vaccino

  • Libertà vo cercando

    “Libertà vo cercando, che è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta”: nel Purgatorio di Dante sono queste le parole che Virgilio rivolge a Catone Uticense.

    Mai come in questo anno, che commemora Dante Alighieri e che vede l’Italia, come gran parte del resto del mondo, combattere ancora contro la pandemia, questa parole dovrebbero ricordare a tutti che per difendere la propria libertà non si può mettere a rischio la libertà e la salute degli altri. I nostri diritti individuali trovano confine nel rispetto dei diritti altrui, della collettività. Chi dimentica questo, sia che si tratti di un politico, di un giornalista, di una persona immagine o di un semplice cittadino, si mette fuori da quell’ordine sociale che ha dato vita, e tiene in vita, la democrazia. Tutte le polemiche e le proteste messe in essere in questi giorni, in totale spregio di qualunque misura cautelare contro il diffondersi del virus, dimostrano come intolleranza, ignoranza, disprezzo degli altri e confusione mentale si stiano diffondendo in una società che preferisce sposare acriticamente qualunque falsa notizia che appaia sulla rete che tenere conto della realtà. Una realtà tragica che, in questi lunghissimi mesi, ha visto morire 127.971 persone ed altre decine di migliaia a non essere completamente guarite e ancora portatrici di patologie gravi ed invalidanti. Una società che sembra accettare che battere la gran cassa dei propri personali interessi sia consentito a prescindere dalle conseguenze che ci saranno e dove l’intolleranza è alleata alla stupidità di chi, per non mettere la mascherina, mette a rischio gli altri e se stesso, salvo poi pretendere di essere curato a spese di tutti, in ospedale. La libertà individuale, se non si svolge un’attività che porta a contatto con gli altri, dà diritto a non vaccinarsi, a non mettere la mascherina, a non lavarsi le mani ma, in questo caso, il diritto alla libertà di tutti gli altri deve imporre che chi non accetta le regole comuni deve starsene a casa sua fino alla fine della pandemia, deve pagarsi le spese sanitarie, se contrae il virus, deve rispondere, a termini di legge, se ha infettato altri e procurato danni ai singoli o alla collettività.

    Avvilisce che per alcuni il vaccinarsi o meno sia diventato un elemento divisivo che porta a vere manifestazioni di violenza, non solo verbale, e a posizioni pseudo politiche e pseudo culturali che danneggiano una vita civile e relazionale corretta. Anche questi sono tra i danni del covid. Tra i possibili scenari invece ottimisti quello che questa pandemia possa portarci ad affrontare più preparati il futuro, partendo dalla Medicina del territorio, dalla prevenzione ed organizzazione a monte, dal controllo globale sulle ricerche scientifiche per evitare quelle scorrette e pericolose, dallo scambio tempestivo di informazioni utili ad una maggior serietà e consapevolezza di tutti coloro che, a vario titolo, si occupano della cosa pubblica, dalla gestione delle reti all’informazione, dalla politica, all’economia, alla cultura.

  • Dire sì al vaccino anti Covid-19 è one health, lo afferma l’ANMVI, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

    Riceviamo un comunicato dall’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) che pubblichiamo di seguito

    (Cremona 22 luglio 2021)- Dire sì alla vaccinazione anti-Covid-19 per alzare uno scudo sanitario anche a protezione del mondo animale.

    L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani lancia una campagna social per incoraggiare le persone alla vaccinazione anti Covid-19. Le motivazioni sono “one health”: la storia dell’interfaccia uomo-animale insegna che persone e animali vivono nello stesso eco-sistema sanitario.

    Ad oggi, le evidenze scientifiche sul coronavirus che causa la malattia Covid-19 dicono che il vettore è l’uomo e che il contagio è interumano. I rari casi di trasmissione dalle persone agli animali si sono verificati in contesti ad elevata circolazione virale di SARS CoV-2, in condizioni di contatto stretto con alcune specie animali suscettibili e da parte di persone infettate da SARS CoV-2 che avevano sviluppato la malattia Covid-19.

