Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Remo Sabatini apparso sul quotidiano Leggo il 3 aprile 2019
Lo Zoo Prudencio Navarro ha chiuso da due mesi ma gli animali sono ancora lì. Il parco zoologico di Ayamonte, cittadina spagnola a nord di Cadice, a due passi dal confine con il Portogallo e dalle fredde acque dell’Atlantico, era stata chiusa per motivi legati ad alcune morti di animali cui erano seguite le proteste di diverse associazioni animaliste. Al momento, non è dato sapere con certezza se, quelle morti, fossero legate alla situazione dello zoo che, dal punto di vista economico, stando alle ricostruzioni di questi giorni, non navigava in buone acque già da tempo.
Fatto sta che oggi, dopo due mesi dalla chiusura, diversi animali sono rimasti lì. Orsi, tigri, leoni, babbuini, cervi, sono ancora dentro quelle gabbie. Soli e abbandonati, nutriti per quello che si può, quegli animali sembrano cominciare a soffrire gravemente di quella nuova e incredibile condizione cui sono costretti. Per non parlare, come hanno comunicato gli attivisti di Proyecto Gran Simio, l’organizzazione non governativa di Alicante che ha denunciato lo stato di abbandono degli animali, delle pozze d’acqua, ormai stagnante, fonte di proliferazione di malattie pericolose. Tutti fattori che, insieme all’apatia, potrebbero arrivare ad uccidere gli animali ancora detenuti.
D’altronde, anche le immagini, riprese a favore della causa dell’organizzazione da Pedro Pozas Terrados, parlano chiaro. Molti di loro, trascorrono le loro interminabili giornate, stesi al sole. Quasi che fossero incapaci di muoversi, rimangono lì, immobili. Un attesa che sembra infinita. Aspettando qualcuno che sembra non arrivare mai.