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  • Con 9 anni di ritardo apre l’aeroporto nuovo di Berlino

    È fatta, certo, ma non poteva accadere in un periodo peggiore: la grande opera incompiuta di Berlino l’aeroporto Willy Brandt, dalla sigla BER, è finalmente entrato in funzione, inaugurato da due atterraggi paralleli di Easyjet e Lufthansa. Dopo 14 anni di lavori di costruzione e innumerevoli rinvii, il momento non poteva essere meno propizio: la pandemia colpisce soprattutto il trasporto aereo, e la piccola cerimonia, in stile Covid, taglierà il nastro ad uno scalo che nasce a mezzo servizio (nelle migliori previsioni).

    Il nuovo aeroporto della capitale tedesca, che sostituirà i due scali di Schönefeld e Tegel, è stato a lungo sotto i riflettori, non solo in Germania. Clamoroso fu l’improvviso rinvio di un’inaugurazione praticamente già pronta, nel 2012, dopo aver già mostrato la nuova struttura alla stampa di tutto il mondo. Difetti tecnici, cui seguirono un mare di polemiche e tante rogne per l’allora sindaco di Berlino, Klaus Wowereit. Con i tempi sono lievitati, inevitabilmente, anche i costi: un investimento di 6 miliardi a fronte di una previsione di 2-3. “Noi ingegneri tedeschi ci siamo vergognati molto”, ammette il direttore generale Lütke Daldrup, citato dalla Welt.

    Ma il nuovo BER si farà perdonare, riuscendo ad accogliere un adeguato numero di passeggeri: quando si tornerà alla normalità prepandemica – le previsioni per il traffico aereo suggeriscono la data del 2024 – l’aeroporto sarà in grado di accogliere 40 milioni di passeggeri in tre dei suoi terminal. I due che sostituisce ne accoglievano fino a 34 milioni.

    Al momento, le compagnie aeree hanno ovviamente ridotto moltissimo l’attività e sono fra le principali vittime dell’impatto economico del coronavirus. Una circostanza che si rifletterà subito anche sui numeri del Willy Brandt, che è entrato in servizio “regolarmente” proprio nel giorno in cui è scattato il semi-lockdown, il 2 novembre. E dunque mentre il governo sconsiglia viaggi nella maggior parte del mondo – anche l’Italia è entrata quasi interamente nella lista dei Paesi a rischio – e vieta i pernottamenti turistici negli alberghi su base federale. Easyjet prevede quindi 180 voli a settimana (fra Tegel e Schonefeld di voli nel 2019 ne offriva 250). E stazionerà qui per ora solo 18 aerei, invece di 34. Lufthansa non ha suoi aerei in questo scalo, e pianifica per ora solo 30 voli al giorno, la metà rispetto ai tempi pre-Covid. La filiale Eurowings, ne prevede 70 a settimana, e Ryanair taglia del 40% l’offerta rispetto all’anno scorso.

    Il sindaco Michael Mueller non si lascia comunque abbattere: “Abbiamo visto con Tegel e Schoenefeld che gli aeroporti guadagnano”, ha detto alla Dpa. Adesso siamo in una fase particolare, ha concluso, “ma quando la crisi sarà superata, il nuovo aeroporto guadagnerà esattamente come quelli vecchi”. Prima però dovrà far rientrare le spese.

  • Anche gli emiri si lanciano alla conquista di Marte

    E’ di nuovo corsa a Marte: approfittando della posizione favorevole del pianeta rosso rispetto alla Terra sono tre le missioni che si preparano a scoprire i segreti del più affascinante dei pianeti, nella speranza di scoprire tracce di vita passata o forse presente. Si chiama Hope, Al Amal in arabo e Speranza in italiano, la prima missione della serie, che è anche la prima degli Emirati Arabi diretta a Marte. A breve sono previste la cinese Tianwen-1, il 23 luglio, e quella americana che il 30 luglio è destinata a portare su Marte il quinto rover della Nasa, Perseverance.

    Al nastro di partenza manca soltanto l’Europa, che non ha potuto approfittare della posizione favorevole del pianeta per lanciare il rover ExoMars 2020, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della russa Roscosmos, a causa di ritardi tecnici e dovuti all’emergenza Covid-19. La nuova missione europea su Marte, anche questa destinata a cercare tracce di vita, dovrà perciò attendere il 2022, quando Marte si avvicinerà nuovamente alla Terra.