    Abbattere la pressione di SARS CoV-2 sulla popolazione umana è fondamentale per tutti- spiega il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi. “Noi Medici Veterinari siamo la barriera sanitaria per eccellenza fra persone e animali ed è naturale incoraggiare sempre alla prevenzione delle zoonosi. Anche delle zoonosi emergenti quale è considerato SARS CoV-2 sia dall’OMS che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE)”- conclude.

  • Indagine Eurobarometro: ampio sostegno alla vaccinazione contro il COVID-19, ma riluttanza in alcune fasce della popolazione

    L’ultima indagine Flash Eurobarometro condotta alla fine di maggio mostra che tre quarti della popolazione dell’UE (75%) considerano i vaccini contro il COVID-19 l’unico modo per porre fine alla pandemia. Quasi sette intervistati su dieci (69%) sono già vaccinati o disposti a essere vaccinati il prima possibile e il 79% intende essere vaccinato entro la fine dell’anno. Vi sono tuttavia differenze significative tra gli Stati membri e a seconda dell’età dei rispondenti: chi ha meno di 45 anni tende a essere più titubante.

    In media, il 70% ritiene che l’UE svolga un ruolo fondamentale nel garantire l’accesso ai vaccini contro il COVID-19 nel proprio paese. La maggioranza relativa è soddisfatta del modo in cui l’UE ha gestito la strategia di vaccinazione (47% soddisfatto, 45% insoddisfatto). I pareri sul modo in cui i governi nazionali hanno gestito questa strategia sono leggermente più critici (46% soddisfatto, 49% insoddisfatto). I risultati completi dell’indagine Flash Eurobarometro, condotta tra 26 106 persone tra il 21 e il 26 maggio 2021, sono disponibili al seguente link https://europa.eu/eurobarometer/surveys/detail/2512

    Fonte: Comunicato stampa Commissione europea

  • In attesa di Giustizia: caccia al colpevole

    Nei giorni del timore degli effetti collaterali e della dilagante, improvvisa, sfiducia nei vaccini in seguito ad alcuni decessi di persone vaccinate con AstraZeneca, la magistratura inquirente non ha perso l’occasione per una muscolare dimostrazione del proprio potere, dando avvio alla caccia al colpevole.

    Il riferimento non è certo all’Autorità Giudiziaria che ha, responsabilmente, disposto il sequestro dei lotti sospetti di vaccino quanto al Procuratore di Siracusa che, in seguito alla morte di un ufficiale della Marina ha iscritto sul registro degli indagati una decina di persone tra personale medico ed infermieristico impegnato a livello locale nella campagna di somministrazione.

    Iniziativa formalmente legittima seguita dalla notifica della informazione di garanzia:  “atto dovuto” come si suol dire in questi casi, volto a stimolare il diritto di difesa sin dalle prime battute di un indagine.

    Già, ma la difesa da che? Ammettendo senza concederlo che sia stato commesso un reato, ciò potrebbe essere avvenuto a monte: nella produzione ovvero nella catena di distribuzione/conservazione del vaccino ma, a prescindere dal fatto che – allo stato – manca persino un principio di prova che qualcosa di simile sia accaduto, per quello che riguarda, a valle,  il personale sanitario non è ipotizzabile alcuna responsabilità.

    Il nostro codice penale, infatti, prevede la scriminante (cioè a dire una circostanza, una condizione, che esclude la antigiuridicità della condotta) dell’adempimento di un dovere: e quello di somministrare il vaccino era ed è sicuramente un compito specifico dei sanitari.

    Cose che si studiano al secondo anno di giurisprudenza e il Procuratore di Siracusa dovrebbe saperle…tuttavia, ormai è storia nota, così van le cose nel Paese del diritto dove è spesso buio fitto: un P.M., con buona pace di quello che cerca di sostenere a contrario Piercamillo Davigo, può indagare chi vuole e come vuole anche in assenza di un indicatore pur minimo della commissione di un reato.

    Nel frattempo, l’“atto dovuto” determina ansia, spese, tempo da dedicare a difendersi a carico dei destinatari della informazione di garanzia esposti – per non farsi mancare nulla – ad un giudizio anticipato di condanna da parte dell’opinione pubblica.

    Vero è che l’azione penale è obbligatoria ma esercitarla con prudenza dovrebbe essere suggerimento che il buon senso detta ad ogni Pubblico Ministero.

