Università

  • Università e ricerca

    La formazione rimane un nodo centrale nel sistema di sviluppo di un paese avanzato e in Italia l’offerta formativa è sempre stata molto alta con un livello di offerta didattica di alto profilo sin dai licei e poi negli Atenei, cosa questa che produce un gruppo di giovani italiani ben formati, adeguatamente preparati e sostenuti, come sempre nella tradizione italica, da molto entusiasmo, idee innovatrici e fantasia creativa. Anzitutto, soprattutto nell’ambito scientifico ci vorrebbe un cambio di marcia e una inversione di tendenza nelle regole di ammissione alle Università: non numero chiuso, non test di ammissione spesso ineseguibili e senza un senso logico, ma ammissione libera a tutti con vincoli poi meritocratici di avanzamento e di sgravio contributivo di iscrizione sulle tasse accademiche (chi non riesce a sostenere almeno il 70% degli esami previsti per quell’anno accademico non può proseguire nel percorso).

    Una volta completato il ciclo è necessario investire sull’assorbimento universitario e tecnologico dei giovani formati per evitare che fuggano all’estero per realizzare le proprie linee di ricerca. Non è un caso che l’European Research Council (da una recente ricerca di Mondo Economico) su 327 progetti ne assegni ben 47 agli italiani ma solo 17 scelgono di condurre le proprie ricerche in Italia, fuggendo soprattutto in UK, Germania, Olanda, Francia e Stati Uniti. Ma i posti universitari spesso non solo non vengono banditi (l’Italia ha 9.000 dottorati di ricerca all’anno contro i 15.000 francesi e 28.000 tedeschi) ma risentono di pochi fondi per sopperire alle ricerche. In Italia infatti l’investimento annuo per cittadino in ricerca pubblica è di 150 euro contro i 250 francesi e 400 tedeschi. Sarebbe quindi importante che il Governo capisca questa esigenza di investimento di sapere e tecnologico perché esso è direttamente proporzionale non solo all’innalzamento del prestigio tricolore a livello internazionale, ma anche e soprattutto per permettere uno sviluppo tecnologico che faccia da motore allo sviluppo economico pubblico e privato che dovrebbe sempre più poter entrare con regole più semplici nel possibile sostentamento e finanziamento della ricerca che è e deve rimanere pubblica.

  • Dalla Ue 600 milioni a 397 giovani ricercatori europei

    Dai nuovi materiali fotoluminescenti, ai ‘cappotti’ per gli edifici per ridurre i pericoli delle isole di calore fino ai nanofilamenti per i computer quantistici: sono alcuni 397 progetti innovativi di ricerca vincitori dei finanziamenti Starting grant a cui il Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) ha stanziato 619 milioni di euro, assegnati nell’ambito del nuovo programma quadro Horizon Europe della Commissione Europea. Ben 58 sono guidati da italiani – la seconda più folta schiera per nazionalità dopo i tedeschi – ma solo 28 sono i progetti ad essere ospitati da istituzioni italiane.

    Sono 22 i Paesi che si sono aggiudicati quest’anno i finanziamenti per giovani ricercatori (Starting grnats) assegnati dall’Erc a 397 persone di 45 differenti nazionalità tra oltre 4000 proposte ricevute. A guidare la classifica per numero di progetti ospitati è la Germania (72), seguita da Francia (53) e Regno Unito (46) con l’Italia solo sesta con 28 vincitori così come la Svizzera. A guidare la lista in base alla nazionalità dei ricercatori è sempre la Germania con 67 seguiti dagli italiani al secondo posto, con ben 58 progetti vinti, e Francia (44) mentre i britannici sono solo noni con 12 ricercatori. I finanziamenti Erc vengono assegnati dal 2007 per promuovere i ricercatori più creativi la cui attività sono basate in Europa e questa sezione dei premi pubblicata oggi (Starting grants) è dedicata in particolare ai giovani e l’avvio di ricerche considerate particolarmente interessanti in tutti i settori di ricerca, dalla fisica alle scienze umane. Dei 397 ricercatori premiati il 43% sono donne, il 37% in più rispetto allo scorso anno.