    La sonda degli Emirati Arabi Uniti ha così aperto la nuova corsa a Marte. Dopo quella che agli inizi degli anni 2000 aveva affollato l’orbita del pianeta rosso e portato sulla sua superficie i primi rover. Hope è stata lanciata dal Centro Spaziale giapponese di Tanegashima con un razzo H-2A della Mitsubishi e tutto è avvenuto come previsto. Dopo avere inviato il suo segnale a Terra, la sonda ha dispiegato i pannelli solari e ha cominciato il suo viaggio di sette mesi verso Marte. Una volta a destinazione, accenderà i suoi strumenti per studiare sia la superficie del pianeta sia la sua atmosfera, comprese le imponenti tempeste di polvere e le nubi di ghiaccio. L’obiettivo è fornire la prima mappa completa della meteorologia marziana e capire meglio il processo che nel tempo ha permesso al vento solare di strappare via l’atmosfera del pianeta, riducendola a un velo sottilissimo. Nei due anni previsti per la missione, Hope è programmata per fare ricognizioni complete ogni 55 ore e i dati che catturerà potranno aiutare a preparare le future missioni umane sul Marte.

    Il 23 luglio è la data prevista per il lancio della prima missione cinese diretta a Marte, Tianwen-1, che significa “Ricerca della verità celeste” e che nel febbraio 2021 prevede di portare sia un veicolo nell’orbita marziana sia, sul suolo del pianeta rosso, un rover equipaggiato con 13 strumenti. L’obiettivo è studiare l’atmosfera marziana, la struttura interna e la superficie del pianeta, con una particolare attenzione alle tracce della presenza di acqua e a eventuali segnali di forme di vita.

    Il 30 luglio, infine, sarà la volta di Perseverance, il quinto rover che la Nasa si prepara a mandare sulla superficie marziana. La missione, il cui lancio è previsto dalla base dell’aeronautica statunitense a Cape Canaveral (Florida), dovrebbe arrivare a destinazione nel marzo 2021 per circa due anni raccogliere i primi campioni del suolo marziano destinati a essere inviati sulla Terra, probabilmente entro il 2031. Sono rocce preziose perché potrebbero contenere gli indizi sulla presenza, passata o meno, di forme di vita marziana.

  • No alla quarantena per i passeggeri in arrivo: le compagnie aeree criticano la decisione di Londra

    Le compagnie aeree condannano la decisione del Regno Unito di introdurre una quarantena di 14 giorni per i viaggiatori. Il mese scorso, infatti, il governo ha annunciato che, dall’8 giugno tutti i passeggerei in arrivo con voli internazionali, compresi i cittadini britannici di ritorno in patria, devono autoisolarsi e fornire dettagli sul luogo in cui alloggeranno. Le critiche al Governo di Londra partono dal fatto che la proposta di introdurre la quarantena sia arrivata troppo tardi e si rivelerebbe perciò inefficace. All’inizio di questa settimana, il CEO di Ryanair, Micheal O’Leary, ha affermato che la sua compagnia aerea non cancellerà i voli da e per il Regno Unito e ha accusato i ministri di aver elaborato il piano di quarantena mentre in gli inglesi continuano ad ignorarla. British Airways, EasyJet e Ryanair hanno scritto congiuntamente al governo chiedendo un controllo giurisdizionale, ritenendo sproporzionate le regole imposte. L’International Airlines Group ha lamentato inoltre il fatto che le compagnie aeree non sono state consultate in merito a tale mossa.  Il governo britannico è stato da più parti pesantemente criticato per la sua lenta risposta alla pandemia: non ha chiuso i confini, non ha controllato gli arrivi internazionali né testato i viaggiatori durante il periodo più critico della diffusione del Covi-19, insistendo invece fino a maggio che porre restrizioni al confine non avrebbe avuto un impatto significativo sulla diffusione del virus.

  • Flixbus di nuovo in servizio in Italia dal 3 giugno

    FlixBus riaccende i motori e torna operativa sulle strade italiane, nel rispetto delle linee guida governative e con l’applicazione di tutte le misure volte a tutelare la salute dei passeggeri e del personale FlixBus. La ripartenza riguarda inizialmente 14 linee con l’impiego di 20 autobus operativi tra circa 70 città.