    Gli accadimenti, anche sul versante giudiziario – che fa sempre audience – rischiano di determinare un diffuso senso di sfiducia nella campagna vaccinale di cui non si sentiva il bisogno dopo avere scampato l’effetto rebound della campagna pubblicitaria messa in campo da Domenico Arcuri prima di essere sostituito, discretamente interrotta dopo la messa in onda del primo inquietante spot di una serie di tre: duetto in chiaroscuro tra madre-figlia, in una RES, con la genitrice che sollecita la figlia a farsi vaccinare perché “deve volersi bene”.

    Campione di zapping immediato verso altri canali nel brevissimo tempo della sua programmazione, questo capolavoro è stato firmato d Giuseppe Tornatore, la colonna sonora è di altro premiato con l’Oscar, Nicola Piovani, e c’è solo da sperare che all’ex Commissario Straordinario tutto ciò sia stato generosamente offerto e non pagato con denari pubblici meglio destinabili altrove. Rimane una quasi certezza visti gli sviluppi della campagna vaccinale e l’apertura del fronte giudiziario: sia mai che Domenico Arcuri, oltre che essere un paradigma del flop, porti anche un po’jella?

  • Un percorso comune per riaprire l’Europa in sicurezza

    Alla vigilia della riunione dei leader europei del prossimo 25 marzo, la Commissione invita gli Stati membri a prepararsi a un approccio coordinato in vista di una revoca graduale delle restrizioni per il COVID-19 quando la situazione epidemiologica lo consentirà.
    In una comunicazione adottata il 17 marzo viene tracciata la via da seguire per una politica equilibrata e un approccio comune a livello di UE, con indicazione di ciò che occorre fare per anticipare il momento in cui potremo recuperare il nostro stile di vita europeo, in sicurezza e in modo duraturo, tenendo sotto controllo il virus.

    Se da un lato la situazione epidemiologica richiede un controllo continuo fino al raggiungimento di una copertura vaccinale sufficiente, dall’altro è necessario creare le condizioni in tutto il mercato unico per consentire una riapertura sicura e duratura, che consenta ai cittadini di tornare a godere pienamente dei loro diritti e di riprendere l’attività economica e sociale. Tra le misure del caso rientrano il “certificato verde digitale” relativo alla vaccinazione, ai test e alla guarigione, il ricorso a un quadro comune per le misure di risposta, orientamenti su ulteriori strategie diagnostiche, quali il monitoraggio delle acque reflue per il tracciamento delle varianti, investimenti nella diagnostica e nelle cure. Nella comunicazione è inoltre indicata una serie di provvedimenti finalizzati a rafforzare la resilienza globale attraverso il COVAX e il meccanismo dell’UE di condivisione dei vaccini.

    La Commissione ha adottato una proposta legislativa che istituisce un quadro comune per un certificato verde digitale relativo alla vaccinazione, ai test e alla guarigione. Si tratta di un approccio a livello di UE per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati per agevolare la libera circolazione all’interno dell’UE basato sul rispetto rigoroso del principio della non discriminazione e dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione europea.

    Sarà definito un quadro tecnico a livello di UE, da applicarsi entro la metà di giugno, che garantirà la sicurezza, l’interoperabilità e il pieno rispetto della normativa a tutela dei dati personali. Sarà inoltre possibile estenderlo ai certificati compatibili rilasciati in paesi terzi.

    Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie sta mettendo a punto un quadro per aiutare gli Stati membri a prendere decisioni sull’applicazione delle misure restrittive. Con questo approccio saranno definiti livelli in grado di rappresentare la situazione epidemiologica in ciascuno Stato membro. Saranno quindi possibili simulazioni sul margine di manovra a disposizione di ogni Stato membro per ridurre le misure di risposta senza il rischio di un’inversione di tendenza e di un nuovo aumento dei contagi. Ad aprile sarà operativo uno strumento digitale interattivo che potrà essere utilizzato dagli Stati membri.