    Per quanto riguarda l’Italia sono 28 i vincitori che svolgono la loro attività di ricerca nel nostro Paese, distribuiti in 17 tra università ed enti di ricerca: le università di Milano, Padova, Bologna, Pavia, Sapienza di Roma, Federico II di Napoli, Firenze, Perugia, Ca’ Foscari di Venezia, Bocconi di Milano, Genova, Modena e Reggio Emilia, Humanitas, il Politecnico di Bari, Human Tecnopole, Scuola Normale Superiore di Pisa e Istituto Italiano di Tecnologia (Iit). Tantissimi i temi: dai nuovi materiali fotoluminescenti di Daniele Cortecchia dell’Iit alla ricerca di nuove tecniche per il raffreddamento passivo degli edifici e ridurre i pericoli delle isole di calore guidata Anna Laura Pisello dell’Università di Perugia, passando dai tentativi di scoprire l’origine dell’acqua presente sul pianeta dallo studio dei diamanti, guidato da Martha Giovanna Pamato dell’Università di Padova, fino a Nanowhyr guidato da Marta De Luca della Sapienza per sviluppare nuove tecnologie per i computer quantistici. Ben 15 dei progetti ospitati in Italia sono guidati da ricercatrici, un dato sopra la media europea.

    “Lasciare che i giovani talenti prosperino in Europa e perseguano le loro idee più innovative: questo è il miglior investimento per il nostro futuro, anche considerando la concorrenza in continua crescita a livello globale. Dobbiamo fidarci dei giovani e delle loro intuizioni su quali aree saranno importanti domani”, ha commentato la presidente del Consiglio Europeo delle Ricerche, Maria Leptin.

  • Docenti marocchini accusati di richieste di sesso in cambio di voti

    Quattro docenti universitari in Marocco sono comparsi in tribunale accusati di offrire voti migliori alle studentesse in cambio di sesso. Sono accusati di incitamento alla dissolutezza, discriminazione di genere e violenza contro le donne. Un quinto docente è comparso in tribunale mercoledì con l’accusa di aggressione e brutali percosse.

    Lo scandalo riguarda la Hassan First University nella città di Settat, ma è solo l’ultimo di una serie di denunce di molestie sessuali nelle università marocchine negli ultimi anni. La maggior parte degli accusati non è andata a processo.

  • I ministri del G20 adottano una dichiarazione per mettere la ricerca, l’istruzione superiore e la digitalizzazione al servizio della lotta contro il coronavirus

    I ministri della ricerca e dell’istruzione superiore presenti alla prima riunione del G20 sulla ricerca e l’istruzione hanno adottato la “Dichiarazione dei ministri del G20 sulla mobilitazione della ricerca, dell’istruzione superiore e della digitalizzazione a favore di una ripresa sostenibile, resiliente e inclusiva”. La dichiarazione è incentrata su tre pilastri: 1. far fronte alla natura mutevole delle competenze; 2. principi e valori etici della ricerca e dell’istruzione superiore; 3. verso una comprensione comune degli spazi digitali.

    La Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani Mariya Gabriel, che ha partecipato virtualmente alla riunione, ha commentato: “Questo processo permetterà di sfruttare al meglio tutto il potenziale della digitalizzazione nell’istruzione superiore e nella ricerca. È nostra intenzione sviluppare una forza lavoro digitale qualificata e un ecosistema connesso di infrastrutture di ricerca digitale basato su principi scientifici aperti e valori etici condivisi.”

    La dichiarazione è in linea con i lavori dell’UE diretti a realizzare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca e lo Spazio europeo dell’istruzione, ad attuare il nuovo  piano d’azione per l’istruzione digitale e a sfruttare il potenziale di ricerca e innovazione degli istituti di istruzione superiore in Europa.

    Fonte: Commissione europea

  • Dal boom dei grillini nel 2013 sempre più cervelli fuggono dall’Italia appena si laureano

    Quando si dice il caso: dal 2013, quando iniziò il percorso che fece di Luigi Di Maio prima il vicepresidente della Camera, poi il vice di Giuseppe Conte premier insieme a Matteo Salvini, i neolaureati che se ne sono andati dall’Italia, come attesta il ‘Rapporto sul sistema universitario 2021’ della Corte dei Conti, sono aumentati del 41,8%. Altro che reddito di cittadinanza, i magistrati contabili evidenziano che la fuga dei cervelli è dovuta alla voglia di lavorare in base alla formazione che si è conseguita: il rapporto segnala infatti che i giovani fuggono dalle “persistenti difficoltà di entrata nel mercato del lavoro”, che dal fatto “che la laurea non offre, come in area Ocse, possibilità d’impiego maggiori rispetto a quelle di chi ha un livello di istruzione inferiore”.