    La drastica riduzione della rete italiana di FlixBus, che prima della pandemia collegava oltre 500 città, spesso costituendo l’unica soluzione di mobilità nelle aree a bassa penetrazione ferroviaria e penalizzate dal gap infrastrutturale, riflette le difficoltà che il settore della lunga percorrenza, escluso dalla strategia di rilancio del Governo, sta incontrando in questa delicata fase.

    “È incredibile la mancanza di attenzione da parte del Governo, che a più riprese ha ignorato il nostro grido d’aiuto. Più volte, in questi mesi, abbiamo auspicato, invano, un sostegno economico immediato e una strategia chiara, indispensabili per rilanciare un settore, quello della lunga percorrenza, costituito da centinaia di piccole e medie imprese che, pur garantendo un servizio di pubblica utilità essenziale per molti, non ricevono fondi pubblici, e che senza un supporto concreto sono condannate a morte certa nei prossimi mesi”, ha dichiarato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. “Chiediamo – ha proseguito – che si corregga il tiro al più presto, già nel passaggio di conversione in Parlamento, a tutela di un intero comparto e di una sana concorrenza nei trasporti: per il nostro settore è questione di sopravvivenza. Noi, per ora, ripartiremo a ranghi ridotti e garantendo il distanziamento sociale a bordo, ma per poter continuare ad operare con la capillarità necessaria l’aiuto delle istituzioni è imprescindibile”,

    Anche se con un network limitato, FlixBus torna quindi a garantire l’operatività sul territorio nazionale, riattivando i collegamenti non solo fra molte delle principali città italiane ma anche fra alcuni centri minori e località turistiche, al fine, rispettivamente, di tornare a offrire una soluzione di mobilità e contribuire a rilanciare il turismo nel Paese.  Fra le città interessate dalla ripartenza si contano Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Bari, Bologna, Firenze e Venezia, a cui si affiancano, fra le altre, Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Udine, Trento, Parma, Reggio Emilia, Siena, Perugia, Pescara, Caserta, Salerno, Foggia, Lecce, Crotone, Messina e Catania.

    La consapevolezza di un ruolo sociale nel garantire una mobilità fra le aree scarsamente collegate dalle reti tradizionali. pur apparentemente non riconosciuta dal governo, ha inoltre portato FlixBus a riattivare le connessioni anche fra alcuni centri più piccoli, come Sibari e Cariati, nella Calabria ionica, ed Enna. Altrettanto cruciale per FlixBus, soprattutto in questa fase di rilancio e in vista del periodo estivo, è garantire la mobilità verso territori a vocazione turistica: tra le città verso cui si potrà viaggiare dalla prossima settimana si possono citare destinazioni di montagna come Bolzano, mete balneari come Monopoli, in Puglia, e mete d’eccezione per il turismo culturale come Agrigento.

    Le altre località di nuovo collegate dal 3 giugno sono Peschiera del Garda, Treviso, Mestre, Prato, Poggibonsi, Bettolle, Fisciano, Sala Consilina, Benevento, San Giovanni Rotondo, Manfredonia, San Severo, Andria, Fasano, Brindisi, Mormanno, Firmo, Rende, Mandatoriccio, Pietrapaola, Calopezzati, Mirto Crosia, Corigliano-Rossano, Torretta Crucoli, Cirò Marina, Torre Melissa, Strongoli Marina, Villa San Giovanni, Canicattì, Caltanissetta e gli aeroporti di Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Bergamo Orio al Serio e Venezia Marco Polo.

    Tutti i collegamenti sono acquistabili sul sito www.flixbus.it, tramite la app FlixBus gratuita e presso i rivenditori autorizzati sull’intero territorio nazionale.

  • Nel 2019 in Italia 10 milioni di passeggeri per FlixBus (+40%)

    FlixBus inaugura l’anno tagliando un nuovo traguardo: in Italia, si legge in una nota, la società ha trasportato circa 10 milioni di passeggeri nel solo 2019, registrando un incremento del 40% rispetto al 2018, complici l’estensione della rete nazionale a oltre 500 città da nord a sud e la riscoperta dell’autobus quale soluzione di mobilità ideale per spostarsi sulle lunghe tratte.