    Stanno cominciando ad essere commercializzati test autodiagnostici per il COVID-19 (sia kit di autoprelievo che autodiagnostici). IL Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie pubblicherà a breve orientamenti tecnici sui test autodiagnostici per il COVID-19 recanti informazioni sulla disponibilità di tali test, sulla loro affidabilità rispetto ai test RT-PCR, che costituiscono lo standard di riferimento, sulle relative implicazioni per il flusso delle informazioni e la sorveglianza epidemiologica e sulle modalità d’uso.

    La Commissione ha inoltre adottato una raccomandazione in cui chiede agli Stati membri di monitorare le acque reflue per effettuare il tracciamento del COVID-19 e le sue varianti, condividere i dati con le autorità sanitarie competenti per l’individuazione precoce della presenza del virus e individuare i cluster epidemici. Essa promuove il ricorso a metodi comuni di campionamento, diagnosi e analisi dei dati, con il sostegno di una piattaforma europea di scambio, prevedendone il corrispondente sostegno finanziario.

    Lo scambio di dati tra le autorità degli Stati membri che si occupano del tracciamento dei contatti può essere particolarmente importante quando i viaggiatori attraversano le frontiere stando a distanza ravvicinata, ad esempio in aereo o in treno. Gli Stati membri possono utilizzare moduli digitali di localizzazione dei passeggeri per raccogliere i dati dei viaggiatori transfrontalieri che entrano nel loro territorio. Per consentire agli Stati membri di scambiarsi i dati attraverso la piattaforma di scambio sviluppata dalla Commissione e dall’AESA, la Commissione ha pubblicato oggi progetti di misure che stabiliscono le condizioni giuridiche necessarie per il trattamento di tali dati personali, da adottarsi entro la stagione estiva dei viaggi.

    Con una strategia comune sulle cure prevista per la metà di aprile si cercherà di accelerare la ricerca e la produzione, per giungere rapidamente a cure valide. Per le cure saranno adottate misure normative più flessibili, come agevolazioni per l’etichettatura, per consentire approvvigionamenti rapidi su larga scala durante la pandemia.

    Per il settore del turismo e dell’ospitalità la Commissione ha chiesto al Comitato europeo di normazione di mettere a punto, in collaborazione con l’industria e con gli Stati membri, un sigillo sanitario volontario da utilizzarsi per le strutture ricettive. Questo sigillo sarà disponibile entro l’estate.

    La Commissione promuoverà siti del patrimonio culturale dell’UE e itinerari culturali, eventi culturali e festival mediante una campagna sui social media sul turismo culturale sostenibile. Quando le condizioni lo consentiranno saranno supportate nuove iniziative attraverso Erasmus+ e la relativa azione DiscoverEU per promuovere la scoperta da parte dei giovani del patrimonio culturale europeo in treno, durante e oltre l’Anno europeo delle ferrovie.

    Un percorso duraturo per uscire dalla pandemia di COVID-19 nell’UE dipende dai progressi ottenuti a livello mondiale. Nessun paese o regione del mondo sarà al riparo dal COVID-19 se non vi sarà un contenimento a livello globale del virus. L’UE e i suoi Stati membri stanno investendo nello strumento COVAX e definendo un approccio europeo coordinato alla condivisione dei vaccini con l’istituzione di un meccanismo dell’UE di condivisione dei vaccini per aiutare i paesi partner a superare la pandemia. L’approccio europeo alla condivisione dei vaccini, che aiuterà i paesi vicini e i paesi partner a superare la pandemia, si aggiunge agli investimenti per 2,2 miliardi di euro del Team Europa (formato da Commissione, Stati membri e BEI) nello strumento COVAX.

    I prossimi mesi della pandemia di COVID-19 richiederanno un’azione risoluta per giungere a una riapertura sicura e duratura delle nostre società e delle nostre economie. È necessaria un’azione coordinata a tutti i livelli per fare in modo che con le prossime iniziative si riesca a ridurre nella maniera più efficace la diffusione del coronavirus, a sostenere i cittadini e le imprese e a permettere alle nostre società di tornare a una situazione più normale. L’UE sta predisponendo “HERA Incubator”, un piano europeo di preparazione alla difesa biologica contro le varianti della COVID-19 che riunirà ricercatori, aziende di biotecnologie, produttori, autorità di regolamentazione e autorità pubbliche per monitorare le varianti, scambiare dati e collaborare all’adattamento dei vaccini. Nel lungo periodo, inoltre, l’UE deve attuare un quadro più solido per la resilienza e la preparazione ad eventuali pandemie future. È già questo l’obiettivo delle proposte per un’Unione europea della salute.