    Per capire l’entità della disfatta italiana su questo fronte è importante sapere che lo studio della Corte dei conti ha analizzato ad ampio spettro la vicenda, avendo approfondito aspetti come il finanziamento, la composizione, le modalità di erogazione della didattica, l’offerta formativa e il ranking delle università italiane (98 atenei di cui 67 statali, che comprendono 3 Scuole Superiori e 3 Istituti di alta formazione, nonché 31 Università non statali, di cui 11 telematiche). Il tutto non senza segnalare che l’Anvur, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, ha fatto emergere giudizi di qualità elevati in prevalenza per le università del Nord del Paese rispetto a quelle del Sud e criticità per quelle telematiche.

    Sul fronte dell’abbandono dell’istruzione universitaria dei giovani provenienti da famiglie con redditi bassi, la Corte dei conti punta il dito su “fattori culturali e sociali” ma anche al fatto che “la spesa per gli studi ‘terziari’, caratterizzata da tasse di iscrizione più elevate rispetto a molti altri Paesi europei, grava quasi per intero sulle famiglie, vista la carenza delle forme di esonero dalle tasse o di prestiti o, comunque, di aiuto economico per gli studenti meritevoli meno abbienti”. Per questa ragione i magistrati contabili suggeriscono di mettere mano quanto prima a “un’opera di aggiornamento e completamento dell’attuale normativa per dare piena attuazione alla disciplina del diritto allo studio con la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) e l’attivazione degli strumenti per l’incentivazione e la valorizzazione del merito studentesco”.

    Tra il tanto che non funziona il rapporto evidenzia “criticità” anche nell’ambito della ricerca scientifica, con particolare attenzione a quella degli atenei: “nel periodo 2016-2019 l’investimento pubblico nella ricerca appare ancora sotto la media europea”, mentre le attività di programmazione, finanziamento ed esecuzione delle ricerche si caratterizzano “per la complessità delle procedure seguite, la duplicazione di organismi di supporto, nonché per una non sufficiente chiarezza sui criteri di nomina dei rappresentanti accademici, tenuto conto della garanzia costituzionale di autonomia e indipendenza di cui all’art. 33 della Costituzione”. Giudizio negativo (“ancora poco sviluppati”) anche sui programmi di istruzione e formazione professionale, sulle lauree professionalizzanti in edilizia e ambiente, energia e trasporti e ingegneria. Infine una bordata finale: “mancano i laureati in discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e questo incide negativamente sul tasso di occupazione”.

  • Erasmus+: oltre 28 miliardi di euro a sostegno della mobilità e dell’apprendimento per tutti, in tutta l’Unione europea e oltre

    La Commissione ha adottato lo scorso 25 marzo il primo programma di lavoro annuale di Erasmus+ per il periodo 2021-2027. Con una dotazione di 26,2 miliardi di euro (rispetto ai 14,7 miliardi di euro del periodo 2014-2020), integrati da circa 2,2 miliardi di euro provenienti dagli strumenti esterni dell’UE, il programma, nuovo e riveduto, finanzierà progetti di mobilità per l’apprendimento e di cooperazione transfrontaliera per 10 milioni di cittadini europei di tutte le età e di ogni estrazione. Il programma punta a essere ancora più inclusivo e a sostenere le transizioni verde e digitale, come stabilito nello spazio europeo dell’istruzione. Erasmus+ sosterrà inoltre la resilienza dei sistemi di istruzione e formazione di fronte alla pandemia.

    Qualsiasi organismo pubblico o privato attivo nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport può presentare domanda di finanziamento, avvalendosi dell’aiuto delle agenzie nazionali Erasmus+ che sono presenti in tutti gli Stati membri dell’UE e nei paesi terzi associati al programma.

    Il nuovo programma Erasmus+ offre opportunità relative a periodi di studio all’estero, tirocini, apprendistati e scambi di personale in tutti gli ambiti dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. È aperto agli alunni delle scuole e agli studenti dell’istruzione superiore e dell’istruzione e formazione professionale, ai discenti adulti, ai giovani che partecipano a uno scambio, agli animatori giovanili e agli allenatori sportivi.

    Oltre che nella mobilità, che assorbe il 70% del bilancio, il nuovo programma Erasmus+ investe anche in progetti di cooperazione transfrontaliera che possono coinvolgere istituti di istruzione superiore (ad esempio l’iniziativa delle università europee); scuole; istituti di istruzione e formazione degli insegnanti (ad esempio le accademie degli insegnanti Erasmus+); centri per l’apprendimento degli adulti; organizzazioni giovanili e sportive; erogatori di istruzione e formazione professionale (ad esempio centri di eccellenza professionale); altri operatori nel settore dell’apprendimento.