    FlixBus si riconferma inoltre leader di mercato in Europa, dove opera 450.000 collegamenti al giorno in 28 Paesi, mentre il consolidamento negli Stati Uniti, coordinato anche dalla nuova sede di New York, e l’arrivo in Turchia, con cui la società si affaccia sull’Asia per la prima volta, hanno reso il 2019 un anno cruciale anche per l’espansione al di fuori del continente. A livello globale, sono 62 milioni i passeggeri trasportati nel solo 2019, con un aumento del 37% rispetto al 2018.

    Nel 2019, quindi, il mercato italiano è cresciuto a un ritmo superiore alla media, costituendo il bacino di utenza di circa un sesto di tutti i passeggeri a livello mondiale. «Dall’arrivo in Italia abbiamo portato una rivoluzione inarrestabile nel mercato dei viaggi su gomma, dimostrando il potenziale di un sistema unico nel suo genere basato sulla digitalizzazione di un business tradizionale e un modello collaborativo capace di contribuire allo sviluppo delle economie locali», ha affermato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. «Nel 2020 continueremo ad ampliare la nostra rete, per offrire una soluzione di mobilità sempre più capillare e alla portata di tutti, oltre che rispettosa dell’ambiente: a questo riguardo, un’attenzione particolare sarà rivolta all’intermodalità, con l’aumento delle rotte per gli aeroporti e gli altri hub della mobilità collettiva, allo scopo di disincentivare sempre più l’uso dell’auto privata» ha concluso Incondi.

    In Italia, si registra, in particolare, una crescita rilevante delle prenotazioni sulle rotte Nord-Sud, anche a seguito dell’attenzione rivolta, nel 2019, a Puglia (dove FlixBus collega 60 città), Calabria (60 città) e Sicilia (30 città), che hanno beneficiato di un numero sempre maggiore di connessioni con i grandi centri del centro e nord Italia, tra cui Roma, Firenze, Bologna e Milano. Sulle grandi direttrici nazionali, la rotta che registra la crescita maggiore è Bari-Napoli, con un incremento del 65% rispetto al 2018. In parallelo al boom delle rotte per gli aeroporti (es. Bologna-Malpensa fa +47%, Verona-Orio al Serio +45%, Ancona-Fiumicino +38%), complice l’attenzione crescente alla mobilità collettiva, è cresciuto il numero dei passeggeri che utilizzano il servizio sulle tratte internazionali: le più utilizzate sono Milano-Zurigo (+55% nel 2019) e Torino- Lione (+72%).

    Nel 2019, FlixMobility si è spinta sempre più a est, con l’ingresso di FlixBus in Ucraina e l’accordo con Kamil Koç, operatore leader delle autolinee in Turchia, per lanciare il servizio nel Paese. Negli Stati Uniti, dove FlixBus è attiva dal 2018, la rete ha integrato diversi nuovi Stati dall’Oregon alla Florida, per un totale di oltre 100 destinazioni e 1,3 milioni di passeggeri trasportati in un anno. E nel nuovo decennio FlixMobility punta a espandersi ulteriormente a livello globale: tra i nuovi progetti, quello relativo al lancio di FlixBus in Asia e Sud America, che beneficerà dell’ingresso, tra gli investitori della società, di attori di prim’ordine come TCV e Permira, che hanno preso parte, accanto a quelli esistenti – HV Holtzbrick Ventures fra gli altri – all’ultimo round di investimento. «In sette anni siamo riusciti a diventare il più grande operatore di viaggi in autobus al mondo. Siamo orgogliosi di essere riusciti a offrire un servizio innovativo, sostenibile e per tutte le tasche a milioni di passeggeri, ponendo le basi per lo sviluppo di una nuova concezione di mobilità di cui beneficino tanto le persone quanto l’ambiente» ha dichiarato André Schwämmlein, fondatore e ceo di FlixMobility.

    Nel complesso, l’offerta di FlixMobility si va facendo sempre più intermodale. Dal suo lancio, avvenuto nel 2018, FlixTrain ha progressivamente ampliato il proprio network in Germania nel 2019, annunciando successivamente il piano di sbarcare in Svezia nel 2020. A dicembre, inoltre, FlixMobility ha lanciato il proprio servizio di car pooling FlixCar, attualmente disponibile in Francia e volto a offrire un’alternativa di mobilità in grado di mettere in contatto conducenti e passeggeri per rendere raggiungibili, con facilità e in modo economico, un numero sempre maggiore di destinazioni, integrando così l’offerta di FlixBus in un’ottica di intermodalità. Cardini fondamentali del proprio operato: l’orientamento alla sostenibilità e la spinta all’innovazione.