    Su richiesta del Consiglio europeo, la Commissione europea pubblicherà nel giugno 2021 un documento sugli insegnamenti tratti dalla pandemia e sulla via da seguire per un futuro più resiliente.

  • Appello dei Veterinari di tutta Europa: vaccinateci!

    Riceviamo e pubblichiamo il comunicato diramato dall’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani 

    ANMVI: I Medici Veterinari sono una barriera sanitaria. Vaccinarli è una priorità di sanità pubblica che nessun piano può trascurare

    (Cremona 1 febbraio 2021) – I Veterinari di tutta Europa stanno sollecitando le autorità nazionali ed europee ad includerli fra le categorie prioritarie da vaccinare contro il virus SARS CoV-2. ANMVI aderisce all’appello internazionale lanciato oggi dalla Federazione dei Veterinari Europei (FVE).

    Perché vaccinare i veterinari – Vanno protette le attività essenziali esercitate dalla Veterinaria, ovvero:

    – supporto diretto alle aziende zootecniche e alimentari;

    – continuità di approvvigionamento alimentare sicuro e sufficiente;

    – attività nei macelli e degli stabilimenti di trasformazione, riconosciuti come “hotspot” COVID, cioè particolarmente vulnerabili;

    – garanzia di salute e il benessere degli animali da compagnia che svolgono un ruolo importante nel sostenere il benessere fisico e mentale dei loro proprietari durante la pandemia.

    Esposizione critica- La FVE evidenzia che la professione veterinaria ha messo in atto importanti misure di gestione del rischio durante la pandemia (distanza fisica dai clienti, protezione dello staff, ecc.) ma anche la difficoltà che l’adozione di queste precauzioni può comportare nello svolgimento di attività pratiche (come maneggiare animali ed eseguire procedure mediche) e l’esposizione potenziale a persone infette, “nonché ad alcune specie animali che sappiamo possono essere infettate da COVID”- avverte la FVE.

    Vaccini e ricerca grazie a Veterinari– I laboratori veterinari eseguono i test COVID, i veterinari fanno parte dei comitati consultivi COVID dell’UE e di alcuni Paesi, fanno anche parte della missione dell’OMS in Cina per investigare sull’origine della pandemia.  I veterinari sono fondamentali per la ricerca, lo sviluppo e la fornitura di medicinali e vaccini, compresi i vaccini contro COVID-19- fa notare la FVE. Molte delle principali aziende che hanno un vaccino COVID sul mercato sono guidate da veterinari.

    Condividendo l’iniziativa, l’ANMVI torna a sollecitare le autorità nazionali, il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Presidente delle Regioni Stefano Bonaccini e il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, che nei giorni scorsi aveva promesso il proprio interessamento, in risposta ad una lettera del Presidente ANMVI Marco Melosi. I Medici Veterinari, non va dimenticato, sono una barriera sanitaria tra Animali e Persone che impedisce la trasmissione di malattie.

    Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani- 0372/40.35.47

  • Piano vaccinale: il “miracolo italiano”

    Ricapitolando: nel periodo intercorso tra le ipotesi delle prime risposte vaccinali alla pandemia proposte dalle case farmaceutiche internazionali alla disponibilità effettiva dei vaccini il governo attuale non ha ancora allestito un piano vaccinale.

    Attualmente vengono vaccinati 15.222 persone al giorno: con questo ritmo saranno necessari dieci (10) anni per vaccinare tutti gli italiani. Viceversa, l’obiettivo di vaccinare 458.000 persone alla settimana definito dal governo Conte porta a tre (3) gli anni necessari per la vaccinazione dell’intera popolazione.

    Ora questi numeri potranno sembrare assolutamente indicativi e probabilmente lo sono anche.

    Da un governo, tuttavia, qualsiasi sia  l’orientamento politico si dovrebbe pretendere che tra la fine di ottobre e dicembre si adoperasse per l’allestimento di un piano vaccinale puntuale e già reso operativo in attesa dei vaccini. Si è pensato, invece, al cashback che verrà finanziato per di più con il recovery fund, esattamente come il bonus casa (mentre il recovery fund nasce con l’obiettivo di finanziare investimenti strutturali che si trasformino in fattori economici competitivi (https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-liberta-europea-ed-il-sovranismo-del-governo-conte/).

