciuto gli sforzi eccezionali compiuti dal popolo ucraino, dedicandogli il Premio annuale Andrej Sakharov per la libertà di pensiero. Per ricordare e riflettere sul primo anno di guerra in Ucraina, venerdì 24 febbraio si terrà l’evento «Il Premio Sakharov per la libertà di pensiero al coraggioso popolo ucraino».

  • InvestEU eroga 30 milioni a sostegno della transizione ecologica

    Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), sostenuto da una garanzia del programma InvestEU, ha annunciato il suo sostegno da 30 milioni di € in qualità di investitore primario alla prima chiusura al fondo European Climate Debt Solutions (“EUCLIDES”) gestito da Rivage Investment. Questo fondo d’impatto fornirà principalmente debito di crescita ai fornitori di soluzioni per il clima in Europa. I beneficiari contribuiranno alla riduzione delle emissioni di carbonio e di gas a effetto serra fornendo, tra l’altro, soluzioni fisiche e/o digitali, sviluppando soluzioni di trasporto pulito di persone e merci, soluzioni energetiche pulite, processi innovativi o tecnologie di rottura a basso impatto ambientale.

    Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, ha dichiarato: “Garantire la transizione verde richiederà investimenti significativi e costanti. InvestEU può svolgere un ruolo importante nel mobilitare tali investimenti. Questo accordo, sostenendo il contributo delle imprese europee innovative ai nostri obiettivi comuni in materia di clima, rappresenta un altro importante passo in questa direzione.”

    Il programma InvestEU fornisce all’UE finanziamenti a lungo termine mobilitando fondi privati e pubblici a sostegno delle priorità strategiche dell’UE, come il Green Deal europeo e la transizione digitale. Sostiene inoltre gli obiettivi del piano industriale del Green Deal europeo, volto ad accelerare la trasformazione industriale “zero emissioni”. Il Fondo InvestEU è attuato da partner finanziari che investiranno in progetti che utilizzano la garanzia a titolo del bilancio dell’UE e mobiliteranno così almeno 372 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi.

  • La Commissione autorizza l’acquisizione del controllo esclusivo di STEELAG Deutschland da parte di Compagnia Siderurgica Italiana

    La Commissione europea ha approvato, a norma del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo di STEELAG Deutschland GmbH (Germania) da parte di Compagnia Siderurgica Italiana S.r.l. (Italia).

    STEELAG Deutschland opera nella produzione di maglie elettrosaldate e di prodotti in fili trafilati a freddo. Compagnia Siderurgica Italiana opera nella produzione di prodotti in acciaio al carbonio e nella commercializzazione di prodotti finiti e derivati, destinati principalmente all’edilizia.

    La Commissione ha concluso che il progetto di acquisizione non solleverebbe problemi dal punto di vista della concorrenza, dati i limitati legami verticali e sovrapposizioni tra le attività delle società nei mercati pertinenti dello Spazio economico europeo. L’operazione è stata esaminata nell’ambito della procedura semplificata di esame delle concentrazioni.

  • Proprietà intellettuale: tappa finale per il varo del sistema brevettuale unitario

    La Commissione accoglie con favore il deposito, da parte della Germania, dello strumento di ratifica dell’accordo sul tribunale unificato dei brevetti, che fa scattare la fase finale necessaria affinché il sistema entri in funzione il 1º giugno 2023.

    Il sistema brevettuale unitario offrirà alle imprese uno sportello unico per ottenere e far rispettare la tutela brevettuale in Europa. Ciò renderà sia l’ottenimento sia la tutela dei brevetti molto più semplici, trasparenti e accessibili. Il nuovo tribunale unificato dei brevetti fa parte del nuovo sistema e permetterà di far rispettare i brevetti — non solo i nuovi brevetti unitari ma anche i brevetti europei non unitari — negli Stati membri partecipanti in modo centralizzato, aumentando la certezza del diritto e migliorando la competitività complessiva delle imprese.

    Il nuovo sistema brevettuale unitario è una tappa importante affinché le imprese europee possano proteggere la loro proprietà intellettuale di fronte all’agguerrita concorrenza mondiale. Contribuirà inoltre a promuovere la ricerca e l’innovazione nell’UE, aspetto essenziale per sostenere le transizioni verde e digitale dell’Europa e rafforzare la nostra resilienza.

    Inizialmente proposto dalla Commissione nel 2012, l’accordo sul tribunale unificato dei brevetti è entrato in vigore in via provvisoria il 19 gennaio 2022.

    Una volta varato ufficialmente, 17 Stati membri parteciperanno inizialmente al nuovo sistema; altri potranno aderirvi in futuro.

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