    Le principali caratteristiche del programma Erasmus+ 2021-2027 sono le seguenti:

    Erasmus+ inclusivo: per offrire maggiori opportunità a coloro che ne hanno meno, comprese le persone provenienti da contesti culturali, sociali ed economici diversi e le persone che vivono in zone rurali e remote. Tra le novità figurano gli scambi individuali e di classi per gli alunni delle scuole e la mobilità per i discenti adulti. Per le organizzazioni più piccole, come le scuole, le associazioni giovanili e i club sportivi, sarà più facile fare domanda grazie a partenariati su scala ridotta e all’uso di sovvenzioni semplificate. Il programma sarà inoltre più internazionale, per cooperare con i paesi terzi, basandosi sui successi del precedente programma, mediante scambi e progetti di cooperazione in tutto il mondo, che ora si estendono anche allo sport e ai settori dell’istruzione e formazione professionale;

    Erasmus+ digitale: la pandemia ha evidenziato la necessità di accelerare la transizione digitale dei sistemi di istruzione e formazione. Erasmus+ sosterrà lo sviluppo delle competenze digitali, in linea con il piano d’azione per l’istruzione digitale. Renderà possibili scambi e formazione in ambito digitale di elevata qualità, mediante piattaforme quali eTwinningSchool Education Gateway e il portale europeo per i giovani e incoraggerà i tirocini nel settore digitale. Nuovi formati, come quelli dei programmi “Blended Intensive”, consentiranno di integrare brevi soggiorni all’estero con l’apprendimento e il lavoro di squadra online. L’attuazione del programma sarà ulteriormente digitalizzata e semplificata con la piena introduzione della carta europea dello studente;

    Erasmus+ verde: in linea con il Green Deal europeo, il programma offrirà incentivi finanziari ai partecipanti che utilizzano modi di trasporto sostenibili. Investirà inoltre in progetti di sensibilizzazione alle tematiche ambientali e agevolerà gli scambi relativi alla mitigazione della crisi climatica;

    Erasmus+ per i giovaniDiscoverEU diventa ora parte integrante di Erasmus+ e offre ai giovani di 18 anni la possibilità di ottenere un biglietto ferroviario per viaggiare in tutta Europa, imparare da altre culture e incontrare altri giovani europei. Erasmus+ sosterrà inoltre opportunità di scambio e cooperazione attraverso nuove attività di partecipazione giovanile, per aiutare i giovani a imparare a partecipare alla vita democratica e a impegnarsi nella stessa, sensibilizzandoli ai valori europei condivisi e ai diritti fondamentali, e riunendo i giovani e i responsabili politici a livello locale, nazionale ed europeo.

    Lo sforzo di resilienza di Erasmus+ nel contesto della pandemia mobiliterà centinaia di migliaia di scuole, istituti di istruzione superiore, istituti di formazione professionale, insegnanti, giovani, organizzazioni giovanili e sportive, la società civile e altri portatori di interessi. Il programma contribuirà ad accelerare l’adozione di nuove pratiche che migliorino la qualità e la pertinenza dei sistemi per l’istruzione, la formazione e la gioventù in tutta Europa, a livello nazionale, regionale e locale.

    Fonte: Commissione europea

  • In scadenza le iscrizioni ai master di ossigeno ozono terapia

    Scadono rispettivamente il 31 gennaio e il 7 febbraio i termini per iscriversi al master universitario di II livello in  ossigeno ozono terapia presso le università degli studi di Pavia e Unicamillus di Roma.

    Sioot, la società scientifica di ossigeno azoto terapia ricerca che “conseguire una formazione universitaria in Ossigeno Ozono Terapia SIOOT, pratica medica sempre più richiesta dagli utenti e dalle strutture pubbliche e private, apre nuove e concrete possibilità di lavoro. Il titolo del Master Universitario di II Livello di Ossigeno Ozono Terapia SIOOT ha validità legale”.

    Chi volesse informarsi può chiamare il numero 035.19910105 o scrivere a info@ossigenoozono.it.

  • Knowledge that matters, il video con il quale Petrantoni ha trasformato il motto della Bocconi in opera d’arte

    Lorenzo Petrantoni, artista e graphic designer, ha firmato la realizzazione di ‘Knowledge that matters’, l’opera che trasforma la ricerca e il sapere scientifico dell’Università Bocconi in una grande installazione di 9,5 metri per 2. Per crearla sono state usate 20.000 immagini tratte dai paper scientifici dei 100 professori della Bocconi più citati su Google Scholar; dai libri e dai lavori di ricerca dei 21 rettori che hanno guidato la Bocconi dalla sua fondazione e dei protagonisti della storia dell’ateneo; da 100 tesi di laureati Bocconi a partire da quella di Adelina Gallo, prima donna a laurearsi in Bocconi con uno studio sull’immigrazione operaia femminile nel comune di Milano tra il 1884 e il 1910; dai documenti storici sulla fondazione dell’Università. Petrantoni ha inoltre utilizzato le immagini del fondatore dell’Ateneo, Ferdinando Bocconi, e del figlio Luigi, al quale l’Università è intitolata.