    Ancora oggi non risultano individuate le strutture idonee per una vaccinazione massiccia e veloce. Si è preferito riporre tutta l’attenzione nell’allestimento narcisistico di 1500 “Primule” all’interno delle piazze italiane esaltandole come la risposta “creativa italiana” ad una domanda potenziale di logistica straordinaria (https://www.ilpattosociale.it/attualita/le-1-500-primule-il-fiore-del-delirio-italico/) mentre in  Germania, già  da novembre, venivano allestiti interi padiglioni di strutture fieristiche che permettessero in modo pragmatico l’accesso al vaccino al maggior numero di persone all’interno di strutture coperte.

    Questo nuovo disastro organizzativo, l’assenza di un piano vaccinale, rappresenta l’ennesima conferma di una incapacità di una qualsiasi visione prospettica espressione di scelte e di priorità molto lontane da una elementare tutela della  salute pubblica.

    Il “miracolo italiano” assume i connotati di questo governo che esce dalla semplice manieristica divisione tra strategie politiche di sinistra o di destra, entra, invece, con pieno merito nel novero delle espressioni più cristalline della assoluta incapacità propria e della maggioranza parlamentare che lo sostiene.

  • Le 1.500 primule: il fiore del delirio italico

    Ormai sembra imminente l’avvio della campagna di vaccinazione tanto negli Stati Uniti quanto in Europa. I vaccini a disposizione cominciano ad essere più di uno ma, in attesa delle autorizzazioni della statunitense FDA e della Europea Ema, i singoli paesi si attivano al fine di individuare i luoghi ed allestire le strutture all’interno delle quali questa complessa operazione di vaccinazione di massa risulterà gestibile.

    In questo senso giova ricordare come le prime categorie che verranno vaccinate saranno sicuramente le persone anziane per tutelare le quali in questa operazione viene richiesta un’alta attenzione sotto il profilo dei tempi di attesa e della accessibilità alle strutture.

    In questo senso, allora, ad Amburgo, in Germania, si stanno allestendo già da un mese, all’interno della struttura fieristica, dei padiglioni nei quali vengono allestite le strutture idonee per la vaccinazione anti covid.

    Una scelta intelligente perché permette a tutte le numerose persone in attesa della vaccinazione di restare all’interno di una struttura coperta, magari fornite di posti a sedere, in considerazione anche delle categorie che per prime riceveranno questo vaccino, cioè le più esposte e più anziane.

    Un esempio, quindi, di polo vaccinale funzionale anche perché è raggiungibile con estrema facilità utilizzando la metro o con auto private usufruendo dei grandi parcheggi disponibili.

    Il governo tedesco ha già raggiunto un accordo con gli istituti federali da oltre un mese per la realizzazione di circa sessantasei (66) strutture simili a questa di Amburgo le quali possono assicurare singolarmente fino a 7.000 vaccinazioni giornaliere.

    Anche il nostro Paese, con estremo ritardo unito ad una insopportabile lentezza, sta ponendo le basi per la realizzazione di una “lucida” strategia sanitaria, espressione della vision logistica ed operativa del commissario Arcuri e dall’architetto Boeri. Ai padiglioni fieristici germanici già strutturati, corretta e valida conferma del pragmatismo tedesco, il nostro governo per mano di Arcuri e Boeri propone millecinquecento (1.500) “creative” tensostrutture a forma di primula da realizzare nelle città italiane. Non sazi della manifestazione della italica sintesi di creatività ed innovazione questi centri vaccinali verranno realizzati all’interno delle piazze cittadine, magari all’interno delle Ztl e forse anche in isole pedonali. Nei nostri centri storici quindi, che risultano piuttosto impermeabili alle persone che rappresentano le categorie per prime interessate dalla vaccinazione non esistendo servizi pubblici adeguati e neppure parcheggi per i familiari che li volessero accompagnare.