  • Scade il 28 novembre il termine per i 18enni per partecipare a DiscoverEU

    Sono state aperte le candidature per accedere ai pass di viaggio di DiscoverEU, il programma proposto dal Parlamento europeo che da giugno 2018 ha permesso a 50.000 giovani provenienti da tutt’Europa di viaggiare e conoscere a fondo il Vecchio continente, il suo patrimonio culturale e la sua comunità. Tutti i diciottenni dell’Unione europea hanno tempo fino al 28 novembre 2019 per candidarsi e avere l’opportunità di scoprire l’Europa tra il 1° aprile e il 31 ottobre 2020.

    I requisiti richiesti per la partecipazione sono ovviamente l’avere 18 anni per il 31 dicembre 2019 ed essere cittadini europei. Chi vorrà partecipare dovrà presentare la propria candidatura sul Portale europeo per i giovani e partecipare alla selezione che consiste in quiz di cultura generale sull’Unione europea.

    I vincitori viaggeranno in tutta Europa per un periodo massimo di 30 giorni, e potranno scegliere se muoversi da soli oppure in gruppo. Il tema di DiscoverEU del 2020 sarà “Europa verde sostenibile”; i partecipanti potranno sviluppare le proprie conoscenze e competenze grazie a diverse riunioni e eventi organizzati durante il viaggio e sarà loro consegnato un diario di viaggio dove annotare le loro esperienze. Il mezzo di trasporto principale sarà il treno, ma ci sarà anche la possibilità di spostarsi in autobus o traghetto o, in via del tutto eccezionale, aereo per poter raggiungere anche le zone più remote del continente.

    La bellezza di questo progetto è messa in luce anche dal fatto che ogni anno i partecipanti, che ovviamente non si conoscono tra loro, entrano in contatto via social e si scambiano consigli e informazioni sui luoghi da visitare, formando gruppi per viaggiare o offrendosi a vicenda ospitalità.

    Il Commissario Tibor Navracsics, responsabile per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, ha infatti dichiarato la sua gioia nel constatare un forte entusiasmo da parte dei giovani e di come questi abbiano formato una vera comunità con i loro compagni di viaggio. Infine rinnova l’invito ai nuovi diciottenni a partecipare a questa esperienza di formazione umana e culturale.

  • L’hotel del futuro tra tecnologia e condivisione

    Durante il recente Salone del Mobile si è molto discusso sul futuro degli hotel. Tra motori di ricerca di case private da affittare e una gamma di offerta sempre più ampia, il settore alberghiero è costretto a pianificare bene il proprio futuro per non restare a mani vuote. Per prepararsi all’ospitalità 2.0, si dovranno capire bene le esigenze dei turisti e di tutta quella fascia di nuovi viaggiatori disposti a pagare per dormire fuori casa.

    Se finora ristoranti stellati, piscine e spa, terrazze con viste mozzafiato sono stati simbolo di hotel esclusivi e imperdibili, in futuro lo sguardo si sposterà più sui servizi e sulla capacità di vivere l’hotel come vero e proprio centro di aggregazione.

    “Gli hotel del futuro usciranno dall’immaginario comune che li associa a strutture che hanno il proprio fulcro nelle stanze da letto”, ha dichiarato Alfonso Femia, architetto fondatore di Ateliers. “Il vero valore sarà dato dai servizi, dagli spazi di condivisione e di convivialità dove sarà possibile spendere il proprio tempo libero, lavorare, riposare, fruire di tutta una serie di optional che riflettono le domande della società contemporanea”.

    Alfonso Femia ne ha parlato nella settimana del design milanese nell’ambito del format “Hotel Rewind”, ospite dell’evento space&interiors promosso da FederlegnoArredo. Lo studio guidato da Femia si è aggiudicato all’inizio del 2018 un maxi-concorso internazionale per progettare un hotel di quasi 500 stanze in un’area di espansione della capitale francese, Europacity, vicino Parigi. L’atelier italiano ha vinto una delle otto gare ad inviti per realizzare un hotel a tre stelle nell’ambito di un nuovo pezzo di città di 80 ettari di superficie complessiva, promosso da una compagine privata guidata da Immochan, divisione immobiliare del gruppo Auchan, e dal gruppo cinese Dalian Wanda, con un investimento di 3,1 miliardi di euro.