  • Fausto Biloslavo non può parlare all’Università di Trento

    Non si sa se sia più grave l’aver impedito ad un giornalista di parlare all’università o non aver sentito proferire parola al riguardo da parte del Ministro dell’Istruzione, complice anche una certa indifferenza dell’Ordine dei giornalisti che tutti i suoi iscritti (e non solo) dovrebbe tutelare. Evidentemente se il giornalista in questione si chiama Fausto Biloslavo e l’Università è quella di Trento è probabile che tutto alla fine torni. Il noto inviato di guerra, che sapientemente ha raccontato e racconta quanto accade nelle più calde aree di crisi nel mondo, era stato invitato ad intervenire in un convegno, organizzato dall’ateneo trentino, sulla Libia, paese del quale Biloslavo è attento conoscitore. La notizia non è stata accolta bene da un gruppo di studenti facinorosi  di estrema sinistra (crediamo nella serietà e nella sana curiosità per il sapere della stragrande maggioranza degli studenti dell’Università di Trento) che, divulgando volantini con il volto del giornalista a testa in giù, si sono opposti alla presenza di Biloslavo all’università. E il Rettore, probabilmente davanti a veementi atti di protesta, ha accettato la richiesta, scusandosi con il giornalista e invitandolo a tornare all’università. Non è dato sapere però se questi studenti siano stati segnalati alle Forze dell’Ordine né finora si è levata la voce del Ministro Fioramonti. Perfino l’Ordine dei Giornalisti ha preso blanda posizione. Tocca pensare, purtroppo, che, ancora oggi, la cultura si crede possa essere appannaggio solo della sinistra (e Biloslavo è considerato uomo di destra anche per le sue inchieste sul massacro delle Foibe), o di una certa parte, che in certi atenei sopravviva la parte peggiore delle ideologie che permette ad ex terroristi o a personaggi che con la cultura e la divulgazione hanno ben poco da spartire di poter tenere lectio magistralis. Ciriani, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, ha annunciato un’interrogazione a Fioramonti. Viene spontaneo chiedersi: ma è possibile che con tutte le importanti questioni da affrontare e decidere in Parlamento, qualcuno debba ricorrere ad un’interrogazione per chiedere un atto di condanna da parte del Ministro e rivendicare che la libertà di parola, pensiero e credo, sul finire del 2019, sia un diritto inalienabile per tutti?

  • Liu Bolin in Bocconi

    Ha fatto da prologo alla mostra di scatti selezionati a lui dedicata, visitabile all’Università Bocconi di Milano fino al 15 gennaio 2020, la performance di fotografia mimetica dell’artista cinese Liu Bolin e riservata alla comunità dell’Ateneo.  Esposta nel campus Bocconi, la mostra personale dell’artista “La Forma Profonda del Reale” è organizzata in collaborazione con MIA Photo Fair. Le fotografie ritraggono proprio la sua sagoma mimetizzata nei luoghi che ha deciso di immortalare. Bolin, definito ‘l’uomo invisibile’, assai popolare, geniale e sorprendente ha cominciato ad effettuare le sue performance a seguito della distruzione del villaggio in cui viveva, a nord-est di Pechino, avvenuta su ordine delle autorità governative nel 2005. Da quel momento Bolin fa ricorso alla matrice prospettica per creare l’immagine che ha dato origine alla serie di scatti intitolata Hiding in the city (Nascondersi nella città). Tracciando sul proprio corpo le linee delle macerie del suo quartiere, ottiene un’immagine in cui l’elemento perturbativo dello spazio, costituito dalla sua sagoma, costringe lo spettatore a soffermare lo sguardo su quella esatta porzione di realtà. Il significato che dà l’artista al suo celarsi nello spazio è proprio questo: attirare l’attenzione su determinati luoghi e paesaggi, rendendosi quasi invisibile. La mostra, ad ingresso libero e gratuito, è visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 20 e il sabato dalle ore 10 alle 18 nel piano seminterrato di via Sarfatti, 25.

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