Un giorno i due si incontrarono e la loro prima conversazione iniziò con una domanda: “Ho sentito che in passato” disse il primo “ognuno viveva cento anni senza che si vedessero i comuni segni dell’età. Ai nostri giorni le persone invecchiano prematuramente […] Questo è dovuto ad un inevitabile processo evolutivo umano o si deve alla perdita del corretto modo di vivere?”.
“In passato” rispose il secondo“la maggior parte delle persone curava il proprio corpo e si nutriva con una dieta bilanciata ad intervalli regolari. Si svegliava e si coricava ad orari consoni ed evitava di usurare il proprio corpo e la propria mente rifuggendo ogni sorta di eccesso. Mantenevano il benessere di corpo e di mente così che non dobbiamo sorprenderci che essi potevano vivere più di cento anni. Ai nostri giorni, al contrario, le persone hanno cambiato il loro stile di vita. […] Cercano eccitamento emotivo e piaceri momentanei, indifferenti al ritmo naturale. Falliscono nel regolare il loro stile di vita e la propria dieta e dormono impropriamente […] Prima le persone conducevano un’esistenza calma e onesta, si distaccavano da desideri e ambizioni inadeguati;vivevano con coscienza incorrotta e senza paura. Erano attivi ma senza mai depauperarsi. Poiché vivevano semplicemente, conoscevano l’appagamento, come si notava nella loro dieta di prodotti semplici ma nutrienti e nell’abbigliamento che era appropriato alla stagione ma mai lussuoso. Essendo la maggior parte felici del loro posto nella vita, non soffrivano di gelosia o cupidigia. Avevano compassione per gli altri, si aiutavano ed erano onesti, liberi da comportamenti distruttivi. Non si facevano scuotere o destabilizzare dalle tentazioni ed erano in grado di stare concentrati anche quando le avversità giungevano di fronte a loro. Trattavano gli altri con correttezza, senza considerare l’altrui intelligenza o posizione nella società”.
In quale dei seguenti anni è stata pubblicata questa conversazione?
2020, 1920, 1420, 1020, 220, 220 a.C., 1020 a.C., 2020 a.C., 2620 a.C.
Risposta: Questa conversazione (di cui la traduzione è stata leggermente modificata nella forma ma non nei contenuti, n.d.r.) si trova nelle prime pagine del Huangdi Neijing Suwen (Le domande semplici dell’Imperatore Giallo). Primo tomo del Huangdi Neijingun antico trattato di medicina tradizionale cinese attribuito al leggendario imperatore Huangdi.
La datazione di questo testo è molto dibattuta. Si va dal 2697 a.C. al 222 a.C., per cui non c’è una risposta certa a questo quiz che vi ho proposto per riflettere insieme su due aspetti.
Il primo è il fatto che la saggia domanda ed, ancor più, la saggia risposta del perché chi vive in città (quella volta ci si trovava a Pechino) cambia così radicalmente le sue prospettive di qualità e quantità della propria vita potrebbero essere state pubblicate l’altro ieri. La sola differenza rispetto ad oggi, infatti, è che avremmo trovato certamente nella risposta un riferimento al fatto che il comportamento delle popolazioni urbanizzate (oggi oltre il 53% a livello mondiale) sta compromettendo anche la sopravvivenza di tutte le specie viventi sul Pianeta.
Il secondo è il fatto che studiare la storia è fondamentale, a tutti i livelli. Anche per comprendere che ci sono problemi apparentemente solo attuali che, al contrario, l’uomo ha dovuto affrontare anche migliaia di anni fa, facendosi, come in questo caso, le giuste domande e, soprattutto, trovando le giuste risposte (e soluzioni).
Ben vengano, quindi, in merito al tema trattato, tutti i progetti, le azioni e le interazioni sociali volte a salvaguardare e a diffondere la cultura di tutti i popoli nativi e di tutte le comunità rurali autonome ancora esistenti e resistenti. Luoghi custodi della capacità e della possibilità di resistere all’antica e moderna tentazione umana di mettere le proprie esigenze al di sopra di quelle degli altri, della comunità.
Voi occidentali, avete l’ora ma non avete mai il tempo
(Mohandas Karamchand Gandhi, 1869-1948)