    E questa rappresenta la prima grande differenza con la scelta del governo di Angela Merkel. All’interno di queste strutture a Primula, poi, verranno organizzate le vaccinazioni. Questo determina la necessità di allestire 1500 catene del freddo per mantenere alla temperatura indicata il vaccino. Sotto il profilo della strategia logistica un suicidio annunciato che prevede una gestione estremamente complessa. Viceversa in Germania queste catene del freddo al massimo saranno sessantasei come i centri vaccinali. Ecco individuata la seconda grande differenza operata dal governo italiano rispetto alle scelte della Repubblica federale tedesca.

    Senza dimenticare come all’interno di un padiglione fieristico le migliaia di persone che giornalmente si recheranno all’appuntamento con il vaccino potranno usufruire di posti a sedere all’interno della struttura fieristica. Una possibilità assolutamente esclusa con la ridicola superficie offerta dalle “primule” ideata al netto delle esigenze delle persone e del loro complicato accesso.

    Solo in Italia una situazione emergenziale viene sfruttata per offrire una visibilità creativa a danno dell’aspetto funzionale e nello specifico dei cittadini. Solo in Italia.

  • Quanto dura l’efficacia del vaccino?

    In questi giorni si sono scatenate incomprensibili reazioni e polemiche dopo le dichiarazioni del Prof. Andrea Crisanti che aveva affermato, dopo le tante e diverse notizie sui vari vaccini, che si sarebbe vaccinato solo a fronte di dati certi. Lo stesso professore, in una lettera al Corriere del 23 novembre, rimarcava che le aziende produttrici dei vaccini al momento non hanno ancora fornito una adeguata informazione alla comunità scientifica. Dei vaccini, per quanto ne possiamo sapere dagli articoli e dalle dichiarazioni, conosciamo solo che avranno più o meno una efficacia uguale o superiore al 95% e che, presumibilmente, secondo le dichiarazioni del governo italiano, ne arriveranno, a gennaio, dosi sufficienti almeno per il personale sanitario, il resto della popolazione a seguire nel tempo.

    Ci è stato detto che gli effetti collaterali sono poco rilevanti ma senza dirci quali essi possano essere. Sappiamo invece, con certezza, che vi è stata una forte speculazione di borsa, non solo da parte delle case farmaceutiche che hanno individuato i vaccini. Quello che nessuno ci ha detto è se questi vaccini, come è presumibile, rientrano nella fascia dei vaccini che devono essere ripetuti, come accade per quelli dell’influenza. Per ovvie ragioni di tempo, il tempo necessario a vedere i risultati almeno a media distanza, nessuno ha potuto e può dirci quale sarà la validità temporale di questi vaccini. Tenuto conto che chi ha fatto il covid ha anticorpi di protezione efficaci solo per pochi mesi (non si è ancora potuto scientificamente provare quanti mesi e sembrerebbe che anticorpi ed eventuale temporanea immunità variano da persona a persona) è forse previsto di fare e rifare il vaccino in continuazione?

    Mentre continua il martellamento, politico e mediatico sui vaccini promettendo dosi che, comunque, saranno per molti mesi assolutamente insufficienti, vorremmo sapere a che punto è lo studio per un vaccino che immunizzi per sempre, come accade per quello della poliomielite ed altri vaccini obbligatori nell’infanzia.

    Che a problemi urgenti si debba cercare di dare risposte rapide è ovvio, capiamo che non tutto si può fare ma continuiamo a non capire perché si vuole dare tanta risonanza a qualcosa che, in pratica, non è ancora assolutamente certa e, in ogni caso, non risolutiva per tutti e neppure per sempre. Si ha la netta sensazione che tutti gli annunci ed i dibattiti sull’arrivo imminente dei vaccini abbiano come prima utilità quella di tenere sedata, distratta la popolazione rispetto ai gravi errori commessi, a quelli che si continuano a commettere ed alla realtà che alcuni scienziati hanno avuto il coraggio di dire, e che cioè dovremo ancora per lungo tempo abituarci a convivere con il covid. Di conseguenza dovrebbe essere definitivamente arrivato il momento di abbandonare chiacchiere ed annunci: la comunità scientifica si assuma l’onere della ricerca e della giusta e corretta informazione e la politica il compito di ragionare, seriamente e collettivamente, sul nuovo modello di società e di sviluppo che la nuova realtà ci costringe a realizzare.