    Spiega Femia: “Ci sarà un’attrezzatura metropolitana che si adatta alle esigenze di viaggiatori che manifestano costantemente esigenze uniche e in evoluzione, con spazi generosi e collegamenti interni orizzontali e verticali che accoglieranno al piano terra una serie di funzioni in stretta relazione con la città, con una grande corte e con il vicino parco”. Questa è la sintesi dell’hotel del futuro: connessione e servizi; servizi utili al turista per muoversi con più facilità in città. Ecco che quindi il turista vive in una continua relazione tra interno ed esterno, diventando così un vero e proprio cittadino coinvolto e non un semplice turista.

    “Il mix funzionale di un hotel deve interpretare la condizione del viaggio di chi si sposta continuamente per incontrare altre persone, lavorare, organizzare eventi. Ecco che l’hotel può essere davvero lo spazio più sperimentale e innovativo – commenta Femia – per studiare soluzioni inedite, pensando alla qualità del tempo che si trascorre in queste strutture, che sono altro rispetto a casa propria”.

    L’hotel di Femia sarà pronto nel 2025, intorno, già dal prossimo anno, inizieranno i lavori anche per realizzare un circo contemporaneo, un acquario, un centro culturale dedicato al cinema e altri hotel. Uno sarà legato al tema dei bambini, un altro ancora sarà dedicato ad un centro congressi.

    Questo ci fa capire come in futuro non basterà nemmeno la firma di una star dell’architettura internazionale, né il brand di una prestigiosa catena di hotel per rendere le strutture alberghiere davvero appetibili. Il futuro è rappresentato dai giovani, la generazione dei cosiddetti “millennials”, che sarà il target di viaggiatori da soddisfare. Sono clienti diversi da quelli del passato, clienti che si aspettano di trovare anche in hotel ambienti in cui regnano il digitale e i dispositivi più tecnologici, pronti ad essere usati come strumenti per avere informazioni immediate e aggiornate.  Soprattutto vorranno servizi e informazioni per poter vivere la città a pieno, in modo “smart” e veloce. Per questo la sfida agli hotel è lanciata, e non si può far altro che adeguarsi ai tempi.

  • Stretta delle compagnie aeree sugli animali ammessi a bordo come passeggeri

    Sono sempre più le richieste dei passeggeri che vogliono volare con i propri animali e le compagnie aree si trovano alle prese con problemi imprevisti.

    Per la United Airlines le richieste di portare con sé il proprio animale sono aumentate del 75% (sono quasi 76 mila l’anno) e la compagnia aerea statunitense ha dovuto rifiutare di recente la richiesta di un cliente di imbarcare il suo pavone a Newark. Solo l’anno scorso United ha segnalato una crescita di oltre 30mila passeggeri che volevano viaggiare con i loro pet e di fronte a tale escalation una portavoce della compagnia ha fatto presente che si è registrato “un significativo aumento degli incidenti a bordo che coinvolgono questi animali”. Dal mese prossimo il vettore applicherà regole più severe sugli animali trasportati dai passeggeri come anti-ansia, fermo restando – viene assicurato –  il trasporto di animali come i cani guida per i non vedenti. Oltre a un preavviso di 48 ore e alla lettera di uno specialista, i passeggeri dovranno dimostrare che il loro animale è stato “addestrato a comportarsi correttamente in un ambiente pubblico”. United emetterà inoltre un elenco di animali vietati, inclusi ricci, furetti, insetti, roditori, serpenti, ragni, rettili e “uccelli non domestici”.

    Sempre da marzo anche l’americana Delta intensificherà gli sforzi per far fronte all’aumento dell’84% degli incidenti collegati alla presenza di animali a bordo, alla luce dei “gravi rischi per la sicurezza che coinvolgono animali non addestrati” e portati in volo (ci sono stati viaggiatori che chiedevano di viaggiare con tacchini, opossum e serpenti). Anche Delta assicura che continuerà a trasportare senza problemi circa 250mila cani guida o altri animali di servizio ogni anno.

    Virgin Atlantic permette solo ai cani di essere trasportati mentre British Airways non consente ai passeggeri di portare a bordo alcun animale.

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