WhatsApp

  • WhatsApp accetta di conformarsi pienamente alle norme dell’UE, informando meglio gli utenti e rispettando le loro scelte sugli aggiornamenti del contratto

    A seguito di un dialogo con le autorità dell’UE per la tutela dei consumatori e la Commissione europea (rete CPC), WhatsApp si è impegnata a garantire una maggiore trasparenza sulle modifiche delle condizioni d’uso. La società renderà anche più facile per gli utenti rifiutare gli aggiornamenti a cui sono contrari e spiegherà chiaramente in quali casi tale rifiuto renderà impossibile continuare a utilizzare l’applicazione. WhatsApp ha inoltre confermato che i dati personali degli utenti non sono condivisi a fini pubblicitari con terzi o altre società del gruppo Meta, tra cui Facebook. Il dialogo è stato coordinato dall’agenzia svedese per i consumatori e dalla commissione irlandese per la concorrenza e la tutela dei consumatori e agevolato dalla Commissione.

    Per tutti i futuri aggiornamenti delle politiche, WhatsApp dovrà: spiegare quali modifiche intende apportare ai contratti degli utenti e in che modo tali modifiche potrebbero incidere sui loro diritti; dare alla possibilità di rifiutare gli aggiornamenti delle condizioni d’uso lo stesso rilievo riservato all’opzione per accettarli; fare in modo che le notifiche riguardanti gli aggiornamenti possano essere ignorate o che si possano rivedere gli aggiornamenti in un momento successivo, rispettando le scelte degli utenti senza inviare continue notifiche.

  • La Commissione e le autorità per la tutela dei consumatori esortano WhatsApp a informare meglio i consumatori sulle sue politiche relative ai dati e sugli aggiornamenti delle condizioni di servizio

    La rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) e la Commissione europea hanno inviato un’ulteriore lettera a WhatsApp, invitando l’azienda a prendere provvedimenti per rispondere alle questioni ancora irrisolte in merito agli aggiornamenti delle condizioni di servizio e alla politica sulla privacy e a informare chiaramente i consumatori sul suo modello commerciale.

    In particolare, WhatsApp è invitata a indicare in che modo intende comunicare eventuali aggiornamenti futuri delle condizioni di servizio e a farlo in modo tale che i consumatori possano facilmente comprendere le implicazioni di tali aggiornamenti e decidere liberamente se desiderano continuare a utilizzare WhatsApp dopo tali aggiornamenti. Si chiede inoltre di chiarire se l’azienda abbia entrate derivanti da politiche commerciali relative ai dati degli utenti.

    Una prima lettera era stata inviata nel gennaio 2022, in quanto diversi aggiornamenti delle condizioni di servizio effettuati nel 2021 erano risultati problematici per i consumatori. In risposta, WhatsApp ha dimostrato di aver fornito agli utenti le informazioni necessarie in merito a detti aggiornamenti, anche mediante le notifiche dell’applicazione o il suo centro di assistenza. Le informazioni sono tuttavia fornite da WhatsApp in modo insistente e sono considerate insufficienti e fonte di confusione per gli utenti. WhatsApp dispone ora di un mese per dimostrare alle autorità per la tutela dei consumatori che le sue pratiche sono conformi alla normativa UE in materia di protezione dei consumatori.

    La Commissione ha recentemente pubblicato una relazione che presenta una panoramica delle azioni passate della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori; la relazione comprende un’analisi prospettica delle tendenze del mercato che incidono sui diritti dei consumatori e sulle quali la rete concentrerà le proprie attività nei prossimi due anni.

    Fonte: Commissione europea

  • Facebook metterà il suo nome accanto a WhatsApp e Instagram

    Presto i nomi ufficiali di Instagram e Whatsapp, entrambi posseduti da Facebbok, diventeranno Instagram from Facebook e WhatsApp from Facebook, affinché chiunque capisca chi ne è il titolre.

    «Vogliamo essere più chiari per quanto riguarda i prodotti e i servizi che fanno parte di Facebook» ha spiegato l’azienda, ma la scelta di cambiare la denominazione pare aver creato sorpresa e confusione nei dipendenti. Perché infatti cambiare il marchio di un servizio molto noto e popolare, col rischio che cambi anche la percezione degli utenti (magari in peggio)?

    Facebook non gode di ottima fama per quanto riguarda il rispetto della privacy degli utenti e menzionarne il nome rischia di risultare non troppo gradito a quanti finora non sapevano che  Instagram e WhatsApp fanno capo ad esso. Secondo alcuni commentatori, potrebbero essere però proprio motivi legati alla privacy la base per questa mossa: Facebook, in questo modo, starebbe cercando di mostrare alle varie autorità che si occupano di tutelare i dati degli utenti che non ha alcuna intenzione di nascondersi dietro marchi certamente noti ma apparentemente non legati al social network in blu. D’altra parte, è anche possibile che si tratti semplicemente di un’ulteriore parte del piano che porterà gli account Facebook, Instagram e WhatsApp a essere sempre più integrati tra loro, un’operazione sulla quale Facebook non ama sbilanciarsi troppo, almeno pubblicamente.

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