  • Gli annunci di Pfizer e Moderna spostano i trend delle Borse

    L’annuncio a pochi giorni di distanza prima di Pfizer e poi di Moderna in merito alla predisposizione di due vaccini efficaci almeno al 90% contro il coronavirus ha ridato entusiasmo ai mercati. La possibilità concreta a breve termine di contrastare la pandemia significa infatti che l’ondata in corso può essere contenuta ed eventuali ondate successive potranno essere ancor più circoscritte se non prevenute. In soldoni, i mercati si attendono meno lockdown e un ritorno alla normalità per quanto riguarda lo svolgimento delle ordinarie attività, anche economiche. E questo non può che innescare un trend rialzista dei listini.

    Il 9 novembre l’annuncio di Pfizer ha entusiasmato soprattutto l’Europa (+4,6% contro il +1,13% dell’indice americano S&P 500). Analogamente, l’annuncio di Moderna il 16 novembre è valso un +1,98% per la Borsa di Milano, +1,70% per quella di Parigi, +1,64% per quella di Londra e + 0,52% per quella di Francoforte (dove il titolo Moderna ha chiuso in rialzo del 7,9% a 82 euro), mentre negli States l’indice Standard & Poor’s ha guadagnato l’1,04% e il Nasdaq lo 0,69% (qui il titolo Moderna ha registrato un incremento intorno all’8%, a quota 96 dollari).

    Sostanzialmente, i mercati sono tornati ai livelli di ottobre, quando ci si attendeva ancora la seconda ondata pandemica, poi effettivamente giunta con conseguente rallentamento anche delle attività economiche. Osservando più analiticamente i mercati stessi, si nota che la speranza di vincere la battaglia contro Covid-19 appare in grado di ridare fiato ai titoli ciclici, a discapito del comparto tecnologico, che maggiormente aveva beneficiato del lockdown. Si tratta di un elemento molto importante in chiave prospettica, guardando cioè al 2021. Per tutto l’anno corrente, caratterizzato dal blocco dovuto alla pandemia, i titoli tecnologici Usa sono stati il motore della ripresa, ma ora la prospettiva di un vaccino sta spingendo i flussi verso altri settori, come quelli ciclici, che hanno ancora strada da fare per recuperare le valutazioni pre-Covid.

    Finché il mondo appariva sotto lo scacco del virus le attività economiche tradizionali, diversamente dalle imprese digitali, pativano prospettive di recessione, crollo del settore immobiliare, calo dei prezzi petroliferi, ridotti margini di profitto dovuti a bassi tassi di interesse. E infatti dall’inizio del 2020 il comparto growth è cresciuto di oltre il 25% mentre quello value si è contratto di oltre il 7%. Nel momento in cui appare possibile ‘armarsi’ per respingere l’offensiva di Covid-19, si torna a intravedere la possibilità di produrre e consumare come un tempo. In questo quadro, le aziende digitali appaiono costose e sopravvalutate quanto a prospettive di crescita. E infatti all’affiorare di una speranza non irrealistica di poter tornare a incontrarsi dal vivo e non solo online chiusi in casa propria, i titoli petroliferi sono stati tra i più performanti in Borsa (lunedì l’annuncio di Moderna ha fatto crescere Eni del 5% a Piazza Affari), mentre Zoom il 9 novembre (all’annuncio di Pfizer) ha perso il 17%.

    “I guadagni di oggi sono dei titoli non tecnologici, ovvero di quelli che erano stati penalizzati dal Covid. Da inizio anno i titoli tecnologici hanno guadagnato circa il 40%, mentre il resto dei mercati era morto, inclusa la Borsa Usa se si esclude la tecnologia. Se guardiamo a ciò che è accaduto dopo la notizia dell’arrivo di un vaccino notiamo che a festeggiare è l’economia tradizionale, e non quella tech” ha osservato lunedì 16 Giorgio Arfaras, direttore della Lettera Economica del Centro Einaudi, rimarcando anche che “l’economia del Vecchio continente ha molti meno titoli tecnologici di quella statunitense, è un’economia di composizione più tradizionale”.

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